mercoledì 20 luglio 2011

Tindall conta i giorni

Quelli che lo separano dal matrimonio e quelli che ancora mancano prima che prenda il via il Mondiale neozelandese. Il capitano dell'Inghilterra, il trequarti del Gloucester, Mike Tindall, sa come tenersi impegnato anche d'estate. Sta smaltendo del tutto l'infortunio alla caviglia che gli ha bloccato la stagione dopo la partita di Six Nations contro lo Scozia e confida che al momento la preoccupazione maggiore è quella di riuscire ad azzeccare i regali per la fidanzata, Zara Phillips (insieme nella foto), la figlia della principessa Anna e, quindi, nipote della regina Elisabetta. Tra dieci giorni dalle parti di Edimburgo (come già narrammo al trepidante pubblico italiano appena uscì lo scoop su data e location) , la coppia convolerà a nozze e Tindall finirà dritto dritto nel gruppo della famiglia reale, cosa che non gli provoca imbarazzi.
Ha raccontato che dopo tutto da quelle parti respirano rugby: Anna presenzia ai match della nazionale scozzese in veste di rappresentante del rugby di lassù, come del resto anche i principi William (Inghilterra) quanto Harry (Galles), i quali si fanno vedere spesso a Twickenham (una delle prime uscite tra il duca di Cambridge e Kate Middleton avvenne proprio durante una partita di Sei Nazioni, contro l'Italia). E ha aggiunto come vivere a Cheltenham, prestigiosa località nel Gloucestershire lontana dalla mediatica Londra, abbia aiutato a non avere pressioni e attenzioni fastidiose per le sua storia d'amore: "In campagna sono libero di vivere la mia vita, di giocare a rugby e di vedere gli amici". Con i regali, però, è tutto un altro paio di maniche perché "non so mai se piaceranno o meno a Zara". In ogni caso non sarà certo quel regalino - rifarsi il naso - che la futura suocera forse s'aspettava ...
Non partiranno per la luna di miele: il 6 agosto l'Inghilterra affronta il Galles a Londra e Tindall non vuole mancare. L'obiettivo non è solo quello di andare davvero in Nuova Zelanda, ma di guadagnarsi i gradi di capitano come accaduto nel Six Nations, data anche l'assenza di Lewis Moody: "Capitanare una squadra è meraviglioso perché è un onore. Mostra quanto sei rispettato e creduto. Ma il rugby è tutta una questione di gioco: sei scelto come capitano per quello che fai sul campo e per come sei d'esempio agli altri. Per essere capitano, devi giocare da capitano".
Con la maglia inglese ha collezionato 70 caps e segnato 74 punti (14 mete e due conversioni). Si è rimesso in forma: "La scorsa stagione pesavo 108 chili e mi sentivo troppo pesante. Adesso sono appena sopra i cento". Sette chili lasciati per strada per sentirsi meglio e forse per essere più comodo anche con l'abito di cerimonia addosso. Punta tutto sul fatto che l'Inghilterra sia guidata da Martin Johnson, campione del mondo da giocatore e capitano nel 2003: "E' un uomo molto intelligente che capisce il rugby ed è già stato in una finale di World Cup. Sa come ci si sente. E' importante avere in squadra gente che è passata per i periodi migliori e peggiori". Tutta esperienza.
Nella finale in questione, quella in Australia, c'era anche lui, col numero 12 sulle spalle nonostante giocasse outside centre. "Avevamo lavorato sodo per tanto tempo e tutti si attendevano che vincessimo: quando ce l'abbiamo fatta, è stato stupendo". Se quello è stato il suo momento migliore, rimpiange di non aver mai preso parte ad un tour dei Lions, ma in calendario c'è quello australiano del 2013 e Tindall non ha alcuna intenzione di smettere prima. Con buona pace di Zara che la luna di miele magari vorrebbe anche farla, prima o poi. 

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