Se Melegari sfida la Challenge italiana
Interno giorno: sala stampa degli Aironi allo Zaffanella di Viadana. L'argomento sul banco è la presentazione dei nuovi acquisti della franchigia mantovana per il prossimo anno di Celtic League. E di quello avremo modo di parlarne con calma, anche perché tutti si focalizzeranno qui; dal nostro punto di vista poche le sorprese: Orquera, d'Apice, i giovani Trevisan e Ferrarini. Tyson Keats a parte, vale una menzione anticipata il cannoniere Naas Olivier dai Cheetahs, una sorta alter-ego di DeWaal della Benetton. Da approfondire anche il rilascio di Mickey Wilson. Ma ne riparleremo con calma.
Perché si è discusso anche d'altro. Il ds Franco Tonni è tornato sul tema delle regole restrittuve imposte dalla Fir sui limiti per ruolo agli stranieri, facendo intravvedere il lavorìo diplomatico per arrivare alla gabola ooops, volevamo dire deroga: "noi che siamo copertissimi in seconda linea ma poco in terza - a differenza della Nazionale che in quel ruolo al momento ha diversi giocatori di qualità - potremmo a volte avere bisogno di un secondo straniero tra i flanker e la Federazione potrebbe lasciarci via libera in questo senso. Ad oggi, comunque, non abbiamo ancora firmato nessun giocatore straniero in terza linea".
La bòtta se la riserva però il presidente Silvano Melegari (nella foto, di fronte alle telecamere / © Right Rugby): senza troppi giri di parole e senza scomporsi nemmeno tanto, non le ha mandate a dire. "La Challenge Cup per le formazioni italiane è una illusione". Come come? Sì, proprio così e ne fornisce le evidenze: le scoppole rimediate sul campo.
I dati in effetti sono dalla sua. Per le società di Eccellenza impegnate nel torneo europeo è stato il solito annus horribilis, con le solite punte particolarmente negative e "disinteressate" nel senso peggiore del termine, addirittura contrarie all'etica del rugby che vorrebbe ogni partita onorata col massimo impegno, a maggior ragione se si tratta di difendere il proprio buon nome all'estero.
D'altronde stiamo parlando, rivela Melegari, di un "piatto-ricco-mi-ci-ficco" di ben 400.000 euro per società: la quota che a suo dire Fir stanzia per i quattro club che si aggiudichino i posti nella Euro Challenge. Soldi a fondo perduto e non pochi - sono circa un terzo/un quarto del normale bilancio di una Eccellente - usati però solo per cercare di mettere le mani sullo scudetto, mentre fuori dai confini le prestazioni rimangono quello che sono. Tali fondi sarebbero elargiti aiutare il rugby italiano a ben figurare a livello europeo, ma visti i risultati "sarebbe meglio che la federazione li investisse per altre cose", dichiara il presidente degli Aironi. Dritto al punto.
Perché si è discusso anche d'altro. Il ds Franco Tonni è tornato sul tema delle regole restrittuve imposte dalla Fir sui limiti per ruolo agli stranieri, facendo intravvedere il lavorìo diplomatico per arrivare alla gabola ooops, volevamo dire deroga: "noi che siamo copertissimi in seconda linea ma poco in terza - a differenza della Nazionale che in quel ruolo al momento ha diversi giocatori di qualità - potremmo a volte avere bisogno di un secondo straniero tra i flanker e la Federazione potrebbe lasciarci via libera in questo senso. Ad oggi, comunque, non abbiamo ancora firmato nessun giocatore straniero in terza linea".
La bòtta se la riserva però il presidente Silvano Melegari (nella foto, di fronte alle telecamere / © Right Rugby): senza troppi giri di parole e senza scomporsi nemmeno tanto, non le ha mandate a dire. "La Challenge Cup per le formazioni italiane è una illusione". Come come? Sì, proprio così e ne fornisce le evidenze: le scoppole rimediate sul campo.
I dati in effetti sono dalla sua. Per le società di Eccellenza impegnate nel torneo europeo è stato il solito annus horribilis, con le solite punte particolarmente negative e "disinteressate" nel senso peggiore del termine, addirittura contrarie all'etica del rugby che vorrebbe ogni partita onorata col massimo impegno, a maggior ragione se si tratta di difendere il proprio buon nome all'estero.
D'altronde stiamo parlando, rivela Melegari, di un "piatto-ricco-mi-ci-ficco" di ben 400.000 euro per società: la quota che a suo dire Fir stanzia per i quattro club che si aggiudichino i posti nella Euro Challenge. Soldi a fondo perduto e non pochi - sono circa un terzo/un quarto del normale bilancio di una Eccellente - usati però solo per cercare di mettere le mani sullo scudetto, mentre fuori dai confini le prestazioni rimangono quello che sono. Tali fondi sarebbero elargiti aiutare il rugby italiano a ben figurare a livello europeo, ma visti i risultati "sarebbe meglio che la federazione li investisse per altre cose", dichiara il presidente degli Aironi. Dritto al punto.
8 commenti:
Melegari ha perso una buona occasione per stare zitto... visto che può vantare contro il Connacht un risultato PEGGIORE di quello del Prato , nonostante un budget sestuplo, il contributo ERC della HC che è molto più alto ed anche i soldi FIR...
Capisco lo avesse detto Zatta...
Inoltre dimentica volutamente che i contributi per le coppe europee NON SONO DELLE FEDERAZIONI! sono DEI CLUB ! la distribuzione viene decisa dalle leghe , LNR in francia ad esempio e finchè esisteva , dalla LIRE in italia , proprio il tentativo di mettere le mani su quei soldi spinse la FIR a farla fuori..
La domanda sorge spontanea: di dove arrivano quei soldi? E' la Erc a erogarli in toto? Allora avresti ragione. Quanto alla Lire, mi ripormetto di farci un post a breve. Il punto è, che senso ha la Lega in un Paese che ha deciso (chi l'ha deciso?) di uscire dal professionismo, ghettizzandolo nella riserva indiana celtica?
Se i soldi provengono invece anche solo in parte dalla Fir, sarebbe il caso che questa li erogasse a ragion veduta, per lo scopo cui sono dedicati. Si svegliasse un filino insomma.
Come dimenticare infatti la dichiarazione addirittura esplicita di una squadra romana un paio di stagioni fa: in Challenge solo i panchinari; come dimenticare lo stadio mediamente più affollato d'Italia - quello della finale della scorsa settimana - deserto durante le prestazioni di coppa della sua squadra?
Sono cose indegne per uno sport che reclama a ogni piè sospinto la sua "diversity" e di fondarsi ancora su un set valoriale distintivo, cheimporrebbe il massimo impegno in ogni situazione, a maggior ragione contro chi venga da lontano. Il contrario del prevalere anche esplicito, quindi arrogante e insolente, degli interessi di bottega, provinciale per giunta. Prendi i soldi e scappa? Allora meglio darli a Melegari, che con gli stranieri si deve scontrare ogni settimana!
Quanto alle prestazioni, chi è senza peccato ... stendiamo un pietoso velo PER TUTTI; persino per quel club che prevale sugli altri italiani ad ogni stagione per impegno internazionale (e punti incassati): come dimenticare le sconfitte in casa coi romeni o fuori con gli spagnoli, ancorchè poi annullate per un cavillo? Prima vittoria esterna di sempre degli Oaks, prima vittoria assoluta degli spagnoli: son robe che restano per sempre nelle statistiche ...
Senza poi contare che le affermazioni di Melegari andrebbero "contestualizzate": ovviamente ce l'ha con i soci parmigiani delgi Aironi, che promettono sponsor ma non mantengono e intanto incassano i contributi Fir (almeno una di esse), non poca cosa rispetto ai budget d'Eccellenza.
L'è tutta una lotta tra poveri, un sistema chiuso dove è proibito anche solo pensare di volare alto, dove come diceva Totò "si vivacchia".
La ERC è l'ente che organizza Heineken Cup e Challenge Cup, ed introita le sponsorizzazioni del torneo ed i diritti televisivi.
Sono molti soldi ; e vengono ripartiti secondo nazioni e risultati.
A parte le celtiche, dove le squadre sono partecipate o di proprietà delle federazioni, negli altri posti la ripartizione all'interno della nazione è fatta dalla lega , LNR in Francia, PRL in Inghilterra.
Proprio per questo Francesi ed inglesi vedono con estremo sfavore selezioni federali o la gestione federale dei contributi , hanno fatto a suo tempo una vera battaglia per tenerseli.
La LIRE è stata fatta scoppiare quando , dopo l'uscita di Calvisano e Benetton ha deciso di riequilibrare la divisione dei contributi ERC, in precedenza 300.000 euro per la HC e 100,000 per la CC.
ma la LIRE meriterebbe eccome un articolo.
OT: giusto per informazione, l'articolo qui sopra è stato copincollato paro paro e pubblicato su un giornale di Mantova. Senza ovviamente dar credito allo stesore o al sito RR, ci mancherebbe.
Lo sottolineiamo perchè non vorremmo mai che qualcuno di quelle parti capitato qui in questo blogghettino, pensasse che siamo noi a copincollare gli articoli dei giornali di provincia senza specificare la fonte.
... E magari sono pure capaci di rompere le scatole se qualcuno riporta il testo di un loro articolo con tanto di fonte e link...
Che vergogna
eccerto chessì.
E' come a scuola, ci sono anche i copioni che si vergognano. Non è la prima volta che ci capita di trovar nostri "contributi" originali copincollati senza ricever credito.
Ma va bene lo stesso: per una volta, invece di copincollare comunicati stampa o focalizzarsi su gossip & titoloni, chissà che la frequentazione non aiuti certi opinionisti del web molto più quotati di noi per ottime ragioni, a distinguere un po' alla volta un ovale da un pallone di calcio.
Siamo in missione per conto di William Webb Ellis ... ;)
@Abr: ah sì? E ci paga? :D
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