domenica 25 settembre 2011

Doccia scozzese sugli scozzesi


Sep 25, 2011, 20:30 local, 07:30 GMT, 09:30 CEST
Venue: Westpac Stadium, Wellington
Argentina 13 - 12 Scotland
Half-time: 3 - 6
Tries: Gonzalez Amorosino
Cons: Contepomi
Pens: Contepomi 2
Pens: Jackson, Paterson
Drops: Jackson, Parks

Gli scozzesi eran sempre riusciti a qualificarsi alle fasi ad eliminazione diretta dei Mondiali, ma dopo questa sconfitta sotto la pioggia, sarà dura come il ferro confermarsi. Gli rimane infatti la speranziella de'gnente di eliminare l'Inghilterra, cui basta un bonus difensivo per finire prima in ogni caso, nello scontro diretto; ai Pumas per passare con certezza ai quarti di finale, basta raccogliere una vittoria con bonus contro la Georgia nel prossimo turno - affare da non prender sottogamba ma alla loro portata.

Siam partiti dalle conseguenze di questa gara tiratissima sotto i crescenti e ventosi scrosci della primavera nella Windy City perché tutto il resto è stato una conferma, a partire dai valori pressocché equivalenti nelle sostanziali diversità di fondo di due team mono-toni e molto ben caratterizzati.
Alla fine passa la squadra che ha avuto la possibilità di inserire l'unica variante allo schema di guadagno territoriale coi piedi o passo dopo passo: l'eroe di giornata Lucas Amorosino (non per vantarci, già presente nella nostra formazione Mondiale ideale in carica), l'unico Pumas capace di puntare diretto all'area di meta. Alla fine anzi oltre, in extra-time, cede la squadra che mostra meno nervi, estraendo con fretta incomprensibile l'ultima palla dalla ruck per il tentativo di drop di Dan Parks. Insomma, una vittoria di chi ha saputo gestirsi meglio ... le palle.
L'Argentina parte meglio, mostrando mezz'ora di skill difensivi individuali da libro di testo: come s'avventano sul portatore di palla, prima che arrivi il sostegno! Appena riconquistano palla, avanti pazienti senza avventure, metro dopo metro di pick and go e guadagno territoriale al piede. Gli scozzesi, stubborn, insistono sul possesso con le loro percussioni di qua e di là e le due ali Max Evans e Sean Lamont incaricati di far gli avanzamenti notevoli, l'uno con l'elettricità l'altro con la potenza, alternati a qualche calcio territoriale. E si riprendono in rimessa laterale i possessi che perdono nel gioco aperto, mentre la mischia ordinata non si chiarisce. Un gioco certamente più "espansivo" che nel passato quello della Scozia di Andy Robinson, ma così prevedibile da risultare noioso quasi quanto l'aerial ping pong.
Eppure, dàlle e dàlle, il tempo che passa par far scivolare la storia dalla parte dei Cardi: già nel primo tempo i vecchi Pumas perdono progressivamente pezzi sotto l'attrito costante (Fernandez Llobe, Rodrigo Roncero), smettono di recuperare ovali dalle ruck, Felipe Contepomi e Santiago Fernandez sono piazzatori non molto affidabili in queste condizioni atmosferiche, con una di efficacia del 50% quando va bene .
L'iniziale vantaggio 3-0 siglato da Contepomi dura mezz'ora dopo un errore e un tentativo di drop di Fernandez; gli scozzesi pareggiano con Chris Paterson (un errore anche per lui in precedenza), poi passano a vincere il primo tempo con un bel piazzato lungo di Ruaridh Jackson.
I Pumas con fatica immane pervengono al pareggio con Contepomi (dopo un altro errore) all'ora di gioco, ma Jackson risponde immediatamente con un bel drop. Sostituito da DanParks, per non essere da meno anche questi piazza il suo drop bello teso al 72'. Sei punti di margine a otto minuti dalla fine: il primo mini-break in una partita chiusissima parrebbe la sigla finale, mamma metti il caffè sulla stufa che arriviamo a casa.

Invece no: un minuto dopo i Pumas sviluppano un attacco sulla destra, Lucas Gonzales Amorosino subentrato estremo si inserisce; tutti sono oramai abituati al solito trequartino Pumas che converge per far l'ennesimo setup; invece l'ex Tigers ora Montpellier  sorprende la difesa pestando sulle gambe restando largo, guadagnando così quel mezzo metro che consente di superare il placcaggio di Paterson (nella foto) e lanciarsi, solo ora convergendo, a sfilare in controtempo la seconda linea difensiva Scots in recupero. Ha anche l'ulteriore freddezza dell'ultimo dribbling in area di meta, per schiacciare più centrale e rendere più potabile la fondamentale trasformazione della meta. Che riesce a Contepomi: 13-12 con sei minuti da giocare. Bella meta, forse l'azione individuale più "pesante" del mondiale sinora.
E' thriller più per i celti scozzesi che per gli argentini, capaci di mantenere una temper invidiabile, anglosassone - del resto, come si dice, i gauchos sono italiani che parlano spagnolo e si credono inglesi, no? Non un fallo, non un errore, eccetto un fallimentare tentativo di Amorosino di tener una palla in campo, privo di conseguenze. Eppure le stelle paiono indicare che la partita possa venir riaperta dagli Scots: costruiscono una perfetta serie di pick and go per liberare il già testato drop di Parks; è la temper a tradirli, Blair rovina tutto aprendo troppo frettolosamente. Forse voleva sorprendere i chasers argentini, invece sorprende Parks che si ritrova palla e pressione addosso; bastava aspettare un po', forse Barnes si sarebbe accorto che Contepomi era in fuorigioco per anticipare il drop. Invece, nulla di fatto, i Gauchos vincono la gara di nervi. 

2 commenti:

ringo ha detto...

Il secondo drop di Parks: sbaglio o il ragazzo ha aspettato un po' troppo? Aveva lo spazio dopo una terza ruck, invece ha chiesto ai suoi di accentrarsi ancora di più, ma a quel punto era bene bene nel mirino argentino, praticamente ha fatto sapere a tutti da dove avrebbe tentato l'operazione.

Abr ha detto...

Per me Parks è stato sorpreso: aspettava giustamente che gli avanti muovessero il punto d'incontro un po' più verso il centro. Erano in controllo, il rischio era relativo (i Pumas non potevano ceto rischiare di far fallo).

Invece Blair s'è fatto prendere dalla paura e ha aperto nel momento più sbagliato.
Parks tra sorpresa e il vedersi catapultati addosso i cacciatori, ha esitato un istante, ha cercato un varco, ci ha provato ma oramai era fuori equilibrio e tutto.
Alla fine guardava Blair a occhi sgranati, come dire ma perché mai l'hai fatto.

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