The Varsity / 2
Due storie personali che la dicono lunga su molte cose. Mercoledì mi contatta un amico per lavoro e, tra una chiacchiera e l’altra, mi racconta di aver visto Barbarians – All Blacks e di essersi divertito a guardarla in televisione. E mi chiede come funzioni esattamente il reclutamento Barbarians: io gliela metto semplice, come di fatti è. L’allenatore di turno invita a giocare per la formazione in bianco e nero alcuni giocatori in vista di un match contro l’avversario in calendario. Un club ad inviti che nulla ha da spartire con gli Harlem GlobeTrotters come invece vorrebbe Cecinelli per La 7. “Fantastico!”, risponde lui aggiungendo che “forse negli altri sport non avviene nulla di simile”. “Non lo so”, gli faccio io, “ma non credo”.
Poche ore dopo, a cena, un collega mi racconta che uno dei suoi professori ad un master di economia e finanza alla Bocconi era stato un giocatore di rugby e che era uno che faceva molto affidamento su chi aveva praticato sport agonistico: “Sono portati a prepararsi su ciò di cui si occupano”. E io ho provato a dare una giustificazione della cosa: “Beh, sai, se entri in campo e prendi sottogamba l’avversario, finisci che fai una brutta fine”.
Così oggi, secondo giovedì di dicembre, come tradizione comanda Oxford e Cambridge si sono sfidate a Twickenham per il Varsity Match, un’istituzione nel mondo anglofono dove attorno alle università si sviluppa anche l’attività sportiva: mens sana in corpore sano. Noi latini questo principio non lo abbiamo mai praticato, paradossalmente. Ed è una soddisfazione vedere il sorriso sulle labbra di Dan Vickerman, che a trent’anni studia Economia agraria: è lo stesso che con la maglia dei Wallabies veniva beccato dal pubblico sudafricano perché lui, nato a Cape Town, aveva poi preferito giocare per l’Australia. Pure Nick Mallett ha partecipato al Varsity Match con Oxford. Mentre Anton Oliver, l'ex tallonatore neozelandese che campeggia nel bel mezzo dell'header di questo blog, uno che farebbe anche comodo oggi a Graham Henry, solo un anno fa ha partecipato alla vittoria di Oxford dopo aver lasciato l’attività agonistica. Altri nomi? Gavin Hastings, David Kirk, David Humpreys.
Un vecchio adagio britannico dice che se per qualche motivo scomparissero gli spettatori radunati a Twickneham per la grande classica universitaria, il partito conservatore rimarrebbe senza classe dirigente. Una perfida battuta coniata da un parlamentare laburista, ma non solo. Non è lo spazio né il caso di buttarla in politica, ma davvero ha ragione il Socio quando scrive “Ah il buon sapore di natali "upper class" di questo sport, o almeno di uno dei suoi filoni - accanto a quello altrettanto nobile dei minatori celtici!”. D’altra parte, il rugby è nato – così narra la tradizione – in una public school, che non significa scuola pubblica, ma in un college d’ispirazione religiosa e per religiosa si intende anglicana, la fede della classe dirigente. I cattolici per secoli sono stati assimilati al termine di papisti e quindi fedeli di un sovrano diverso dal re o regina (e molti cattolici sono sempre stati cullati dal progressismo laburista).
Tutto questo gira attorno al Varsity Match e alla natura di questo sport. Quel professore universitario, evidentemente, lo sapeva: non tanto perché lo avrà studiato da qualche parte, ma quanto perché lo avrà appreso direttamente dal campo. Dove uno apprende che è il caso di farsi trovare sempre pronti. O come direbbe Vittorio Munari (che ha coniato l’espressione“come insegnano nel college di Rugby...”), si esce convinti di andare a prendere il gelato e invece…
4 commenti:
La frase: dovrebbe essere della giornalista Polly Toynbee, del Guardian, "columnist of the year" nel 2007, una far left marciante al grido: "give Blair a bloody nose".
La frase autentica pare suonasse: "“A bomb under the West car park at Twickenham (in a Varsity Match day o in a Test Match day, la formulazione originale non è nota, ndr ) would set back fascism in England for a generation.”
E noi orgogliosi del livoroso insulto ma trasudante malcelato rispetto, la ripostiamo volentieri. Anzi quasi quasi ... la eleggiamo nell'header del blog?
Sicuro della Toynbee, la De Gregorio d'Oltremanica? A me sembrava diversamente. Ma poco importa: io approvo la mozione header.
.. più che altro la Cederna, la Ravera d'Oltremanica ... forse ha ripreso la frase di qualcuno prima di lei, nunso. Ma l'ha detto.
Ah, sul reclutamento dei Barbariani: l'unica regola (ovviamente non scritta) è che devono includere almeno un giocatore non convocato dalle rispettive nazionali. Questa volta era il sudafricano JP Nel.
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