mercoledì 2 novembre 2011

War cabinet riunito a Londra

A Londra oggi mettono sul tavolo il futuro della Rugby Football Union e della nazionale inglese. Potrebbe essere arrivata, a distanza di mesi e di tira e molla, la resa dei conti all'interno del management delle federazione e con Martin Johnson, che ha un contratto che scade tra un mese e un'eliminazione ai quarti di finale nella Coppa del Mondo neozelandese contro la Francia. Gli avevano impartito un ultimatum: quattordici giorni per decidere se desidera ricandidarsi alla guida tecnica dell'Inghilterra o meno. La firma sulla richiesta era quella di Martyn Thomas, l'attuale chief executive al quale il board potrebbe indicare la via per lasciare l'ufficio, ennesima coda delle vicissitudini che stanno travagliando il 2011 della Union più grande del Mondo.
"La partenza di Martyn ormai è inevitabile", ha dichiarato la solita gola profonda al Telegraph alla vigilia del meeting. Dovesse realizzarsi l'ipotesi, verrebbe messa in discussione l'indagine condotta da Fran Cotton sulla spedizione in Nuova Zelanda, segnata da alcuni casi accaduti fuori dal campo che hanno attirato l'attenzione dei media e segnato la RWC inglese. Nella commissione che dovrebbe tirare le fila della gestione della nazionale, compare anche il nome di Lawrence Dallaglio
Il prossimo appuntamento in calendario è previsto per il 2 dicembre. Nel frattempo, Johnson osserva in silenzio, forse sfidando un'autorità di fatto traballante. Cotton non lo sopporta più di tanto, Thomas gli dà un mezzo ben servito, la critica al solito non manca. Non ha ancora svelato le sue carte, ma all'interno della RFU c'è chi lo vuole nuovamente in sella, a patto che accetti una revisione dei ruoli per ciò che riguarda lo staff della nazionale. tanto per lasciar spazio al ritorno del "demiurgo" nonché unico vincitore di un titolo mondiale nell'Emisfero Nord, Sir Clive Woodward. A questo punto, occorrerà attendere il 17 novembre, quando si incontreranno i rappresentanti di RFU, Premiership e Players' Association per dire la loro sul Mondiale. Non solo analisi di quanto successo: ovviamente sullo sfondo ci sono i giochi di potere su come impostare il prossimo Mondiale in casa.
Gli amici descrivono un Johnson uscito "esaurito" dal torneo, ma convinto di poter migliorare le cose se gli venisse concesso altro tempo. 
Per quanto riguarda Thomas, in cambio del suo addio dopo sei anni nel board della federazione, potrebbe arrivare un'offerta per la carica di chairman della compagnia England Rugby 2015 Limited, creata dopo che l'isola si è accaparrata i diritti per i prossimi Mondiali. Bisognerà vedere quanti coltelli voleranno nelle prossime ore. 

UPDATE: Martyn Thomas abbandonerà gli incarichi di Chief Executive della RFU e di chairman di England Rugby 2015 Limited. La decisione è arrivata dopo il faccia a faccia nei piani alti della federazione inglese. Thomas è riuscito ad ottenere una maggioranza risicata all'interno del board, giusto un paio di voti: una posizione difficile da sostenere. Il chief financial officer della Rugby Football Union, Stephen Brown, in carica da giugno, ricoprirà le cariche a partire dal 16 dicembre, quando Thomas lascerà ufficialmente.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

se posso dire la mia.. non ho mai visto una Inghilterra.. cosi scarsa... mi sembra davvero una squadra.. senza un immediato futuro .. . ne a livello europeo.. dove . Galles e Francia . sono . sicuramente una spanna sopra.. ne tanto meno .. a livello di club... e parlo di coppa . europea... penso che ..per troppi anni si sono affidati a Johnny il Bello .. e adesso .. come si dice . il Re e' Nudo...
comunque.. ad ogni modo .. il campionato di Premiership .. e' sempre interessante.. da vedere..

Abr ha detto...

Vero, e lo trovo strano a giudicare dalle qualità dei singoli. Dopotutto le inglesi nelle Coppe s'eran giusto risollevate la scorsa stagione dopo alcuni anni di magre.
La mia sensazione per la nazionale è che ci fosse qualche problema di "amalgama", amplificato da incertezze del coach in alcune posizioni chiave (seconda linea, apertura) e dal flop a livello di personalità in cloro che avrebbero dovuto far da riferimento (Tindall, Moody, Easter).
Il confronto con la Francia, l'altra nazionale "ATTENZIONATA" dai media, è impietoso: i Bleus pur praticamente senza allenatore, han saputo far quadrato, gli inglesi al contrario, pareva se ne fregassero. O fossero fatalisti, demotivati. Martin Johnson, come non ci fosse stato.

Anonimo ha detto...

I fumi dell'alcool, i fumi dell'alcool

Abr ha detto...

:)
(la prossima volta solo sidro)

Anonimo ha detto...

guarda.. io . nello scontro tra i due allenatori. . sono sempre dalla parte di Baffo Lievremont ... forse hai ragione .. sull'inghilterra.. ma l'ho vista fiacca anche in prima linea..nella famosa sfida con la Francia.. anche se la prima linea . Mas Servat Poux e' bella tosta...
buon rugby a tutti
Sailorci

Abr ha detto...

Beh a me Johnson non dispiaceva con la sua tostaggine e durezza; son rimasto basito dalla sua disattenzione alla disciplina, in campo e fuori; forse ha dato troppa briglia ai suoi ex colleghi Tindall, Shaw, Moody etc.etc.

La prima linea inglese, aldilà della indubbia esperienza, trovo sia stata un po' sopravalutata.
Cole sarà anche l'erede di Castro a Leicester ma non lo sarà certo negli annali, quanto a Sheridan è tenuto su con gli spilli, Thomson al posto di Hartley a tallonare è indice di involuzione del secondo più che di meriti del primo; non è certo stato un punto di forza, anche se il loro girone era stato definito "il campionato mondiale della mischia ordinata".

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