lunedì 7 novembre 2011

Ora et collabora: Benetton-Fir ai materassi?

Sabato s'è svolto a Bologna un consiglio federale Fir presieduto da Giancarlo Dondi, senza gran argomenti all'ordine del giorno, diciamo disbrigo di ordinaria amministazione - bilanci e sedi per test minori. Il volo più alto è stato candidare una sede italiana per la finale di Heineken Cup del 2015: bene bravi, bis.

Tutto inutilmente bene insomma, come si confà a un organo burocratico graniticamente coeso. Mica come quei farfalloni di inglesi della RFU, ha ha ha, il cui Presidente s'è ritrovato defenestrato dopo aver nel giro di sei mesi nominato e rimosso manager (un manager? Uno che vorrebbe prender decisioni indipendenti e lo si dovrebbe pure pagare, ma che roba è?! Direbbe Dondi).

Il punto è proprio questo: nei consessi così granitici, dove tutti dan sempre ragione al Capo o al massimo stan zitti, si finisce per creder davvero d'aver sempre ragione. E vengon fuori le perle come quella riguardante i rapporti con Benetton Treviso. Riportiamo la parte di comunicato stampa:
"Il Consiglio Federale ha espresso unanime rammarico e preoccupazione in merito alla situazione venutasi a creare con la Società Benetton Rugby, caratterizzata da comportamenti e atteggiamenti nei confronti della Federazione Italiana Rugby (ricorsi, raccomandate etc.) che non appaiono conformi a quello spirito collaborativo necessario per il raggiungimento degli scopi che la partecipazione italiana al Rabodirect PRO12 esplicitamente si prefiggeIl Consiglio Federale confida comunque che il tentativo che sarà effettuato, in via ultimativa, per normalizzare la situazione – nel reciproco interesse e nel rispetto degli scopi e dei principi sanciti dallo stesso capitolato tecnico-sportivo – abbia esito positivo".
 Sin qui arriva il cronista; noi che nulla dobbiamo o chiediamo al Palazzo del rugby, proviamo ad andar oltre, per orientare un minimo il dibattito.

Senza rivangar troppo la storia remota, i rapporti tra Fir e Benetton non sono mai stati splendidi. Non è (solo) questione di rapporti personali: dipende da come è costruita ed eletta la rappresentativa federale. La Società Benetton Rugby è forse troppo diversa da tutte le altre in termini di dote ed obiettivi (paragonabile fu solo il Milan-Mediolanum dei tempi del piano "polisportiva d'alto livello"). Per gli stessi motivi non furono mai eccelsi neppure i rapporti tra Benetton e la fu Lire, la Lega delle società di rugby Pro, purtroppo per i destini di tutto il rugby italiano (forse oggi Treviso se ne pente, chissà).
Il punto più basso della storia dei rapporti Benetton-Fir fu la clamorosa farsa della nomina delle franchigie italiane candidate alla Celtic League: un voto tutto politichetta e ripicche in Consiglio Federale escluse clamorosamente il club italiano più titolato negli ultimi dieci anni, favorendo con intenti clientelari un abbozzo di progetto chiaramente inconsistente; salvo esser costretti poi dalle nude cifre a far retromarcia nel giro di pochi mesi. A proposito di Rfu: altrove danno le dimissioni per molto, molto meno.

Treviso disputò una prima stagione Celtica più che discreta - stadio pieno, casa ben difesa, punti e successi importanti; la cosa piacque fino a un certo punto in Fir alle prese con la "crisi Mallett" e la consapevolezza crescente che gli obiettivi Mondiali sarebbero sfuggiti ancora una volta. Vincenti da una parte, perdenti dall'altra? Non va bene! La discrasia provocò alcune stizzite e poco meditate reazioni del Presidentissimo Fir, ad esempio in occasione della vittoria di Treviso contro Munster, fino alla brutale esternazione programmatica: "la presenza delle italiane in Celtic League deve essere finalizzata a migliorare la Nazionale, altrimenti che ci siamo andati a fare".
Per cui i successi dei club nazionali impegnati contro rappresentative straniere sono bollati come  irrilevanti. Non serve un Master in gestione aziendale per definire miope tale atteggiamento; basti l'esempio irlandese, una federazione che ha costruito i successi nazionali DOPO aver pianificato come vincere Lega e Coppe con le sue franchigie. Con quanti stranieri?  Problemi degli sponsor: la Union pensi a investire nei vivai! Il fine è sviluppare non (solo) la tecnica ma la mentalità vincente: proprio quel che manca all'Italia. Molto, molto più delle aperture.

Prima dell'inizio della seconda stagione celtica, la faccenda si aggrava ulteriormente: la Fir impone limitazioni anacronistiche riguardanti numero e posizioni degli stranieri in campo (vent'anni di evoluzione tecnico-tattica del rugby, passati come nulla fosse); ne sorge un contenzioso, le prime diffide della stagione non le ha spedite Treviso alla Fir ma viceversa. Vengono annunciati altri provvedimenti ancor più restrittivi per le stagioni successive, che non tengono conto degli impegni contrattuali in essere presi dalla Benetton.
Quella Fir che ha passaportato per anni tutti gli argentini e australiani che i vari coach nazionali richiedevano, ha sempre cavalcato la demagogia del: "la nazionale non ha aperture perchè i club fan giocare gli stranieri".
Pensiero debole, stroncabile senza disturbare le best practices irlandesi col buon senso comune, come fa un commentatore: "se non abbiamo nr.10 è perchè i vivai non li hanno sfornati, non perchè quelli scarsi non giocano in prima squadra". Un 18enne sarebbe più motivato a migliorare allenandosi con Jonny Wilkinson o con Riccardo Bocchino (senza nulla togliere)?
Eppure la disinformacjia federale è sempre molto abile a sfruttare campanilismi e cronisti pass-dipendenti, facendo adepti anche tra la stampa anglosassone, sempre molto approssimativa quando tocca questioni mediterranee, come si può constatare su questo articolo di espnscrum.

Ora la Fir manda il suo avviso "in via ultimativa": arrendetevi e vi promettiamo un processo regolare. E se invece i benettoniani insistessero coi "ricorsi e raccomandate", che potrebbe fare la Fir oltre a "rammaricarsi"?
Aironi e Treviso sono le franchigie indicate dalla Fir per la "partecipazione italiana al campionato Rabo Pro12": la nomina è del Board Celtico, solo esso e non certo la Fir potrebbe escluderne o limitarne una, da qui alla stagione 2013/14 quando scadrà il contratto. Dopodichè, la famiglia Benetton han già dichiarato che ci penseranno se continuare a finanziare il rugby d'alto livello oppure mollarlo, come già deciso per basket e volley. Se Dondi può permettersi che il movimento rugbistico italiano perda uno sponsor di tale livello, allora vada avanti così e facciamoci del male. A proposito di campanilismi, forse siamo già entrati in campagna elettorale, visto che tra un anno ci saranno le elezioni del consiglio federale.
Treviso può legittimamente sostenere che essa partecipa alla Celtic sulla base degli impegni originariamente presi con la Fir, in cui ulteriori vincoli e paletti sugli stranieri non venivano menzionati. Senza poi entrare nel merito di soldi promessi, altro tema su cui sospettiamo sia la Fir la parte inadempiente.La Benetton ha impugnato tali provvedimenti unilaterali calati dall'alto, si potrebbe legittimamente affermare, proprio nel nome della collaborazione, il nuovo mantra proclamato a gran voce dell'era Bruneliana: certe decisioni andrebbero prese in maniera più condivisa, altrimenti l'ipocrisia si smascheri subito.

Alla fine siamo convinti che una quadra la troveranno, crediamo convenga prima di tutto alla Federazione. Il presidente di Benetton Rugby Amerino Zatta da bravo veneto sarà più che felice di rimangiarsi ricorsi e raccomandate (anche se non è stata la Benetton la prima a inviarle), consentendo alla Fir di salvare la faccia e sottomettendo la Benetton al nuovo mantra "ora et collabora", se solo i federali sapranno scendere intelligentemente a più miti consigli sui fatti concreti: niente più diffide se DeWaal e Dingo sono assieme in campo, limiti più moderni sugli stranieri impiegabili, rispetto dei contratti in essere, sgancio dei danè promessi. In sintesi, collaborazione in cambio di rispetto.
Speriamo vada così, non solo per Treviso ma soprattutto per la nazionale: "andare ai materassi", come si diceva ai tempi del Padrino, col club maggior contributore alla nazionale, non sarebbe un bel regalo Fir di benvenuto a Jacques Brunel. La nazionale riparte se club e staff Azzurro saranno messi nelle condizioni di collaborare, partendo dal presupposto che la mentalità vincente dei nazionali si sviluppa solo vincendo coi club.
Gli Aironi, purtroppo distratti da altri problemi di consistenza tecnica, rimangono interessati all'ascolto.

29 commenti:

bacioci ha detto...

Infatti: mi stupisce (o forse non tanto) il fatto che gli Aironi facciano finta di niente. Mi sa che anche loro fanno parte dell'apparato di yes men creato dal presidentissimo (lo la p volutamente minuscola!). Ah, comunque, i risultati si vedono:
- Benetton 4 vittorie e massimo rispetto internazionale
- Yes men, ops, Aironi: beh, non spariamo sulla croce rossa...

Abr ha detto...

Tnxs bacioci. Schiene al muro ...
D'altronde gli Aironi non hanno certo la forza economica e, come sottolinei anche di reputazione per mettersi a far casino.

Anche se Melegari, a fine della scorsa stagione, qualche messaggino pepato in Fir l'ha mandato, assieme a un commissario politico ooops, tecnico federale rispedito al mittente ...

Fabian ha detto...

In molti ambiti c'è la regola del silenzio-assenso...gli Aironi non andranno contro la Municipalizzata.
I contratti pluriennali con gli stranieri vanno rispettati :se non gli piace così a Dondescu perchè non li paga di tasca sua?ehe?
Dondescu il castello sta scricchiolando ...tuttavia siamo in Italia dove cambia tutto per non cambiare nulla.

Nick ha detto...

Guarda Abr, fino all'affare Celtic pensavo che Dondi e i suoi tirapiedi (non sto neanche a nominarli, dico solo che alcuni dopo una carriera gloriosa sul campo lasceranno uno schifoso ricordo come imbrattacarte) avessero, nonostante tutto, un piano. Cioè che, come i Sovietici dei bei tempi, fossero dei fanfaroni "prevedibili", lì per difendere i loro interessi nei momenti di lucidità tra una bottiglia di vodka e l'altra. Questo era forse vero fino a qualche mese fa; ora non più. Sicuramente qualcuno penserà che esagero, ma invito a riflettere su un simile testuale passaggio: "comportamenti e atteggiamenti nei confronti della Federazione Italiana Rugby (ricorsi, raccomandate etc.)". Manca solo la firma Yo, el Rey. Ora, anche un direttore della Pro Loco - con tutto il sincero rispetto - si sentirebbe trattato come un servo della gleba. Nel mio piccolissimissimo sono cresciuto con un comandamento ben piantato in testa: prima di una trattativa, scegli il livello dello scontro cui vuoi arrivare. Mi pare che in FIR questo concetto (che ha provato più e più volte la sua utilità nel corso degli anni) non abba fatto presa. Lì sono al livello di "T m'hai offeso... Tu mi mandasti le raccomandate... Nun sà chi sò io!". Al livello Stracquadanio, insomma.
Ecco, adesso sì che ho esagerato, forse. Però vedete, è la deriva levantina che mi preoccupa: prima si comincia col non avere un piano, poi si prosegue col non sapere come si sta al mondo - cioè come si parla civilmente tra parti in causa, poi si perdono di vista i propri interessi pur di farsi applaudire dalla canea adorante (e perdente) che non vede l'ora di vedere il primo della classe che si becca una nota sul registro, e via così...

Abr ha detto...

Si, una lettura possibile è che siamo all'inizio della campagna elettorale Fir che durerà un anno.

Dondi par ripercorre l'antica via consolidata: presentarsi come garante dei "pesci piccoli" e dei comitati regionali, contro lo strapotere arrogante dei mega club celtici (una volta erano i milanesi).
Gli Aironi stan sghisci, abbassano la testa e la c... se la becca tutta la Benetton.

Nb.: a dicembre Dondi perderà anche l'amico Lapasset, che lapasserà la presidenza Irb.

Abr ha detto...

@ Nick: magari la Fir avesse un piano "sovietico", diabolico, ma pur sempre un piano, dici. Bella lettura! :)

Credere di avere a che fare con degli incompetenti, ancorchè abbondantemente confermato dai fatti, può però esporre a rischi. Preferisco allora ragionare come se invece il piano i tirapiedi e nipotini vari l'avessero.

La mia idea sopra esposta è che potrebbe essere inizio di campagna elettorale, col tentativo di chiamata alle armi dei piccini contro l'arrogante Benetton, e ricordatevi poi di chi vi ha sempre difeso. Se non ricordo male, a livello federale conta il numero dei club e non dei tesserati per club.

Non so, magari ho l'ottica distorta per via proprio degli stracquadanii e dalle situazioni politiche "alte". Sta difatto che l'anno prossimo si rinnova il consiglio federale.

ivanot ha detto...

L'invidia è una brutta bestia, se Treviso è il club più vincente di questi ultimi dieci anni non è grazie al caso, agli amici degli anici e ai raccomandati ma grazie alla capacità e competenza e in taluni casi talento, delle persone, uomini e donne che dirigono il club. Il famoso salto di qualità và fatto in tutti i settori, dai clubs alla dirigenza federale, un cambio di dirigenza è doveroso se si vuole un balzo verso il futuro con occhi aperti e non chiusi o addirittura cechi, c'è un solo uomo che può ridare dignità alla presidenza federale con capacità e competenza ed il nome è Vittorio Munari, ma come dicevo l'invidia è una brutta bestia e quello che scrivo resterà fantasia....mentre il rugby italiano annaspa e questa è realta.

gsp ha detto...

@ivanot, se Munari fa il presidente, vuol dire che va via da Treviso. a me farebbe molto piacere.

Nick ha detto...

Giusto Abr, sia sul fatto che si voti "a breve" sia sul fatto che, come diceva il mio bisnonno (sul serio, non dico così per dire) "mejo rajonare co un delinquente pitosto che co un 'gnorante".

Nick ha detto...

Cioè, è meglio pensare di avere davanti qualcuno che ragiona (o almeno far finta che l'interlocutiore ragioni) per non farsi tirare nel fosso, anche nel caso in cui la controparte sia fuori come un balcone. Per non dire del fatto che con un bandito ci si può mettere d'accordo, con un tonto - specie se indottrinato, ma di solito le due cose vanno assieme - no.

gsp ha detto...

@Abr, ti preferisco quando scrivi quello che pensi, e mi perdo quando scrivi quello che vogliono dire gli altri blog.

un paio di precisazioni.

Il board non puo' ridurre il numero di squadre italiane prima dei 4 anni, ma la fir potrebbe anche decidere di farsi rappresentare da qualcun'altro.

L'ingresso in CL e' un successo della federazione (anche se in ritardo). senza il lavoro della federazione, treviso avrebbe potuto vincere altri 5 campionati in eccellenza. la federazione voleva far fuori treviso? non scherziamo, i delegati veneti avrebbero votato un club spagnolo invece che treviso.

l'errore e' affidarsi a Roma a delle pseudo franchigie fallite (e Parma pero'?). in modo serio invece la franchigia la fa la FIR, e recluta manager, allenatore, staff e cosi' via'. le competenze si possono anche spostare. funziona cosi' in ogni angolo del mondo.

La regola sul numero e ruoli dei stranieri in CL secondo me e' anche legittima, ma la tempistica non va bene.

la questione stranieri e' mal posta. il problema non e' quello degli stranieri, e' quello dei posti limitati in CL. per l'italia come per gli scozzesi, ma anche per le altre, deve andare via Parks per emergere Jackson. (idem per Minto, Filippucci, Furno...) sono entrambi scozzesi, ma i posti scarseggiano con solo due squadre.

La regole sull'apertura italiana in eccellenza e' sacrosanta, perche' il numero di aperture straniere scarse e' enorme. le aperture vanno allevate e fatte crescere. stranieri a go-go era purtroppo uno dei nodi fallimenatri dell'eccellenza, oltre all'insostenibilita' finanziaria.

Quanti stranieri avevano l'anno scorso Leinster e Munster? ad occhio e croce direi intorno ai 5 (vado a memoria), quindi non proprio apertura selvaggia.

per quanto riguarda argentini ed australiani, nessun problema per me. se hanno il passaporto italiano possono giocare. non si pone il problema l'inghilterra, perche' dovremmo porcelo noi. soprattutto perche' siamo un popolo di emigranti.

@Nick non e' la federazione che scritto la raccomandata, l'ha ricevuta. non poteva ignorarla.

ha fatto bene TV ad adire vie legali? penso di si. bisognava mandare alla fir un segnale forte che la programmazione e' importante e che non puoi cambiare le regole a 15 minuti dalla prima di campionato.

il compromesso? la FIR paghi per i contratti che le celtiche non hanno potuto onorare, ma le regole le fa sempre la fir. la controparte potrebbe anche dire che se la licenza era solo per due anni, perche' le squadre hanno fatto contratti piu' lunghi? poi parlano gli avvocati e la logica della programmazione purtroppo scompare.

La Benetton lo sa, ma certi tifosi forse no. la franchigia non sara' mai privata in stile francese. nella CL ci vanno le federazione per lo sviluppo delle nazionali. se poi si vince meglio. le condizioni, regole e le pressioni per far giocare uno invece che l'altro ci saranno sempre.

la Benetton lo sa, ma certi tifosi no, che alcuni giocatori tipo Pavanello magari rimangono, ma gente come Zanni, Ghira, MCLean, Mozza... stanno finche' c'e' la CL. se Benetton torna in eccellenza vanno via.

se ai Benetton non va bene, come e' legittimo, c'e' una sola via d'uscita. chiedano alla federazione italiana di approcciare il campionato francese, ma non si capisce quale vantaggio ne traggano i francesi. e soprattutto, se e' fattibile, perche' non e' stato gia' fatto?

per me il discorso e' sempre il solito. Simul stabunt vel simul cadent.

gsp ha detto...

mamma quanto ho scritto, chiedo scusa.

Abr ha detto...

@ivanot: per salire a certi livelli servono anche le risorse. Che vanno impiegate con intelligenza e lungimiranza. Da questo punto di vista, Benetton è un bell'esempio purtroppo non per gli altri club, costretti perlopiù a navigare a vista o a far programmi poco ambiziosi, ma piuttosto per la Fir stessa! La quale la sta buttando "in politica" e si "rammarica", ma mi sa che sotto sotto c'è un problema grosso di incapacità di gestione dei liquidi, vale a dire promesse di danè non mantenute.

Nick ha detto...

Certo Gsp, la Federazione ha ricevuto la raccomandata e ha deciso di rispondere con un comunicato stampa del quale più sopra citavo il passaggio "comportamenti e atteggiamenti nei confronti della Federazione Italiana Rugby (ricorsi, raccomandate etc.)". Ora, a parte la povertà dei contenuti (potremmo sintetizzare senza perdere nulla con un bel "smettetela che la pazienza è finita") secondo me quella federale è una risposta sgradevole e nei modi e nei toni, specialmente considerando che non è rivolta a un alunno discolo. La FIR poteva ignorare la raccomandata? Probabilmente no, d'accordo. Ma a parte che ha fatto di tutto per ricevere questa missiva esiste sempre il no comment in attesa di elaborare una risposta un pò più a tono di quanto non lo sia un ultimatum o una "via ultimativa per normalizzare la situazione".

"La Benetton lo sa, ma certi tifosi forse no. la franchigia non sara' mai privata in stile francese. nella CL ci vanno le federazione per lo sviluppo delle nazionali. Se poi si vince meglio."

Eh già. Proprio qui sta il problema, è qui che il discorso si pianta. Lasciando pure perdere quello che sanno o non sanno certi tifosi, pensando solo a COME e SE il rugby italiano può progredire.

gsp ha detto...

@nick, sono anni che in eccellenza le squadre fanno un po' come pare a loro, incluso stranieri e ruoli. benetton a parte, le altre sono quasi fallite e non c'e' un mediano d'apertura per la nazionale.

Pensi che il rugby italiano possa progredire lasciando carta bianca a Benetton ed Aironi?

Nick ha detto...

Quello che dico è questo: prima di tutto concordo con Liviero - Gazzettino di oggi - sul fatto che il Sei Nazioni lo vinceremo, se mai capiterà, DOPO che i nostri team diventeranno davvero competitivi a livello internazionale (parlo almeno di zona playoff CL).
Secondo punto, fratello del precedente: dobbiamo perdere l'abitudine di mettere in atto un vizio tipicamente nostrano, ovvero quello di autoinfliggerci regole più dure di quelle dei nostri competitors; con le direttive UE capita sistematicamente. Riguardo al problema xy Bruxelles ha detto "Minimo 30"? Bene, i Francesi recepiscono la direttiva legiferando "OK, 30"; noi invece no, guai: "Minimo 40!". Altra cosa: io non sto dicendo di dare carta bianca a nessuno, ma neanche di rompere scientemente le uova nel paniere dell'UNICA realtà italiana capace non dico di inventare il teletrasporto, ma almeno di copiare discretamente le best practices altrui. Mi pare assurdo e non vedo come per questa via troveremo un 10 accettabile in Azzurro.

GiorgioXT ha detto...

Per capire certi meccanismi si deve fare un passo indietro...

Sull'accesso alla Celtic si continua a mistificare... i "famosi" delegati veneti che votarono contro la Benetton non erano (e sono) altro che gli uomini di Dondi, non certo del movimento veneto che si ribellò pesantemente - e che come si è poi visto dai FATTI , è molto più aperto ed avanti in una collaborazione nel "succo" franchigia che l'altro player...

La questione non è nuova, il progetto originario FIR prevedeva un rugby/apartheid , "alto livello" a totale gestione Federale, scegliendo i ragazzi a 15 anni ->accademie regionali ->Accademia tirrenia -> Franchigie CL -> Nazionale
ed un "basso livello" lasciato sostanzialmente al ritorno al dilettantismo.

Non era un caso l'esclusione di Benetton : la sua presenza comprometteva ed ha compromesso in modo forse irreparabile questo progetto - troppo forte come avversario e troppo radicato nel territorio ... si, perchè il progetto originario andava anche a rispondere ad una delle ossessioni del presidente , che vede ancora il veneto come un nemico da ridimensionare e ridurre.

Per dare una idea di dove si poteva finire, era circolata una proposta alternativa parecchio dettagliata di un "Campionato della Serenissima" (se avete tempo da perdere approfondisco..)

Adesso si continua in una lotta di potere che ha senso solo da parte Federale; mentre norme semplici semplici potrebbero migliorare lo sviluppo non solo ad alto livello ... ma non vengono adottate .
Un esempio?
Quello che esiste nella maggioranza delle aree più evolute - il doppio tesseramento per i giocatori.

Abr ha detto...

@gsp, stavolta t'ho perso io: non avrei scritto quel che penso ma quel che gli altri blog ... cosa? Non han coraggio, non son capaci di dire? E ammè chimme paga? :D

Furo di battuta:
- "la fir potrebbe anche decidere di farsi rappresentare da qualcun'altro". Da chi di grazia, che ci scappa da ridere? E i 12 nazionali Benetton, al macero? O li fa rapire? C'mon ...
Ti ricordo che la fir ha potuto solo PRESENTARE SQUADRE, PRIMA che la partecipazione italiana venisse accettata. Ora non si cambia più, pena la ridiscussione della partecipazione italiana tout court (quella che definisci "grande vittoria Fir", ma che noi sappiamo esser storia vecchia, c'erano arrivate vicine vicine Benetton e Calvisano con le loro sole forze, alcuni anni prima). Non facciamo confusioni, nè lirismi.

- la famosa leggenda per il popolino, dei veneti pugnalatori dei veneti: se si considera Checchinato un veneto, ah beh allora si, Treviso è stata affossata da un veneto.
Sul tema versammo fiumi di inchiostro intinti nei fatti, sui numeri, ai tempi in cui questa somma balla veniva elaborata (ambienti emiliano-romani, dove serviva tanto credere fosse vero quel che alcuni avrebbero desiderato lo fosse). Oltre ad essere superata dai successivi eventi (solo Rovigo non collabora fattivamente con Tv tra le venete) è storia che ci annoia abbastanza nella sua somma provincialità, per cui eviteremmo.

- "in modo serio invece la franchigia la fa la FIR ... funziona cosi' in ogni angolo del mondo":
gsp, c'mon, non facciamo le verginelle: funziona così DOVE SE LO POSSONO PERMETTERE.
La fir voleva far le nozze coi fichi secchi, nella realtà s'è riempita SOLO la bocca E PER LIMITI DI DANE', s'è rivolta ai SOLDI PRIVATI: di suo ha allestito solo MEZZO CLUB (l'altra metà era MontePaschi) e tante promesse.
La Benetton ancora deve ancora vedere una lira oltre a quel che già riceveva ai tempi del Super10 !!!!

- Sugli stranieri: abbiamo idee molto diverse. Trovo che i limiti invadenti siano peggio che controproducenti, siano peggio che sciocchi: so' antiquati.
Come mettere l'estremo nella categoria dei mediani, robe da anni 80.
A parte il definire "giovane" un 23enne (solo in Italia), cosa succede se ne schiero uno col 10 sulla schiena, ma a fianco metto un 32enne col 12? Secondo te chi fa "l'apertura"? E quesot è solo uno dei tanti esempi.

- "Quanti stranieri aveva l'anno scorso Leinster e Munster?" Te lo dico io: potevano averne FINO A OTTO. Come le gallesi. E se vai a veder Connacht, la franchigia "nursery", NE AVEVA ANCHE DI PIU'.
Non mi riferisco a te: in Italia dovremmo imparare a informarci un po' meglio, prima di farci prendere in giro dalle bandierine tricolore e dai discorsi nazional-popolari. Magari imparassimo a COPIARE meglio le best practices altrui!

- "Il compromesso? la FIR paghi". Punto. PAGHI, visto che pretende di sfruttare italiani sempre presenti in campionato (visto che stranieri non ne lascia comperare.

Abr ha detto...

@gsp, seconda parte (tu suoni le tue lunghe trombe, noi suoneremo le nostre lunghe campane!)

- "la franchigia (Benetton) non sara' mai privata in stile francese": Che è, l'hanno già espropriata?!

Guarda, forse non ti è chiaro un fatto: il problema non è Zanni etc. che se ne vanno, è Benetton che forse se ne va, e non per fare l'Eccellenza! A quel punto, chiediti, dove vanno questi, chi li paga? 'A Fir?! Ha ha ha!

Il sottoscritto che sta sempre maniacalmente attento ai modelli (e non agli altri blog), se vuoi te lo può dire come abdrebbe a finire: come IN SCOZIA.
Metà dei nazionali Cardi da un anno all'altro son stati costretti ad andarsi a cercare un posto in Inghilerra, Galles, Irlanda, Francia. Perché la mitica Federazione, quella delle franchigie bla bla bla, HA FINITO I SOLDI.

Un uccellino mi sussurra, occhio che non stia per succedere anche qui in Italia, visto che
tutte 'ste alzate di alti lai e "rammarichi", tutot 'sto tentativo di "buttarla in politica" e solleticare i nazionalismi sopiti delle folle, potrebbero esser solo tante belle scuse per non cagare il lesso neppure quest'anno ...

Meditate gente, meditate.

Abr ha detto...

Tnxs GiorgioXT.

Il doppio tesseramento. Fantascienza per chi deve preservare steccati, aree di influenza, riserve indiane. E balle, tipo quella delle "franchigie federali".

Fortunatamente e con buona pace di quelli che da fuori trovano comodo accusare i "tasi e tira" delle PROPRIE malefatte (tanto zitti stanno), nel veneto "dei traditori" emergono forme alternative di collaborazione e interscambio celtic-eccellenza ed eventualmente di "resistenza" (sarebbe interessante saper di più sul campionato della Serenissima).

Alla faccia degli steccati Fir, dove l'unico canale tra celtic ed eccellenza previsto è la figura del "Responsabile dell'Alto Livello". Più che un canale, un paracarro.

ivanot ha detto...

Come può crescere il rugby in Italia??? ma una persona normale investe dei soldi senza poterli gestire e far fruttare? Non so che dire una qualsiasi persona per bene direbbe che c'è malafede, altro non vedo. Comunque Abr sei un vero Klingon "colpisci duro e colpisci rapido".

ivanot ha detto...

Mamma mia leggetevi l'articolo sul corriere!!!

ringo ha detto...

"alto livello"... Giorgio XT ripropone giustamente i fatti, ma la realtà è che mi sa tanto che le celtiche non sanno con chi diavolo parlare in FIR. Oddio, vista certa gente che circola, forse è anche meglio così: poi però quando hai qualcosa da chiarire, diventa praticamente come parlare con il muro.

ringo ha detto...

@ivanot: che poi, voglio dire, basterebbe dare un'occhiata ai tabellini - da parte dei giornalisti dico - per mettere in chiaro che quelli in Federazione evidentemente guardano altre partite. Mah... Sarà mica che ormai siccome vince la Benetton sta sulle balle a prescindere?

gsp ha detto...

@abr, non te la prendere troppo. assumevo che il post l'abbia scritto tu, e dicevo solo che quando il post si riferiva agli altri blog, m'ero un po' distratto. ma so' cretino io. non c'e' bisogno di metterla sul 'chi ti paga'. il blog e' tuo, sono affari tuoi come lo porti avanti, io commento solo quello che scrivi.

pero' dai mi sembra ovvio che ci sia una differenza enorme tra una squadra di top14 ed una celtic. quella di top 14 si guadagna la promozione sul campo, spendo quanto le pare, compra chi le pare, se vince bene, se perde retrocede.

Quelle di celtic sacrificano la sicurezza della non retrocessione con delle limitazioni. le federazioni le scelgono/creano/finanziano in parte in cambio di collaborazione alla creazione di giocatori per la nazionale. ma davvero pensi sia ragionevole che benetton ed aironi abbiano lo stessa liberta' d'azione di una squadra del campionato inglese o francese?

aggiungo, quest'anno munster and leinster hanno 6 stranieri a testa. l'hanno scorso se non sbaglio erano 3 e 7. come vedi m'ero informato. poi' c'e' anche il livello degli stranieri,e quello e' purtroppo limitato da quanto vuoi spendere.

poi non confondere il piano formale e quello materiale. La FIR puo' benissimo decidere di rimpiazzare treviso. dal punto di vista formale e' cosi' ed e' innegabile.

che poi sia una immane stronzata, siamo daccordo, ma non sarebbe ne' la prima ne' l'ultima.

capisco la tua preoccupazione che Benetton scappi via. e questo sarebbe molto grave, e spero che non capiti mai. benetton fa benissimo ad esigere professionalita', ma ripeto, questo non e' il top14. quella sarebbe la soluzione da esplorare che garantirebbe liberta' assoluta. se si riesce a trovare qualcosa da offrire in cambio ai francesi... la fir ha tutto il diritto di mettere un limite agli stranieri, e di provare anche. non puo' farlo un giorno prima dell'inizio del campionato.

@nick, l'argomento di Liviero secondo me non regge. ne abbiamo gia' parlato qui. la scozia ha vinto e parecchio in CL, facendo un secondo e terzo posto. i risultati sulla nazionale non si sono visti, e neanche quelli di spettatori sul lungo termine. la nazionale iniziera' a vincere quando ci sara' una pool sufficiente di giocatori tra cui scegliere. 2 squadre sole non bastano. chiaramente, secondo me.

Nick ha detto...

Certo gsp, il caso Scozia è emblematico. Infatti parlo di entrambi club a livello di playoff - tutti e due, non solo uno, anche perchè 2 ne avremo - per poter cominciare a parlare (a mezza bocca) di 6 Nazioni. Da questo punto di vista, il discorso di insediamento di Brunel non è stato affatto dei migliori, anzi, ma qui si apre lo spazio per un altro topic che lascio ad Soci.

Nick ha detto...

Per intenderci, amici: Il Mattino riporta una frase del nuovo ct del tipo: "Il problema è un Bocchino che, pur Azzurro, non gioca in Celtic". Ahi ahi... Speriamo che, da buon Francese (del Sud, e per giunta Catalano d'adozione, grazie a Dio!) sia capace di dire una cosa e pensarne un'altra. Speriamo.

Abr ha detto...

Dont' worry gsp, stiam sempre parlando di un gioco, di una passione per noi anche se per altri smuove milioni, nessun problema.

Quanto alla differenza tra modelli, non è questione di non retrocessione: in Francia (e Inghilterra) sono le dimensioni del mercato potenziale e le capacità imprenditoriali a far la differenza.
In Galles Irlanda Scozia, che hanno le dimensioni di una nostra regione, si fa quel che si riesce con modelli giocoforza più centralizzati. Anche lì però, con efficacie diverse.
Noi ovviamente "copiamo" (male) i mercati più diversi dal nostro.

Abr ha detto...

Purtroppo Nick, credo da un bel po' che l'uomo lo faccia non tanto le idee, ma il piatto in cui magna. Vale anche per Brunel: adesso magna con la nazionale. NB: non con lo sviluppo del rugby in Italia nel medio lungo termine.

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