L'Argentina comanda mezz'ora e il Galles ringrazia
E' finita 28-13 al Millennium Stadium di Cardiff ieri pomeriggio tra Galles e Argentina. I padroni di casa chiudono la loro serie di warm up matches con due vittorie e una sconfitta (quella con gli inglesi all'andata a Twickenham), ma non hanno motivi per cui sentirsi sicuri in vista del Mondiale. Quanto ai Pumas, la storia è un po' sempre la stessa: il gruppo è fatto di giocatori che trascorrono 3/4 dell'anno in club diversi di diversi campionati e il primo lavoro da portare a compimento è quello di instaurare un amalgama tra loro. Il modus operandi rimane comunque il solito: atteggiamento da underdog, prima missione rallentare la manovra avversaria se non addirittura imbambolarla del tutto e poi si attacca come si può.
La riprova è nella prima mezz'ora di gara, con i gallesi che lasciano in silenzio i loro tifosi sugli spalti. Il XV schierato da Warren Gatland non macina e non ingrana, i trequarti rimangono ai blocchi di partenza, gli avanti non scalfiscono. Dall'altra parte del fronte, il primo quarto è tutto di marca Pumas: ottima difesa che ruba centimetri preziosi, ottima sensibilità al piede degli addetti al compito (eccezion fatta per un Felipe Contepomi annebbiato e impreciso). Si distinguono l'estremo Martin Rodriguez Gurruchage e la verve del mediano di mischia Nicolas Vergallo. I due centri avversari Jamie Roberts e Jonathan Davies vengono immediatamente targettati mentre tentano invano di pattare contro la linea difensiva che si para loro davanti. Al contrario, l'Argentina si muove bene nei lati chiusi e recupera posizioni quando il gioco si fa rotto, impedendo al Galles si sfogarsi.
Il problema è che i sudamericani non mettono da parte i punti: Contepomi sblocca il risultato solo 28', con un palo-dentro dalla zolla dove aveva sbagliato ad inizio partita. Al 31' arriva il secondo errore dell'apertura con i gradi di capitano. E poi c'è il pack in sofferenza sulla spinta gallese. Rodrigo Roncero e Juan Figallo vanno in apnea troppo rapidamente, quasi a simbolizzare il tracollo dopo i primi trenta minuti disputati al meglio dai compagni. Con una piattaforma alla quale affidarsi, il Galles può dunque mettere naso nella metà campo opposta e pensare di portare a casa qualcosa.
Il dominio territoriale argentino svanisce al 35', quando Andy Powell galoppa in aria di meta servito dalla seconda linea Alun-Wyn Jones che raccoglie da terra l'ovale dopo l'avanzata dei cingolati che prende in contropiede la trincea nemica. Il fatto che sia Powell ad aprire i giochi è altrettanto emblematico del fatto che la fanteria di Gatland ha le polveri nettamente bagnate. Inoltre, in profondità non può fare affidamento ad un Lee Byrne fuori condizione, mentre James Hook come apertura non è una garanzia: se non c'è Mike Phillips come numero 9 a pompare di leziosità il gioco al largo, c'è il nuovo acquisto del Perpignan.
Al contrario, al 38' il mediano Tavis Knoyle si esibisce in uno scatto alla Shane Williams, complici le guardie avversarie che stanno letteralmente a guardare quello che Knoyle ha intenzione di fare dai propri 22 anziché braccarlo. E il mediano serve Roberts che gira per George North, uno già in palla che accelera e sfugge a Contepomi lungo la fascia sinistra prima di consegnare il vassoio con le vivande ad AW Jones che chiude l'azione con lo scatto finale e si premia per una bella prestazione complessiva. Si va negli spogliatoi sul 14-3 e con i Pumas nel recinto.
Con la ripresa, Hook allunga dalla piazzola per un penalty concesso dalla mischia argentina. In compenso è altalenante la touch gallese: al 51' sempre Hook decide di non piazzare, ma di andare nei 22 per permettere ai suoi di cercare la marcatura pesante che non arriva perché i sudamericani soffiano il pallone sul lancio di Richard Hibbart. Così al 53' l'apertura va per i pali e fissa il 20-3 che fa dire al commentatore di casa: contro l'Argentina è un ottimo risultato.
L'ossigeno cala nelle menti bianco-celesti, Juan Martin Lobbe si becca un giallo dal francese Poit per un placcaggio pericoloso in aria su AW Jones: non è un fallo intenzionalmente cattivo, ma semplicemente il risultato di un focus sbiadito. Con il trascorrere dei minuti, entrano Aled Brew e i giovani Scott e Lloyd Williams, mentre la vecchia guardia dei Pumas è contrassegnata anche dall'ingresso in prima linea di Martin Scelzo per Roncero.
Al 72' North rimarca la propensione alla marcatura chiudendo su assist interno di Davies un'azione finalmente giocata al largo secondo i dettami dello sport in questione per il momentaneo 25-6. E' solo questione di attendere la fine, anche se l'orgoglio degli ospiti trova spazio al 77' con la maul avanzante da rimessa laterale che consente a Scelzo di marcare cinque punti. Contepomi converte per il risultato definitivo.
Se tra gli avanti il Galles ha dell'equilibrio, dovrà cercarlo tanto nell'apertura quanto nel triangolo allargato e le due cose vanno di pari passo. Con uno Stephen Jones pienamente recuperato, Hook potrebbe finire a numero 15 dal momento che il Lee Byrne visto ieri non offre garanzie e a Davies non si possono chiedere in continuazione straordinari nel ripiegare a difesa. Si è visto poco Leigh Halfpenny: dovesse andare in Nuova Zelanda, da una parte sarà bloccato da S. Williams, dall'altra da North.
L'Argentina quattro anni fa si qualificò terza, sconfiggendo due volte la Francia e cedendo in semifinale solo al Sud Africa poi campione. Sono passati per l'appunto quattro anni e molti dei pezzi grossi hanno le rughe sul volto e nel fisico: dai Roncero ai Mario Ledesma, dai Paticio Albacete ai Juan Leguizamon che vengono spremuti per bene nei club europei. Non mancano tuttavia i gesti singoli atletici che sottolineano i buoni propositi. Il 10 settembre affronta l'Inghilterra nella prima partita di Coppa: hanno ancora i Pumas una ventina di giorni per affiatarsi al meglio (in ogni senso) e tentare da subito di sconquassare qualche piano.
La riprova è nella prima mezz'ora di gara, con i gallesi che lasciano in silenzio i loro tifosi sugli spalti. Il XV schierato da Warren Gatland non macina e non ingrana, i trequarti rimangono ai blocchi di partenza, gli avanti non scalfiscono. Dall'altra parte del fronte, il primo quarto è tutto di marca Pumas: ottima difesa che ruba centimetri preziosi, ottima sensibilità al piede degli addetti al compito (eccezion fatta per un Felipe Contepomi annebbiato e impreciso). Si distinguono l'estremo Martin Rodriguez Gurruchage e la verve del mediano di mischia Nicolas Vergallo. I due centri avversari Jamie Roberts e Jonathan Davies vengono immediatamente targettati mentre tentano invano di pattare contro la linea difensiva che si para loro davanti. Al contrario, l'Argentina si muove bene nei lati chiusi e recupera posizioni quando il gioco si fa rotto, impedendo al Galles si sfogarsi.
Il problema è che i sudamericani non mettono da parte i punti: Contepomi sblocca il risultato solo 28', con un palo-dentro dalla zolla dove aveva sbagliato ad inizio partita. Al 31' arriva il secondo errore dell'apertura con i gradi di capitano. E poi c'è il pack in sofferenza sulla spinta gallese. Rodrigo Roncero e Juan Figallo vanno in apnea troppo rapidamente, quasi a simbolizzare il tracollo dopo i primi trenta minuti disputati al meglio dai compagni. Con una piattaforma alla quale affidarsi, il Galles può dunque mettere naso nella metà campo opposta e pensare di portare a casa qualcosa.
Il dominio territoriale argentino svanisce al 35', quando Andy Powell galoppa in aria di meta servito dalla seconda linea Alun-Wyn Jones che raccoglie da terra l'ovale dopo l'avanzata dei cingolati che prende in contropiede la trincea nemica. Il fatto che sia Powell ad aprire i giochi è altrettanto emblematico del fatto che la fanteria di Gatland ha le polveri nettamente bagnate. Inoltre, in profondità non può fare affidamento ad un Lee Byrne fuori condizione, mentre James Hook come apertura non è una garanzia: se non c'è Mike Phillips come numero 9 a pompare di leziosità il gioco al largo, c'è il nuovo acquisto del Perpignan.
Al contrario, al 38' il mediano Tavis Knoyle si esibisce in uno scatto alla Shane Williams, complici le guardie avversarie che stanno letteralmente a guardare quello che Knoyle ha intenzione di fare dai propri 22 anziché braccarlo. E il mediano serve Roberts che gira per George North, uno già in palla che accelera e sfugge a Contepomi lungo la fascia sinistra prima di consegnare il vassoio con le vivande ad AW Jones che chiude l'azione con lo scatto finale e si premia per una bella prestazione complessiva. Si va negli spogliatoi sul 14-3 e con i Pumas nel recinto.
Con la ripresa, Hook allunga dalla piazzola per un penalty concesso dalla mischia argentina. In compenso è altalenante la touch gallese: al 51' sempre Hook decide di non piazzare, ma di andare nei 22 per permettere ai suoi di cercare la marcatura pesante che non arriva perché i sudamericani soffiano il pallone sul lancio di Richard Hibbart. Così al 53' l'apertura va per i pali e fissa il 20-3 che fa dire al commentatore di casa: contro l'Argentina è un ottimo risultato.
L'ossigeno cala nelle menti bianco-celesti, Juan Martin Lobbe si becca un giallo dal francese Poit per un placcaggio pericoloso in aria su AW Jones: non è un fallo intenzionalmente cattivo, ma semplicemente il risultato di un focus sbiadito. Con il trascorrere dei minuti, entrano Aled Brew e i giovani Scott e Lloyd Williams, mentre la vecchia guardia dei Pumas è contrassegnata anche dall'ingresso in prima linea di Martin Scelzo per Roncero.
Al 72' North rimarca la propensione alla marcatura chiudendo su assist interno di Davies un'azione finalmente giocata al largo secondo i dettami dello sport in questione per il momentaneo 25-6. E' solo questione di attendere la fine, anche se l'orgoglio degli ospiti trova spazio al 77' con la maul avanzante da rimessa laterale che consente a Scelzo di marcare cinque punti. Contepomi converte per il risultato definitivo.
Se tra gli avanti il Galles ha dell'equilibrio, dovrà cercarlo tanto nell'apertura quanto nel triangolo allargato e le due cose vanno di pari passo. Con uno Stephen Jones pienamente recuperato, Hook potrebbe finire a numero 15 dal momento che il Lee Byrne visto ieri non offre garanzie e a Davies non si possono chiedere in continuazione straordinari nel ripiegare a difesa. Si è visto poco Leigh Halfpenny: dovesse andare in Nuova Zelanda, da una parte sarà bloccato da S. Williams, dall'altra da North.
L'Argentina quattro anni fa si qualificò terza, sconfiggendo due volte la Francia e cedendo in semifinale solo al Sud Africa poi campione. Sono passati per l'appunto quattro anni e molti dei pezzi grossi hanno le rughe sul volto e nel fisico: dai Roncero ai Mario Ledesma, dai Paticio Albacete ai Juan Leguizamon che vengono spremuti per bene nei club europei. Non mancano tuttavia i gesti singoli atletici che sottolineano i buoni propositi. Il 10 settembre affronta l'Inghilterra nella prima partita di Coppa: hanno ancora i Pumas una ventina di giorni per affiatarsi al meglio (in ogni senso) e tentare da subito di sconquassare qualche piano.
2 commenti:
Beh, direi che i gallesi han mostrato nelle ultime due gare (e parzialmente anche nella prima a Twickenham), di esser diventati quello che non sono mai stati: cinici, capaci di giocar molto in difesa per poi ripartire e concretizzare. Una Nuova Zelanda de'noantri, con un po' di sofferenza in più: il loro sogno sempiterno, o perlomeno quello di Gatland.
Certo è a mio avviso che saran proprio il cinismo e la strordineria umiltè le armi giuste in mano ai gallesi per uscirne finalmente vivi da quel girone mondiale con Fiji e Samoa. Altro che galoppate in campo aperto del passato a chi ne ha di più.
Quanto ai Gauchos, mascherano molto bene con l'esperienza sopraffina la mancanza di fiato e idee. Quanto gli manca un fuoriclasse vero, quel che il pur bravo Contepomi non è mai stato: un JM Hernandez! (Notato com'è sparito il testa lucida per tutto il secondo tempo?).
Forse gli basterebbe almeno trovare un finalizzatore potente traq i 3/4, alla Corleto 2007. Non è Imhoff, l'altro Pamapa subentrato nel secondo tempo.
Così come sono i Pumas azzannano ma non staccano quarti di carne e paiono purtroppo poca cosa.
Anche se, beati loro, giocano in un girone del tutto alla loro portata.
Un suggerimento che mi sentirei di dare ai cugini Gauchos: Ledesma ha 38 anni e si vede.
E' già passato nei ranghi dei coach (è fuori da Clemont, caro Fusetti che me l'hai confuso con Roncero in telecronaca ed è stato assunto dallo Stade Francais come assistant per gli avanti).
Meglio sarebbe stato investire nell'hooker Agustin Creevy, capitano dei PampasXV vincitori della Vodacom Cup in Sudafrica. Che tanto di esperienza in prima linea e in tutto il pack ne han da vendere.
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