Italia A-li di piombo, Saxons leggiadri
La Churchill Cup è un appuntamento di rilievo nel calendario dei test match tra squadre di secondo livello, quelle "rognose" che provano sempre a mettere i bastoni tra le ruote alle prime e seconde della classe e alle loro rappresentative A. Quest'anno in Inghilterra c'è anche l'Italia A di Gianluca Guidi , in girone con Canada e Russia mentre l'altro girone vede England Saxons, Usa e Tonga.
L'esordio nel torneo sabato dello "squadrone azzurro" (conta almeno sei/sette convocabili in nazionale maggiore) contro il sempre rognosissimo Canada, non è stato dei migliori.
Non tanto e non solo per la netta sconfitta 26-12, tre mete a zero tutte subite in un tempo, quanto per la qualità del gioco espresso sia a livello collettivo che individuale, visto che il tutto avveniva sotto gli occhi di Nick Mallett, curioso di vedere in action alcuni dei suoi e di togliersi dubbi in fase di definizione delle liste dei convocati. Gli italiani in campo:
Italia A: Ruggero Trevisan; Andrea Bacchetti, Denis Majestorovic, Matteo Pratichetti, Michele Sepe; Riccardo Bocchino, Tito Tebaldi; Alberto De Marchi, Tommaso D'Apice, Fabio Staibano; Marco Bortolami, Cornelius Casparus Van Zyll; Valerio Bernabo (capt), Mauro Bergamasco, Manoa Vosawai.
Reps: Andrea Manici, Matias Aguero, Dario Christolini, Joshua Furno, Giulio Toniolatti, Durandt Gerber, Francesco Minto
La cronaca è presto detta: l'Italia regge un primo tempo molto bloccato, chiuso sul 9-6 rimediato con tre piazzati su quattro tentati da Tito Tebaldi, a punire il tradizionale gioco ruvido dei Canucks, contro una punizione dell'estremo James Pritchard e un drop dell'apertura Ander Munro.
Nel secondo tempo il Canada spingeva sull'acceleratore; i nervi di Bernabò saltavano subito, arrivava il giallo, nel corso della superiorità numerica l'annaspante Italia subiva due mete. La prima immediata con uno sfondamento del pilone Jason Marshall bloccato a centimetri dalla linea, palla raccolta dal terza linea Carpenter e portata in meta; la seconda veniva marcata dallo stesso Marshall. Gli Azzurri non vedevano più palla, nel giro di dieci minuti arrivava la terza meta, di Pritchard lanciato dal flanker Man of the Match Chauncey O'Toole, Carneade del New Brunswick contrapposto a un certo Mauro Bergamasco, a portare l'ovale in mezzo ai pali.
Si ha un bel dire che i Canucks so'tosti, so' stati finalisti della Churchill Cup - peraltro a sorpresa - l'anno scorso in Usa: le loro "star" (tra le quali spiccano DTH van der Merwe di Glasgow e Jamie Cudmore di Clermont) sono ancora in ferie ...
L'analisi di Guidi è sconfortante: " Eravamo preparati a questo tipo di gara (molto fisica, ndr) e nel primo tempo lo abbiamo dimostrato, tenendo con efficacia in difesa. In attacco avremmo potuto concretizzare di più nei primi quaranta minuti, ed anche in avvio di ripresa con Vosawai abbiamo avuto un'occasione importante per andare in meta. Purtroppo - aggiunge Guidi - dopo il cartellino giallo a Bernabò e la prima meta canadese la squadra si è disunita, abbiamo lasciato che il Canada ci aggredisse e non siamo riusciti a reagire". Era il tipo di partita che gli Azzurri s'aspettavano, ma non son riusciti a gestirla: cose che capitano alle squadre poco squadre? Un team troppo focalizzato a offrire "esami di riparazione" a potenziali candidati alla Nazionale maggiore? Purtroppo nel rugby, sport di amalgama, raramente funziona così: solo ai Barbarians capita di vincere sistematicamente, sommando individualità che si ritrovano a cena la sera prima e poco più ...
Nel frattempo, a proposito di squadroni amalgamati, gli England Saxons schiantano gli Usa di Eddie O'Sullivan rifilandogli un clamoroso 87-8 e si meritano la nostra foto. Dodici mete a una, hat trick dell'ala di Worcester Miles Benjamin, doppietta per l'estremo dei Quins Mike Brown, undici trasformazioni su dodici per il giovane Rory Clegg dei Quins, uno di cui sentiremo riparlare. Della serie, come impressionare a livello individuale facendo marciare la macchina at full steam tutti assieme. Qualcuno dice, poca cosa questi Usa, meglio per noi che li avremo nel girone in Coppa del Mondo. Mah, noi pensiamo che tutto è relativo ...
Gli inglesi in campo:
England Saxons: M Brown (Harlequins); T Ojo (London Irish), H Trinder (Gloucester), B Twelvetrees (Leicester), M Benjamin (Worcester); R Clegg (Harlequins), M Young(Newcastle); M Mullan (Worcester), J Gray (Harlequins), M Stevens (Saracens), M Botha (Saracens), D Attwood (Gloucester), J Gaskell (Sale), T Johnson (Exeter), J Crane (Leicester, capt).
Replacements: D Paice (London Irish), K Brookes (Newcastle), G Kitchener (Worcester), J Gibson (London Irish), P Hodgson (London Irish), A Goode (Saracens), C Sharples (Gloucester Rugby).
L'esordio nel torneo sabato dello "squadrone azzurro" (conta almeno sei/sette convocabili in nazionale maggiore) contro il sempre rognosissimo Canada, non è stato dei migliori.
Non tanto e non solo per la netta sconfitta 26-12, tre mete a zero tutte subite in un tempo, quanto per la qualità del gioco espresso sia a livello collettivo che individuale, visto che il tutto avveniva sotto gli occhi di Nick Mallett, curioso di vedere in action alcuni dei suoi e di togliersi dubbi in fase di definizione delle liste dei convocati. Gli italiani in campo:
Italia A: Ruggero Trevisan; Andrea Bacchetti, Denis Majestorovic, Matteo Pratichetti, Michele Sepe; Riccardo Bocchino, Tito Tebaldi; Alberto De Marchi, Tommaso D'Apice, Fabio Staibano; Marco Bortolami, Cornelius Casparus Van Zyll; Valerio Bernabo (capt), Mauro Bergamasco, Manoa Vosawai.
Reps: Andrea Manici, Matias Aguero, Dario Christolini, Joshua Furno, Giulio Toniolatti, Durandt Gerber, Francesco Minto
La cronaca è presto detta: l'Italia regge un primo tempo molto bloccato, chiuso sul 9-6 rimediato con tre piazzati su quattro tentati da Tito Tebaldi, a punire il tradizionale gioco ruvido dei Canucks, contro una punizione dell'estremo James Pritchard e un drop dell'apertura Ander Munro.
Nel secondo tempo il Canada spingeva sull'acceleratore; i nervi di Bernabò saltavano subito, arrivava il giallo, nel corso della superiorità numerica l'annaspante Italia subiva due mete. La prima immediata con uno sfondamento del pilone Jason Marshall bloccato a centimetri dalla linea, palla raccolta dal terza linea Carpenter e portata in meta; la seconda veniva marcata dallo stesso Marshall. Gli Azzurri non vedevano più palla, nel giro di dieci minuti arrivava la terza meta, di Pritchard lanciato dal flanker Man of the Match Chauncey O'Toole, Carneade del New Brunswick contrapposto a un certo Mauro Bergamasco, a portare l'ovale in mezzo ai pali.
Si ha un bel dire che i Canucks so'tosti, so' stati finalisti della Churchill Cup - peraltro a sorpresa - l'anno scorso in Usa: le loro "star" (tra le quali spiccano DTH van der Merwe di Glasgow e Jamie Cudmore di Clermont) sono ancora in ferie ...
L'analisi di Guidi è sconfortante: " Eravamo preparati a questo tipo di gara (molto fisica, ndr) e nel primo tempo lo abbiamo dimostrato, tenendo con efficacia in difesa. In attacco avremmo potuto concretizzare di più nei primi quaranta minuti, ed anche in avvio di ripresa con Vosawai abbiamo avuto un'occasione importante per andare in meta. Purtroppo - aggiunge Guidi - dopo il cartellino giallo a Bernabò e la prima meta canadese la squadra si è disunita, abbiamo lasciato che il Canada ci aggredisse e non siamo riusciti a reagire". Era il tipo di partita che gli Azzurri s'aspettavano, ma non son riusciti a gestirla: cose che capitano alle squadre poco squadre? Un team troppo focalizzato a offrire "esami di riparazione" a potenziali candidati alla Nazionale maggiore? Purtroppo nel rugby, sport di amalgama, raramente funziona così: solo ai Barbarians capita di vincere sistematicamente, sommando individualità che si ritrovano a cena la sera prima e poco più ...
Nel frattempo, a proposito di squadroni amalgamati, gli England Saxons schiantano gli Usa di Eddie O'Sullivan rifilandogli un clamoroso 87-8 e si meritano la nostra foto. Dodici mete a una, hat trick dell'ala di Worcester Miles Benjamin, doppietta per l'estremo dei Quins Mike Brown, undici trasformazioni su dodici per il giovane Rory Clegg dei Quins, uno di cui sentiremo riparlare. Della serie, come impressionare a livello individuale facendo marciare la macchina at full steam tutti assieme. Qualcuno dice, poca cosa questi Usa, meglio per noi che li avremo nel girone in Coppa del Mondo. Mah, noi pensiamo che tutto è relativo ...
Gli inglesi in campo:
England Saxons: M Brown (Harlequins); T Ojo (London Irish), H Trinder (Gloucester), B Twelvetrees (Leicester), M Benjamin (Worcester); R Clegg (Harlequins), M Young(Newcastle); M Mullan (Worcester), J Gray (Harlequins), M Stevens (Saracens), M Botha (Saracens), D Attwood (Gloucester), J Gaskell (Sale), T Johnson (Exeter), J Crane (Leicester, capt).
Replacements: D Paice (London Irish), K Brookes (Newcastle), G Kitchener (Worcester), J Gibson (London Irish), P Hodgson (London Irish), A Goode (Saracens), C Sharples (Gloucester Rugby).
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