Al Tolosa serve l'extra per battere Biarritz
Heineken Cup - San Sebastian
Biarritz 20 - 27 Toulouse
Fattori simili, risultato diverso. Se al Perpignan è servito un tempo per entrare definitivamente in partita a Barcellona e battere il Tolone, lo stesso arco di tempo occorre al Biarritz per sistemare le cose a San Sebastiàn, ma l’altro derby francese dei quarti di finale di Heineken Cup lo porta a casa lo Stade Toulousaine dopo cento minuti di partita. Non sono bastati infatti i due tempi regolamentari, si è dovuti passare ai supplementari perché i campioni in carica d’Europa, che nel maggio di un anno fa si imposero in finale contro i baschi allo Stade de France, avessero la meglio. Il risultato finale è di 27-20 per il Tolosa. Nel mezzo ci sono tante cose.
Primo fra tutti il parziale al termine della prima parte di gara. Un 17-0 per gli ospiti che verrà capovolto nella seconda frazione dal ritorno del Biarritz. Errori da una parte dall’altra (non esclusivamente dovuti alla pioggia che è scesa fina per tutto il pomeriggio), cattive gestioni, idee confuse in alcuni frangenti e protagonisti mai domi. Tanto che il sigillo è arrivato allo scadere del secondo tempo supplementare, quando Yannick Nyanga si butta su un calcio di liberazione di Dimitri Yachivili dopo che il Biarritz aveva appena pareggiato nuovamente i conti, sul 20-20: lo stoppa, raccoglie l’ovale e vola sotto i pali per staccare definitivamente il biglietto per la semifinale contro il Leinster. Con ordine, che c’è tanta carne al fuoco. Arbitra l’inglese Barnes, non in gran giornata.
Il Tolosa parte meglio, con maggiore determinazione, si getta nella metà campo avversaria e la presidia bene, con l’apertura Davdi Skrela che dopo un paio di giri di lancette si posiziona per un drop che alla fine non c’è perché le guardie avversarie montano bene a portare pressione. Sorge però un lecito dubbio: era davvero un drop quello che aveva in mente o un calcio alto, opzione adottata spesso nel corso del match per mettere in difficoltà i ricevitori di turno, leggi Ian Balshaw, Taku Ngwenya o Ilikena Bolakoro? Tant’è, accade di vedere il tallonatore di casa Romain Terrain che spazza via in profondità con una pedata degna di nota per poi rubare la palla una volta portata giù dalle seconde linee rossonere nei propri 22, innescando l’assalto guidato dal centro Charles Jimenez, prima che l’azione svanisca per un in avanti di Yachvili. Si giocano due mischie, nella prima cede Biarritz, nella seconda il Tolosa. Lo stesso Biarritz perde due rimesse laterali di fila e tutto ciò serve solo agli avversari per prendere possesso del campo e mettere in difficoltà la controparte che smarrisce le idee. I trequarti dei campioni in carica sono poi ben collaudati e al 15’ arriva la meta dell’estremo Cedric Heymans a sancire la supremazia fino a quel punto vista, grazie alla sfuriata nelle maglie avversaria del compagno Vincent Clerc che poi gli serve l’ovale su un vassoio d’argento per andare fino in fondo.
Il match non è dei più spettacolari, c’è troppo in ballo per non badare al sodo, per quanto la nobiltà di certi cambi di corsa di Heymans rimangano impressi negli occhi. Skrela tasta con la capoccia lo zigomo della barbuta seconda linea Erik Lund e rimane a terra qualche secondo, poi riprende perfettamente conoscenza e si tratta solo di ricucire la ferita alla fronte. Lo Stade si rende artefice di una ottima pressione fuori dall’area della ruck, guidato da Louis Picamoles e Patricio Albacete, mentre la squadra di mister Rodriguez (in versione agente segreto con impermeabile e cappello nero a bordo campo) non prende le misure. Tanti errori, con alcuni atleti come Bolakoro che combinano solo danni. È il miglior preludio alla seconda meta, quella dell’ala Maxime Medard. Palla alta, l’ennesima, dalla piattaforma di una maul avanzante del mediano Nicolas Bezy che Bolakoro non controlla, venendo travolto dagli avanti nemici. Bezy spostato all'apertura per l'uscita temporanea di Skrela con Doussain entrato in mediana, calibra un delizioso cross kick per Maxime Medard da sinistra a destra e al trequarti non rimane che schiacciare tutto solo l’ovale a terra. Lo stesso Bezy non sgarra alla conversione ed è 14-0 al 25’.
Tolosa placca bene, lotta nei raggruppamenti e rallenta l’uscita del pallone. Biarritz muove palla al largo senza timing e con i ball carrier che finiscono irrimediabilmente isolati, indietreggiando anziché avanzando. Tutto troppo facile per gli ospiti che allungano dalla piazzola con Skrela appena rientrato al 36’ per il 17-0. Biarritz avrebbe a disposizione, ad un minuto dalla fine del primo tempo, l’occasione per riaprire immediatamente i giochi, complice una cattiva gestione degli avversari, ma si inchioda sull’ennesimo errore di Bolakoro che non controlla il pallone alla ricezione l’ultimo passaggio al largo - e del difensore che arriva.
Nella ripresa tutto cambia e il destino del quarto di finale sarà ancora lungo da scrivere. Evidentemente negli spogliatoi baschi qualcuno avrà alzato la voce (la spia che dicevamo in precedenza), mettendo in chiaro la strategia da adottare per tentare di vincere la battaglia: non lasciare respiro a Skrela. Un aiutino lo dà certamente anche la prudenza di coach Novès che, nell'altro spogliatoio, raccomanda gestione, pochi frilli offensivi e antenne riceventi dispiegate al giovane mediano Bezy, dimostratosi milgiore come apertura nei minuti di assenza di Skrela: nel secondo tempo ritarderà pericolosamente l'uscita dell'ovale dalle ruck in attesa di ordini.
Al 41’ dalla piazzola Yachvili apre finalmente le marcature per i suoi e si ripete cinque minuti più tardi per il nuovo risultato, 6-17. Tolosa comincia a rifiatare in mischia con gli ingressi di Jean-Baptiste Poux e Yoann Maestri ma tiene comunque il freno a mano tirato. Le imrpecisioni si sprecano da tutte le parti, prova il numero esorbitante di mischie ordinate. La difesa del Biarritz è poco sollecitata, è lei ora a portare pressione fuori dal break down, affidandosi invece al gioco al piede quando si tratta di ripartire, ma il triangolo allargato avversario fa buona guardia. Al 56’ si registra il primo attacco organizzato da una mischia vinta a centrocampo, finché Nyanga appena entrato non stende il condottiero Imanol Harinordoquy che deve farsi medicare al braccio sinistro. Dall’azione ne esce comunque un calcio di punizione appena fuori i 22 che Yachvili non sbaglia per il momentaneo 9-17. Piano piano, calcio dopo calcio, la partita è di nuovo in discussione.
Silvayn Marconnet cede il posto a Campbell Johnstone in prima linea, più tardi sarà Eduard Coetzee a lasciare per James Afoa e il pack del Biarritz riprende consistenza mentre la stanchezza pesa su ambo i lati della mischia ordinata. All’inizio dell’ultimo quarto di gioco è comunque lo Stade a rialzare la testa e per poco non chiude la pratica con cinismo: mischia con introduzione sui 5 metri baschi, i padroni di casa vanno in panne su due calci alti a firma di Skrela e Bezy, Ngwenya raccoglie l’ovale, lo porta nella propria area di meta deve rifugiarsi fuori dal campo. Nell’occasione i suoi avanti fanno meglio di lui e respingono la minaccia rossonera. Tre minuti dopo, è il pack del Biarritz a conquistare un penalty appena fuori dai 22 avversari e Yachvili accorcia ulteriormente: il divario tra le due squadre in campo, ormai, è solo di cinque punti.
Il contraccolpo psicologico per il Tolosa si fa sentire, Skrela spedisce direttamente fuori il drop di ripartenza e dalla mischia che ne deriva in mezzo al campo, l’onnipresente Yachvili affonda nella retroguardia davanti a lui, a sostegno di presenta il secondo centro Marcelo Bosch che viene atterrato a pochi passi dall’area che conta. Barnes chiama una ruck, il dirimpettaio Florian Fritz vi si butta lateralmente e intenzionalmente per frenare l’abrasione avversaria, beccandosi al 70’ il cartellino giallo e lasciando i suoi in 14 fino alla fine. O almeno così parrebbe.
I successivi minuti trascorrono nell’angolo sinistro dell’area dei 22 del Tolosa, il Biarritz eccessivamente confidente nel suo pack che ha sofferto per tutta la gara e ha rialzato la testa solo da poco, chiede una mischia ordinata. Barnes la fa ripetere una-due-tre volte. Quarto giro di fila in giostra e stavolta è la spinta del Biarritz ad andare sotto e il possesso passa di mano. Quinto ingaggio e Tolosa conquista un calcio di punizione francamente opinabile: il calcio di liberazione che ne consegue forse lo è pure per Barnes.
Ci si ritorna presto da quelle parti comunque, per una rimessa per mano di Terrain che viene rubata dalle pertiche tolosane, al 77’. I rossoneri gestiscono l'ovale per un minutino e poi, al 78’, Skrela si fa stoppare il calcio under pressure, Bolakoro è lì vicino alla palla danzante e finalmente ne combina una giusta portandola in meta in posizione defilata; avrebbe potuto sterzare più vicino ai pali, difatti Yachvili non trasforma il difficile e decisivo calcio. Ok, è chiaro: diciassette punti rimontati posson bastare. Il tempo regolamentare si chiude sul 17 pari, spazio ai supplementari.
Tolosa vi si presenta consapevole di avere dominato quando ha giocato sul serio e concesso il pareggio smettendo di farlo, Biarritz da parte sua è galvanizzata mentalmente per il fatto di aver rimediato ad una partita da incubo. Sono gli ospiti a cominciare meglio, con Skrela che al 3’ infila i pali dalla piazzola per il 17-20. Yachvili al 9’ prova a rispondergli con un drop forzatissimo del quale deve scusarsi coi compagni.
Negli ultimi dieci minuti i baschi devono provare il tutto per tutto e lo fanno tirando fuori energie prese chissà da dove, ma la lucidità no, dle resto gli è mancata in tutta la gara. All’11’ sfuma un’altra occasione per un in avanti sull’asse Bosch-Balshaw (pomeriggio in grigio per l’estremo, impreciso anche al piede). Le palle sprecate diventano due nell’azione offensiva successiva. Salgono a tre su un attacco da mischia ordinata. E allora Yachvili, l’uomo che ha rimesso sul binario giusto la sua squadra, al 17’ opta per i pali dopo un fischio di Barnes. È di nuovo parità, è 20-20.
Non basta al Biarritz per completare la rimonta perfetta, è in debito di una meta rispetto alle due marcate dal Tolosa e il nuovo regolamento di Coppa post "rigori" di quella semifinale assurda vinta da Leicester con un "piazzato" di Jordan Crane, dice che in caso di parità ai supplementari, passa che ne ha marcate di più.
Come non detto, diventano tre al 19’. Calcio di ripartenza di Skrela dopo il penalty di Yachvili, gli avanti baschi recuperano palla, la fanno giungere a Yachvili che calcia a memoria per risalire il campo e provare l’ultimo assalto alla diligenza, ma su di lui arriva Nyanga, si trova l'ovale stampato sulle braccia alzate, lo raccoglie e corre a tuffarsi sotto i pali. I titoli di coda cominciano a scorrere nel momento in cui il mediano di casa si inginocchia dopo aver realizzato l’accaduto.
La meta finale, quasi una "giustizia divina", ha ridato dignità alla vittoria della squadra più forte, quella che ha fatto di tutto per far tornare in partita un Biarritz veramente fiaccato dalle assenze. Un po' come ha fatto in tutta la stagione nelle gare fuori casa. Come quella che l'attende ora in semifinale a Dublino. Tant'è, per adesso può bastare.
Biarritz 20 - 27 Toulouse
Fattori simili, risultato diverso. Se al Perpignan è servito un tempo per entrare definitivamente in partita a Barcellona e battere il Tolone, lo stesso arco di tempo occorre al Biarritz per sistemare le cose a San Sebastiàn, ma l’altro derby francese dei quarti di finale di Heineken Cup lo porta a casa lo Stade Toulousaine dopo cento minuti di partita. Non sono bastati infatti i due tempi regolamentari, si è dovuti passare ai supplementari perché i campioni in carica d’Europa, che nel maggio di un anno fa si imposero in finale contro i baschi allo Stade de France, avessero la meglio. Il risultato finale è di 27-20 per il Tolosa. Nel mezzo ci sono tante cose.
Primo fra tutti il parziale al termine della prima parte di gara. Un 17-0 per gli ospiti che verrà capovolto nella seconda frazione dal ritorno del Biarritz. Errori da una parte dall’altra (non esclusivamente dovuti alla pioggia che è scesa fina per tutto il pomeriggio), cattive gestioni, idee confuse in alcuni frangenti e protagonisti mai domi. Tanto che il sigillo è arrivato allo scadere del secondo tempo supplementare, quando Yannick Nyanga si butta su un calcio di liberazione di Dimitri Yachivili dopo che il Biarritz aveva appena pareggiato nuovamente i conti, sul 20-20: lo stoppa, raccoglie l’ovale e vola sotto i pali per staccare definitivamente il biglietto per la semifinale contro il Leinster. Con ordine, che c’è tanta carne al fuoco. Arbitra l’inglese Barnes, non in gran giornata.
Il Tolosa parte meglio, con maggiore determinazione, si getta nella metà campo avversaria e la presidia bene, con l’apertura Davdi Skrela che dopo un paio di giri di lancette si posiziona per un drop che alla fine non c’è perché le guardie avversarie montano bene a portare pressione. Sorge però un lecito dubbio: era davvero un drop quello che aveva in mente o un calcio alto, opzione adottata spesso nel corso del match per mettere in difficoltà i ricevitori di turno, leggi Ian Balshaw, Taku Ngwenya o Ilikena Bolakoro? Tant’è, accade di vedere il tallonatore di casa Romain Terrain che spazza via in profondità con una pedata degna di nota per poi rubare la palla una volta portata giù dalle seconde linee rossonere nei propri 22, innescando l’assalto guidato dal centro Charles Jimenez, prima che l’azione svanisca per un in avanti di Yachvili. Si giocano due mischie, nella prima cede Biarritz, nella seconda il Tolosa. Lo stesso Biarritz perde due rimesse laterali di fila e tutto ciò serve solo agli avversari per prendere possesso del campo e mettere in difficoltà la controparte che smarrisce le idee. I trequarti dei campioni in carica sono poi ben collaudati e al 15’ arriva la meta dell’estremo Cedric Heymans a sancire la supremazia fino a quel punto vista, grazie alla sfuriata nelle maglie avversaria del compagno Vincent Clerc che poi gli serve l’ovale su un vassoio d’argento per andare fino in fondo.
Il match non è dei più spettacolari, c’è troppo in ballo per non badare al sodo, per quanto la nobiltà di certi cambi di corsa di Heymans rimangano impressi negli occhi. Skrela tasta con la capoccia lo zigomo della barbuta seconda linea Erik Lund e rimane a terra qualche secondo, poi riprende perfettamente conoscenza e si tratta solo di ricucire la ferita alla fronte. Lo Stade si rende artefice di una ottima pressione fuori dall’area della ruck, guidato da Louis Picamoles e Patricio Albacete, mentre la squadra di mister Rodriguez (in versione agente segreto con impermeabile e cappello nero a bordo campo) non prende le misure. Tanti errori, con alcuni atleti come Bolakoro che combinano solo danni. È il miglior preludio alla seconda meta, quella dell’ala Maxime Medard. Palla alta, l’ennesima, dalla piattaforma di una maul avanzante del mediano Nicolas Bezy che Bolakoro non controlla, venendo travolto dagli avanti nemici. Bezy spostato all'apertura per l'uscita temporanea di Skrela con Doussain entrato in mediana, calibra un delizioso cross kick per Maxime Medard da sinistra a destra e al trequarti non rimane che schiacciare tutto solo l’ovale a terra. Lo stesso Bezy non sgarra alla conversione ed è 14-0 al 25’.
Tolosa placca bene, lotta nei raggruppamenti e rallenta l’uscita del pallone. Biarritz muove palla al largo senza timing e con i ball carrier che finiscono irrimediabilmente isolati, indietreggiando anziché avanzando. Tutto troppo facile per gli ospiti che allungano dalla piazzola con Skrela appena rientrato al 36’ per il 17-0. Biarritz avrebbe a disposizione, ad un minuto dalla fine del primo tempo, l’occasione per riaprire immediatamente i giochi, complice una cattiva gestione degli avversari, ma si inchioda sull’ennesimo errore di Bolakoro che non controlla il pallone alla ricezione l’ultimo passaggio al largo - e del difensore che arriva.
Nella ripresa tutto cambia e il destino del quarto di finale sarà ancora lungo da scrivere. Evidentemente negli spogliatoi baschi qualcuno avrà alzato la voce (la spia che dicevamo in precedenza), mettendo in chiaro la strategia da adottare per tentare di vincere la battaglia: non lasciare respiro a Skrela. Un aiutino lo dà certamente anche la prudenza di coach Novès che, nell'altro spogliatoio, raccomanda gestione, pochi frilli offensivi e antenne riceventi dispiegate al giovane mediano Bezy, dimostratosi milgiore come apertura nei minuti di assenza di Skrela: nel secondo tempo ritarderà pericolosamente l'uscita dell'ovale dalle ruck in attesa di ordini.
Al 41’ dalla piazzola Yachvili apre finalmente le marcature per i suoi e si ripete cinque minuti più tardi per il nuovo risultato, 6-17. Tolosa comincia a rifiatare in mischia con gli ingressi di Jean-Baptiste Poux e Yoann Maestri ma tiene comunque il freno a mano tirato. Le imrpecisioni si sprecano da tutte le parti, prova il numero esorbitante di mischie ordinate. La difesa del Biarritz è poco sollecitata, è lei ora a portare pressione fuori dal break down, affidandosi invece al gioco al piede quando si tratta di ripartire, ma il triangolo allargato avversario fa buona guardia. Al 56’ si registra il primo attacco organizzato da una mischia vinta a centrocampo, finché Nyanga appena entrato non stende il condottiero Imanol Harinordoquy che deve farsi medicare al braccio sinistro. Dall’azione ne esce comunque un calcio di punizione appena fuori i 22 che Yachvili non sbaglia per il momentaneo 9-17. Piano piano, calcio dopo calcio, la partita è di nuovo in discussione.
Silvayn Marconnet cede il posto a Campbell Johnstone in prima linea, più tardi sarà Eduard Coetzee a lasciare per James Afoa e il pack del Biarritz riprende consistenza mentre la stanchezza pesa su ambo i lati della mischia ordinata. All’inizio dell’ultimo quarto di gioco è comunque lo Stade a rialzare la testa e per poco non chiude la pratica con cinismo: mischia con introduzione sui 5 metri baschi, i padroni di casa vanno in panne su due calci alti a firma di Skrela e Bezy, Ngwenya raccoglie l’ovale, lo porta nella propria area di meta deve rifugiarsi fuori dal campo. Nell’occasione i suoi avanti fanno meglio di lui e respingono la minaccia rossonera. Tre minuti dopo, è il pack del Biarritz a conquistare un penalty appena fuori dai 22 avversari e Yachvili accorcia ulteriormente: il divario tra le due squadre in campo, ormai, è solo di cinque punti.
Il contraccolpo psicologico per il Tolosa si fa sentire, Skrela spedisce direttamente fuori il drop di ripartenza e dalla mischia che ne deriva in mezzo al campo, l’onnipresente Yachvili affonda nella retroguardia davanti a lui, a sostegno di presenta il secondo centro Marcelo Bosch che viene atterrato a pochi passi dall’area che conta. Barnes chiama una ruck, il dirimpettaio Florian Fritz vi si butta lateralmente e intenzionalmente per frenare l’abrasione avversaria, beccandosi al 70’ il cartellino giallo e lasciando i suoi in 14 fino alla fine. O almeno così parrebbe.
I successivi minuti trascorrono nell’angolo sinistro dell’area dei 22 del Tolosa, il Biarritz eccessivamente confidente nel suo pack che ha sofferto per tutta la gara e ha rialzato la testa solo da poco, chiede una mischia ordinata. Barnes la fa ripetere una-due-tre volte. Quarto giro di fila in giostra e stavolta è la spinta del Biarritz ad andare sotto e il possesso passa di mano. Quinto ingaggio e Tolosa conquista un calcio di punizione francamente opinabile: il calcio di liberazione che ne consegue forse lo è pure per Barnes.
Ci si ritorna presto da quelle parti comunque, per una rimessa per mano di Terrain che viene rubata dalle pertiche tolosane, al 77’. I rossoneri gestiscono l'ovale per un minutino e poi, al 78’, Skrela si fa stoppare il calcio under pressure, Bolakoro è lì vicino alla palla danzante e finalmente ne combina una giusta portandola in meta in posizione defilata; avrebbe potuto sterzare più vicino ai pali, difatti Yachvili non trasforma il difficile e decisivo calcio. Ok, è chiaro: diciassette punti rimontati posson bastare. Il tempo regolamentare si chiude sul 17 pari, spazio ai supplementari.
Tolosa vi si presenta consapevole di avere dominato quando ha giocato sul serio e concesso il pareggio smettendo di farlo, Biarritz da parte sua è galvanizzata mentalmente per il fatto di aver rimediato ad una partita da incubo. Sono gli ospiti a cominciare meglio, con Skrela che al 3’ infila i pali dalla piazzola per il 17-20. Yachvili al 9’ prova a rispondergli con un drop forzatissimo del quale deve scusarsi coi compagni.
Negli ultimi dieci minuti i baschi devono provare il tutto per tutto e lo fanno tirando fuori energie prese chissà da dove, ma la lucidità no, dle resto gli è mancata in tutta la gara. All’11’ sfuma un’altra occasione per un in avanti sull’asse Bosch-Balshaw (pomeriggio in grigio per l’estremo, impreciso anche al piede). Le palle sprecate diventano due nell’azione offensiva successiva. Salgono a tre su un attacco da mischia ordinata. E allora Yachvili, l’uomo che ha rimesso sul binario giusto la sua squadra, al 17’ opta per i pali dopo un fischio di Barnes. È di nuovo parità, è 20-20.
Non basta al Biarritz per completare la rimonta perfetta, è in debito di una meta rispetto alle due marcate dal Tolosa e il nuovo regolamento di Coppa post "rigori" di quella semifinale assurda vinta da Leicester con un "piazzato" di Jordan Crane, dice che in caso di parità ai supplementari, passa che ne ha marcate di più.
Come non detto, diventano tre al 19’. Calcio di ripartenza di Skrela dopo il penalty di Yachvili, gli avanti baschi recuperano palla, la fanno giungere a Yachvili che calcia a memoria per risalire il campo e provare l’ultimo assalto alla diligenza, ma su di lui arriva Nyanga, si trova l'ovale stampato sulle braccia alzate, lo raccoglie e corre a tuffarsi sotto i pali. I titoli di coda cominciano a scorrere nel momento in cui il mediano di casa si inginocchia dopo aver realizzato l’accaduto.
La meta finale, quasi una "giustizia divina", ha ridato dignità alla vittoria della squadra più forte, quella che ha fatto di tutto per far tornare in partita un Biarritz veramente fiaccato dalle assenze. Un po' come ha fatto in tutta la stagione nelle gare fuori casa. Come quella che l'attende ora in semifinale a Dublino. Tant'è, per adesso può bastare.
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