Venerdì di magro e amaro per le italiane in Celtica
Va male alla Benetton Treviso e agli Aironi Viadana nel venerdì sera per la tredicesima tornata della Magners League. Sia i veneti che i mantovani escono sconfitti rispettivamente per 32-13 contro l'Ulster e per 24-13 contro i Cardiff Blues, lontani da casa. Non è certo il caso di abbandonarsi ai commenti tristi e impietosi - piedi per terra please, non sono certo queste le avversarie da provare a battere in trasferta; criticabile è la cronica impossibilità a far punti di bonus difensivo fuori casa. C'è da dire che i nostri hanno saputo mettere paura alle avversarie, soprattutto gli Aironi. Tanto che alcuni colleghi gallesi che hanno fornito una copertura live dell'evento, sintetizzano in pochi concetti gli ottanta minuti di partita: "poor game" dei padroni di casa e ospiti che meritavano di vincere o, per lo meno, di tornare a casa con un punto di bonus. Quanto ai Leoni, dopo un primo tempo dove sono piovute quattro mete dai nordilandesi, nella ripresa hanno rialzato la testa per riparare alla frittata, a dimostrazione che queste italiane in Keltia hanno seriamente intenzione di vendere cara la pelle da qui alla fine del campionato.
I Blues partono meglio, andando avanti al 4' con un piazzato dell'apertura Ceri Sweeney dopo un fallo in mischia ordinata. Poco dopo, l'estremo francese Julien Laharrague non infila i pali in seguito ad un penalty procurato da Gilberto Pavan. Gli avanti bassaioli faticano in mischia ordinata, arriva un calcio indiretto che viene battuto velocemente e il pack gallese ruba terreno, finché Sweeney non decide di usare il piede per esplorare lo spazio mal coperto dal rientrante Kaine Robertson. Sull'assist Tom Shanklin non si fa trovare pronto, ma c'è l'ala Leigh Halfpenny più furbo di tutti per marcare all'ottavo la meta che segna il primo allungo dei padroni di casa. Sweeney fa clamorosamente cilecca nella trasformazione e così si va sull'8-0.
Gli ospiti sono in partita, si destano e si spostano in avanti. Perché se gli avanti soffrono in mischia, riescono comunque a rendersi pericolosi e incisivi nella manovra continuata. Si posizionano sui cinque metri, prova con una serie di raggruppamenti e cercano la meta, ma ne esce una mischia sui 5 che cede alla pressione del Cardiff. E poi ci si metta la mira storta: Laharrague sbaglia nuovamente dalla piazzola al 22'. Ironia della sorte, visto che l'estremo contro Biarritz e nel derby con la Benetton aveva fatto vedere di saperli usare, i piedi, ma calciare i piazzati è un'altra faccenda. Gli Aironi però non mollano: al 25' altro ovale tenuto alto in area di meta dopo un'altra rimessa ben portata a terra. Ed è giusto che sia Gareth Krause al 28' a scardinare finalmente la difesa nemica, andando per la spesa completa. James Marshall converte ed è 8-7.
Purtroppo, al 38', Fabio Ongaro si fa ammonire e lascia i suoi con un uomo in meno per dieci minuti. I Blues ovviamente vanno in rimessa a ridosso della meta, costruiscono una maul avanzante e il tallonatore Rhys Thomas timbra il cartellino. Si va così in pausa sul 15-7, con i discorsi ancora tutti aperti e primi commenti dei gallesi che fanno intendere che non tutto sta andando secondo i piani.
Paolo Buso prende il posto di Laharrague, che deve cedere a un colpo duro ricevuto alla fine della prima frazione, mentre per fare le cose come si deve, i padroni di casa mandano in campo Martyn Williams al posto di Sam Warburton in terza linea. E al 46' gli Aironi tornano a sbattere le ali, proprio con Buso che infila i pali grazie ad una punizione conquistata questa volta dalla mischia mantovana, che è ancora in inferiorità numerica. E' il meno cinque che mette i brividi ai tifosi di casa. I Blues si innervosiscono, commettono fallo in ruck e Buso segna altri tre punti al 52'. Blues che invece di andare per il macinato sicuro, scelgono ancora la rimessa laterale in questa fase di partita, ma rischiano grosso perché l'estremo si presenta alla piazzola per il sorpasso, ma stavolta non ha fortuna. Finisce che anche i gallesi decidono di piazzare. Lo fanno con Halfpenny al 63' da oltre la metà campo, ma non va.
Due minuti dopo, Sweeney non sbaglia per un fuorigioco della compagine padana e torna ad essere di cinque punti il vantaggio di Cardiff, che ora si è messa in testa di chiudere una pratica che stava diventando fin troppo complicata. Muove palla a metà campo, avanza quel tanto che basta per riuscire ad andare oltre la linea difensiva, si porta nei 22 e si procura un fallo, ma Sweeney prova a sfruttare il vantaggio con un drop al 74'. Ed è il 21-13 che consegna di fatto la vittoria. All'80' il sigillo è quello di Dan Parks, entrato cinque minuti prima.
Nota di colore: senza immagini, grazie al live blogging di Radio Cardiff Sport si è potuto avere almeno una sensazione di come stessero andando le cose. Una diretta simile a quelle di RR, con un drappello di tifosi degli Aironi che hanno dialogato con i blogger gallesi. Tra scambi di battute e di opinioni, cordialità del caso (ospiti e padroni di casa) e gli applausi dei sostenitori dei Blues per la bella prestazione della franchigia dalla Bassa. Perché anche quando non c'è una diretta tv (manco in streaming, ergo), c'è il sano spirito di questo sport. Passione.
Quattro a mete a una è invece il computo che arriva dal Ravenhill di Belfast, con l'Ulster che schiaccia sull'acceleratore e conquista il punto di bonus nel corso del primo tempo. La Benetton Treviso apre le marcature con l'apertura sudafricana Willelm De Waal al 5' per un ingresso laterale in ruck del connazionale pilone BJ Botha. Ma è quel che basta per svegliare i nordirlandesi che si affidano al piede di Ian Humphreys prima per pareggiare al 9', poi per andare a trasformare la prima meta dell'incontro. E giusto per stare in tema Springboks, a firmarla è il mediano Ruan Pieenar al 12'. Humphreys batte veloce una rimessa per l'ala Andrew Trimble che trova il varco giusto, sfruttando un errore in copertura di Tommaso Benvenuti. Per la serie "sostegno e riciclo", l'ala serve il flanker Willie Faloon che a sua volta passa al capitano Rory Best che spedisce in meta il suo mediano.
I biancoverdi smuovo il loro tabellino di nuovo con De Waal che piazza in mezzo ai pali un calcio di punizione guadagnato dal pacchetto di mischia, da 40 metri. E' il momentaneo 10-6 e di nuovo Ulster replica andando a marcare pesantemente, contro un Treviso che rimane tagliato fuori. Humphreys risponde sempre dalla piazzola, sempre da lontano. Poi consente all'estremo Adam D'Arcy di andare in meta, con Ignacio Rouyet che si ritrova preso dentro dall'uomo più veloce e tanti saluti. D'Arcy viene però fermato in qualche modo e riesce a servire il secondo centro Nevine Spence il quale va di tomaia, Kris Burton se la fa sfuggire e l'errore costa caro perché lo stesso Spence schiaccia a terra al 24' per la sua prima meta in Magners.
Di calcio in calcetto, quelli di Belfast si costruiscono un'altra meta, con un'azione che si sviluppa sull'asse veloce Trimbe-Pieenar-Danielli e che si conclude nuovamente con D'Arcy: Benvenuti rimane al palo dopo un altro tocco morbido, l'estremo di casa raccoglie l'ovale e ormai è già in area di meta al 29'. Humphreys non sbaglia la conversione e si vola sul 27-6. Il colpo finale arriva al 35' da una maul dopo una rimessa laterale nei 22 trevigiani e la chiude al meglio - guarda caso - il tallonatore Best. Si va negli spogliatoi sul 32-6, con il numero 10 nordirlandese che non va a segno con la conversione e dopo che la Benetton reagisce di orgoglio: è l'ala Andy Vilk che viene fermato all'ultimo sulla fascia, i veneti decidono di procede con una serie di ruck a ridosso della linea di meta, con Alberto Sgarbi e Manoa Vosawai, ma la difesa biancorossa non si schioda finché il pilone Lorenzo Cittadini trova il varco, ma viene tenuto alto. Dalle mischie che seguono, non si riesce ad andare oltre.
Coach Franco Smith opera alcuni cambi già all'inizio della ripresa con Gonzalo Garcia al posto di Benvenuti fra i trequarti e Francesco Minto che sostituisce Vosawai in terza linea. Ma è sicuramente un'altra formazione nella testa. Ci sarà pure un motivo che se poi l'Ulster non riesce a marcare punti nei secondi quaranta minuti. Il fatto è che il Treviso, a questo punto sgombro di pensieri e dopo una probabile strigliata ai box, riesce a fare il suo gioco, affidandosi soprattutto agli avanti e al confronto diretto con gli avversari nel punto d'incontro - e scontro.
Al 49', la meta della bandiera. Ludovico Nitoglia crea lo spazio, Fabio Semenzato batte veloce un calcio di punizione nei 22 opposti e serve di peso la seconda linea Gonzalo Padrò che con l'aiuto di Garcia riesce ad abbattere il muro difensivo. De Waal converte.
A questo punto, sono emozioni da una parte e dell'altra. Ma se all'Ulster può andare bene così, il Treviso al 20' sposta di nuovo l'accampamento nella metà campo nemica e prova a manovrare con gli avanti, con il neoentrato Franco Sbaraglini che va a prendere il posto di Leonardo Ghiraldini al tallonaggio. Sbaraglini arriva corto di poco, de Waal e Sgarbi sprecano un'altra buona occasione non intendendosi. Al 32' c'è quasi la doppietta: è sempre Sbaraglini che va via lungo la fascia destra, riesce abilmente a riciclare all'interno per Semenzato prima di essere buttato fuori dal campo: il mediano corre, viene chiuso dal ritorno di due guardie e da una terza in aggiunta, Chris Henry, che gli impedisce di schiacciare l'ovale a terra. Nel gioco semplice, basilare e affidato ai ball carrier che hanno il compito di scardinare il portone chiuso, il Treviso dà il meglio di sé in questa fase di stagione. Il guaio è riuscire a mettere in atto la tattica, che presuppone quel possesso di palla che non c'è stato soprattutto nel primo tempo.
- Cardiff Blues v. Aironi: 24-13 @Cardiff City Stadium, Cardiff
I Blues partono meglio, andando avanti al 4' con un piazzato dell'apertura Ceri Sweeney dopo un fallo in mischia ordinata. Poco dopo, l'estremo francese Julien Laharrague non infila i pali in seguito ad un penalty procurato da Gilberto Pavan. Gli avanti bassaioli faticano in mischia ordinata, arriva un calcio indiretto che viene battuto velocemente e il pack gallese ruba terreno, finché Sweeney non decide di usare il piede per esplorare lo spazio mal coperto dal rientrante Kaine Robertson. Sull'assist Tom Shanklin non si fa trovare pronto, ma c'è l'ala Leigh Halfpenny più furbo di tutti per marcare all'ottavo la meta che segna il primo allungo dei padroni di casa. Sweeney fa clamorosamente cilecca nella trasformazione e così si va sull'8-0.
Gli ospiti sono in partita, si destano e si spostano in avanti. Perché se gli avanti soffrono in mischia, riescono comunque a rendersi pericolosi e incisivi nella manovra continuata. Si posizionano sui cinque metri, prova con una serie di raggruppamenti e cercano la meta, ma ne esce una mischia sui 5 che cede alla pressione del Cardiff. E poi ci si metta la mira storta: Laharrague sbaglia nuovamente dalla piazzola al 22'. Ironia della sorte, visto che l'estremo contro Biarritz e nel derby con la Benetton aveva fatto vedere di saperli usare, i piedi, ma calciare i piazzati è un'altra faccenda. Gli Aironi però non mollano: al 25' altro ovale tenuto alto in area di meta dopo un'altra rimessa ben portata a terra. Ed è giusto che sia Gareth Krause al 28' a scardinare finalmente la difesa nemica, andando per la spesa completa. James Marshall converte ed è 8-7.
Purtroppo, al 38', Fabio Ongaro si fa ammonire e lascia i suoi con un uomo in meno per dieci minuti. I Blues ovviamente vanno in rimessa a ridosso della meta, costruiscono una maul avanzante e il tallonatore Rhys Thomas timbra il cartellino. Si va così in pausa sul 15-7, con i discorsi ancora tutti aperti e primi commenti dei gallesi che fanno intendere che non tutto sta andando secondo i piani.
Paolo Buso prende il posto di Laharrague, che deve cedere a un colpo duro ricevuto alla fine della prima frazione, mentre per fare le cose come si deve, i padroni di casa mandano in campo Martyn Williams al posto di Sam Warburton in terza linea. E al 46' gli Aironi tornano a sbattere le ali, proprio con Buso che infila i pali grazie ad una punizione conquistata questa volta dalla mischia mantovana, che è ancora in inferiorità numerica. E' il meno cinque che mette i brividi ai tifosi di casa. I Blues si innervosiscono, commettono fallo in ruck e Buso segna altri tre punti al 52'. Blues che invece di andare per il macinato sicuro, scelgono ancora la rimessa laterale in questa fase di partita, ma rischiano grosso perché l'estremo si presenta alla piazzola per il sorpasso, ma stavolta non ha fortuna. Finisce che anche i gallesi decidono di piazzare. Lo fanno con Halfpenny al 63' da oltre la metà campo, ma non va.
Due minuti dopo, Sweeney non sbaglia per un fuorigioco della compagine padana e torna ad essere di cinque punti il vantaggio di Cardiff, che ora si è messa in testa di chiudere una pratica che stava diventando fin troppo complicata. Muove palla a metà campo, avanza quel tanto che basta per riuscire ad andare oltre la linea difensiva, si porta nei 22 e si procura un fallo, ma Sweeney prova a sfruttare il vantaggio con un drop al 74'. Ed è il 21-13 che consegna di fatto la vittoria. All'80' il sigillo è quello di Dan Parks, entrato cinque minuti prima.
Nota di colore: senza immagini, grazie al live blogging di Radio Cardiff Sport si è potuto avere almeno una sensazione di come stessero andando le cose. Una diretta simile a quelle di RR, con un drappello di tifosi degli Aironi che hanno dialogato con i blogger gallesi. Tra scambi di battute e di opinioni, cordialità del caso (ospiti e padroni di casa) e gli applausi dei sostenitori dei Blues per la bella prestazione della franchigia dalla Bassa. Perché anche quando non c'è una diretta tv (manco in streaming, ergo), c'è il sano spirito di questo sport. Passione.
- Ulster v. Benetton Treviso: 32-13 @ Ravenhill, Belfast
Quattro a mete a una è invece il computo che arriva dal Ravenhill di Belfast, con l'Ulster che schiaccia sull'acceleratore e conquista il punto di bonus nel corso del primo tempo. La Benetton Treviso apre le marcature con l'apertura sudafricana Willelm De Waal al 5' per un ingresso laterale in ruck del connazionale pilone BJ Botha. Ma è quel che basta per svegliare i nordirlandesi che si affidano al piede di Ian Humphreys prima per pareggiare al 9', poi per andare a trasformare la prima meta dell'incontro. E giusto per stare in tema Springboks, a firmarla è il mediano Ruan Pieenar al 12'. Humphreys batte veloce una rimessa per l'ala Andrew Trimble che trova il varco giusto, sfruttando un errore in copertura di Tommaso Benvenuti. Per la serie "sostegno e riciclo", l'ala serve il flanker Willie Faloon che a sua volta passa al capitano Rory Best che spedisce in meta il suo mediano.
I biancoverdi smuovo il loro tabellino di nuovo con De Waal che piazza in mezzo ai pali un calcio di punizione guadagnato dal pacchetto di mischia, da 40 metri. E' il momentaneo 10-6 e di nuovo Ulster replica andando a marcare pesantemente, contro un Treviso che rimane tagliato fuori. Humphreys risponde sempre dalla piazzola, sempre da lontano. Poi consente all'estremo Adam D'Arcy di andare in meta, con Ignacio Rouyet che si ritrova preso dentro dall'uomo più veloce e tanti saluti. D'Arcy viene però fermato in qualche modo e riesce a servire il secondo centro Nevine Spence il quale va di tomaia, Kris Burton se la fa sfuggire e l'errore costa caro perché lo stesso Spence schiaccia a terra al 24' per la sua prima meta in Magners.
Di calcio in calcetto, quelli di Belfast si costruiscono un'altra meta, con un'azione che si sviluppa sull'asse veloce Trimbe-Pieenar-Danielli e che si conclude nuovamente con D'Arcy: Benvenuti rimane al palo dopo un altro tocco morbido, l'estremo di casa raccoglie l'ovale e ormai è già in area di meta al 29'. Humphreys non sbaglia la conversione e si vola sul 27-6. Il colpo finale arriva al 35' da una maul dopo una rimessa laterale nei 22 trevigiani e la chiude al meglio - guarda caso - il tallonatore Best. Si va negli spogliatoi sul 32-6, con il numero 10 nordirlandese che non va a segno con la conversione e dopo che la Benetton reagisce di orgoglio: è l'ala Andy Vilk che viene fermato all'ultimo sulla fascia, i veneti decidono di procede con una serie di ruck a ridosso della linea di meta, con Alberto Sgarbi e Manoa Vosawai, ma la difesa biancorossa non si schioda finché il pilone Lorenzo Cittadini trova il varco, ma viene tenuto alto. Dalle mischie che seguono, non si riesce ad andare oltre.
Coach Franco Smith opera alcuni cambi già all'inizio della ripresa con Gonzalo Garcia al posto di Benvenuti fra i trequarti e Francesco Minto che sostituisce Vosawai in terza linea. Ma è sicuramente un'altra formazione nella testa. Ci sarà pure un motivo che se poi l'Ulster non riesce a marcare punti nei secondi quaranta minuti. Il fatto è che il Treviso, a questo punto sgombro di pensieri e dopo una probabile strigliata ai box, riesce a fare il suo gioco, affidandosi soprattutto agli avanti e al confronto diretto con gli avversari nel punto d'incontro - e scontro.
Al 49', la meta della bandiera. Ludovico Nitoglia crea lo spazio, Fabio Semenzato batte veloce un calcio di punizione nei 22 opposti e serve di peso la seconda linea Gonzalo Padrò che con l'aiuto di Garcia riesce ad abbattere il muro difensivo. De Waal converte.
A questo punto, sono emozioni da una parte e dell'altra. Ma se all'Ulster può andare bene così, il Treviso al 20' sposta di nuovo l'accampamento nella metà campo nemica e prova a manovrare con gli avanti, con il neoentrato Franco Sbaraglini che va a prendere il posto di Leonardo Ghiraldini al tallonaggio. Sbaraglini arriva corto di poco, de Waal e Sgarbi sprecano un'altra buona occasione non intendendosi. Al 32' c'è quasi la doppietta: è sempre Sbaraglini che va via lungo la fascia destra, riesce abilmente a riciclare all'interno per Semenzato prima di essere buttato fuori dal campo: il mediano corre, viene chiuso dal ritorno di due guardie e da una terza in aggiunta, Chris Henry, che gli impedisce di schiacciare l'ovale a terra. Nel gioco semplice, basilare e affidato ai ball carrier che hanno il compito di scardinare il portone chiuso, il Treviso dà il meglio di sé in questa fase di stagione. Il guaio è riuscire a mettere in atto la tattica, che presuppone quel possesso di palla che non c'è stato soprattutto nel primo tempo.
6 commenti:
La Squadra "Aironi Viadana" non esiste. Se si scrive "Benetton Treviso", per correttezza, si dovrebbe scrivere "Montepaschi Aironi"
Errato, anonimo.
Per autentica correttezza ufficiale si dovrebbe scrivere "Aironi del Po" o "Aironi Rugby" e basta, come "Ospreys" cui non si aggiunge "di Neath and Swansea" o "Scarlets" che ufficialmente non sono più Llanelli Scarlets, o ancora "Munster" che non è "Toyota Munster".
Nella nostra totale indipendenza e non ufficialità, ci siamo sovente presi la libertà di definire gli Aironi ANCHE con l'attribuzione del campo in cui giocano tutte le partite di casa, in ottica di maggior chiarezza e in omogeneità con l'altra franchigia italiana. Non crediamo qualcuno s'offenda, anche perchè la società del Viadana Rugby detiene la maggioranza assoluta delle azioni degli Aironi.
Quanto al parallelo con Benetton Treviso, Anonimo fa confusione.
"Benetton" infatti non è (solo) lo sponsor della franchigia veneta come Montepaschi lo è degli Aironi: esso è la proprietà totalitaria E ANCHE IL NOME UFFICIALE con cui la squadra è registrata in Magners League.
Quindi "Aironi" (nome ufficiale della squadra) fa esattamente il paio con "Benetton", come del resto "Treviso" lo fa con "Viadana" nel senso di designarne la "home".
Quindi il parallelo che usiamo in RR per chiarezza e omogeneità regge sia sul piano logico che della "par condicio". Pazienza se in un caso non rispecchia al 100% l'ufficialità.
questioni di lana caprina....
dimenticavo(con qualche giorno di ritardo) , buon anno a tutti gli amici di RR
ciao
Graze Fabian, ricambiamo.
Quanto alle questioni, a gentile domanda si risponde.
Del resto sarebbe molto peggio venissimo accusati di parzialità o partito preso; meglio qualche dubbio da chiarire sulla nomenclatura utilizzata. Noi che abbiamo assimilato la lezione di Bernardo di Cluny: "stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus", non ci sottraiamo.
Dunque, visto che il post l'ho scritto io: scriviamo Aironi Viadana perché se si arriva allo Zaffanella di Viadana si vede in diversi punti lo stemma della società, con la scritta Aironi. C'è n'è uno pure in sala stampa, per esempio. Poi vengono chiamati Aironi Montepaschi Viadana, se non sbaglio. Per questioni di prontezza e anche di estetica, se è lecito, tagliamo corto: o Aironi o Aironi Viadana. La società quella è - e i tifosi sono anche molto cordiali.
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