6 Nations 2010: parla Carlo Checchinato
Si riparte: oggi pomeriggio scatta il 6 Nazioni, l'undicesimo per l’Italia che scende in campo al Croke Park di Dublino contro l’Irlanda detentrice del titolo. L’avversario che ci attende è determinato a ripetersi: i suoi uomini arrivano in gran parte dai club di Munster e Leinster, presenze fisse della Heineken Cup, l’equivalente della Champions League calcistica. Il ct. azzurro Nick Mallett risponde confermando la formazione di Ascoli vincente con Samoa, basata su una signora prima linea (Perugini – Ghiraldini – Castrogiovanni), con Tebaldi e Gower in mediana e i fratelli Bergamasco.
L’anno scorso l’Italia chiuse con un cucchiaio di legno, ma dalla vittoria di novembre contro Samoa, fino ad allora mai battuta, si può solo ripartire. Lo pensa Carlo Checchinato, team manager della nazionale, 83 caps con la maglia azzurra, figlio d'arte e da Rovigo, difficile aver di più come pedigree rugbistico in Italia. C’era anche lui il 4 gennaio 1997, quando l’Italia si impose in trasferta sugli irlandesi per 37-29. Un risultato fondamentale per accedere al 6 Nazioni.
Carlo, che emozione ti fa ancora questa data?
"Tutte le partite sono emozionanti, a maggior ragione se si vince. Di quella rimane un grande ricordo, fu una partita al di fuori del 6 Nazioni, con un sapore diverso. Senza dubbio fu la prima vera grande vittoria con quella squadra che poi andò a vincere a Grenoble con la Francia".
Venendo ad oggi, il XV di Mallet è il migliore in assoluto per l’Italia? Sorprende Masi in panchina…
"L’allenatore fa le sue valutazioni, penso che Mallet abbia deciso di puntare sulla continuità. Andrea è comunque tornato a disposizione e potrà dare il suo contributo anche partendo dalla panchina".
E l’Irlanda com’è?
"Beh, è una squadra fortissima. Hanno saputo ottimizzare al meglio l’organizzazione interna. Hanno ricambi per ogni ruolo anche se va detto che pure l’Italia ha fatto qualche passo in avanti: abbiamo più o meno due uomini per ogni posizione. C’è quella sana e naturale competizione per conquistarsi il posto".
Dieci anni di 6 Nazioni passati: quale l’Italia più emozionate?
"Più emozionante quella del 2007 con la vittoria esterna sulla Scozia e poi in casa con il Galles. Quella più bella, secondo me, nel 2008 (la prima di Mallett, ndr, quella della vittoria sulla Scozia col drop di Marcato nel finale): ogni partita fu ben giocata e alla pari con le altre".
A proposito di Scozia: quest’anno arriva al Flaminio e prima di lei ospitiamo l’Inghilterra che forse come non mai appare battibile.
"No, non facciamo pronostici. Guardiamo una partita alla volta. Da domenica penseremo a quella con gli inglesi (in programma il 14, ndr), ma niente pronostici".
Oggi Mauro Bergamasco fa 80 caps con la maglia della nazionale. Ti sta raggiungendo: ci scherzate sopra?
"Scherzarci sopra no. È un grandissimo risultato per lui, un gran motivo di orgoglio e gli vanno fatti i complimenti per tutto quello che ha saputo fare. Entra nel club degli ottanta, dove per ora ci siamo io e Troncon (101 caps, ndr). Da due passiamo a tre".
(Dario Mazzocchi - Libero)
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