Storie di provincia
Cos'è quell'atteggiamento brutto brutto nel rugby da parte di chi guarda, considerato cafone almeno quanto entrare in jeans in uno di quei club di golf per vecchi babbioni alla periferia di Torino? Si ci riferiamo al fischiare i calci di punizione degli avversari per malaugurio e per distrarre il calciatore: non-si-fa direbbe il codice non scritto del rugby, punto e basta.
Cosa buona e giusta sarebbe se l'atteggiamento fosse spontaneo, ma il più classico dei credo provinciali recita: nun ce famo riconosce'. Di fatto, più si è neofiti e parvenu più si aderisce acriticamente alle tradizioni altrui. A quel punto la "trasgressione" del nostro vicino scopre gli altarini nostri: ci fa alzare il sopracciglio, scuotere le canute chiome, va sottolineata dissociandosi, additata al pubblico disprezzo. Del resto per il provinciale a denominazione d'origine controllata (la dimensione della città d'origine non influisce), la maleducazione è come le corna: si vede solo quella degli altri.
Ed ecco che certi sedicenti "conoisseurs" di rugby si comportano con i "nuovi arrivati" piu' caldi come quello che addita le pattine all'ospite: a Reggio per il test match degli Azzurri all'uopo sono arrivati a distribuire al pubblico volantini di raccomandazione (non si sa bene chi: la Fir? Qualche zelante babbeo locale?).
Udite udite invece, lo riveliamo a voce sommessa e con la manina davanti alla bocca: guardate che i calci di punizione avversari si fischiano più o meno regolarmente OVUNQUE, Australi come Boreali, Albionici e Celtici.
Tanto è vero che il contrario ha fatto recentemente notizia: il silenzio totale durante i calci sia a favore che contro del pubblico irlandesedi Munster nella recente sfida con gli all Blacks ha del tutto impressionato i dirigenti degli Auckland Blues la titolata franchigia neozelandese militante nel Super14.
Han deciso che nel corso del prossimo torneo che partirà nel marzo 2009, proporranno al loro pubblico di comportarsi come i tifosi del club del sudovest irlandese. Lo faranno per richiamarsi alle "regole non scritte"? Alla "diversity" del tifoso del rugby? Alla "buona creanza"? Nulla di tutto questo: è piaciuta l'atmosfera, han trovato quel comportamento "suggestivo", in grado di condizionare gli avversari. Atteggiamento perfetto per veri tifosi quindi. Siamo d'accordo al 100% con loro anche nell'approccio.
Messaggio chiaro e forte, provinciali de'noantri col complesso da golfista bauscia? Lasciate che i tifosi venghino al rugby come je pare, nei limiti della sportivita' accettabile; col tempo capiranno da soli, se realmente interessati a comprendere lo spirito di questo sport. Del resto basti guardare i francesi del Sudovest: mica sono complessati come noi, sono tres hereux del loro tifo caliente e un po'cafoncello, eppure non vanno male come seguito e risultati ... ;)
2 commenti:
bravo amedeo, perfetto
Tommaso di Libero
Tnxs Tom, quanno ce vo' ce vo'.
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