venerdì 24 aprile 2009

Bestemmie per il purista

Certo che in casa Munster quest'anno non c'è proprio storia: contro i pur non ultimi arrivati Scarlets con Stephen Jones in campo, termina 29-10, quattro mete a una.
Ci sono due soli momenti di "palpito agonistico": l'infortunio di O'Leary al 10' e la bella meta del gallese Martin Roberts al 46' per il momentaneo avvicinamento sul 17-10.
Poi d'accordo, c'è da godersi il gioco degli irlandesi: oltre al pack e ai centri devastanti per non parlare della classe di O'Gara, da un po' si son tutti messi pure a fare offload sistematici in fase d'attacco ... uno spettacolo di potenza ed esperienza più velocità, ma chi li ferma questi?
Tant'è, una volta chiarito definitivamente il risultato, la partita in sè risultava noiosetta - sapete già credo come la penso: onestamente la Celtic League soffre a volte di mancanza di vera disputa - quindi ho cercato altro e mi sono trovato ad assistere al secondo tempo di St.Helens-Bradford Bulls. Tutt'altra storia, un recupero dal 26-10 in casa della prima in classifica finito 30-34 con tre mete in sei minuti.

Di che stiamo parlando? Siamo nella Super league, campionato top del rugby europeo nella versione a XIII giocatori.
E' pura bestemmia mollare Munster per il rugby league, ne convengo, ma siamo tutti poveri peccatori, le "novità" belle movimentate ci fanno cadere in tentazione. Del resto siamo recidivi, già in passato avete letto su queste colonne di avventure di una notte piene di gusto con altre ovalità, ad esempio col footy australiano.
Una nota "didattica" sul campionato Super League già che ci siamo: ci giocano 14 squadre di cui dodici inglesi - St.Helens, Bradford, Leeds Rhinos, Hull KR e Hull FC, Huddersfield, Wigan, Castleford, Harlequins (si proprio loro, stessi colori), Warrington, Salford, Wakefield; in più c'è una gallese - i Celtic Crusaders di Bridgend (altrimenti detto Pen-y-bont ar Ogw) e una franco-catalana - i Dragons Catalans di Perpignan.
Niente paura, nessuna conversione in atto da parte mia, nessun Go North: trattasi di gioco molto più mono-tono ma non certo monotono anzi molto divertente e spettacolare, adatto a palati più "grossi", più "calcistico" da afferrare nelle sue logiche e regole rispetto al più sofisticato rugby versione Union.
Il rugby a XIII assomiglia a un football americano spogliato di corazze, ridotto all'osso senza special teams, huddle o altro, giocato in continuità anche nei punt e nei sei downs invece dei quattro della Nfl, con poche possibilità - a parte intercetti e fumble - di contestare il possesso dell'ovale (la grande differenza con lo Union, assieme all'assenza di vere mischie).
Devo ammettere che ricorda molto da vicino certe fasi arrembanti del rugby union giocato nei campi australi, ancora di più adesso con il "half-arm penalty".
A questo proposito scatta la riflessione: a vedere il rugby league che da noi si gioca pochissimo, si comprende forse come mai soffriamo da sempre di carenza di trequarti, o meglio della mentalità che ci vorrebbe per osar muovere palla e/o sfondare più al largo del pack: ci manca un bello sport formativo di trequarti arrembanti e senza paura. Poi dice che sono le Elv a danneggiarci togliendoci il "carrettino" ..
[Nb.: Il rugby a XIII tenta di muovere qualche passo anche in Italia, specialmente tra Monselice e Padova] .

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