sabato 7 settembre 2013

Bonus bagnato ad Hamilton

The Rugby Championship: New Zealand 28-13 Argentina

Manco a farlo apposta: ci eravamo divertiti a tirare in ballo il tempo metaforicamente nei primi due turni di Rugby Championship, tra piogge e uragani ed ecco che per Nuova Zelanda - Argentina viene riservata una gran quantità d'acqua sulla provincia di Waikato. Vincono gli All Blacks per 28-15 contro los Pumas, ma alla formazione di coach Hansen manca il bonus point in attacco e nel dopo gara viene comunicata la notizia che Richie McCaw ha problemi ai legamenti del ginocchio che potrebbero tenerlo fuori dai giochi per 4/5 settimane. E' un bel match quello arbitrato dal francese Jerome Garcès che - attenzione! attenzione! - intima "roll away number 7!", indicando con il dito proprio capitan McCaw dopo aver fischiato fallo al neozelandese. Sarà per questo che piove così forte?

Battute maligne a parte, agli All Blacks bastano certe folate di vento per andare a marcare e rimediare al passivo iniziale, aggirando gli ostacoli che si presentano nel corso della gara: le imprecisioni nel passaggio di Aaron Smith e le mani molli della matricola Francis Saili: l'ovale bagnato è difficile da controllare, in più il centro si presenta con un passo di ritardo sull'assist di Dan Carter e il fumble nella metà campo avversaria è raccolto dagli avvoltoi sudamericani che riciclano veloce finché Juan Manuel Leguizamon ha la prateria di fronte a sé per correre a marcare meta dopo quattro minuti. L'Argentina si premia per il buon inizio che cancella il calcio d'inizio di Juan Martin Hernandez che finisce direttamente fuori: il pack lavora sin da subito la mischia opposta ai fianchi e per Tony Woodcock apparecchia una serata difficile con Juan Figallo che garantisce assistenza solida e massiccia nel gioco aperto. Purtroppo per i Pumas la rimessa laterale non funziona e così non riescono a piantare stabili accampamenti nella profondità del territorio nemico. 
Pressione alta, uomini sotto nel gioco al piede dove Israel Dagg dimostra comunque confidenza, gli AB tentano di replicare accelerando di off-load in off-load, ma ancora una volta la palla cade a terra persa. Conrad Smith lavora dai raggruppamenti e non negli spazi larghi, ma da dietro Dagg porta i suoi avanti con un bella pedata nei 22: il tutto manda Carter alla piazzola al 10' per accorciare e tre minuti più tardi il secondo penalty sbatte sul palo e si resta sul 3-7. A. Smith si dimentica il pallone tra le gambe del compagno in ruck e il flanker Pablo Matera di piede lo scalcia via: a proposito di terze linee, Steven Luatua detta angoli di corsa e accurati timing di passaggio, facendo da pivot sulle corsie per Ben Smith e Julian Savea

Nel box dello staff tecnico argentino il consulente Graham Henry discute amabilmente con Santiago Phelan: i ragazzi in campo sono diligenti, si affidano ad un gioco basilare sulla difensiva, aspettando l'errore avversario che cade nella categoria "handling errors", i primi otto uomini si danno da fare per rallentare l'azione attorno alle ruck, ma pagano dazio al 22' quando il tallonatore Eusebio Ginazu viene ammonito per il secondo fuorigioco consecutivo all'altezza dei propri 5 metri. I padroni di casa annusano il momento: penaltouche, maul dalla quale si stacca Kieran Read che esibisce skills lodevoli nel servire il libero A. Smith per la meta sul lato chiuso (foto). E' il 23' e tre minuti più tardi, dopo che Carter attacca la linea dai propri 22 arrivando nella metà campo avversaria, B. Smith sfodera un pallonetto dalla corsia di destra che rincorrono Luatua e A. Smith per gli All Blacks e Martin Landajo ed Hernandez per gli argentini: alla fine è il mediano neozelandese a timbrarlo sulla linea di meta - un letterale touchdown per il 15-7. Same old All Blacks
Nella pioggia di Hamilton il ritmo si fa più frenetico con l'avvicinarsi dell'intervallo, l'apertura Nicolas Sanchez rimette i suoi in scia ed Hernandez al 35' è bravissimo a coprire l'area di meta su B. Smith lanciato dal grabber di Saili. Si va negli spogliatoi sul 15-10. 

Il copione di inizio ripresa non subisce modifiche, anzi esalta il lavoro da fetcher di Matera a difesa della propria trincea. Landajo di piede rilancia i suoi, Sanchez non conserva il possesso, si passa da un lato all'altro del campo e Gonzalo Camacho subisce un doppio placcaggio, la spalla gli esce - e l'ala pure. Carter fissa il momentaneo +8 al 49' nell'unico istante di imbarazzo per la mischia argentina: l'introduzione di Landajo è al minimo sindacabile, non arriva manco dalle parti del tallonatore. I Pumas si ripigliano, con il gioco stretto e abrasivo rubano metri e portano a casa altri tre punti. E qui si chiude l'incontro: il calcio di Landajo dalla base dopo il drop di ripartenza che giunge nei 22 viene stoppato da Read che recupera il possesso, la manovra si allarga rapidamente e Savea arriva a destinazione. 25-13 al 53'.
Gli All Blacks andranno alla ricerca della meta del bonus, scontrandosi con la linea biancoceleste che tenta di imbastire qualche pericolosa ripartenza cominciando dalla consistenza della mischia ordinata che guadagna calci di punizione, ma la rimessa resta balbettante e lo sforzo svanisce. Dagg, prima di cedere il posto a Charles Piutau, regala un'altra opportunità perdendo in avanti la recezione di un penalty, ma questa volta Garcès punisce l'appena entrato Juan Pablo Orlandi. E poco dopo grazia il capitano Fernandez Lobbe che trattiene per la maglia Saili: chiede scusa e l'arbitro francese lo riprende soltanto, mentre Beauden Barritt fissa lo score finale. 

Mediaticamente l'attenzione si sposta sulla panchina All Blacks allo scoccare dell'ultimo quarto, quando Sam Cane rileva McCaw dolorante al ginocchio destro e vengono sguinzagliati gli inviati e i cronisti per capire l'entità dell'infortunio che finisce direttamente nei titoli degli articoli sulla partita. Il torneo chiude i battenti il 5 ottobre e se la prima "proiezione" medica dove essere confermata, il capitano neozelandese non lo rivedremo più in campo. Sabato prossimo ad Auckland scontro al vertice con gli Springboks, mentre i Pumas si spostano in Australia: la nave c'è, a sistemare la rimessa pure l'ancora. Telegrafico il commento di Garcés dopo i primi ingaggi con i nuovi tempi: "I think the scrum is good". 

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