giovedì 1 luglio 2010

Disguidi televisivi in Irlanda

Il Giornale di ieri ospitava un interessante articolo che riguarda un tema caldo: i diritti televisivi delle partite di rugby. Protagonista della vicenda, è il ministro delle Comunicazione di Dublino, Eamon Ryan, che se la prende con Sky di Rupert Murdoch per le esclusive a pagamento finite sulla piattaforma del magnate australiano, come la Heineken Cup.

Al di là dei dati che potete benissimo leggere, colpiscono le parole del ministro che ricorda: "Se i ragazzi non possono vedere i loro eroi, questo a lungo termine danneggia le prospettive dello sport. Perché il Brasile è così forte a calcio? Perché è ovunque, lo puoi vedere dappertutto". A fare però la voce grossa sarebbero i soldi che da Sky arrivano alla Federazione irlandese, in grado di garantire la permanenza sull'isola dei pezzi pregiati: la tv di Murdoch fornirebbe il 20% delle risorse federali. Ma siamo certi che il ragionamento del ministro funzioni?
In Italia il calcio della Serie A, della Champions League e dei Mondiali è appannaggio di Sky o di Mediaset Premium, salvo piccole eccezioni: la Rai trasmette un solo incontro a settimana di Champions e da due Coppe del Mondo a questa parte, ha perso l'esclusiva su tutti i match in calendario, garantendo solo le dirette della nazionale o di una partita ritenuta più interessante delle altre. Sui canali non a pagamento, insomma, di partite di calcio se ne vedono ben poche: al massimo la Coppa Italia o la Uefa League. Eppure i ragazzi che si mettono a giocare a calcio, non mancano perché il pallone è e rimarrà lo sport nazionale.
Va da sé che se ci fosse concorrenza, non sarebbe un dispiacere: da noi, Sky si pappa la fetta di torta più grossa, ma Sportitalia ha il merito di trasmettere il Top 14 francese e di assicurare spazio alla palla ovale con approfondimenti durante la settimana. La Rai, che detiene i diritti del campionato italiano e della Coppa Italia, manda in onda il tutto sui nuovi canali digitali dedicati allo sport, guardandosi bene dal promuovere il rugby su Rai 2 il sabato pomeriggio.

3 commenti:

Paolo ha detto...

mah... il paragone tra calcio e rugby in Italia secondo me regge fino a un certo punto. Perché il calcio il Italia lo respiri come metti il naso fuori di casa, non hai bisogno della tv per conoscerlo. Anche la parrocchia più sgangherata dietro la canonica ha un campo di patate con due pali da calcio arrugguniti, ovvio che i ragazzini quello vedono e quello imparano a conoscere fin da piccoli. E io, calciatore dilettante fino a un paio di annetti fa, non faccio eccezione. Il rugby non me lo filavo manco di striscio prima che La7 iniziasse a trasmettere il 6N. Questo per dire che l'Italia non è l'Irlanda o l'Inghilterra: in Italia se vuoi far conoscere il rugby lo devi trasmettere aggratis, altrimenti ciccia. Dopo di che, Sky fa il suo mestiere, business is business, inutile recriminare. E anche l'esclusiva fa parte del gioco, se Sky è disposta a pagarla. Ma se in Irlanda sono le masse che vanno al rugby, e ti puoi permettere di farlo pagare (così come il calcio da noi), in Italia è il rugby che deve andare alle masse. E se ci va, non può permettersi di chiedere soldi. Vero è che l'atteggiamento della RAI è scandaloso, ma secondo me, riguardando il nostro umile e spelacchiato S10, il danno è relativo. Andrebbe fatto vedere (e spiegato) il rugby di alto livello, quello SANZAR, quello dei francesi e degli inglesi, il 6N, robe così... ma quale tv generalista in Italia avrebbe voglia di fare una scommessa così azzardata? E perché dovrebbe farlo?

ringo ha detto...

Beh, Paolo: vieni sulla mia alla fine. In Irlanda il rugby è radicato, ha una tradizione - non so se la più sgangherata delle parrocchie abbia una squadra oratoriale, ma di certo nelle scuole c'è. Quindi è come, fatte le dovute equazioni, come il calcio in Italia: dove è a pagamento nella maggior parte dei casi, ma come dici tu lo respiri appeni metti il naso fuori di casa.
Quella del ministro irlandese mi sa più che altro di polemica politica. Staremo a vedere comunque.
Quanto il rugby alle masse: è un discorso complicato che la FIR forse ha deciso di mettere in secondo piano, stravolgendo il nostro spelacchiato S10 che ora è proprio calvo e spedendone due in Celtic League, a patto che lavorino per conto della stessa FIR. Boh.

Abr ha detto...

Mi inserisco nella interessante discussione con alcuni punti - spunti.
Il primo, già evidenziato nel post, è che lo sport moderno è tenuto in piedi dalle tv, e più gigantico è lo sport, più il ruolo dei soldi da diritti tv è fondamentale.
In Italia più che altrove, dove i proventi da stadi (fatiscenti) e merchandising (pirateria tollerata) sono irrisori.

Quanto all'apetto appeal degli sport minori vs. calcio, rimango convinto che certo sport minore (golf, rugby, basket) convenga di più alle paytv che alle generaliste: per le seconde un incremento dello zerovirgola non si ripaga, per le seconde ogni ABBONATO AGGIUNTIVO fa cash, oltre che attirare investimenti pubbicitari mirati.
Quanto alla visibilità, oramai Sky è molto diffuso e in mancanz adi melgio, basta un pub sottocasa per vedersi le partite in compagnia.
Ecco perchè Sky investe nei tornei maggiori e sulla nazionale; quanto alla Celtic, gli investimenti richiesti sono elevati (si tratta di PRODURRE le gare in Italia non solo ptramsetterle) e secondo me, nel clima di para boicottaggio dellq Fir nei confronti delle due italo celtiche (esplicitamente ha detto che gli frega solo dello sviluppo dei nazionali e non delle prestazioni dei team), come tutti vuol prima capire che animale sarà e se reggerà.

Il secondo aspetto è lo spunto "territoriale": se il calcio si respira e si gioca in ogni campetto, ci sono aree in Italia dove il rugby ERA così: città a parte, l'Aquila, Veneto, Lazio, fino a Catania e Alghero ...
Shame on Fir a non aver saputo far leva su ciò, perseguendo un progetto decennale di espansione della base geografica che s'è risolto non in un allargamento ma in uno sradicamento, parzialmente abortito per la crisi economica.
A casa mia, le piantine piccole si fanno crescere a partire da dove si radicano per poi farle "camminare", non trapiantandole subito o peggio, disseminandole dall'alto (tv). Tant'è, così è andata.

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