Da quando l'apartheid e' finito ...
.. i governanti e i burocrati sudafricani in carica a gestire nel modo approssimativo, clientelare, indegno e corrotto anche il rugby come purtroppo molto altro in quello splendido Paese, non perdono occasione per coprirsi di ridicolo.
Stendiamo un pietoso velo sulla storia patetica delle progressiva rimozione del simbolo considerato "bianco" dello Springbok, l'antilope saltante, dalle maglie della nazionale.
Qualcuno dimentica che fu maglia e simbolo indossato ed "endorsato" in Mondovisione da Nelson Mandela, lo vedete qui a fianco presentare la Web Ellis Cup a Francois Pienaar capitano della nazionale della Tribu' Bianca degli Altipiani; era il 1995 e quella cerimonia fu il momento piu' alto della riconciliazione tra le etnie di quel Paese, la sorridente stretta di mano che senza esagerare siglo' la rifondazione del Sudafrica molto piu' efficacemente di tutte le firme e gli accordi politici.
Quante speranze ....
Adesso la notizia e' che un tour della rappresentativa neozelandese dei Maori contro gli Springboks previsto per giugno prossimo a Soweto, la famosa township nera nei sobborghi di Johannesburg, potrebbe essere bloccato dalla SARU, la federazione sudafricana in mano ai politicanti.Nel nome di una regola che impedisce ai sudafricani di giocare contro squadre selezionate su base etnico-razziale. Di fatto non c'e' dubbio, i New Zealander Maori, rappresentativa di giocatori di origine indigena, tecnicamente e' ... una squadra razzista!
Gia' ci eravamo imbattuti in esempi del tipico razzismo alla rovescia che affligge molte culture purtroppo immuni alle conquiste dell'Illuminismo e afflitte dal "the winner takes it all", dalla tentazione di confondere la democrazia con una dittatura della maggioranza , ma questa declinazione del concetto del razzismo la troviamo veramente inedita: secondo tale "logica" razzismo non sarebbe piu' solo imporre barriere discriminatorie, ma anche il non promuovere sempre e comunque la mescolanza!
Di questo passo si arrivera' a proibire i matrimoni "non razzialmente misti" come sono proibiti quelli tra parenti stretti: fanno male ... ai progressivi destini dell'Umanita' "omogeneizzata".
Ovviamente i motivi della probabile cancellazione dell'evento sportivo sono altri, banalmente economici legati alla crisi, ma colpisce la scusa infantile utilizzata.
Alla stessa stregua dovrebbe allora esser trattata l'Irlanda o il Galles (da quando il "mezzosangue" Colin Charvis non viene piu' convocato): sono squadre "razziste" composte tutte da soli gallesi e irlandesi (tutti quei Jones, e quegli O' ....), al contrario dell'Inghilterra o della Francia che includono anche atleti di altre etnie; una accurata analisi dovrebbe essere condotta nei confronti dell'Italia, che include si' personaggi nati in altri Paesi ma sulla base di un fastidioso richiamo ad antenati italici, regola che puzza tanto di discriminazione razziale...
7 commenti:
Il discorso sarebbe lungo e OT su un blog di rugby.
Mi permetto solo un consiglio:
chi non ha ancora visitato il Sudafrica si affretti a farlo. Da quel poco che ho visto nelle 2 settimane passate lì e da notizie come questa, ho tanto l'impressione che nel giro di pochi anni non si riuscirà più a visitare questo paese di una bellezza mozzafiato. E sarebbe un vero peccato perché è veramente un posto meraviglioso popolato per lo più da persone gentili e amichevoli...
Dimenticavo... ovviamente spero tanto di essere smentito! anche perché voglio assolutamente tornarci! :)
Assolutamente allineato con la tua visione, assolutamente desideroso anche me di tornarci if possible e senza rischiar la pelle.
A tal proposito, di OT come questi anche un sito dedicato al rugby, lo sport della tribu' bianca degli Altipiani, ne ha fatti diversi e molti ancora si ripromette di farne, alla faccia di un mondo orientato al politically correct.
di OT come questi anche un sito dedicato al rugby, lo sport della tribu' bianca degli Altipiani, ne ha fatti diversi e molti ancora si ripromette di farne, alla faccia di un mondo orientato al politically correct.
Molto bene! ;-)
Ne approfitto allora per aggiungere che, nonostante il terrorismo pre-partenza fatto da amici e conoscenti, mai in nessun momento né io né la mia compagna ci siamo sentiti in pericolo di vita durante il nostro viaggio da sud a nord da soli (a onor del vero però non abbiamo messo piede a Jo'burgh, fatta eccezione per l'aeroporto).
Lo dico per non scoraggiare eventuali lettori! :)
Meglio cosi'.
Ho conoscenti laggiu' che vivono in aree cintate e circondati da security, ma effettivamente i percorsi "turistici" paiono immuni da problemi: sotto quel profilo si rischia di piu' a visitare il Kenya o in Egitto, dicono le statistiche (cuntent?).
Bell'articolo.
Di una visione generale che non ti aspetti da un blog di rugby.
Tnxs Anonimo, qui tendiamo ad "allargare", vedendo il rugby non solo come gioco ma come allegoria di un set valoriale "right". Inguaribili e arcaici romantici ...
Posta un commento