mercoledì 10 novembre 2010

Querelle Lièvremont

Al di là delle Alpi, si respira aria frizzantina e pure un po' burrascosa. Non c'entra la nazionale, o almeno non fino ad ora: dopo i risultati che otterrà nei Test Match ne riparleremo. Ma c'è di mezzo l'allenatore della Francia, Marc Lièvremont, al quale va dato atto di non usare mezzi termini davanti ai giornalisti. E ha affondato il colpo.
"La nazionale è tutto tranne che una priorità per il rugby francese", ha dichiarato. Il cielo si è aperto e il dibattito si è innescato. Al solito, tutto nasce dalla gestione del rapporto club e nazionale, tema che scalda i cuori non solo in Francia, ma anche in Inghilterra e nell'Emisfero australe, soprattutto da quando molti dei talenti di quelle parti arrivano a giocare con le società boreali: come non dimenticare lo scazzo tra il sudafricano De Villiers e Pierre Berbizier sulla gestione di Frans Steyn, in forza al Racing Metro
"Sono molto frustrato dalla cosa. E non credo che si potrà migliorare. Il Top 14 è troppo potente. Stiamo cercando di sostenere un'operazione che è unica nel mondo. Certamente dà forza al rugby francese, ma non può soddisfare le ambizioni di un allenatore che vuole per sé i migliori uomini possibili per vincere", ha proseguito nella sua arringa Lièvremont. Parole che pesano alla vigilia di un evento come la Coppa del Mondo, tant'è che per alcuni, dietro a queste affermazioni, c'è il tentativo da parte del commissario tecnico di mettere le mani avanti in vista del 2011.
La replica è arrivata da Serge Blanco, in qualità di presidente del Biarritz che nel "pianto" dell'allenatore della nazionale ad un anno dal Mondiale intravede un messaggio ben più chiaro: "Se non vuole dirigere la squadra alla Coppa, dovrebbe andarsene". Perché a parte l'annata da Grand Slam nel 6 Nations, il Lièvremont ormai sembra uno solo contro tanti e in federazione non sono certamente così sereni che tutto si sistemerà. 
Guy Noves, il coach del Tolosa per eccellenza, prova a dare una visione più ampia all'affare, o meglio al calendario, puntando il dito contro i troppi impegni dei giocatori internazionali e in special modo contro i tour estivi che arrivano al termine della stagione e che svuoterebbero ancora di più gli atleti, considerato che poi in Francia il campionato riprende presto, ad agosto. 
Non si ferma qui, Noves. Il 6 Nations? Nell'anno del Mondiale si potrebbe farne a meno: "Non capisco perché i ragazzi dell'International Rugby Board non lo capiscano. Non significherebbe sminuirlo di importanza, anzi: la gente sarebbe più motivata nel tornare a giocarlo l'anno successivo alla coppa, perché ne sentirebbero la mancanza".

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