I Crociati risorgono e vincono
Christchurch, Super 14 final: Crusaders 20 - 12 Warathas
Sulla carta, dando una occhiata alle forze messe in campo, era logico dare i Crusaders per favoriti. Poi si sa, le finali non rispettano schemi logici o altro e così i bravissimi australiani Warathas hanno sfiorato l'impresa che era tanto quella di vincere il Super 14 quanto di portare a compimento il piano in quel di Christchurch. E' finita 20-12 e il risultato la dice tutta, se pensiamo che il primo tempo si era concluso 11-12 per gli ospiti.
Un Dan Carter opaco da una parte, una difesa per scherata dall'altra hanno fatto sudare freddo i neozelandesi. E la chiave per leggere la prima frazione di gioco sta proprio nell'anello debole della mediana Crusaders, obbligando la squadra ad adottare nuove tattich per sopportare e contrattaccare alle ondate dipinte di azzurro degli australiani. Così ci hanno pensato gli uomini della mischia, rosicando centrimentri nei minuti conclusivi del primo tempo e cambiando le sorti del Super 14.
E' l'ala Lachlan Turner a mettersi in risalto nei primi trenta minuti con due mete, con la seconda a risaltare la forza di gambe e la velocità del biondino targato New South Wales. Calcetto a scavalcare l'avversario e poi lunga cavalcata fino alla gloria, da una azione partita con un intercetto di Phil Waugh su passaggio di Carter e poi contropiede perfetto per il 12-3 che ha, drammaticamente per gli australiani, svegliato i Crusaders.
Una sola meta per loro, ma a fare la differenza è proprio quel Carter che si risveglia dal letargo con quattro punizioni ed un drop. Per la cronaca la meta è di Mose Tuialii al 38', Carter non centra i pali per la conversione e si va negli spogliatoi sul +1 aussie. Il sentore che però le cose sono ormai cambiate è ben chiaro.
Il secondo tempo è più tattico, come prevedibile. Da una parte i Warathas che sanno di aver smarrito l'attrito a vantaggio degli avversari e quindi faticano di più e possono solo difendere. Dall'altra arriva dopo sei minuti il sorpasso dal piede, 14-12. Poi al 56' ci sarebbe anche la seconda meta kiwi, con il pilone Wyatt Crocket, ma il giudice di linea sudafricano Cobus Wessels segnala un fallo di Brad Thorn che si becca il cartellino giallo. La macchina Crusaders però è ormai in moto, altri punti dal piede di Carter per il +5 e +8 dei padroni di casa.
Onore e gloria ai frizzanti Warathas che hanno dimostrato di meritarsi la finale di Super 14. La coppa però è alzata dai Crusaders che, come direbbe il caro Vittorio Munari, non sono imbattibili, ma questa è una squadra che perde poco e sa raddrizzare le giornate storte.
1 commento:
Grande resoconto socio: quasi come l'avessi potuta vedere!
Quell'atteggiamento iniziale un po' sornione e apparentemente passivo che racconti dei Crociati pare essere la loro cifra del loro rugby di quest'anno: se poi alla partita ci tengono, recuperano, se non gli interessa (vedi ultime partite della regular season) invece no.
Comunque i Tahs hanno mesos in mostra dei gran bei giovani, soprattutto nei trequarti: il rugby australiano lo vedo bene in prospettiva, adesso che attingera' a spremute di cervello neozelandesi per migliorarsi (quel baffino in foto, preside dell'Universita' del rugby del Canterbury County e' da oggi neo allenatore della nazionale Wallaby).
Problemi da risolvere invece per G.Henry, alle prese con un massiccio "go North" da parte di mostri sacri (Carter incluso).
I rincalzi ci sono e di qualita', per carita'; ma il segnale di disaffezione per la maglia piu' gloriosa che c'e' nel mondo di tutti gli sport, non e' di quelli che si possono trascurare.
Valuteremo nei prossimi test match.
Se saro' connesso, senno' conto ancora su di te socio!
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