martedì 25 gennaio 2011

Preview Sei Nazioni

Presentiamo qui un elenco riflessioni - da completare o disapprovare a cura dei lettori, ovviamente rivolte a quello che tutti i rugbisti attendono con ansia, il Torneo delle Sei Nazioni che inizia tra un paio di weekend. Riflessioni che tengono conto dei Test Match di novembre e delle "lezioni" delle Coppe Europee.

a) Francia batte Inghilterra 9 a 4 - Le due Coppe han visto qualificarsi alle fasi finali nove squadre francesi vs. quattro inglesi. Un rapporto più di due a uno tra le potenze continentali, a confermare lo scenario di dominio francese in Europa dejà vu la scorsa stagione, con tre finaliste su quattro nelle Coppe e Grand Slam nel Sei Nazioni. L'Inghilterra oggi è però prima delle europee, due posti davanti alla Francia nel ranking delle nazionali, grazie alle prestazioni dello scorso novembre e alla contemporanea caduta francese. Chi ha ragione, Test Match o prestazioni di club? O sono queste ultime tutta colpa del salary cap, come sostiene ad esempio Leicester? Di certo la combinazione dei risultati di novembre con gennaio rende Bleus e Bianchi con la Rosa i favoriti d'obbligo del torneo delle Sei Nazioni e ne accende, se possibile, la rivalità. Con l'atout del calendario a favore di Albione: i francesi con due sole gare casalinghe "facili" (Scozia e Galles), dovranno passare da Twickenham quest'anno. E poi confessiamolo, ci piace il volto nuovo dei bulldog schierato ultimamente da Martin Johnson: giovani, aggressivi, tanto fiato, mai domi. Quins, Irish, Bath e soprattutto Saints a portar sangue nuovo alla base trusted di Tigers e Wasps.

b) Irlanda in declino? Oltre ai club francesi e inglesi, le altre qualificate in Europa sono tre squadre irlandesi su quattro, ma il bilancio numerico non deve ingannare: Munster in Euro Challenge fa sgranare gli occhi ai commentatori e abbassare lo sguardo a tifosi e protagonisti. Lo stato del rugby nazionale nell'altro Paese "cattolico" merita una riflessione, viste le implicazioni sul Sei Nazioni (prima partita in casa dell'Italia) e sul Mondiale (dove sarà mors loro, vita nostra). La caduta di Munster rispetto agli abituali standard potrebbe far sbilanciare verso la tesi della fine di un ciclo. Confermato dall'anagrafe di molti, dalle situazioni delle vincenti Leinster (alcuni uomini chiave non irlandesi) e di Ulster (piccola succursale sudafricana). D'altro canto l'Irlanda è la seconda europea nel ranking Irb, avendo vinto un paio di Test anche a novembre. Peccato fossero "solo" Samoa, che li fece sudare per un'ora, e ultima spompatissima Argentina, venendo invece sommersi dagli All Blacks e perdendo ma di poco con gli Springboks. Tanti segnali discordanti insomma.
La nostra impressione è che i rappresentanti della Emerald Island non vadano certo sottovalutati, tutto è relativo: i nostri non hanno la consistenza degli All Blacks o, riferendoci a Munster, gli skill individuali disponibili a Toulon ... Inoltre quest'anno gli irlandesi si trovano due ossi durissimi da rosicchiare in casa nel prossimo Sei Nazioni, Francia e Inghilterra; giocoforza che provino a far punti in trasferta.

c) Galles, solo chiacchiere e distintivo? Zero team gallesi qualificati in Europa, da quanto tempo non capitava? Il tutto dopo un novembre poco esaltante per usare un eufemismo, che schiaccia il Dragone nel ranking Irb sotto alla Scozia, penultimo tra le Sei Nazioni. Coach Warren Gatland, cui era stato rinnovato anticipatamente il contratto oltre il Mondiale 2011, ammette ora che in caso di mancato accesso ai quarti in Nuova Zelanda, il suo posto sarà a rischio. Perdipiù il prossimo Sei Nazioni con tre prove in trasferta (Scozia, Italia, Francia) promette poco di buono. Certo che per loro, as soon as they beat the English, potrebbe anche bastare ...

d) Scozia, effetto Andy Robinson? Nessuna squadra scozzese s'è qualificata per le fasi finali delle Coppe Europee. Anche in Magners League le prestazioni delle due selezioni non sono state molto brillanti. Non è certo una novità, casomai lo sarebbe il viceversa; eppure il ranking della nazionale sale con continuità da un paio di stagioni, da quando si prende uno scalpo di prestigio ogni novembre: stavolta è toccato al Sudafrica, l'anno prima all'Australia. Qual'è la causa di questa differenza positiva tra performance di club e della nazionale: semplice "effetto massa" per un movimento tra quelli dalle tradizioni più importanti ma oggi dalle risorse limitate, o merito del coach inglese Andy Robinson, uno che non concede ai suoi nessun relax o scusa? Forse entrambe; tanto che gli amanti dell'azzardo, quello potente, potrebbero puntare quest'anno sulla Scozia, la quale pur agevolata dal calendario (3 partite in casa, con l'Italia in casa nella classica chiusura), dovrà però visitare Twickenham e lo Stade de France.

e) Azzurri alla solita ultima chance? Tolti i notevoli acuti casalinghi con Biarritz, Connacht e per un tempo con Brive, le italiane non si sono certo distinte quest'anno in Coppa, sono state quasi sempre al di sotto dei loro standard già poco lusinghieri. Anche la nazionale non ha certo brillato nei test di novembre, difendendosi con l'Australia, battendo Fiji ma perdendo con l'Argentina, pelle d'orso - o buccia di banana? - "venduta" prematuramente come la prova dell'avvenuto salto di qualità. Una sconfitta che secondo alcuni ha segnato il futuro di Nick Mallett e che secondo altri gli ha fatto decidere di chiudere il capitolo Italia. Tant'è, gli Azzurri del rugby purtroppo hanno una tradizione consolidata non solo di arrivare al Mondiale gestiti da un dimissionario, ma anche del "che peccato, per un pelo" nelle prove che contano, Mondiali (vedi Scozia a St.Etienne 2007) e non. E' un fatto che il nucleo storico di questo team abbia regolarmente mostrato di gestire con fragilità di nervi e scarsa capacità di concentrazione, a partire dal capitano, le pressioni di un ambiente strano, tanto provinciale e chiuso quanto ambizioso e "inflazionato" quando si tinge d'Azzurro. Il rischio è concreto anche in questa fine d'inverno, in cui tutto congiura per trasformare una partita del Sei Nazioni, guarda caso la prima, in una fibrillazione, con un ambiente tutto proteso a "piantare un paletto" in vista del Mondiale nei confronti dei rivali di girone irlandesi apparsi in crisi.
Ogni rischio racchiude anche una opportunità: un gruppo non certo formato da "pellegrini" (Parisse, Castro, Perugini, Canale, i Bergamasco, LoCicero etc.) dovrebbe aver compreso che sta per passare l'ultima occasione in carriera e quindi decidere di mollare i freni inibitori, i sensi di inferiorità atavici. Un nuovo, più maturo approccio psicologico che dovrebbe esser favorito da una maggior rilassatezza del coach uscente, peraltro anche lui desideroso di dimostrare qualcosa in faccia a un ambiente dallo scarso comprendonio rugbistico. Un coach che ha sempre avuto il torto di imporsi ai giocatori da genitore un po' duro ma iperprotettivo, quindi amato e rispettato ma anche deresponsabilizzante e inibente ("voi italiani non sapete giocare a rugby, dovete fare esattamente come vi dico io").
Un altro aspetto positivo è il calendario: tre gare in casa, gli Azzurri riceveranno al Flaminio Irlanda, Galles e Francia, con due su tre "giocabili" - più la seconda che la prima, a nostro avviso. Da dimenticare invece le uscite a Twickenham (troppo tosti per noi) e al Murrayfield (ci aspettano al varco).

Sistemato l'approccio mentale, rimarrebbe la tecnica e la tattica. Se infatti non si può che esser d'accordo col Vittorio Munari nazionale sul fatto che lo spirito guidi l'esecuzione, è altrettanto vero che non si può vincere la guerra con armi arrugginite e senza munizioni. Considerando la fase difensiva più o meno a posto salvo "buchi" momentanei (grande, indimenticabile lascito di Mallett), rimane per gli Azzurri il tema di una maggior produttività in attacco. Un po' di giovanotti brillanti dietro ci sarebbero - Benvenuti è stato per quattro turni su sei capocannoniere delle Coppe - e anche qualche "senatore" ha mostrato ultimamente segnali interessanti: la meta decisiva di Canale in Coppa, il record di mete stagionali per Parisse, le prestazioni sicure nel Top14 di Mirco Bergamasco persino nei piazzati. Senza illuderci di grandi cambiamenti tattici - per imparare a gestire le ripartenze aspettiamo Brunel - la buona notizia è che basterebbe ri-abituare e ri-allenare gli AVANTI ad eseguire driving maul decenti e a gestire con maggior determinazione e velocità quei momenti dentro ai cinque metri avversari. S'è visto nelle Coppe Europee quante mete vengano segnate con le maul (chiedere a Pedrie Wannenburg Man of the Match a Viadana).

Su tali basi, vediamo un 6Nazioni premondiale preda designata inglese, coi francesi determinati ad approfittare di eventuali passi falsi e scozzesi nettamente avanti agli italiani, che a loro volta in una o due occasioni casalinghe potrebbero stupirci. In tutti i sensi. Speriamo in positivo: è in treno che arriva a capolinea a settembre, le occasioni per togliersi delle soddisfazioni non sono più molte.


DateKO (GMT)Home
AwayVenue
Fri 4th Feb 1119:45Wales v EnglandMillennium Stadium
Sat 5th Feb 1114:30Italy v IrelandStadio Flaminio
Sat 5th Feb 1117:00France v ScotlandStade de France
Sat 12th Feb 1114:30England v ItalyTwickenham
Sat 12th Feb 1117:00Scotland v WalesMurrayfield
Sun 13th Feb 1115:00Ireland v FranceAviva Stadium
Sat 26th Feb 1114:30Italy v WalesStadio Flaminio
Sat 26th Feb 1117:00England v FranceTwickenham
Sun 27th Feb 1115:00Scotland v IrelandMurrayfield
Sat 12th Mar 1114:30Italy v FranceStadio Flaminio
Sat 12th Mar 1117:00Wales v IrelandMillennium Stadium
Sun 13th Mar 1115:00England v ScotlandTwickenham
Sat 19th Mar 1114:30Scotland v ItalyMurrayfield
Sat 19th Mar 1117:00Ireland v EnglandAviva Stadium
Sat 19th Mar 1119:45France v WalesStade de France

3 commenti:

Fabian ha detto...

sono curioso di vedere come funzionerà la fase difensiva senza Gower: Nick a 10 chi metterà?Burton (bravo offensivamente ma non placca manco le mosche?), Orquera (la soluzione meno peggio del meno peggio, del ...., un po' come quando si va a votare ), Bocchino ( apriti cielo!) va bè lo scopriremo solo vivendo!
Se con orquera riesco a mettere qualche drop,ma poi prendo 2-3 mete in più?
Non considero i calci essendo Mirco affidabile dalla media distanza ma non dalla lunga .
Ditemi la vostra

ringo ha detto...

Io sono uno di quelli che è pronto a scommettere pericolosamente sulla Scozia. Se non altro perché non scommetto soldi: se lo faccio, finisce che irrimediabilmente perdo.
Quanto al Galles, per quest'anno ha detto già tutto il Socio. Non è un caso che nel post precedente abbia rimarcato la cosa con il video.
Quanto alle considerazioni di Fabian, è un discorso quello dell'apertura che ormai ci portiamo dietro da tempo. E alla quale preferisco rispondere solo dopo aver visto la formazione che Mallett vorrà schierare in campo.

Abr ha detto...

Fabian, siamo all'annoso tema dell'apertura. Non lo avevo manco nominato, ritenendo che
(a) abbiamo problemi ben più urgenti e consistenti da risolvere prima (gli avanti in fase offensiva) e
(b) ritenendo relativamente depotenziato quel ruolo nel rugby moderno rispetto al factotum escatologico di qualche tempo fa.

Vedi Perpignan ad es., vince col fratello più piccolo di Laharrague in quel posto (in attesa di Hook, un altro "protagonista" ...); la Francia brilla quando c'è il saggio e affidabile operaio Trinh Duc, e calcia Parra. Quel ruolo lì nel gioco moderno, appartiene a chi sa giocare più a ridosso della linea (fa eccezione Mornè, ma ha altri pregi), quasi da centro aggiunto, mentre il MEDIANO deve far passaggi perfetti raso linea per lanciare immediatamente dentro i penetratori.

In tal senso Gower non era sbagliato, ma se lo fai giocare tenendolo venti metri indietro, allora tanto vale.
Orquera è veloce, anche se non gioca da mesi; Burton mi piace perchè offre una alternativa che oggi manca tantissimo, il drop.
Chiaro che la fase difensiva è mandatoria e se non offre garanzie, non si può inserire, mica possiamo tornare indietro.
Bocchino? Prima dovrebbe far vedere cosa vale nel suo team, poi se ne riparla.
Vedrai che salterà fuori prima o poi, che apertura NON è il suo ruolo e daranno ragione a Mallett che lo voleva mediano (everybody loves you when you are dead).

Per il futuro Brunel-leschiano, vedrei il Foden de' noantri, McLean, tornare più avanti e Marcato, se mai recupera, in fondo.
Idee così.

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