Il ventilatore è stato acceso ...
.. e ora tutti quelli che possono ci gettano dentro tutto quello che riescono. E siamo solo agli inizi, per di più in agosto.
Dal sito www.rovigooggi.it:
Stefano Bordon, assistito dall'avv. Francesco Zarbo, ha presentato in una conferenza stampa un esposto presso la procura federale avverso la Olympic Roma. Messa in dubbio anche la validità della candidatura dei Pretoriani alla Celtic League.
Stefano Bordon, 41 anni, due volte campione d'Italia col Rovigo, azzurro, ex allenatore della Olympic Roma fino al gennaio scorso, ammette: “C'è un motivo personale alla base dell'azione che sto facendo. Avevo firmato un contratto triennale con la Roma e quindi ritengo di essere stato danneggiato da un esonero ingiusto”.
Siamo al solito caso calciottardo, si parva licet, dell'allenatore esonerato, giustamente o meno, a fronte di contratto pluriennale: nel calcio Mancini viene pagato milioni per starsene in ferie, nel povero rugby non ci sta una lira per liquidare Bordon. Salvo poi, da parte del suo stesso ex datore di lavoro, volarsene in Celtic League al costo di 8 milioni di euro.
Per difendere (legittimamente) i suoi diritti, Bordon contesta i trucchi procedurali con cui il suo ex datore di lavoro ha tentato di rallentare il corso dell'arbitrato (lodo) federale del caso che li contrappone.
Sin qui pace, trattasi di "normale" contenzioso tra committente e prestatore d'opera.
Si dà il caso però che la controparte di Bordon sia titolare all'80% dei Pretoriani, la franchigia romana destinataria per la Fir di un posto in Celtic League.
Il legale di Bordon non si lascia sfuggire l'occasione per alzare il tiro e toccare la parte avversa nel vivo: "Il consiglio Fir ha preso per buoni documenti che lasciano adito a molti dubbi”.
Puntano il dito su una lettera dalla segreteria particolare del sindaco di Roma Alemanno, inviata a loro dire a Dondi presidente Fir con le firme di Piero Marrazzo, presidente della regione Lazio e di Nicola Zingaretti, presidente della amministrazione provinciale di Roma, in cui si perora la scelta di Roma per la Celtic League e si dichiara formale sostegno "politico, organizzativo e finanziario alla candidatura ...".
"Noi chiediamo di sapere se le firme di Marrazzo e Zingaretti sulla lettera a Dondi siano autentiche" afferma l'avvocato, "manca quella di Alemanno e il documento è privo di intestazione del Comune di Roma e di numero di protocollo”.
Troppo fake all'apparenza per essere vera quella lettera, ma chi può dirlo se non Alemanno? Ma anche esistesse una versione firmata e protocollata di tale lettera di patronage, a che titolo una amministrazione pubblica può stanziare o anche solo promettere fondi (una parte della dote dei Pretoriani, pari a circa 1,5 milioni) in assenza di una delibera?
Non si sa se la questione decollerà o meno, siamo in agosto; men che meno desideriamo entrare nel merito o dare giudizi: nei siti e blog specializzati i tifosi romani sono feroci, accusano il loro ex allenatore di essere un incapace vendicativo, di usare un fax di dubbia provenienza per interesse personale, addirittura di essere lo strumento di una non meglio identificata "controffensiva veneta" (ma non eran divisi tra loro, i peggiori nemici di loro stessi?).
A parte l'ironia che alla fine abbiano scelto Cavinato, un altro veneto, come allenatore dei futuri Pretoriani, suggeriamo sommessamente, il minimo che può aspettarsi chi di politica ferisce, è che di politica ...
Un punto solo nella storia è certo: si può cambiare idea e stracciare il contratto stipulato con un prestatore d'opera ma non dire, abbiamo scherzato; gli impegni sottoscritti vanno rispettati o quantomeno risarciti a norma di legge. Anche nei confronti degli incapaci (responsabilità dello sveglio che l'ha incaricato), a meno di danni o negligenze specifiche da dimostrare a onere del committente. Altro che guadagnar tempo (per giunta per risparmiare due lire due).
Dopo il ripassino giuslavorista, sottolineiamo come il problema stia comunque a monte.
La Fir con il suo approccio dirigistico e centralista alla questione Celtic, ha esposto fatalmente il fianco: non per CHI ha scelto, badate bene, ma per COME l'ha fatto, a sua volta diretta conseguenza dell'approccio top down prescelto per meri motivi dirigistici di potere.
Ricordiamolo sempre: andremo (forse) in Celtic perchè la Nazionale e non i club ha fallito i suoi obiettivi 2009, e a pagare il conto sono i club, non Mallett o Dondi.
E adesso, sorpresa sorpresa, come in tutte le storie dominate dall'arbitrio, tutti i titolari di interessi personali o collettivi useranno il ventilatore per spargere liquami il più lontano possibile, e questo è solo il primo esempio.
Secondariamente, sempre senza esprimere giudizi o entrare nel merito della querelle Bordon-Olympic Roma, ci preme sottolineare un altro fatto generale, forse ancora più importante.
Quando una burocrazia (para-)pubblica come la Fir si arroga il diritto di prendere decisioni "sportive" al posto dei meriti conseguiti sul campo; quando si contraddice dicendo di voler "incrementare lo sviluppo del movimento" ma limita il confronto internazionale a pochi eletti; quando in realtà si accelera la fuga degli sponsor e il depauperamento dei vivai per colpire il potere rivale e noioso dei club; quando contano più i regolamenti di conti interni del bene comune; allora fatalmente si agevolano "imprenditori" più abili a navigare tra le pieghe di regole e burocrazie, amicizie e contatti, contributi e prebende pubbliche, che non chi sia interessato a produrre risultati sportivi mediante mecenatismo e lucrando sul solo ritorno di immagine. La storia del calcio (ma non solo) ne è stracolma.
Conclude il sito rodigino: chissà in Europa che idea si faranno del rugby italiano.
Non è tanto questione di immagine, tutti hanno le loro grane interne; troviamo piuttosto molto arduo immaginare che la portata del ventilatore acceso dalla Fir sia limitabile alla sola Italia.
Stay tuned, and buckle up...
4 commenti:
Sottoscrivo in pieno, dalla prima all'ultima riga. In particolare l'ultimo paragrafo andrebbe insegnato ai bambini che si avvicinano a qualunque sport. Ora mi stampo questo post e lo tengo in un cassetto, perchè quando gli esiziali effetti di una politica federale scandalosa inizieranno a dare i loro frutti potrò sventolarlo sotto il naso degli ipocriti che oggi (per interesse) fingono che vada tutto bene. Almeno non potranno dire di non essere stati messi in guardia. Complimenti ancora.
Come si possa estendere il movimento restringendo nel contempo il rugby che conta a una novantina di quasi-dipendenti FIR, bè, lo sanno solo loro. O forse non lo sanno neanche loro.
Tnxs Nicola! C'è da dire che forse si stanno rendendo conto, lor signori, che stavolta si sono cacciati in un vicolo cieco. Perchè siamo solo agli inizi.
Anonimo, è la grande contraddizione. Che nasce dalal contraddizione altrettanto grande dell'assunto: la nazionale ha fallito, ergo penalizziamo .. i club.
Prosegue il silenzio pneumatico sulla vicenda. Nel frattempo la FIR fa sapere "Tutto regolare nella procedura di voto" (a leggere la normativa il dubbione viene, almeno a me). "Comunque continuano le verifiche tecnico-finanziarie" (sic!). A tutto vapore verso l'autodistruzione.
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