giovedì 26 giugno 2008

Test Match reloaded

Questo weekend presenta altri due interessanti test match:

ArgentinaItaly
AustraliaFrance

Italia-Argentina
Test importantissimo per l'Italia: per la prima volta dal Sei Nazioni la Nazionale e' impegnata in una sfida classica ed e' piu' o meno al completo - salvo infortunati come Bortolami, Castrogiovanni, Masi e Canale-Perugini impegnati dalla finalissima del Top14 su fronti opposti.
Sfida che avviene una settimana dopo il 26-0 con il Sudafrica, salutato dalla generalita' della critica a nostro personalissimo avviso con troppa condiscendenza.
Ripetiamo, il divario contenuto che siamo riusciti a strappare a dei confusionari e distratti Boks ci sta benissimo, non quello zero allo score. Testimonia una partita votata al contenimento, con poche idee e pure sbagliate (calciar tutto alto e NON pedalare sotto) riguardo alla fase di nostro possesso palla.
Nick Mallett s'e' dichiarato soddisfatto sinora riguardo agli obiettivi del tour, che erano identificare un paio di giovani promettenti e testare i progressi degli altri.
Sul versante mezzo pieno del bicchiere salutiamo con lui l'emergere di Garcia, autore di una prestazione maiuscola al centro e confermato titolare contro l'Argentina (grazie all'assenza di Masi?) a fianco di Mirko Bergamasco; e' piaciuto anche Pratichetti all'ala chiusa, Marcato e l'esordio di McLean. Personalmente abbiamo gradito anche lo scampolo di partita di Pablo Canavosio in mediana e il livello oramai internazionale mostrato dal tallonatore Ghiraldini, che pero' andra' in panca facendo posto al buon Ongaro.
Quanto all'apertura McLean, siamo curiosi di saggiare la personalita' dell'estremo del Calvisano in un game plan con piu' opzioni che non il mero calciar via e piu' non dimandare, come speriamo sara' contro l'Argentina.

Gli altri cambi: oltre a Fabio Ongaro e Mirco B. gia' detti, spazio al rientro di capitan Parisse e Mauro Bergamasco, piu' Rouyet pilone al posto di Rizzo inizialmente in crisi contro la possente prima linea Boks (e quella dei Pumas non e' da meno).
La Nazionale schierata sabato prossimo contro l'Argentina:
15 Andrea MARCATO (Benetton Treviso, 8 caps), 14 Kaine ROBERTSON (Montepaschi Viadana, 31 caps), 13 Mirco BERGAMASCO (Stade Francais, 52 caps), 12 Gonzalo GARCIA (Cammi Calvisano, 1 cap), 11 Matteo PRATICHETTI (Cammi Calvisano, 9 caps), 10 Luke MCLEAN (Cammi Calvisano, 1 cap), 9 Simon PICONE (Benetton Treviso, 16 caps), 8 Sergio PARISSE (Stade Francais, 53 caps) - capitano, 7 Mauro BERGAMASCO (Stade Francais, 65 caps), 6 Josh SOLE (Montepaschi Viadana, 29 caps), 5 Carlo Antonio DEL FAVA (Ulster Branch, 29 caps), 4 Santiago DELLAPE' (Biarritz Olympique, 51 caps), 3 Carlos NIETO (Gloucester RFC, 27 caps), 2 Fabio ONGARO (Saracens, 54 caps), 1 Ignacio ROUYET (Montepaschi Viadana, 1 cap).
Rincalzi: 16 Leonardo GHIRALDINI (Cammi Calvisano, 12 caps), 17 Alejandro MORENO (Leicester Tigers, 4 caps), 18 Tommaso REATO (Femi CZ Rovigo, 2 caps), 19 Alessandro ZANNI (Cammi Calvisano, 23 caps), 20 Pablo CANAVOSIO (Castres Olympique, 19 caps), 21 Enrico PATRIZIO (Carrera Petrarca Padova, 3 caps), 22 Riccardo PAVAN (Overmach Cariparma, 1 cap)/Jaco ERASMUS (Montepaschi Viadana, 3 caps).

Quanto all'Argentina, gli avversari-cugini ben piu' rankati di noi, il nuovo coach Santiago Phelan ha a disposizione molti reduci dai campionati europei ma non Scelzo, M. Ledesma, Albacete e Basualdo, impegnati nella finale del Top 14.
I Selezionati:
15 Bernardo STORTONI (Glasgow Warriors), 14 Lucas BORGES (Benetton Treviso), 13 Marcelo BOSCH (Biarritz Olympique), 12 Miguel AVRAMOVIC (Montauban), 11 Horacio AGULLA (Dax), 10 Juan Martin HERNANDEZ (Stade Francais), 9 Nicolas VERGALLO (Jockey Club Rosario), 8 Juan Manuel LEGUIZAMON (London Irish), 7 Alvaro GALINDO (Beziers), 6 Martìn DURAND (Champagnat), 5 Esteban LOZADA (Toulon), 4 Manuel CARIZZA (Biarritz Olympique), 3 Juan GOMEZ (Leinster), 2 Alvaro TEJEDA (Overmach Cariparma), 1 Rodrigo RONCERO (Stade Francais)
Rimpiazzi: 16 Pablo GAMBARINI (CASI), 17 Pedro LEDESMA (Stade Francais), 18 James STUART (CASI), 19 Alejandro CAMPOS (Pueyrredon), 20 Alfredo LALANNE (SIC), 21 Federico Martin ARAMBURU (Perpignan), 22 Hernan SENILLOSA (Hindù Club).

Un inciso sullo stato del rugby Nazionale
Una osservazione statistica, peraltro gia' piu' volte sollevata da noi e da altri osservatori: abbiamo una Nazionale con 8 titolari su 15 di origine straniera, che ricalca il nove "italiani" su trenta visto nell'ultima finalissima del Super10.
Evidenziare il fatto, chiariamo per quanti oime' fingano di non capire e amino recitar la parte degli ecumenico-patriotti d'achat, non significa ne' disaffezione verso la Nazionale ne' sproloquiare di "purezza della razza" (sotto questo profilo, Dellape' o Castrogiovanni sono sicuramente piu' "italici" di chi scrive).
Sta piuttosto a sottolineare un fatto che dovrebbe essere fondamentale per chi ama il rugby giocato oltre che guardato: il rischio di rinsecchimento del vivaio locale. Le piantine giovani infatti vanno valorizzate, altrimenti muoiono e non ne nascono piu' di nuove.
Si tratta di una questione pertinente 100% alla Nazionale, non come squadra in se' - che ha la mission di riassumere il meglio disponibile tra i Pro con passaporto italiano - quanto a chi la gestisce, cioe' la Federazione.
Fino a quando essa non riuscira' a imporre ai club nostrani un modello stile quello di Galles o Irlanda - 6 o 8 stranieri al massimo tesserabili - i giovani dai vivai locali spazio in squadra e in nazionale ne troveranno gran poco.
Invece si lascia il timone alle Societa', che imitano (male) modelli inavvicinabili come quello professionale inglese - punta di un iceberg fatto di frotte di praticanti a livello scolastico - o neozelandese - che seleziona isolani in eta' scolare offrendogli borse di studio prima che contratti - o francese - dove le star si sovrappongono senza danni a una struttura di club locali, soprattutto nel Midi-Ouest, che noi ce la sognamo.
Ne parlo' anche Mallett in uno sfogo alla fine del Sei Nazioni, delineando la necessita' di rimodellare i campionati per aumentare la penetrazione del rugby in un Paese da sessanta milioni di abitanti, proponendo un modello a Selezioni Regionali con un limite al numero e soprattutto all'eta' degli stranieri ingaggiabili per squadra, da far competere in Campionati piu' impegnativi del nostro. La sua impietosa sintesi: "Nel Super10 si vedono massimo tre fasi, poi l'arbitro fischia. Cosi' non cresce nessuno".
E' tema quello della scarsa competitivita' di un campionato affollato di ex glorie straniere, che si riaffaccia periodicamente, vuoi quando risorge la mezza bufala della partecipazione alla Celtic League, vuoi quando (ogni anno) il Benetton minaccia di mollare il Super10.
Ma tant'e', il tutto viene regolarmente affossato dalla Lega in mano alle societa' medie e piccole (una Societa' un voto), preoccupate di perdere il giocattolino a bassissimo costo rispetto alla mediocre visibilita' - pomeridiana Sky, una decina, a volte qualche decina di spettatori paganti - rappresentato dal Campionato dei pre-pensionati Gaucho e Maori. E i giovani meritevoli stiano bravi in panca ad aspettare l'infortunio del titolare, o facciano i tappabuchi dove serve , come i Buso o i Marcato.

Australia-Francia
Torniamo al rugby giocato: l'ex guru dell'Universita' del rugby di Christchurch Robbie Deans, ora coach australiano, ha deciso di rivedere la stessa squadra di "senatori" che ha battuto di misura l'Irlanda (18-12) il 14 giugno: Shepherd, Hynes, Mortlock (cap), Barnes, Tuqiri; Giteau, Burgess ; Smith, Palu, Elsom ; Sharpe, Horwill ; Dunning, Moore, Robinson. Rimpiazzi: Freier, Baxter, Mumm, Waugh, Cordingley, Cross, Ashley-Cooper.
Sul fronte francese Marc Lievremont schiera i seguenti disponibili, data la concomitanza con la finalissima del campionato:
Elhorga, Palisson, Traille, Trinh-Duc, Thiery ; Boyet, Yachvili ; Ouedraogo, Picamoles, Harinordoquy ; Chabal, Nallet (cap) ; Faure, Bruno, Lecouls. Rimpiazzi: Kayser, Boyoud, Couzinet, Math, Lièvremont, Tillous-Borde, Lacroix, Janin.
Interessante l'esperimento Trinh-Duc a seconda apertura coperto da Traille, quasi una copia del Barnes australe accoppiato a Mortlock al centro, e il ritorno dell'orco Chabal in seconda linea, un tempo motivo sufficiente di per se' per vedere la partita.

Nuova Zelanda - Inghilterra di sabato scorso: qualche (tardiva) considerazione ex post.
Il punteggio - 44 a 12 - ha punito in modo a nostro avviso immeritato la nazionale della Rosa: paradossalmente ha giocato meglio, molto meglio che nel primo test. Andrebbe sottolineato che al 50' le due squadre avrebbero potuto essere vicine vicine, 23-17 invece che 23-7, senza rubare o inventare nulla - la meta negata a Varndell per un mezzo piedino sulla linea laterale, la punizione centrale clamorosamente fallita da Barkley a inizio del secondo tempo.
Troviamo che il pack inglese guidato da Borthwick e pur privato di Sheridan si sia confermato eccellente nel confronto con gli aggressivi Kiwis: vincenti nei breakdown e nelle rimesse.

Non per caso l'arbitro sudafricano Kaplan s'e' sentito in dovere di dare qualche aiutino ai padroni di casa: la usuale invisibilita' di McCaw che oime' cade sempre dalla parte sbagliata nei breakdown e qualche decisione invereconda riguardo agli affossamenti in mischia chiusa.
Tali imprecisioni a nostro avviso non sono svagatezze alla Nigel Owen, bensi' precisi "segnali politici" da parte di Federazioni (e quindi di arbitri) interessate a spingere le Elv contro i cattivoni Boreali, regardless si giocasse con le regole "vecchie": in particolare, della mischia chiusa frega ben poco e le ruck "premeditate" da parte degli avanti vengono fischiate quasi sempre turnover, indipendentemente dal fatto che il placcatore non rotoli via, perche' gli attaccanti non stanno in piedi e/o non tolgono subito le mani dalla palla.

Quanto ai trequarti, lo schieramento pur rimaneggiato e giovanile ma molto tosto e propositivo degli inglesi non e' dispiaciuto, fin che 'e rimasto in campo cvome progettato.
Certo e' che giocare contro un Carter all'apertura ispirato come quello visto in questi due test match e contro 15 terze linee veloci come ali, con la capacita' di esplorare tutti gli angoli, di offrire tutte le alternative all'offload, non e' semplice per nessuno.
Ancora una volta le chiavi del successo All Blacks sono difesa e ripartenza: ci provi da tutte le parti e loro ti fermano, rischierandosi senza affanno e quasi con nonchalanche, automatici quasi come Neo in The Matrix, quando combatte dopo aver acquisito consapevolezza di essere l'Eletto; appena conquistano palla grazie alla frenetica aggressivita' nei breakdown - o se improvvidamente gli si cede il possesso con up&under - s'involano da tutte le parti: offload come se piovesse e non li fermi piu'.
Paradigmatici sono stati i primi dieci minuti del match: dominio inglese sterile, prima palla in mano Nera uguale a meta.

Molti gli infortuni, a testimoniare il "calore" con cui si vivono quelle che in altri sporti chiamano "amichevoli"; solo che lgi inglesi sono a fine stagione, i Kiwis nemmeno a meta'. Particolarmente grave per gli All Blacks il problema alla caviglia di McCaw, gli costera' come minimo tutta la prima fase del Tri-Nations.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

vedendo la partita dell'Italia e dei Pumma ho notato che la forma fisica dei due schieramenti non era il massimo ed oltre tutto gli argentini non sono parsi assolutamente degli del terzo posto in clessifica IRB

Abr ha detto...

I agree anonimo, la seconda che hai detto soprattutto.
Quanto alla prima, tutt'e due i protagonisti sono a fine corsa, dopo una stagione infinita che mettici anche i mondiali ha comportato no stop da un anno a questa parte.
Soprattutto per i "francesi".

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