mercoledì 6 aprile 2011

Scenari da Heineken

Dicevamo dei club inglesi rimasti in corsa e della loro mission, sopravvivere ai quarti di finale di Heineken Cup per andare a sfidare le rivali transalpine come nel miglior copione. Se ne parla ovviamente al di là della Manica, già da tempo. Quando ad ottobre il Bath fece visita a Viadana contro gli Aironi per la fase a gironi, il manager Steve Meehan sollecitato da alcune domande anche di questo blog era andato dritto al punto della questione, di allora: di come il campionato inglese in quel periodo stesse mostrando gioco e quindi divertimento, con una media di mete per partita superiore alla norma. L'andamento è cambiato nel corso della stagione, complice anche i campi appesantiti dal maltempo e dalle strategie di conservazione delle forze per tirare fino alla fine, facendo i conti con gli impegni degli internazionali convocati per il Six Nations e via di seguito. Già in autunno il paragone finiva inevitabilmente con il Top 14, ma non perché sia possibile confrontare i due campionati (Premier e massima lega francese), quanto per testare lo stato di salute dei singoli club. 
Il face to face potenzialmente è dietro l'angolo. E nel frattempo accade che una vecchia conoscenza, Mick Cleary del Telegraph, si diverta a scrivere che ok, il Super 15 è bello e spumeggiante (in Inghilterra sembrano essersene accorti dopo il match tra Crusaders e Sharks a Twickenham), ma non regge il confronto con l'Heineken, i suoi colori e il suo tribalismo. De gustibus, potremmo trascorrere giornate intere a chiacchierare e discutere sulla superiorità o meno della tecnica boreale vs. quella australe, tanto poi i risultati si vedono non appena le nazionali dell'Emisfero Sud ingranano tutte le marce e lasciano alle rivali del Nord qualche scampolo di orgoglio. Quanto invece al contorno dell'evento, l'argomento si fa molto più interessante. 
Cleary sottolinea come gli stadi vadano esaurendosi in ogni ordine di posto quando scatta la fase ad eliminazione diretta, suggerisce gli esperti di marketing non troverebbero eventi allo stesso livello in grado di tenere botta. Ma a parte tutto, la vera questione è quella identitaria. C'è la Catalogna che si dà appuntamento all'Olimpico di Barcellona, ci sono i baschi che si raduneranno all'Estadio Anoeta, ormai una consuetudine. Però, a farci caso, qui stiamo parlando di Francia. Eh sì: Perpignan contro Tolone e Biarritz contro Tolosa. I colori, al di là del giallo e del rosso e del bianco-rosso-verde che sventola nella bandiera dei Paesi Baschi anche accanto alle strade del Tour De France, sono quelli accesi e color pastello della Francia meridionale, dove i pensionati britannici vanno a cercare casa per fuggire dal clima delle loro parti. Un tuffo nell'aria del Mediterraneo che ha giovato anche alla pelle di Jonny Wilkinson, per intenderci. Cleary questo non lo scrive, ovviamente. D'altra parte, vogliamo mettere quella parte d'Europa con Milton Keynes? 

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