martedì 26 gennaio 2010

Johnson si tiene stretto Borthwick. O forse no

L'argomento è tra i più gettonati Oltremanica: chi deve essere il capitano della nazionale inglese al prossimo 6 Nations? Tema delicato per gli equilibri nello spogliatoio, in campo, tra squadra e coach e tra coach e media, quest'ultimi pronti con i fucili spianati per chiedere la tesa di Martin Johnson, ex capitano degli inglesi, compresi quelli che vinsero il Mondiale in Australia nel 2003. Dunque, ce n'è di cui parlarne. Johnson non ha ceduto al momento alle pressioni e ha fatto in modo che sia Steve Borthwick il captain dei suoi al 6 Nations.
Negli scorsi giorni erano circolati altri nomi, uno su tutti quello di Lewis Moody, il ragazzo dal ciuffo biondo e ribelle, combattente terza linea, che in campo riesce sempre a farsi sentire. Nel bene, ma anche nel male, facendo talvolta pagare ai suoi lo scotto di un'indisciplina che poi costa cara in tornei come quello che attacca il prossimo 6 febbraio. Due temperamenti completamente diversi. Borthwick sotto pressione ci è finito da tempo, da quando per l'appunto ha "indossato" il ruolo di capitano in una nazionale rimasta orfana di gente come Dallaglio, Robinson, Greenwood, Dawson e lo stesso Johnno e molti altri, passata per tempeste e capitomboli che hanno appannato la Web Ellis Cup conquistata in casa degli aussie proprio in una finale contro i Wallabies. Non è facile, la missione non è di certo impossibile, ma comporta dei sacrifici. E' un buon giocatore, una buona seconda linea che può garantire solidità ed esperienza e 50 caps all'attivo con la maglia dell'Inghilterra a partire dal 2000. Una vita spesa a Bath (150 presenze) prima di approdare, nel 2008, ai Saracens. Per completare la carta d'identità, risulta alto 1.96 m. e pesante 112 chili.
Perché non piace? D'altronde è questa la domanda. In Inghilterra non apprezzano il fatto che spesso sul terreno di gioco sia apparso muto, troppo tranquillo per essere un leader. Facciamo un esempio concreto e prendiamo Paul O'Connell, seconda linea irlandese che la scorsa estate era il capitano anche dei Lions in Sud Africa: O'Connell ha gli occhi sempre spiritati, parla volentieri con gli arbitri, sempre mantenendo un certo rispetto, ma avanzando verso di lui con fare deciso. Borthwick non è propriamente così e di contro ha anche quell'espressione un po' buffa e il naso a patatone. Ma non sono certo i tratti fisici a determinare chi può essere capitano o meno. E' individualista, dicono sempre a Londra e dintorni (chiamali dintorni). Come professionista non si discute, in allenamento dicono essere un esempio per gli altri per il modo con il quale si applica. Ma non ha il carisma - e le attitudini necessarie per trascinare la squadra e, soprattutto, rappresentarla. Diversamente da come farebbe Moody, anche se questa si tratta solamente di una previsione tutta da confermare.
A Johnson però piace, forse proprio per quella sua costanza a migliorarsi o quanto meno all'impegno: altro argomento delicato per una nazionale che prosegue nel suo processo di rifondazione e ricostruzione. Eppure non mancano i dietrologisti. L'ultima sarebbe questa: si mette alle strette Borthwick, dopo di che si valuta anche Courtney Lawes non come capitano, si capisce (il ragazzo è del 1989, ndr), ma come seconda linea accanto ad un mastino come Simon Shaw, uno che non ha bisogno di presentazioni. E a quel punto? La dietrologia si conclude prima che venga data una risposta. Sorge il dubbio: ma davvero uno sulla graticola come Johnson oserebbe mettere a repentaglio il suo lavoro facendo stravolgimenti in pieno 6 Nations?

2 commenti:

Abr ha detto...

Concordo con Kirwan: l'Inghilterra, scientemente o meno, lavora con un unico obiettivo, il mondiale 2011 e tutto quanto accade va letto secondo tale chiave.

ringo ha detto...

Concordo pure io, Socio. Tanto che secondo me in UK si divertono a parlare di robe fumose, ma che aiutano - a noi - di capire un po' di cose riguardo ai pensieri Oltremanica.

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