mercoledì 18 febbraio 2009

Polli-tica celtica

IL"DIBBATTITO" - L'idea che gli autori di questo sito si sono fatti sulla partecipazione di sinora non meglio specificate "paio di franchigie" italiane alla Celtic - Magners League e' improntata a un sano scetticismo. Non siamo pregiudizialmente negativi, sia chiaro, rimaniamo però scettici a livello ideologico riguardo agli approcci centralisti, top-down, sradicati dalle realta' territoriali; inoltre abbiamo un gran timore non nei riguardi della immaginazione italica a generare meravigliose idee creative ma della capacità di realizzarle in modo efficace ed efficiente.
Prendiamo atto peraltro che la "strana coppia" Dondi+Mallett che caldeggia tale approdo si sta giocando tutto sull'idea, quindiindietro non si torna. Del resto sin dai tempi dell'adesione al Sei Nazioni il Presidente s'e' messo in testa di far evolvere il movimento non certo dal basso (scuole, club, territorio) e facendo leva iniziale dov'era già forte (Veneto, l'Aquila, Parma) ma al contrario prima per "espianto" per vasi comunicanti per farlo rientrare nelle grandi città (ottenendo fallimento analogo a quello degli altri sport non calcistici), poi riducendosi alla trazione anteriore della Nazionale; il sudafricano è arrivato tra noi selvaggi col suo bel rugby man's burden anglosassone senza pero' riuscire a fornire al movimento alcun sensibile valore aggiunto.
HAN TOPPATO? - Al momento i progressivi destini auspicati dalla strana coppia paiono stallare, s'alza qualche perplessità dovuta ai risultati. Prima Mallett afferma che il problema è il nostro campionato e la presenza di stranieri, ma la nostra Nazionale pur ricolma di campioni esercitanti all'estero (praticamente tutto il pack, centri e estremo) non mostra miglioramenti, anzi; poi Dondi se n'esce che non è colpa della Nazionale, forse altrove hanno assimilato le Elv meglio di noi.
Con ciò non solo dimostra di non conoscere i principi base della fisica e del buonsenso (i progressi di qualcosa, positivi o negativi che siano, si valutano rispetto a un punto di riferimento), ma sta anche dicendo che il buon Nick non avrebbe tenuto conto di un fattore non da poco: da un anno in tutto il mondo del rugby si dibatte dell'impatto delle Elv. Forse Mallett s'e' limitato ad illustrare l'impatto disciplinare delle Elv (cosa NON fare) senza approfondire come poter sfruttare le opportunita' di gioco offerte a un pack aggressivo ed esperto.
Basti guardare Parisse: da potenziale miglior giocatore europeo a protagonistas di "chi l'ha visto" ...
Mallett e il suo staff han poi altri torti piu' puntuali, dall'infortunio Bergamauro in mediana al precedente tempo perso di Masi apertura, ma anche l'aver portato in panca contro l'Irlanda un solo pilone, pur dovendo affrontare il pack attualmente piu' forte al Mondo dopo quello sudafricano e con Castrogiovanni con sole cinque partite disputate nell'intera stagione. Oppure il trascurare l'allenamento specifico in rimessa laterale, "tanto siamo già bravi e affiatati".
GIA' CELTICI? - Torniamo alla Celtica Lega: a giudicare dalle chiacchiere dovrebbero esserci enne candidature nostrane pronte ad imbarcarsi per le terre dei Druidi: le romane, Viadana+Colorno+meta' Parma, Padova+Rovigo+Venezia, Calvisano, Overmach, Treviso ... e come trascurare l'Aquila. Tante parole ma nessun "show me the money": del resto un classico effetto degli approcci centralisti è che tutti sono ad aspettare che la Fir dichiari quanto investirà, come e dove .
Un interessante insight in questo panorama di stallo almeno apparente viene offerto da una fuga di notizie all'estero: Irish Times cita ieri la chiacchierata di sabato scorso tra John Hussey Chairman della Lega e Dondi. Il Chairman della Lega, riferisce il quotidiano, s'e' detto “reasonably confident” riguardo a "two regional Italian sides entering the league", ma attenzione solo dalla stagione 2010/11; afferma inoltre che la cosa sara' ratificata ufficialmente entro la fine di marzo.
Too little too late per ottenere impatti significativi sul nostro rugby per il Mondiale Neozelandese del 2011; parrebbe più che altro una buona scusa per confermare il Mallett e intero staff tecnico sino ai mondiali 2015, magari in Italia - altro caposaldo delle strategie Dondiane.
Ci sarebbero anche aperture (in linea di principio) per quattro selezioni italiane più avanti - chissa' quando chissa' come: "show me the money". Sostengono gli irlandesi che lo spazio in calendario ci sarebbe, tanto la Edf Energy Cup - il torneo Anglo-Gallese - secondo loro morirebbe gia' dall'anno prossimo.
VA DOVE TI PORTA IL SOLDO - L'altra indiscrezione gustosa, soprattutto per i fan di altre opzioni apparentemente sul tappeto (Torino? Milano? Reggio?), e' la locazione delle due franchigie italiane. Riporta il quotidiano irlandese: "two largely indigenous Italian regions being based in Treviso and Rome". Ci voleva la straightforwardness tutta anglosassone per osare delle affermazioni del tutto logiche.
Tutti sanno dei perche' a Roma: senza nulla togliere ai rugbisti e appassionati romani, la cosa ha una sua logica "politica" coerente con l'impostazione generale data non da oggi dalla presidenza Dondi che e' inutile commentare ulteriormente. Importante aggiungere che, come tutte le operazioni "maieutiche" di questo tipo, le necessita' assistenziali non si esauriranno col privilegio concesso a scapito di altri territori: e' chiaro che una selezione fondata sui tre club romani - che senza offendere nessuno sono di mediobassa caratura pur secondo i bassi standard italiani - potrebbe affrontare la Celtic solo grazie al supporto della Fir in termini di risorse e umane e materiali.
Giocoforza allora che la seconda selezione debba contare perlopiù sulle proprie di risorse; quindi dovra' appoggiarsi sulle spalle piu' larghe in termini di competenze, roster, bacino, organizzazione e capacita' di spesa attualmente presenti: sorpresi che sia Treviso cioè Benetton?
Sano realismo: dal lato romano avremmo il polo aggregante della Fir col suo stadio e le risorse dragate (pagando) da altrove, da quello trevigiano l'unico polo privato in grado di gestire organizzativamente e finanziariamente un importante salto di categoria.
Dato che la Lega Celtica accetta Selezioni Regionali e non Club singoli, creare una selezione regionale basata sulla Benetton non sarà un passeggiata, per via delle rivalita' tra l'aristocrazia squattrinata dei club storici e i (relativi) parvenu danarosi e un po' ganassa della Marca.
Del resto due sono i posti disponibili, o meglio uno solo visto che l'opzione Roma quintessenza del centralismo non pare discutibile. Cosi' le varie Parma, Calvisano, Viadana, l'Aquila etc. non possono che rassegnarsi in ogni caso (Treviso piuttosto che di Milano, Torino o Reggio); idem i club veneti storici dovrebbero smetterla con improbabili disegni di esclusione dei "culastrisce" della Marca, mentre Munari&C. si dovrebbero reinventare polo aggregante: da fastidiosi fazo tuto mi a leader inclusivi.
GLI "ESTEROFILI" POCO RAGGIUNGIBILI - Ribadiamo, il fatto che dissipa molti dei dubbi anti Treviso è che alla Lega Celtica partecipino Selezioni Regionali non Club. Stiamo quindi parlando di una franchigia veneta erede dei DOGI fondata su (i soldi e la capacita' organizzativa del) la Benetton. L'approccio regionale sarebbe utile in primis ai trevigiani stessi, per avere piu' giocatori eleggibili e allo stesso tempo per poter "parcheggiare" i loro stranieri in eccesso.
Altri dubbi letti in giro han veramente poca sostanza: tacciare il club trevigiano di atteggiamenti "esterofili" tracura da un lato il numero di giovani italiani da esso lanciati, dall'altro l'assenza del "centro" quando i migliori nostri sono stati richiesti all'estero, con la scusa delle ricadute del farsi esperienze in Europa; ora che la gabbana Fir vòlta all'improvviso, almeno non trasformiamo le vittime in colpevoli.
Ulteriore dubbio facilmente dissipabile riguarda la logistica. Della raggiungibilita' e delle attrattive di di Roma si sa; quanto a Treviso, non è certo da meno.
Essa infatti fa parte di un conglomerato urbano oramai quasi privo di soluzione di continuita' con Mestre-Venezia e Padova, servito da due aeroporti internazionali (Treviso e Venezia Tessera) nel raggio di 30km, attraversato da ferrovie e autostrade ivi incluso il Passante (in fig.) inaugurato l'8 febbraio scorso, con una ricettivita' alberghiera unica in Italia (Venezia, Jesolo, Padova col Santo e' la citta' italiana dopo Roma che conta piu' pellegrinaggi).
Tutte cose molto gradite ai turisti celtici, alle societa' che creano pacchetti turistici "partita viaggio e tour all inclusive" e probabilmente anche alle tv.
Ci rimane un unico dubbio, sempre quello: se una Benetton infarcita di stranieri non è riuscita a batter chiodo in Europa, che probabilita' hanno selezioni all italian di scatenare entusiasmi e crescita tecnica mediante confronti con Munster e Ospreys, pur anche nel medio termine? Non sarà la solita, velleitaria scorciatoia furbetta che tanto piace all'italiano medio, esattamente come si pensava dell'ingresso nel 6Nazioni - altro che 24 anni com'è servito ai francesi per affermarsi!
Tant'e', Mallett ci tiene tanto ....

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