sabato 7 novembre 2009

Cardiff è ancora All Blacks




Millennium Stadium, Cardiff. Wales 12 - 19 New Zealand
Wales: James Hook; Leigh Halfpenny, Tom Shanklin, Jamie Roberts, Shane Williams; Stephen Jones, Gareth Cooper; Gethin Jenkins, Matthew Rees, Paul James, Alun Wyn Jones, Luke Charteris, Andy Powell, Martyn Williams, Ryan Jones (capt)
Replacements: Huw Bennett, Duncan Jones, Bradley Davies, Dafydd Jones, Martin Roberts, Jonathan Davies, Tom James
New Zealand: Mils Muliaina; Cory Jane, Conrad Smith, Ma'a Nonu, Zac Guildford; Dan Carter, Brendon Leonard; Wyatt Crockett, Andrew Hore, Neemia Tialata, Brad Thorn, Jason Eaton, Jerome Kaino, Richie McCaw (capt), Kieran Read
Replacements: Cory Flynn, Owen Franks, Tom Donnelly, Adam Thomson, Jimmy Cowan, Stephen Donald, Ben Smith
Referee: Craig Joubert (SA)

Non c'è stata la battaglia prima del fischio di inizio: la Nuova Zelanda ha celebrato la sua haka, mentre i gallesi sono rimasti impassibili a guardarli. Il pubblico del Millennium urlava "Wales! Wales! Wales!" poi via, tutti a prendere posizione. Perché la battaglia ha atteso il fischio di inizio per cominciare. Bella partita in quel di Cardiff, che viene strappata nuovamente dai kiwies in trasferta e già pronti a prendere l'aereo che li porterà a Milano. E' finita che hanno vinto dopo aver messo al sicuro il risultato appena in tempo: finita la benzina, se la sono vista brutta negli ultimi dieci minuti di fronte all'orgoglio dei padroni di casa che non ci stavano a prenderle. Il risultato finale dice 19-12 per gli All Blacks. Da 56 anni arrivano a ripartono vittoriosi.

Le prime due: Jamie Roberts e Leigh Halfpenny. Il centro conferma la solidità già espressa nel corso della passata stagione e del tour dei Lions in Sud Africa; l'ala che si merita un posto in nazionale e tanto, tanto coraggio nell'affrontare gente del calibro di Muliaina e tutta la rete imbastita da un superbo Richie McCaw. Il capitano All Blacks sta bene e con lui sta bene tutta la squadra. Tra i neozelandesi, brilla anche Dan Carter. Nulla di che, però nella serata gallese ha lucidato per benino la tattica: abile come sempre al piede, ma anche nell'esplorare il campo palla in mano.
Una considerazione che gettiamo lì per quello che riguarda il gioco di mischia: stai a vedere che Graham Henry ha imparato qualcosa dalle trasferte in terra boera. Solidità, a pochi passi dalla linea di meta gli All Blacks hanno badato al sodo con continui raggruppamenti gestiti dagli avanti. Convincente, anche in rimessa, Thorn. E il che non è male, niente male.
All Blacks che guidano sempre nel risultato e anche questo la racconta lunga. Non è facile imporsi sin dall'inizio a Cardiff: i numeri dimostrano che così è stato anche in questa occasione. Nel corso del primo tempo, la Nuova Zelanda deve placcare per 61 volte, il Galles 27. Ma a questo Galles manca la fisicità nel momento essenziale per determinare il breakdown. Una mancanza non solo gallese, ma in generale dell'emisfero Nord. La battaglia tra macisti, ovviamente, non è mancata.
I primi 40' scorrono via veloci, mentre a mettere punti sono soltanto Dan Carter da una parte e Stephen Jones dall'altra. AB vicinissimi alla meta con Cowan, ma l'arbitro Joubert vuole affidarsi al TMO e il TMO gli dice che c'è stato un in avanti, quando una massa di gente si era data appuntamento sul bagnasciuga. Tutto chiaro per quello che riguarda la ruck, con la Nuova Zelanda che si appropria di quattro raggruppamenti inizialmente gallesi. E' un segno di come i dragoni siano a volte tratti in inganno dal gioco al piede di Carter e Conrad Smith, forse il migliore tra i suoi, che porta gli uomini di Gatland ad allontanarsi tra di loro e il sostegno in ritardo attiva le leve di McCaw e soci. Però il Galles c'è e tiene alto il ritmo, tanto che non si lascia scappare gli ospiti vestiti di nero.
Non si nasconde nemmeno Shane Williams, il folletto di Swansea che solitamente, di fronte agli armadi australi, finisce inevitabilmente per doversi mettere da parte. Lotta e si rende protagonista anche in fasi statiche, mentre Halfpenny, dall'altra parte del campo, sfrutta altezza e velocità e sensibilità al piede per riportare lungo la verticale il gioco, andando a saltare in mezzo alle guardie neozelandesi. Ci si diverte al Millennium, da entrambe le parti si ha la sensazione che andrà avanti così sino alla fine.
Secondo tempo. Nella ripresa, la sensazione è diversa. Gli All Blacks alzano il ritmo ancora di più, esattamente come ha fatto l'Australia poche ore prima a Twickenham. Tanto che nel primo quarto d'ora sembrano lì ad un passo per chiudere la partita. Tutto rimane in sospeso sul 9-6 ancora dal piede di Carter al 42'. Poi ci pensa Guildford a trovare un varco, ad aprire il muro rosso. La difesa gallese si ricompatta ed ecco che sale in cattedra il metodo Boks: gli avanti si radunano, una fase dietro l'altra, si legano due alla volta e provano a lanciarsi in trincea.
Un centimetro dopo l'altro, finché Hore trova lo spazio per appoggiare l'ovale in meta. Stavolta c'è, ma anche stavolta (55') è questione di un fazzoletto piccolo piccolo di terra. Carter piazza: 16-6. Il Galles patisce il colpo.
Vengono meno i placcaggi ed è un brutto segnale. Alla fine il conteggio sarà ribaltato: 91 per i padroni di casa, 90 per gli ospiti. Fatti i dovuti confronti, indicano che la Nuova Zelanda tiene premuto sull'acceleratore nel second tempo prima e dopo la marcatura pesante, mentre Martyn Williams e Ryan Jones devono radunare i compagni di reparto per lo sforzo atto a tenere in piedi la baracca. Lascia Andy Powell per un brutto colpo alla fronte. Il numero 8 di Gatland si conferma per quello che è: non tanto una testa di ponte, quanto un ariete vero e proprio.
All Blacks nuovamente vicini alla meta. Non arriva. C'è invece un altro piazzato per Carter: 19-6 per il massimo allungo quando mancano meno di quindici minuti alla fine. 
Sembra suonato il Galles ed, invece, la Nuova Zelanda è a secco. A tenerli sulle spine ancora un po' ci pensa un altro ovale spedito da Jones in mezzo ai pali. Gestiscono il pallone quelli di Henry, ma non lo proteggono abbastanza perché Williams poi riaccende l'animo dei tifosi di casa infilandosi nella metà campo sguarnita. Arriva a sostegno con un bell'incrocio Martin Roberts, placcato alto dall'accorrente Carter che viene graziato. La folla sugli spalti si lamenta, mentre sul maxi schermo ripropongono la scena del placcaggio al collo. Il calcio di punizione arriva pochi attimi dopo, per un ingresso laterale di Guildford. 74': Stephen Jones riporta i suoi sul 12-19.
E allora è ancora tutto in ballo. Gli All Blacks non cambiano tattica, finiscono però per lasciare completamente scoperto il campo quando si inventano un passaggio incrociato che lo spilungone in seconda linea, Alun Wyn Jones, intuisce. Ruba l'ovale, azione le lunghe gambe e corre. Vola, accompagnato dall'urlo di tutto lo stadio. Limite dei 22, non ne ha più, si volta per vedere chi c'è al suo fianco. Peccato avesse cominciato la trasvolata con solo uno dei gemelli Jones, quelli che stanno in prima linea, ed il biondo in particolare, a seguirlo sin dall'inizio della scampagnata.

Tanta emozione, ma alla fine Guildford lo raggiunge e gli All Blacks sistemano tutto. Pollice verso per entrambe: Galles quasi sempre compatto (e che forse rimpiange, più di tutti, l'assenza di Lee Byrne da estremo); Nuova Zelanda solida e in forma per sbrigare anche gli affari più complicati. Ora sbarcano in Italia, gli All Blacks. E sarà un bellissimo scontro tra cavallerie pesanti.

1 commento:

Abr ha detto...

Si, sottolinei giustamente il parallelo con la prestazione inglese: in questa fase di stagione gli australi hano più fiato e gambe (nella testa probabilmente) dei boreali.
Vero che i gallesi han dovuto placcare un sacco nel secondo tempo e lì di fiato gambe e braccia (e testa) ne consumi, ma è anche vero che han preso due mete (quella di C.Smith era buona) e ne han rischiate almeno un altro paio.

A livello individuale-di reparto ho visto un Wales tonico davanti, sostenuto dagli affidabilissimi senatori Martyn Williams e Ryan Jones (testa-vuota Powell molto meglio al 6 piuttosto che 8) e lo sono rimasti anche nel secondo tempo, mentre come per l'Inghilterra non mi sono piaciuti i 3/4. Nessuno, St.Jones a parte, manco Jamie Roberts. G.Cooper il mediano? Rivedibile, senza infamia senza lode, meglio Leonard equivalente a Cowan (dovrebbero richiamare il Baron Kelliher ..).

Il pareggio se lo sono cercati e mangiati gli avanti rossi, i 3/4 dov'erano?
A.W.Jones (nel Sudafrica gli intercetti li faceva il centro DeVilliers e ai ricicli si presentava Habana ...) e quella rimessa laterale finale sbagliata....
Il pareggio sarebbe stato un esito ingiusto dato il dominio sul secondo tempo degli AB, con C.Smith migliore in campo (concordo) e il solido giovanotto Guildford affidabile e ricco di iniziative non avventate, che non fa rimpiangere Sivivatu (C.Jane sull'altro lato invece svolge solo il compitino).
Un esito del genere (e c'è mancato poco) avrebbe sottolineato l'orgoglio immenso dei Rossi e la situazione di "sfiga" dei TuttiNeri: del resto i numeri uno o due non possono cedere campo così nel finale.

Melgio così, speriamo spetti agli Azzurri dimostrare che gli AB attuali tutto sommato un po' "sfigati" lo sono e non tutte gli vanno diritte ... :o

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