Ruck is formed
Il countdown non si arresta: mancano 49 giorni al Mondiale in Nuova Zelanda e tanto vale staccarsi un attimo dall'attualità per soffermarsi su un argomento che al torneo sarà di... stretta attualità. La ruck. Quella fase di contesa del possesso che senza dubbio sarà sotto la lente di ingrandimento degli arbitri e delle polemiche: dovrà essere adottato un metro di misura chiaro, che lasci poco spazio alle interpretazioni e che metta ordine in particolare quando da quelle parti si aggireranno personaggi come Richie McCaw e affini.
Dan Cottrell è il volto del sito betterrugbycoaching.com e offre una piccola guida per capirci qualcosa e che speriamo possa essere utile.
Dentro tutti, anzi no - Il Cottrell sottolinea come nel corso del Six Nations 2011 sia il Galles che la Francia abbiano applicato una delle due ipotesi sull'impiego di uomini in ruck: chi ancora opta per il dentro tutti a contendere l'ovale, chi uno o più tipicamente due giocatori (è il caso di praticamente tutte le nazionali oramai, Italia inclusa). Da ciò dipende il numero di uomini schierati fuori dal raggruppamento e pertanto della consistenza della linea delle guardie: gente che deve muoversi velocemente per prendere posizione. Spesso si posizionano alla distanza di un braccio dalla ruck oppure di un metro, sui blocchi di partenza per andare all'arrembaggio del ball carrier dopo un pick & go o del mediano di mischia che si prepara al calcio di liberazione se sotto pressione nella propria area dei 22 metri.
Numero 1 - C'è chi la chiama guardia, chi opta per il termine colonna, chi lo indica con la lettera A o chi con il numero 1. E' l'uomo che svolge un ruolo vitale difensivamente parlando, perché è lui a settare la linea Maginot oltre la quale l'attacco avversario non deve andare e si posizione fisicamente in modo tale da stoppare l'arrembaggio. Il Cottrell ricorda come nel caso del calcio dalla base del mediano, la guardia in questione dovrebbe stare sui blocchi di partenza, piegato in avanti, per assicurarsi quello scatto necessario per stoppare il tentativo di allontanamento dell'ovale, allungando le braccia o puntando dritto sul mediano. Sottolinea che spesso si aiuta con l'appoggio di una mano sul terreno di gioco, come fanno i linebacker nel football americano. Più ci si avvicina alla linea di meta - e quindi più la squadra con il possesso è alle strette -, è consigliabile avere entrambe le mani a terra. Il minimo accenno al movimento dell'ovale fuori dalla ruck corrisponde dunque al colpo esploso dagli starter alle gare di 100 metri.
In poche parole, la guardia dev'essere a gain-line bully, il bullo che va a prendersi la linea del vantaggio.
Il cane, fedele amico - Non stiamo parlando di quello a quattro zampe, ma del giocatore più vicino alla guardia: the guard dog. Oppure B o ancora 2, seguendo il codice sopra menzionato. Ha tre compiti da svolgere in situazione di ruck. Anzitutto, si focalizza sul mediano di mischia, conscio del fatto che ormai i numeri 9 tendono ad attaccare la linea per guadagnare qualche altro metro. Deve dunque tenere d'occhio possibili buchi nella diga, fossero anche spazi piccoli dove il mediano avversario può comunque muovere le gambe.
In secondo luogo, sottolinea il Cottrell, è quello che deve andare a prendersi l'avversario al quale il mediano ha consegnato il pallone. Per questo motivo, non può starsene accovacciato nei pressi della ruck per sbucare fuori all'improvviso e affamato di sangue, ma deve garantirsi una visuale molto più ampia e completa per capire da che parte possano giungere i pericoli. Il tutto dipende dal tipo di gioco della squadra che si ha di fronte: se ama muovere palla al largo, la guard dog può concedersi un po' di distanza dalla prima guardia, altrimenti se è un team che punta sulla forza degli avanti, il Cottrell raccomanda di non starsene a più di un braccio lontani dal primo uomo.
Dai punti uno e due, deriva il terzo: a lui spetta il compito di non permettere ad un inside runner di tagliare in due la linea di difesa e aprire falle nella diga.
Io chi faccio? - La nostra guida indica che solitamente il primo uomo a non contestare il possesso in ruck, si assume il compito di fare da pilastro, da guardia A, mentre il secondo va a mettersi nella posizione di guardia B. Spesso il primo uomo fuori dal raggruppamento impartisce gli ordini. Alle loro spalle, si posizionano altri due uomini, per assicurare la dovuta copertura, mentre il resto della squadra si schiera al largo. Importante il ruolo dell'arbitro: è il suo ordine, "Ruck stops here" a far capire alla difesa quando è il momento di prendere posizione, velocemente.
Tutto questo rispettando le regole del caso (il placcatore che rotola via, la linea del fuorigioco, etc.), si capisce.
I migliori secondo Cottrell - Ne indica quattro. Tra cui il nostro Martin Castrogiovanni, ottimo segugio di mediani che provano a partire dalla base. Del gruppo fa parte la terza linea inglese (e capitano della nazionale di Martin Johnson) Lewis Moody. Compagno di reparto il terzo indicato: il neozelandese Jerome Kaino. E infine il tallonatore gallese Richard Hibbard, considerato un grande second-ruck defender.
Dan Cottrell è il volto del sito betterrugbycoaching.com e offre una piccola guida per capirci qualcosa e che speriamo possa essere utile.
Dentro tutti, anzi no - Il Cottrell sottolinea come nel corso del Six Nations 2011 sia il Galles che la Francia abbiano applicato una delle due ipotesi sull'impiego di uomini in ruck: chi ancora opta per il dentro tutti a contendere l'ovale, chi uno o più tipicamente due giocatori (è il caso di praticamente tutte le nazionali oramai, Italia inclusa). Da ciò dipende il numero di uomini schierati fuori dal raggruppamento e pertanto della consistenza della linea delle guardie: gente che deve muoversi velocemente per prendere posizione. Spesso si posizionano alla distanza di un braccio dalla ruck oppure di un metro, sui blocchi di partenza per andare all'arrembaggio del ball carrier dopo un pick & go o del mediano di mischia che si prepara al calcio di liberazione se sotto pressione nella propria area dei 22 metri.
Numero 1 - C'è chi la chiama guardia, chi opta per il termine colonna, chi lo indica con la lettera A o chi con il numero 1. E' l'uomo che svolge un ruolo vitale difensivamente parlando, perché è lui a settare la linea Maginot oltre la quale l'attacco avversario non deve andare e si posizione fisicamente in modo tale da stoppare l'arrembaggio. Il Cottrell ricorda come nel caso del calcio dalla base del mediano, la guardia in questione dovrebbe stare sui blocchi di partenza, piegato in avanti, per assicurarsi quello scatto necessario per stoppare il tentativo di allontanamento dell'ovale, allungando le braccia o puntando dritto sul mediano. Sottolinea che spesso si aiuta con l'appoggio di una mano sul terreno di gioco, come fanno i linebacker nel football americano. Più ci si avvicina alla linea di meta - e quindi più la squadra con il possesso è alle strette -, è consigliabile avere entrambe le mani a terra. Il minimo accenno al movimento dell'ovale fuori dalla ruck corrisponde dunque al colpo esploso dagli starter alle gare di 100 metri.
In poche parole, la guardia dev'essere a gain-line bully, il bullo che va a prendersi la linea del vantaggio.
Il cane, fedele amico - Non stiamo parlando di quello a quattro zampe, ma del giocatore più vicino alla guardia: the guard dog. Oppure B o ancora 2, seguendo il codice sopra menzionato. Ha tre compiti da svolgere in situazione di ruck. Anzitutto, si focalizza sul mediano di mischia, conscio del fatto che ormai i numeri 9 tendono ad attaccare la linea per guadagnare qualche altro metro. Deve dunque tenere d'occhio possibili buchi nella diga, fossero anche spazi piccoli dove il mediano avversario può comunque muovere le gambe.
In secondo luogo, sottolinea il Cottrell, è quello che deve andare a prendersi l'avversario al quale il mediano ha consegnato il pallone. Per questo motivo, non può starsene accovacciato nei pressi della ruck per sbucare fuori all'improvviso e affamato di sangue, ma deve garantirsi una visuale molto più ampia e completa per capire da che parte possano giungere i pericoli. Il tutto dipende dal tipo di gioco della squadra che si ha di fronte: se ama muovere palla al largo, la guard dog può concedersi un po' di distanza dalla prima guardia, altrimenti se è un team che punta sulla forza degli avanti, il Cottrell raccomanda di non starsene a più di un braccio lontani dal primo uomo.
Dai punti uno e due, deriva il terzo: a lui spetta il compito di non permettere ad un inside runner di tagliare in due la linea di difesa e aprire falle nella diga.
Io chi faccio? - La nostra guida indica che solitamente il primo uomo a non contestare il possesso in ruck, si assume il compito di fare da pilastro, da guardia A, mentre il secondo va a mettersi nella posizione di guardia B. Spesso il primo uomo fuori dal raggruppamento impartisce gli ordini. Alle loro spalle, si posizionano altri due uomini, per assicurare la dovuta copertura, mentre il resto della squadra si schiera al largo. Importante il ruolo dell'arbitro: è il suo ordine, "Ruck stops here" a far capire alla difesa quando è il momento di prendere posizione, velocemente.
Tutto questo rispettando le regole del caso (il placcatore che rotola via, la linea del fuorigioco, etc.), si capisce.
I migliori secondo Cottrell - Ne indica quattro. Tra cui il nostro Martin Castrogiovanni, ottimo segugio di mediani che provano a partire dalla base. Del gruppo fa parte la terza linea inglese (e capitano della nazionale di Martin Johnson) Lewis Moody. Compagno di reparto il terzo indicato: il neozelandese Jerome Kaino. E infine il tallonatore gallese Richard Hibbard, considerato un grande second-ruck defender.
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