Tutto molto bello
La singola azione più spettacolare della prima giornata di Sei Nazioni contiene tutto: un approccio di squadra - la determinazione di tutti a partire da Clement Poitrenaud di sfruttare in modo produttivo le palle recuperate in qualsiasi parte del campo; la capacità di "far densità" dove si sviluppa l'azione; l'attitudine di tutti a giocare non per ruolo ma in modo "situazionale": un lock prima - Nallet - e un nr.8 poi - Harinordoquy - che cercano il varco prima del passaggio, per i quali "fissare il punto" è l'ultima opzione non la prima; infine una splendida "invenzione" individuale che apre il campo come un Mar Rosso: Francois Trinh Duc e il suo passaggio tra le gambe. C'è una bella differenza tra il recuperare palla, fissare un punto d'incontro, aspettare l'arrivo del mediano che si guarda intorno etc.etc. e una squadra in cui tutti sono potenziali play-maker (Parra non c'è proprio nell'azione).
La lezione che se ne ricava è: nel rugby quando le cose girano a livello di team, riesce tutto anche individualmente e la prodezza del singolo esalta e completa il lavoro della squadra; al contrario del calcio, non vale il viceversa. Ecco perchè Sergio Parisse, uno che la classe ce l'ha, farebbe bene a lasciar perdere per adesso i passaggetti dietro la schiena ...
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