mercoledì 4 aprile 2012

Ognuno ha il suo barometro

C'è quello che Lawrence Dallaglio ha messo in calendario per l'estate, quando l'Inghilterra affronterà in tre Test Match il Sud Africa. C'è quello italiano dove nel frattempo si apprende che Craig Green non è stato confermato alla guida dell'Italia Under 20. Il motivo ufficiale sarebbe che non è in linea con il ct Jacques Brunel, lui risponde via Grillotalpa che non è così, che nella Fir c'è qualcuno a cui non deve stare simpatico e "purtroppo è così in Italia, c'è troppa politica e poco merito". Un'altra conferma da aggiungere alla lunga lista.

Barometri australi, si diceva. L'ex Numero 8 di nazionale (campione alla RWC 2003) e Wasps è lo stesso che prima del Mondiale neozelandese aveva provato a calmare gli animi e le aspettative sul gruppo di Martin Johnson, augurandogli di fare una buona prestazione, ma di attendere il 2015 per scommettere su un'Inghilterra vincente. Ora prova a ragionare sulla scelta di Stuart Lancaster, passato dal grado di caretaker a quello di head coach a tutti gli effetti dopo il bilancio del 6 Nations.
"Lo sanno tutti che il vero barometro sarà l'estate", ha dichiarato, quando la truppa scenderà a far visita ai nuovi Springboks. Il Sud Africa è terra dove "giocare è davvero dura" e quando torneranno in patria sia i giocatori inglesi che lo staff avranno chiari i punti sui quali lavorare. 
Quanto al fatto che di Lancaster venga ricordata la scarsa esperienza internazionale, risponde che non è solo questione di una persona negli altri livelli del rugby, ma di una serie di fattori e lascia intendere che sarà fondamentale il rapporto tra lui e i suoi collaboratori per proseguire sulla buona strada. 

"Merita di continuare nel ruolo che ricopre", ha aggiunto, "senza dubbio". 

Tornando a Green, ha lasciato detto: "Nel Sei Nazioni abbiamo sbagliato, ho sbagliato, ma qualcosa iniziava a vedersi. C’era una crescita, un progetto, si iniziava a vedere un gioco. Tutto questo in pochi mesi di lavoro e mi chiedo cosa sarebbe potuta diventare quella squadra, quel gruppo di ragazzi avendo la possibilità di lavorarci per una stagione intera". E in merito al lavoro di Brunel, esprime una considerazione personale: "Io credo che il ct voglia uno staff che sia veramente suo e credo che voglia con lui qualcuno che alleni tutti i giorni, non in maniera spot come invece ti costringe a fare il solo lavoro con la Nazionale". 
Sarà per questo che in federazione hanno così tanta voglia di sbolognare staff tecnici in Pro12?

10 commenti:

Anonimo ha detto...

uno allenatore buono ,l'unico aggiungerei ,messo alla porta voglio proprio vedere chi "sceglierà" zio jacques ammesso che glielo permettano ...la scelta sarà il punctum crucis del ns movimento da qui al 2015

Abr ha detto...

Sulla bontà del Green non mi esprimo, non lo conosco. Mi pare che l'Accademia non si sia focalizzata a plasmare, sviluppare quel che serve all'Italia, sinora (apertura, trequarti). E poco m'è piaciuta ai Mondiali Junior, anche se non allenava lui - era già responsabile delle Accademie, mi pare.

Aggiungo solo, e vale per lui come per Brunel o Mallett: per me non esiste allenatore (di livello) perdente con giocatori buoni, o vincente con giocatori scarsi.

Concordo che in prospettiva sia quasi più importante chi allena gli U20 e U18 (sconfitta con la Georgia ...) e U16 (se ci sono ancora) a tutti i livelli, che non le prime squadre.

Nick ha detto...

Quella della Georgia è stata davvero una brutta notizia. Restando sul pezzo, personalmente credo che il prossimo staff tecnico Aironi e quello U20 saranno parenti stretti, nel senso che una nomina non avverrà indipendentemente dall'altra.

Abr ha detto...

... anche perché non è che ne girino centinaia, di allenatori di rugby referenziati in Italia.

gsp ha detto...

@Abr, prima di tutto complimenti per l'onesta' intellettuale. In un giorno in cui ci si strappa le vesta, ed anche giustamente, perche' Green lascia la nazionale dopo i buoni progressi, e' solo onesto ricordare anche che e' stato a capo delle accademie per due anni, e quidi se si criticano le accademie si deve necessariamente criticare anche lui. sono i rischi professionali e tutti i professionisti lo sanno.

personalmente penso si siano giudicate le accademie troppo infretta, e' un work in progress. e se paragonato al sistema formativo precedente, non me la sento di dire che producano meno, per quel che si vede dal di fuori.

sul fatto che che l'accademia non produca 3/4 non sono sicuro. Vedi Benvenuti, ma anche Morisi, Campagnaro, Della Rossa, Esposito, vediamo Venditti come fa a crescere. non tutti esploderanno, alcuni si perdono perche' e' normale, ma finalmente sono giocatori con caratteristiche di gioco dei quali c'e' stata penuria di recente. il problema e' che secondo me anche a livelli alti, cioe' treviso ed Aironi, non sappiamo ancora come coltivare ali e playmakers. per questo forse e' bene che Tommy vada all'estero.

pero' hai ragione. se gli irlandesi fanno un progetto per cercare giocatori di 2 metri, noi abbiamo bisogno di un progetto specifico per le aperture. e dobbiamo lavorare di piu' su quel ruolo. la regola in eccellenza per l'anno prox, va bene, ma si puo' e deve fare di piu. investiamo su un tecnico specifico che lavori solo sui 10.

Abr ha detto...

Grazie gsp, più che onestà intellettuale (parolone troppo grande per il contesto nostro), ci interessa riuscire a mantenere la lucidità raziocinante e il livello della discussione.
Contrapposta non tanto a irrazionalità tifoserecce - se ne trova ancora qualche traccia in giro, soprattutto localizzata attorno a Roma, ma è poca roba - quanto ao luoghi comuni e alle parole d'ordine spacciate per "verità acquisite".
Roba tipo mallett male brunel bene ad esempio. Se en discuta dati alla mano. Oppure, quando critichiamo affermazioni come "è giusto aldilà di ogni dubbio" mettere dei limiti all'ingresso degli stranieri nei club Pro: ci interessa MOLTO che quel "aldilà di ogni dubbio" venga rimosso e non si dia nulla per scontato e a priori. Senza possedere verità in tasca.

Nel merito, concordo che le accademie siano un in fieri, ma il buongiorno si vede dal mattino.
Non serve un audit per intravvedere gran problemi di MANICO: ad esempio, quali sono le priorità accademiche? Buio completo ci pare.
Anche mio zio, che rugby non sa se si scriva con la y o la j, anche prima di due anni fa lo poteva dire: le aperture o meglio i piazzatori.
Risultati? Progressi? Buio completo.
E poi i mondiali junior! L'abbiamo scritto: il nostro rabbrividire non riguarda il coaching staff o la squadra, criticati per aver raggiunto solo in extremis l'obiettivo (la qualificazione al prossimo mondiale). La nostra critica va ai responsabili di quel che lo staff si è trovato in mano, cioè alla Accademia: ventenni assolutamente impreparati in termini di ritmo partita e automatismi. Tanto da domandarsi, ma che czzz.... han fatto a Tirenia da mane a sera, corsette e playstation?

Sui 3/4 hai ragione, ma ce l'hai anche nell'ammettere la condivisione dei meriti coi club/franchigie. Quindi, insisto, non vedo un apporto originale e caratterizzane che giustifichi il costo dell'Accademia federale, soprattutto quando va a penalizzare e a competere con i vivai dei club locali.

L'esempio lampante lo tocchi anche tu, è il tema preciso e specifico dei piazzatori (ancor più urgente dei playmaker): dovrebbe e potrebbe esser gestito con progetto prioritario e apposito proprio dalla Accademia.

Invece di limitarsi ad alzar alti lai perchè "i club Pro prendono solo aperture straniere", falso ma anche fosse a maggior ragione, si doveva e poteva aprire un "cantiere", un "progetto" in sede Accademica.

Come ho scritto estremizzando, otto ore al dì di piazzati. Un grande tennista del passato a fine allenamento metteva una fila di barattoli continui sulla linea dell'area di servizio e andava a casa solo dopo aver abbattuto col servizio tutti i barattoli. Mica ci vuole Graham Henry o Jake White per prendere due/quattro sedicenni e "condizionarli" così ogni giorno che iddio mette in terra per due anni in fila. Chissà come fanno altrove a creare i Farrell (un predestinato, certo, ma che a sedici anni giocava nella nazionale U18 e a 18 nella U20).

gsp ha detto...

@abr, oggi come oggi io vedo piu' cruciale costruire playmaker che piazzatori.

come dici tu con 8 ore al giorno di piazzati e tecnica un calciatore lo costruisci, anche Mirco se vogliamo. poi c'e' la dimensione mentale, e li' ci vuole uno psicologo. ad es. Tebaldi e Bocchino hanno fatto eccellenze con risultati molti positivi, ma poi bisogna vedere sotto pressione.

sul playmaker invece non so se bastino 8 ore al giorno, ma di certo si possono allenare. piu' che il piazzatore e' secondo me l'assenza di playmaker, dopo l'uscita di Gower, che sta frustrando il gioco della squadra.

quando sai che il tuo playmaker ha limiti allora lavori sugli schemi. lo fa Treviso con Burton, e l'ha fatto Mallett e la nazionale l'anno scorso attaccava e pure bene, secondo me. quest'anno, senza schemi, Benvenuti non ha visto palla.

A brunel do credito sperando che il 'pain' di quest'anno sia 'gain' l'anno prossimo. i risultati li discuteremo tra un paio d'anni.

Certo chi dice che la squadra gioca meglio con Brunel dovrebbe rivedere il 6n dello scorso anno, specialmente le partite con Galles, Francia, e le due con la Scozia. Altro che mancanza di gioco.

Abr ha detto...

Non sottostimo il tema del playmaker e trovo molto giusto quel che dici sugli schemi, col ligio Benvenuti che senza non tocca palla (se non se la intercetta); solo, ritengo prioritario e imprescindibile costruire al più presto un piazzatore. Proprio per via del gioco a trazione prevalentemente anteriore e di Brunel: all'Usap poteva contare su Porical, hai detto niente.
Anche perché "costa poco" crescerlo. Non può essere a mio avviso Mirco, ha altre cose da fare ed è troppo tardi: ci vuole un giovane, un Farrell.
Per tornare al tema iniziale, ecco a cosa dovrebbe servire una accademia federale: a colmare i gap nella "offerta" dai club, non per far concorrenza o sostituirsi ai vivai. Oltre che convocare più gli allenatori e gli staff dei club, che non i giovani giocatori.

Il piano mentale: hai ragione, quello non si allena, o sei "freddo" o non lo sei. Dovrebbe essere oggetto di pre-selezione caratteriale, e di verifica a posteriori, esponendo i candidati alla pressione delle gare col pubblico.
Nel basket alcuni allenatori hanno delle tabelle di "decalage" dei giocatori: chi fa un x percentuale al tiro in allenamento, di quanto quella x cala in partita vera. Per via della pressione, matematico.

Sempre dal basket, gioco più "statistico" per i numeri in ballo, emerge che nei tiri liberi ("i piazzati"), mediamente si soffra di più la pressione del pubblico di casa che non il rumore di quello avversario ... interesting.

ringo ha detto...

Le famose voci raccolte a Viadana che tanto vespaio suscitarono (poi confermate di fatto) indicavano in Green il prossimo allenatore degli Aironi. Staremo a vedere cosa butterà.

Abr ha detto...

.. se era furbo diceva che aveva dato le dimissioni apposta, per candidarsi al posto ...

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