giovedì 5 agosto 2010

"Shall be my brother"

Molto semplicemente, è la migliore preparazione sportiva per i rigori della guerra. Non hanno dubbi a West Point, l’accademia tra tutte le accademie militari d’America e del mondo. Tra lezioni, corsi, esercitazioni e operazioni simulate di guerra, hanno trovato lo spazio per infilarci non solo lo sport in generale (Mens sana in corpore sano), ma anche la palla ovale. Il rugby è una delle attività che i cadetti sembrano preferire, tanto che ormai la formazione è protagonista fissa delle fase a playoff del campionato collegiale.

“Il rugby replica quello che ti può accadere in combattimento”, ha sapere uno dei ragazzoni che di West Point, “meglio ancora del football. E io adoro il football. Mentre entrambi sono fisici, di impatto e presuppongono un gioco di squadra per l’obiettivo finale, solo alcuni ruoli sono davvero esposti nel football. A rugby, invece, ciascuno deve assumersi una scelta tattica e strategica in tempo reale e ci sono poche interruzioni durante la partita e fisicamente diventa molto dispendioso”. Più faticano, più stanno meglio.

L’accademia dal 2007 ha messo a disposizione del settore l’Anderson Rugby Complex, costato 12 milioni di dollari. Un modo per migliorare le attitudini e le capacità degli atleti. Pensare che la palla ovale è sbarcata tra quelle mura nel 1961, quando il cadetto John Taylor ha raggruppato 40 colleghi per i primi allenamenti su un campo di fango. Non vinsero una partita in quell’anno, ma posero le basi per l’inizio di una nuova tradizione. Tanto che quella compagine per lungo tempo è stata definita orgogliosamente “la squadra più vincente di West Point”.

Il coach dei giorni d’oggi si chiama Rich Pohlidal e negli spogliatoi, prima di un match, arringa i suoi come se si trovassero su un aereo pronti a catapultarsi dietro le linee nemiche o se da lì a qualche istante dovessero sbarcare su qualche spiaggia e sotto il fuoco nemico. Prima del fischio di inizio, si abbracciano e recitano una preghiera. Il motto della squadra è invece tratto dell’Enrico V di William Shakespeare e a questo blog suona famigliare: We few, we happy few, we band of brothers / For he today that sheds his blood with me / Shall be my brother.

“Il rugby è la cosa migliore qui”, racconta Mike Sheehan, uno dei centri, “rende il resto della vita – che alcune volte è molto dura – più divertente. E i ragazzi che giocano a rugby formano probabilmente il miglior gruppo di amici che abbia mai avuto. Ci chiamiamo fratelli”. Samuel Aidoo ha servito in Iraq e Afghanistan con i Rangers prima di arrivare a West Point e conferma: “I comandanti di plotone con i quali sono stato in contatto erano giocatori di rugby e volevo stare con loro, con quel tipo di persone che il rugby attrae. Sottolineavano la responsabilità individuale e l’importanza della squadra, del gruppo. Non c’era spazio per le stelle – it was all about self-sacrifice”.

Duty, Honour, Country” è il motto di West Point. Dove la Band of Brothers è quella che imbraccia un pallone da rugby.

(Dichiarazioni riprese da Rugby World, numero di agosto 2010)

Nessun commento:

Recent Posts


Latest Rugby Headlines


Championships

Rugby Values

rugbyboots.net

rugbyboots
We take a look at all the rugby boots on the market, show you the best for your position, the conditions and whether it is rugby union or rugby league you need the boots for.

Rugby news from Scrum.com

Rugby World News

Premiership News

SuperSport.com News

Eurosport - France

SudOuest.fr - rugby

Il Rugby in Italia (via RugbyCS)