Leinster porta tutta l'Irlanda a Twick O'Ham
Heineken Cup - Bordeaux
Clermont Auvergne 15 - 19 Leinster
Dopo l'Ulster, il Leinster nella prima finale completamente irlandese (tra EIRE e Nord Irlanda) in un torneo europeo, per di più la Heineken Cup: i campioni in carica vincono per 19-15 a Bordeaux contro il Clermont, innescandosi nella ripresa così come accaduto contro i Northampton Saints un anno fa e reggendo all'urto conclusivo dei transalpini. Match fisico, combattuto sui punti d'incontro e lì attorno, padroni di casa che gestiscono bene per quaranta minuti, poi nel secondo tempo l'imbeccata offensiva di Rob Kearney che spedisce in meta il pilone Cian Healy per rompere il precario equilibrio nel punteggio e soprattutto cominciare a sbrogliare la difficile pratica. Si gioca in uno stadio dove sono solo in duemila i sostenitori giunti da Dublino, per il resto è una festa giallo-blu. Arbitra l'inglese Wayne Barnes.
Pronti via, il gioco non si interrompe per due minuti, per tre non si vede un calcio e il primo sarà una chandelle tutti sotto; niente tatticismi e fasi di studio insomma, il test fisico tra le due contendenti e le prime corse oltre la linea nemica sono quelle firmate dalla coppia mediana irlandese, con Isaac Boss e Jonathan Sexton. Interessante la tattica irlandese di allargare subito il gioco. Ma le difese sono sul chi va là e gli spazi tornano a chiudersi. Le marcature al contrario si aprono al 7', per un fuorigioco di Jamie Cudmore e Sexton fissa lo 0-3 sul tabellone dalla piazzola. Leinster punta al possesso, non calcia dai propri 22 se non dopo aver provato ad allargare il gioco, cercando di tenere alto il triangolo allargato francese e non offrendo possibilità di ripartenze all'estremo Lee Byrne. lo stesso fa Clermont, Rob Kearney rimarrà pressocchè inattivo per tutto il primo tempo.
In più i francesi possono contare sul controllo della mischia ordinata: non tanto per la potenza della prima linea, dove Healy e soci sono sufficientemente attrezzati per potenza e skills; la spinta devastante arriva dalla engine room, dove Cudmore e Nathan Hines (il migliore in campo) devastano in spinta il sottile Cullen e il provato Thorn, l'unico titolare All Blacks che non sia andato in ferie o in ospedale dopo la vittoria Mondiale. Anche in rimessa laterale è l'ex Hines a dettar legge, compromettendo regolarmente la conquista avversaria. Se gli irlandesi paiono superiori in manovra e detengono il possesso, i francesi conquistano il campo con la potenza e le fasi statiche.
Brock James tenta un drop dalla metà campo per pareggiare subito i conti e il ciuffo biondo di Aurelien Rougerie prova a sfondare la linea difensiva che si trova di fronte e che si poggia sulla caccia all'uomo di Sean O'Brien, spesso aiutato dal tallonatore Richardt Strauss che allunga le mani sul pallone. Clermont deve fare i conti con gli infortuni sin dall'inizio: Julien Malzieu lascia al 13' per il giovane Jean-Marcel Buttin, al 21' tocca anche a Byrne per Reagan King che va al centro, con Rougerie spostato ala e Buttin in fondo. Se nel primo quarto d'ora l'inerzia è del Leinster, la pressione fisica del pack francese sale e al 17' concede a James di infilare i pali per il 3-3. Sitiveni Sivivatu due minuti più tardi si rende protagonista di una bella corsa lungo l'out destro con Hines a sostegno. Clermont mette in moto il pack e i trequarti vicini al punto d'incontro tentando spesso il riciclo veloce - forse pure troppo; gli irlandesi non si smentiscono tentando di fermarli in tutti i modi, ecco spiegato il numero di falli che Barnes è costretto a fischiare contro gli uomini in blu. I francesi guadagnano campo per costruire una pericolosa manovra di fronte ai 22, interrotta dall'ultimo passaggio per un in avanti. I ball carrier come il Numero 8 Elvis Vermeulen sono ormai a pieno giro.
Clermont al 25' attacca di nuovo dopo una rimessa persa dagli ospiti, Rougerie libera James che corre nel cuore dell'accampamento irlandese scoperto: il timing è perfetto ma l'apertura non è così veloce a cercare l'offload come lo è coi piedi e si fa intrappolare dal placcaggio "choke" di impronta irlandese, varato al Mondiale per provocar turnover. Ci cascherà anche un'altra volta nel secondo tempo. James alla mezz'ora fissa il 6-3, i trequarti avversari sono tagliati fuori dal gioco di attrito degli avanti e dei centri francesi e con loro scompaiono anche i due mediani, mentre gli avanti vengono assorbiti nelle fasi di contesa. In compenso una ostruzione di Sivivatu su Isa Nacewa lanciato su un calcio permette a Sexton di pareggiare al 35'. Trascorrono altri due minuti e James riporta i suoi in vantaggio e prima che si vada negli spogliatoi allunga sul 12-6.
Verso la mezz'ora, segnaliamo un significativo siparietto tra l'arbitro Wayne Barnes e capitan Leo Cullen, reo di aver appioppato un paio di ganci in eurovisione al pilone Zakriashvili. Barnes lo chiama da parte e gli chiede, molto inglese: vorrei conoscere la tua versione prima di prendere provvedimenti. Cullen gli spiega che il pilone georgiano lo stava tagliando fuori, Barnes dice ok e lo lascia andare. Per lo stesso fallo, solo meno evidente e pericoloso, ieri Poite ha appioppato un giallo a Stefan Terblanche. Il capitano irlandese deve ringraziare il fatto che porta la fascia ma ancor di più la pressione che la stampa irlandese ha messo sull'arbitro inglese, reo di aver arbitrato Irlanda-Galles al Sei Nazioni, quella persa col giallo a Ferris. E' una lezione, l'ennesima, per quelli che "l'arbitro non si critica mai": cuccù sveglia, quelli dei "paesi sportivamente evoluti" lo fanno eccome e a volte la pressione indotta funziona. Anche nel proseguo, in particolare nell'affannato finale irlandese, Barnes farà sovente "play down", anche di fronte alle civili proteste di Parra, che per tutta la gara non potrà mai estrarre un ovale tranquillo dalle sue ruck.
L'inizio del secondo tempo coincide col cambio di marcia di Leinster , solido nella sua esperienza nel ritrovarsi alle tappe finali di HCup e nel divincolarsi dai problemi. La frustata offensiva di cui ha bisogno se la inventa il pilone Mike Ross, che gioca all'interno per Kearney quando la difesa transalpina è convinta che l'azione si sviluppi al largo e si aspetta la punizione per il braccio alzato di Barnes. L'estremo corre centrale, quindi sterza a sinistra dove giunge Healy che marca la prima ed unica meta dell'incontro. Sexton non fallisce la conversione ed è 13-12 per i campioni in carica al 42'. Kearney ci prende gusto: finalmente si gioca par dire, prima trova una rimessa in profondità dopo un mark, poi infila i pali con un drop da cinquanta metri da posizione defilata per il 12-16.
Per non ingalluzzirsi troppo, l'estremo si vede fischiato un tenuto al 52' che consente a James di mettere subito una toppa per il -1. Dopodiché torna nei ranghi e si spegne.
Persiste la situazione di equilibrio precario dal momento che per quanto il Leinster abbia il possesso e nasconda l'ovale al Clermont, basta poco perché si passi da un vantaggio all'altro. Ma Leinster si divincola, appunto. E bene. Entra in in campo pure Eoin Reddan al posto di del più fisico Isaac Boss a garantire velocità nella continuità di gioco, mentre sull'altro fonte si torna forse con ritardo a far quello che si dovrebbe, sfondare dritto per dritto. Clermont al 56' si lascia fuggire un'ottima occasione, perdendo una propria touch nei 22 irlandesi. Al 60' invece dopo i cambi, anche la mischia sino ad allora dominata cede sulla spinta avversaria, e Leinster si riprende il possesso.
Si tratta di allungare nuovamente nel punteggio, così Brian O'Driscoll e Kearney esplorano il territorio nemico e mandano Sexton alla piazzola per il 19-15 al 62', mentre si susseguono i cambi in prima linea: la battaglia è dura, i volti dei protagonisti segnati; il thug Brad Thorn a lingua fuori nella sua secondo partita in Heineken Cup e nell'Emisfero, si rende conto che qui non si scherza. Gli irlandesi allungano le prese sui palloni sporchi e difendono stretto nei pressi dei raggruppamenti per lanciare il contropiede, mentre al 69' Reddan si conquista un calcio di punizione prezioso: Sexton calcia, Barnes e colleghi (Dave Pearson e Nigel Owens) non sono certi se abbia centrato i pali o meno, si affidano dunque al TMO che non convalida.
A dividere le due squadre rimangono quattro punti, la sicurezza è labile e la potenza dei Cudmore, dei Debaty è prepotente rispetto alle forze residue rimaste agli irlandesi dopo ottanta minuti di battaglia fisica, sommata alla spinta da Colosseo dei 34.000 dello stadio Chaban Delmas.
Il pack e i centri Fofana e King combinano per risalire il campo. Gli ospiti entrano in confusione, al 76' vanno a saltare in rimessa francese con un uomo in più. Il monumentale Julien Bonnaire, che sul volto porta i segni di una tacchettata, è fermato sulla linea di meta, Morgan Parra gioca immediato per l'accorrente Wesley Fofana che sfonda, si allunga e marcherebbe il punto della vittoria potenziale. Ma l'analisi del TMO mostra che perde il controllo del pallone al momento del touchdown, sbattendo il gomito sul terreno. Somiglia alla meta non meta di Strettle in Inghilterra-Galles del Sei Nazioni: si vede che era destino.
Gli ultimi disperati tentativi di reggere del Leinster ripartono dalla mischia sui 5 metri: l'Alamo del Leinster, la Marna, la linea Maginot, quello che meglio si crede. Scontro coi pezzi grossi raggruppati alla base di uno dei pali. Alla fine O'Brien salda le proprie dita sul pallone, Barnes fischia uno strano tenuto francese, Sexton calcia fuori, l'arbitro fischia la fine e il pubblico fischia all'unisono Barnes.
Se la Challenge Cup è affare da Top14, la HCup è da Pro12 o meglio da Hibernia. Quest'anno per Leinster c'è aria di double, sia nel senso di back-to-back in Coppa che di possibile vittoria in campionato e Coppa Europa, entrambe fatti molto più rari dei triplete calcistici.
Clermont ha fatto un altro passettino, è arrivata alle semifinali e s'è giocata la finale fino all'ultimo istante, ma ora ai Jaunards che han generato serpentoni di auto nei 175 chilometri della Autoroute A89 tra Clermont Ferrand e Bordeaux, rimane solo il campionato. Come a Tolosa del resto.
Quanto alla finale, inutile ricordare chi sia la strafavorita, a Twickenham (o meglio dire Twick O'Ham?) sarà una storia a sé. O forse si deve pensare che Ulster goda dei favori di casa? Dato che fino a prova contraria, ancora sudditi di Sua Maestà sono, in Irlanda del Nord.
Clermont Auvergne 15 - 19 Leinster
Dopo l'Ulster, il Leinster nella prima finale completamente irlandese (tra EIRE e Nord Irlanda) in un torneo europeo, per di più la Heineken Cup: i campioni in carica vincono per 19-15 a Bordeaux contro il Clermont, innescandosi nella ripresa così come accaduto contro i Northampton Saints un anno fa e reggendo all'urto conclusivo dei transalpini. Match fisico, combattuto sui punti d'incontro e lì attorno, padroni di casa che gestiscono bene per quaranta minuti, poi nel secondo tempo l'imbeccata offensiva di Rob Kearney che spedisce in meta il pilone Cian Healy per rompere il precario equilibrio nel punteggio e soprattutto cominciare a sbrogliare la difficile pratica. Si gioca in uno stadio dove sono solo in duemila i sostenitori giunti da Dublino, per il resto è una festa giallo-blu. Arbitra l'inglese Wayne Barnes.
Pronti via, il gioco non si interrompe per due minuti, per tre non si vede un calcio e il primo sarà una chandelle tutti sotto; niente tatticismi e fasi di studio insomma, il test fisico tra le due contendenti e le prime corse oltre la linea nemica sono quelle firmate dalla coppia mediana irlandese, con Isaac Boss e Jonathan Sexton. Interessante la tattica irlandese di allargare subito il gioco. Ma le difese sono sul chi va là e gli spazi tornano a chiudersi. Le marcature al contrario si aprono al 7', per un fuorigioco di Jamie Cudmore e Sexton fissa lo 0-3 sul tabellone dalla piazzola. Leinster punta al possesso, non calcia dai propri 22 se non dopo aver provato ad allargare il gioco, cercando di tenere alto il triangolo allargato francese e non offrendo possibilità di ripartenze all'estremo Lee Byrne. lo stesso fa Clermont, Rob Kearney rimarrà pressocchè inattivo per tutto il primo tempo.
In più i francesi possono contare sul controllo della mischia ordinata: non tanto per la potenza della prima linea, dove Healy e soci sono sufficientemente attrezzati per potenza e skills; la spinta devastante arriva dalla engine room, dove Cudmore e Nathan Hines (il migliore in campo) devastano in spinta il sottile Cullen e il provato Thorn, l'unico titolare All Blacks che non sia andato in ferie o in ospedale dopo la vittoria Mondiale. Anche in rimessa laterale è l'ex Hines a dettar legge, compromettendo regolarmente la conquista avversaria. Se gli irlandesi paiono superiori in manovra e detengono il possesso, i francesi conquistano il campo con la potenza e le fasi statiche.
Brock James tenta un drop dalla metà campo per pareggiare subito i conti e il ciuffo biondo di Aurelien Rougerie prova a sfondare la linea difensiva che si trova di fronte e che si poggia sulla caccia all'uomo di Sean O'Brien, spesso aiutato dal tallonatore Richardt Strauss che allunga le mani sul pallone. Clermont deve fare i conti con gli infortuni sin dall'inizio: Julien Malzieu lascia al 13' per il giovane Jean-Marcel Buttin, al 21' tocca anche a Byrne per Reagan King che va al centro, con Rougerie spostato ala e Buttin in fondo. Se nel primo quarto d'ora l'inerzia è del Leinster, la pressione fisica del pack francese sale e al 17' concede a James di infilare i pali per il 3-3. Sitiveni Sivivatu due minuti più tardi si rende protagonista di una bella corsa lungo l'out destro con Hines a sostegno. Clermont mette in moto il pack e i trequarti vicini al punto d'incontro tentando spesso il riciclo veloce - forse pure troppo; gli irlandesi non si smentiscono tentando di fermarli in tutti i modi, ecco spiegato il numero di falli che Barnes è costretto a fischiare contro gli uomini in blu. I francesi guadagnano campo per costruire una pericolosa manovra di fronte ai 22, interrotta dall'ultimo passaggio per un in avanti. I ball carrier come il Numero 8 Elvis Vermeulen sono ormai a pieno giro.
Clermont al 25' attacca di nuovo dopo una rimessa persa dagli ospiti, Rougerie libera James che corre nel cuore dell'accampamento irlandese scoperto: il timing è perfetto ma l'apertura non è così veloce a cercare l'offload come lo è coi piedi e si fa intrappolare dal placcaggio "choke" di impronta irlandese, varato al Mondiale per provocar turnover. Ci cascherà anche un'altra volta nel secondo tempo. James alla mezz'ora fissa il 6-3, i trequarti avversari sono tagliati fuori dal gioco di attrito degli avanti e dei centri francesi e con loro scompaiono anche i due mediani, mentre gli avanti vengono assorbiti nelle fasi di contesa. In compenso una ostruzione di Sivivatu su Isa Nacewa lanciato su un calcio permette a Sexton di pareggiare al 35'. Trascorrono altri due minuti e James riporta i suoi in vantaggio e prima che si vada negli spogliatoi allunga sul 12-6.
Verso la mezz'ora, segnaliamo un significativo siparietto tra l'arbitro Wayne Barnes e capitan Leo Cullen, reo di aver appioppato un paio di ganci in eurovisione al pilone Zakriashvili. Barnes lo chiama da parte e gli chiede, molto inglese: vorrei conoscere la tua versione prima di prendere provvedimenti. Cullen gli spiega che il pilone georgiano lo stava tagliando fuori, Barnes dice ok e lo lascia andare. Per lo stesso fallo, solo meno evidente e pericoloso, ieri Poite ha appioppato un giallo a Stefan Terblanche. Il capitano irlandese deve ringraziare il fatto che porta la fascia ma ancor di più la pressione che la stampa irlandese ha messo sull'arbitro inglese, reo di aver arbitrato Irlanda-Galles al Sei Nazioni, quella persa col giallo a Ferris. E' una lezione, l'ennesima, per quelli che "l'arbitro non si critica mai": cuccù sveglia, quelli dei "paesi sportivamente evoluti" lo fanno eccome e a volte la pressione indotta funziona. Anche nel proseguo, in particolare nell'affannato finale irlandese, Barnes farà sovente "play down", anche di fronte alle civili proteste di Parra, che per tutta la gara non potrà mai estrarre un ovale tranquillo dalle sue ruck.
L'inizio del secondo tempo coincide col cambio di marcia di Leinster , solido nella sua esperienza nel ritrovarsi alle tappe finali di HCup e nel divincolarsi dai problemi. La frustata offensiva di cui ha bisogno se la inventa il pilone Mike Ross, che gioca all'interno per Kearney quando la difesa transalpina è convinta che l'azione si sviluppi al largo e si aspetta la punizione per il braccio alzato di Barnes. L'estremo corre centrale, quindi sterza a sinistra dove giunge Healy che marca la prima ed unica meta dell'incontro. Sexton non fallisce la conversione ed è 13-12 per i campioni in carica al 42'. Kearney ci prende gusto: finalmente si gioca par dire, prima trova una rimessa in profondità dopo un mark, poi infila i pali con un drop da cinquanta metri da posizione defilata per il 12-16.
Per non ingalluzzirsi troppo, l'estremo si vede fischiato un tenuto al 52' che consente a James di mettere subito una toppa per il -1. Dopodiché torna nei ranghi e si spegne.
Persiste la situazione di equilibrio precario dal momento che per quanto il Leinster abbia il possesso e nasconda l'ovale al Clermont, basta poco perché si passi da un vantaggio all'altro. Ma Leinster si divincola, appunto. E bene. Entra in in campo pure Eoin Reddan al posto di del più fisico Isaac Boss a garantire velocità nella continuità di gioco, mentre sull'altro fonte si torna forse con ritardo a far quello che si dovrebbe, sfondare dritto per dritto. Clermont al 56' si lascia fuggire un'ottima occasione, perdendo una propria touch nei 22 irlandesi. Al 60' invece dopo i cambi, anche la mischia sino ad allora dominata cede sulla spinta avversaria, e Leinster si riprende il possesso.
Si tratta di allungare nuovamente nel punteggio, così Brian O'Driscoll e Kearney esplorano il territorio nemico e mandano Sexton alla piazzola per il 19-15 al 62', mentre si susseguono i cambi in prima linea: la battaglia è dura, i volti dei protagonisti segnati; il thug Brad Thorn a lingua fuori nella sua secondo partita in Heineken Cup e nell'Emisfero, si rende conto che qui non si scherza. Gli irlandesi allungano le prese sui palloni sporchi e difendono stretto nei pressi dei raggruppamenti per lanciare il contropiede, mentre al 69' Reddan si conquista un calcio di punizione prezioso: Sexton calcia, Barnes e colleghi (Dave Pearson e Nigel Owens) non sono certi se abbia centrato i pali o meno, si affidano dunque al TMO che non convalida.
A dividere le due squadre rimangono quattro punti, la sicurezza è labile e la potenza dei Cudmore, dei Debaty è prepotente rispetto alle forze residue rimaste agli irlandesi dopo ottanta minuti di battaglia fisica, sommata alla spinta da Colosseo dei 34.000 dello stadio Chaban Delmas.
Il pack e i centri Fofana e King combinano per risalire il campo. Gli ospiti entrano in confusione, al 76' vanno a saltare in rimessa francese con un uomo in più. Il monumentale Julien Bonnaire, che sul volto porta i segni di una tacchettata, è fermato sulla linea di meta, Morgan Parra gioca immediato per l'accorrente Wesley Fofana che sfonda, si allunga e marcherebbe il punto della vittoria potenziale. Ma l'analisi del TMO mostra che perde il controllo del pallone al momento del touchdown, sbattendo il gomito sul terreno. Somiglia alla meta non meta di Strettle in Inghilterra-Galles del Sei Nazioni: si vede che era destino.
Gli ultimi disperati tentativi di reggere del Leinster ripartono dalla mischia sui 5 metri: l'Alamo del Leinster, la Marna, la linea Maginot, quello che meglio si crede. Scontro coi pezzi grossi raggruppati alla base di uno dei pali. Alla fine O'Brien salda le proprie dita sul pallone, Barnes fischia uno strano tenuto francese, Sexton calcia fuori, l'arbitro fischia la fine e il pubblico fischia all'unisono Barnes.
Se la Challenge Cup è affare da Top14, la HCup è da Pro12 o meglio da Hibernia. Quest'anno per Leinster c'è aria di double, sia nel senso di back-to-back in Coppa che di possibile vittoria in campionato e Coppa Europa, entrambe fatti molto più rari dei triplete calcistici.
Clermont ha fatto un altro passettino, è arrivata alle semifinali e s'è giocata la finale fino all'ultimo istante, ma ora ai Jaunards che han generato serpentoni di auto nei 175 chilometri della Autoroute A89 tra Clermont Ferrand e Bordeaux, rimane solo il campionato. Come a Tolosa del resto.
Quanto alla finale, inutile ricordare chi sia la strafavorita, a Twickenham (o meglio dire Twick O'Ham?) sarà una storia a sé. O forse si deve pensare che Ulster goda dei favori di casa? Dato che fino a prova contraria, ancora sudditi di Sua Maestà sono, in Irlanda del Nord.








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