domenica 7 aprile 2013

Quei soliti guastatori di Munster quando c'è di mezzo la loro coppa

Heineken Cup - The Stoop
Harlequins 12 - 18 Munster 

Si sono spostati in massa da Limerick e dintorni per occupare i posti allo Stoop di Twickenham, i tifosi del Munster. E ci hanno guadagnato un bella domenica di sole a Londra e un proseguimento di viaggio in Heineken Cup, a Clermont, perché la provincia irlandese batte 18-12 gli Harlequins nei quarti di finale. Roba da guastatori come si comanda: guastano i piani dei padroni di casa che tornavano alla fase knock-out della HCup per la prima volta dal 2009 e ora incassano la quarta sconfitta di fila in stagione salutando il trofeo e con la situazione in campionato più complessa di quanto preventivabile un mese fa; guastano i piani degli arlecchini con un secondo tempo perfetto, il Man of the match Paul O'Connell che sotto gli occhi di Warren Gatland fa presente che non gli dispiacerebbe un viaggio in Australia a giugno. E' la loro coppa (vinta due volte più due secondi posti), sanno come va gestita quando arrivano momenti del genere e levano i palloni ai padroni di casa che così vedono il loro gioco che necessita di possesso e ritmo incepparsi. Ronan O'Gara raddrizza il piede e mette il proprio nome sul tabellino, ma non è solo questo. Arbitra il francese Jerome Garces.

Pronti via, Nick Evans passa per il piede e costringe il Munster ad una rimessa sui propri 5 metri, con Ugo Moyne che era andato a recuperare il drop di inizio - schema consolidato tra l'apertura e l'ala che riesce quasi sempre a metterci lo zampino. Gli irlandesi ne rubano subita anche una di rimessa con O'Connell, ma i primi punti marcati arrivano con Evans, mandato in piazzola da James Johntston che mette in difficoltà Dave Kilcoyne con la prima mischia al 3'. O'Gara ha l'opportunità di pareggiare da buona posizione due minuti più tardi, ma il palo respinge. Errori di qui e di là, mette ordine ROG mirando alla profondità del campo: prova ad imitarlo il compagno di squadra, l'estremo Felix Jones, ma non riesce a dosare la potenza e dalla mischia ordinata sul punto dal quale ha spedito oltre l'area di meta l'ovale Kilcoyne cede nuovamente, ma Evans al 15' sbaglia. E c'è da attendere oltre il quarto d'ora per assistere ad una prima fase di attacchi prolungati, con i Quins che riescono a farsi spazio con il tallonatore Rob Buchanan e a portare a casa altri tre punti (6-0). Il Munster si affida nuovamente ai suoi otto uomini davanti e prova ad iniziare a guastare la difesa avversaria con una maul ben organizzata, O'Gara finalmente potrebbe sbloccarsi, ma ancora al 21' non trova la via dei pali, allora ci pensa il flanker Peter O'Mahony a garantirgli una terza occasione costringendo Moyne al tenuto e difatti al 24' si passa sul 6-3. 
I londinesi si appoggiano all'ingaggio (in avanti di O'Connell sul drop di restart perché a disturbarlo sì, ci va di nuovo Moyne) e Evans ristabilisce le distanze e attraversano forse il momento migliore della prima frazione, con un altro penalty sulla metà campo a disposizione, ma Danny Care gioca a suo modo e dopo la serpentina si trova isolato e consente ad O'Gara di accorciare: 9-6, punteggio sul quale si va negli spogliatoi.  

Partita disputata sul filo, con le due squadre in campo che non costruiscono vere azioni offensive che lascino presagire anche solo la possibilità di vedere difesa ed attacco affrontarsi negli ultimi cinque metri. Il working rate più elevato si registra tra le terze linee e i lock in versione ball carrier, gli spunti di gente come Simon Zebo o Tom Williams, Mike Brown e Casey Laulala per il momento restano ben pochi. Ma con la ripresa il Munster si prende l'abbrivio: gli Harlequins reggono e recuperano terreno, ma il capitano Chris Robshaw è pescato in off side e così al 42' ROG fissa il pareggio. E proprio Zebo si lancia sotto il campanile di Conor Murray dalla base e mantiene vivo il possesso nei 22, con George Robson che infila le mani irregolarmente in ruck e così Munster allunga sul 12-9, al primo vantaggio dell'incontro grazie a dieci minuti di monopolio del gioco. Perché subito dopo è un O'Mahony in gran spolvero (strappa pure di mano la palla Olly  Kohn in rimessa) spedisce con una pedata ragionata l'ovale dall'altra parte del campo, lasciata mezza sguarnita con i Quins votati all'attacco e Maurie Fa'asavalu è obbligato al tenuto: 15-9 per la compagine irlandese al 48'. 
Laulala semina un paio di avversari su un contrattacco e il centro George Lowe salva la situazione per gli inglesi intercettando un allargamento del fronte nei pressi della linea dei 5 metri, il gioco si rompe con gli Harlequins che non riescono a risalire il campo e Munster ha pure una mischia a favore nei 22: Kilcoyne e BJ Botha passano a riscuotere stavolta e al 56' gli ospiti vanno oltre il break. Quindi cominciano a rifilare il marchio di fabbrica, chocke tackle che vogliono dire azioni nemiche rallentate, cambi palla, Quins a secco di idee e assorbiti. Quando pure hanno un'occasione di aggirare l'assedio, i londinesi perdono la rimessa fuori dai 22 irlandesi. Gli sforzi con Williams e Lowe per raggiungere nuovamente l'area dei 22 portano al massimo un piazzato per Evans al 65' (non rotola via la terza linea Tommy O'Donnell): è il 18-12 finale. L'ultimo sussulto con Lowe a cinque dalla fine si spegne, privo di sostegno adeguato. 

Nella truppa di guastatori di rosso vestiti ci sono certamente i volti dei ben noti O'Connell e O'Gara, come quella di un O'Mahony che non si prende il titolo di migliore in campo perché l'anzianità della sua seconda linea viene prima, ma anche quelli dell'ala Denis Hurley e del primo centro James Downey, presenti a chiudere e serrare i ranghi. Gente come Nick Easter non ha lo spazio per lasciare il segno di peso, mentre il Munster sbaglia solo tre placcaggi in ottanta minuti. Il che vuol dire che oltre alla furbizia nelle fasi di contesa per abbassare i giri del motore inglese, semina mine lungo tutto il terreno di gioco: ennesima inglese eliminata, in Europa (tra HCup e Amlin CC) restano soltanto i Sarries dopo che Tolone ha domato i Tigers nell'altro quarto domenicale. 

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