Gli Ospreys riportano Leinster a terra
RaboDirect PRO12 final - Dublin
Leinster 30 - 31 Ospreys
Il volto in tribuna di Cian Healey e quello a bordo campo di Leo Cullen sono gli scatti perfetti della finale di Pro12 disputata oggi pomeriggio a Dublino: quello sorpreso del pilone tenuto a riposo e quello stravolto della seconda linea, capitano del Leinster fresco vincitore di Heineken Cup e nient'altro. E poi c'è Shane Williams, il folletto alla sua ultima partita non solo con la maglia degli Ospreys, ma propriamente con gli scarpini al piede: li appende al muro, non senza essersi prima goduto il successo per 31-30, giunto negli ultimi minuti di gara grazie alla sua seconda meta di giornata, o meglio mettendo Dan Biggar, altro eroe di giornata, nella condizione di poter chiudere il conto col minimo scarto e sapore di beffa. Vincono i gallesi, mentre la squadra irlandese sbatte contro la terribile realtà che. se qualcuno può riuscire nel back-to-back, è invece pressoché impossibile realizzare un double e quel Leinster multi opzioni tanto da posizionarsi idealmente in un'orbita superiore a quella terrestre, ora lo sa bene.
Accade di tutto negli ottanta minuti baciati dal sole al Royal Dublin Society. Accade che i padroni di casa gestiscano l'incontro per lunghi tratti, che si giunga a pensare che ormai è finita, basterebbe giusto il piede di Jonathan Sexton per mettere definitivamente la firma sulla pratica. Ed invece non è così. Leinster all'assalto nei primi minuti, muove palla a più non posso e risale il campo, anche dai propri 22 ma se Sexton sbaglia dalla piazzola dopo due giri di lancette, Dan Biggar al contrario apre le danze al 9'. Cullen si ritrova a terra per un colpo portatogli dal dirimpettaio Ian Evans. All'11' è 3-3, il ritmo rimane alto, specie per volontà della squadra di coach Schmidt, gli Ospreys provano a rallentarlo nelle ruck dove però vigila l'occhio dell'arbitro francese Romain Poite che usa un metro diverso da quello celtico solito, più lasco su certe cose e inflessibile su altre, al quale avrà più difficoltà ad adattasi la squadra di casa. Un aspetto "british" resta comunque: l'arbitro richiama i capitani richiedendo, in linea col "this is not soccer", che comunichino ai loro teammates di smetterla di rivolgergli lamentele, indicazioni e richieste.
Isa Nacewa, uno dei più concreti e determinati in campo, rompe la barriera a metà campo, quindi serve il tallonatore Sean Cronin e quando sembra fatta, Rhys Webb recupera l'ovale ed evita il peggio. Lo stesso mediano gallese partecipa al quasi micidiale contropiede acceso dall'intercetto di Andrew Bishop al 19': il centro cavalca verso l'area di meta avversaria, serve il compagno che compie due passi verso l'interno ed esita una frazione di secondo, quanto basta per venir steso sulla linea dei 5 metri dal recupero difensivo; per evitare guai peggiori Leinster si rifugia in un fallo professionale che consente a Biggar di segnare il 6-3.
Passato lo spavento, il momentum si ribalta: Nacewa va a riprendersi l'ovale gestito a fatica dalla mischia di Swansea davanti ai propri 22, Fergus McFadden serve Brian O'Driscoll sempre brillante e difficile da fermare; con il suo movimento assorbe le due guardie davanti a lui e serve il dinamico Cronin, miglioratissimo dai tempi non lontani del Connacht, che arriva in fondo per il 10-6.
Gli Ospreys faticano ad imbastire azioni offensive seriamente pericolose, se non fosse che possono contare su un paio di individui determinati a disturbare la festa: Biggar e S.Williams, che indossa i panni di utility back e anche di mediano all'occorrenza. Intanto il nr.1 Paul James si vendica della mischia precedente e i gallesi accorciano al 33'. Ma sul drop di ripartenza Sexton e Nacewa s'intendono a meraviglia, il pallone viene spedito sulla fascia dove l'ala arriva ad agguantarlo prima del dirimpettaio, il 19enne sudafricano statunitense di passaporto Hanno Dirksen e mentre il resto dei gallesi pascola tranquillo in tutt'altre parti del campo, l'ala può segnare indisturbato la seconda meta irlandese. Se nel calcio - si dice - bastano tre passaggi per arrivare in porta, a rugby ancora meno. E' una meta da polli, da Under16, una di quelle che baca il cervello e spacca le partite.
E' il 17-9 con il quale si va negli spogliatoi, anche se mancano cinque minuti più lungo extra time alla fine del primo tempo, trascorso sulla linea dei 5 metri dei padroni di casa, di mischia in mischia: costano il giallo al Blu Heinke van der Merwe che trascina a terra Adam Jones: non si lega come dovrebbe, tiene la testa di traverso prima dell'ingaggio, insomma di tutto. La tensione tra i due pack sale, il giudice di gara chiama a rapporto Cullen avvertendolo che se continuano così potrebbe ammonire qualcun'altro. Alun-Wyn Jones da parte sua vorrebbe la meta tecnica ma a termini di regolamento la richiesta non regge, dal momento che la mischia gallese non avanza. Anzi, all'ennesimo raffronto crolla, Poite ha finalmente la possibilità di uscire da quel cul de sac e stavolta è davvero intervallo.
Gli ultimi quaranta minuti dalla stagione sono un condensato unico di emozioni. La reazione degli Ospreys è immediata, si riversano nella metà campo irlandese, tengono pigiato sull'acceleratore e innestano la marcia più alta con un paio di off load che mandano in meta al 42' il 22enne centro Ashley Beck per il 17-16. I padroni di casa non si scompongono, Sexton rimedia due minuti più tardi al piede mentre Cullen cede il posto a Brad Thorn, alla caccia di un titolo che ancora manca al suo impressionante palmares. Nacewa la scampa su un intervento pericoloso ai danni di Dirksen, Sexton al contrario non lascia scampo appena ne ha l'occasione, le prese al collo sono popolari tra i trequarti Irish. Il Leinster si porta a +7 e il colpo del ko danza nell'aria ancora una volta: l'estremo Richard Fussell perde palla, Jamie Heaslip lancia il contrattacco, Nacewa viene spinto in rimessa all'altezza della bandierina da Webb che batte veloce la rimessa senza assicurarsi che i compagni se ne accorgano e ci si ritrova con una mischia per i padroni di casa sui 5 metri, che però collassa.
Si entra nell'ultimo quarto, Kahn Fotuali'i entra in mediana tra gli Ospreys. E comincia lo show di Williams: Evans e A-W Jones combinano in campo aperto, Fussell si inserisce e serve l'ala che corre lungo la linea laterale e marca nell'angolo, resistendo al solito placcaggio alto (vedi foto). Biggar non converte per il pareggio ma è comunque 23-21. Il pubblico chiede la reazione dei suoi beniamini che puntuale arriva al 61', con una maul che crolla nei 22, l'ovale rimbalza sul terreno senza che nessuno dei gallesi si fiondi ad acciuffarlo e così Nacewa, sempre Nacewa, si allunga nell'area di meta per il 30-21.
Questa volta i titoli di coda spingono per scorrere, ma manca ancora troppo. E manca un'eternità dopo il giallo al 72' all'anziano neozelandese Nathan White, entrato nel primo tempo per l'acciaccato Mike Ross (due gialli ai piloni del Leinster): Biggar ne segna altri tre su indicazione del capitano A-W Jones che preferisce i pali ad un nuovo confronto in mischia ordinata. Leinster non ne ha più e quando a cinque dalla fine viene fatta crollare una maul gallese, il dramma si compie: rimessa nei 22, la terza linea entra in azione (l'inglese Joe Bearman , il 22enne Justin Tipuric e l'antico capitano dei Dragoni Ryan Jones), quindi si va al largo dove Shane Williams si inserisce tra i due centri e punta nuovamente all'angolo, per marcare doppietta al 77', confermata anche questa nel giro di pochi secondi dall'impeccabile TMO De'Sanctis. Il piede di Biggar non tradisce, è il primo e definitivo sorpasso che provoca le espressioni dei volti descritte all'inizio.
Ciò che rimane ai campioni d'Europa va in mostra negli ultimi scampoli, trascinati dai Gordon D'Arcy, O'Driscoll e Rob Kearney, ma gli Ospreys primo non commettono infrazioni, secondo reggono all'urto e recuperano al fine l'ovale, non appena gli avversari erano entrati in zona drop ma mancava il sostegno. E la gioia del gruppo di tifosi giunto da Swansea risuona in un RDS ammutolito.
Facce e personaggi. Farewell Shane: Williams lascia da campione, il modo migliore per salutare e ringraziare: dopo l'addio al Galles, si è dedicato esclusivamente alla franchigia, invitando i giovani talenti a non abbandonare la patria. Un lavoro iniziato dallo staff degli Ospreys come di tutte le altre franchigie gallesi, che fa di necessità virtù: hanno avviato un ringiovanimento della rosa che dovrà continuare nelle prossime stagioni, dato che la fuoriuscita degli antesignani Mike Phillips e James Hook sarà quest'anno seguita da quelle di Huw Bennet, Paul James, Nikki Walker, Tommy Bowe e diversi altri; non solo, di cash per portar campioni a Swansea non ce n'è. Per lunghi tratti della partita difatti, tra i Gweilch sembrava prevalere la rassegnazione, un clima da smobilitazione appunto, non fosse stato per il pack e le redini dell'esempio, saldamente in mano al Folletto e al giovane Biggar. Il prossimo futuro dirà se questa vittoria sia il commiato di una generazione di campioni al quarto titolo celtico dal 2005, o se potrà essere il viatico perfetto per le nuove generazioni in cantiere - i Tipuric, i Beck, i Dirksen, lo stesso Biggar - come sostiene coach Steve Tandy.
Quanto ai campioni d'Europa, sulle facce è incredulo sconcerto, "WTF" come si dice in Rete più che dolore per la inopinata sconfitta, quand'era solo da far festa davanti al proprio pubblico; la stagione resta per i Dubliners ampiamente vincente ma è storia simile a uno schitto di piccione sul vestito buono all'uscita della Messa, come dice un mio amico. Prendiamo a simbolo un "mercenario", lo spilungone Thorn: per una volta non si ritrova con la medaglia da vittorioso, alla collezione (Webb-Ellis Cup, Super XV, HCup solo per restare sul versante Union) manca un campionato europeo. Anche lui è umano, come il resto del Leinster, riportato sulla Terra dalla resilience gallese.
Leinster 30 - 31 Ospreys
Il volto in tribuna di Cian Healey e quello a bordo campo di Leo Cullen sono gli scatti perfetti della finale di Pro12 disputata oggi pomeriggio a Dublino: quello sorpreso del pilone tenuto a riposo e quello stravolto della seconda linea, capitano del Leinster fresco vincitore di Heineken Cup e nient'altro. E poi c'è Shane Williams, il folletto alla sua ultima partita non solo con la maglia degli Ospreys, ma propriamente con gli scarpini al piede: li appende al muro, non senza essersi prima goduto il successo per 31-30, giunto negli ultimi minuti di gara grazie alla sua seconda meta di giornata, o meglio mettendo Dan Biggar, altro eroe di giornata, nella condizione di poter chiudere il conto col minimo scarto e sapore di beffa. Vincono i gallesi, mentre la squadra irlandese sbatte contro la terribile realtà che. se qualcuno può riuscire nel back-to-back, è invece pressoché impossibile realizzare un double e quel Leinster multi opzioni tanto da posizionarsi idealmente in un'orbita superiore a quella terrestre, ora lo sa bene.
Accade di tutto negli ottanta minuti baciati dal sole al Royal Dublin Society. Accade che i padroni di casa gestiscano l'incontro per lunghi tratti, che si giunga a pensare che ormai è finita, basterebbe giusto il piede di Jonathan Sexton per mettere definitivamente la firma sulla pratica. Ed invece non è così. Leinster all'assalto nei primi minuti, muove palla a più non posso e risale il campo, anche dai propri 22 ma se Sexton sbaglia dalla piazzola dopo due giri di lancette, Dan Biggar al contrario apre le danze al 9'. Cullen si ritrova a terra per un colpo portatogli dal dirimpettaio Ian Evans. All'11' è 3-3, il ritmo rimane alto, specie per volontà della squadra di coach Schmidt, gli Ospreys provano a rallentarlo nelle ruck dove però vigila l'occhio dell'arbitro francese Romain Poite che usa un metro diverso da quello celtico solito, più lasco su certe cose e inflessibile su altre, al quale avrà più difficoltà ad adattasi la squadra di casa. Un aspetto "british" resta comunque: l'arbitro richiama i capitani richiedendo, in linea col "this is not soccer", che comunichino ai loro teammates di smetterla di rivolgergli lamentele, indicazioni e richieste.
Isa Nacewa, uno dei più concreti e determinati in campo, rompe la barriera a metà campo, quindi serve il tallonatore Sean Cronin e quando sembra fatta, Rhys Webb recupera l'ovale ed evita il peggio. Lo stesso mediano gallese partecipa al quasi micidiale contropiede acceso dall'intercetto di Andrew Bishop al 19': il centro cavalca verso l'area di meta avversaria, serve il compagno che compie due passi verso l'interno ed esita una frazione di secondo, quanto basta per venir steso sulla linea dei 5 metri dal recupero difensivo; per evitare guai peggiori Leinster si rifugia in un fallo professionale che consente a Biggar di segnare il 6-3.
Passato lo spavento, il momentum si ribalta: Nacewa va a riprendersi l'ovale gestito a fatica dalla mischia di Swansea davanti ai propri 22, Fergus McFadden serve Brian O'Driscoll sempre brillante e difficile da fermare; con il suo movimento assorbe le due guardie davanti a lui e serve il dinamico Cronin, miglioratissimo dai tempi non lontani del Connacht, che arriva in fondo per il 10-6.
Gli Ospreys faticano ad imbastire azioni offensive seriamente pericolose, se non fosse che possono contare su un paio di individui determinati a disturbare la festa: Biggar e S.Williams, che indossa i panni di utility back e anche di mediano all'occorrenza. Intanto il nr.1 Paul James si vendica della mischia precedente e i gallesi accorciano al 33'. Ma sul drop di ripartenza Sexton e Nacewa s'intendono a meraviglia, il pallone viene spedito sulla fascia dove l'ala arriva ad agguantarlo prima del dirimpettaio, il 19enne sudafricano statunitense di passaporto Hanno Dirksen e mentre il resto dei gallesi pascola tranquillo in tutt'altre parti del campo, l'ala può segnare indisturbato la seconda meta irlandese. Se nel calcio - si dice - bastano tre passaggi per arrivare in porta, a rugby ancora meno. E' una meta da polli, da Under16, una di quelle che baca il cervello e spacca le partite.
E' il 17-9 con il quale si va negli spogliatoi, anche se mancano cinque minuti più lungo extra time alla fine del primo tempo, trascorso sulla linea dei 5 metri dei padroni di casa, di mischia in mischia: costano il giallo al Blu Heinke van der Merwe che trascina a terra Adam Jones: non si lega come dovrebbe, tiene la testa di traverso prima dell'ingaggio, insomma di tutto. La tensione tra i due pack sale, il giudice di gara chiama a rapporto Cullen avvertendolo che se continuano così potrebbe ammonire qualcun'altro. Alun-Wyn Jones da parte sua vorrebbe la meta tecnica ma a termini di regolamento la richiesta non regge, dal momento che la mischia gallese non avanza. Anzi, all'ennesimo raffronto crolla, Poite ha finalmente la possibilità di uscire da quel cul de sac e stavolta è davvero intervallo.
Gli ultimi quaranta minuti dalla stagione sono un condensato unico di emozioni. La reazione degli Ospreys è immediata, si riversano nella metà campo irlandese, tengono pigiato sull'acceleratore e innestano la marcia più alta con un paio di off load che mandano in meta al 42' il 22enne centro Ashley Beck per il 17-16. I padroni di casa non si scompongono, Sexton rimedia due minuti più tardi al piede mentre Cullen cede il posto a Brad Thorn, alla caccia di un titolo che ancora manca al suo impressionante palmares. Nacewa la scampa su un intervento pericoloso ai danni di Dirksen, Sexton al contrario non lascia scampo appena ne ha l'occasione, le prese al collo sono popolari tra i trequarti Irish. Il Leinster si porta a +7 e il colpo del ko danza nell'aria ancora una volta: l'estremo Richard Fussell perde palla, Jamie Heaslip lancia il contrattacco, Nacewa viene spinto in rimessa all'altezza della bandierina da Webb che batte veloce la rimessa senza assicurarsi che i compagni se ne accorgano e ci si ritrova con una mischia per i padroni di casa sui 5 metri, che però collassa.
Si entra nell'ultimo quarto, Kahn Fotuali'i entra in mediana tra gli Ospreys. E comincia lo show di Williams: Evans e A-W Jones combinano in campo aperto, Fussell si inserisce e serve l'ala che corre lungo la linea laterale e marca nell'angolo, resistendo al solito placcaggio alto (vedi foto). Biggar non converte per il pareggio ma è comunque 23-21. Il pubblico chiede la reazione dei suoi beniamini che puntuale arriva al 61', con una maul che crolla nei 22, l'ovale rimbalza sul terreno senza che nessuno dei gallesi si fiondi ad acciuffarlo e così Nacewa, sempre Nacewa, si allunga nell'area di meta per il 30-21.
Questa volta i titoli di coda spingono per scorrere, ma manca ancora troppo. E manca un'eternità dopo il giallo al 72' all'anziano neozelandese Nathan White, entrato nel primo tempo per l'acciaccato Mike Ross (due gialli ai piloni del Leinster): Biggar ne segna altri tre su indicazione del capitano A-W Jones che preferisce i pali ad un nuovo confronto in mischia ordinata. Leinster non ne ha più e quando a cinque dalla fine viene fatta crollare una maul gallese, il dramma si compie: rimessa nei 22, la terza linea entra in azione (l'inglese Joe Bearman , il 22enne Justin Tipuric e l'antico capitano dei Dragoni Ryan Jones), quindi si va al largo dove Shane Williams si inserisce tra i due centri e punta nuovamente all'angolo, per marcare doppietta al 77', confermata anche questa nel giro di pochi secondi dall'impeccabile TMO De'Sanctis. Il piede di Biggar non tradisce, è il primo e definitivo sorpasso che provoca le espressioni dei volti descritte all'inizio.
Ciò che rimane ai campioni d'Europa va in mostra negli ultimi scampoli, trascinati dai Gordon D'Arcy, O'Driscoll e Rob Kearney, ma gli Ospreys primo non commettono infrazioni, secondo reggono all'urto e recuperano al fine l'ovale, non appena gli avversari erano entrati in zona drop ma mancava il sostegno. E la gioia del gruppo di tifosi giunto da Swansea risuona in un RDS ammutolito.
Facce e personaggi. Farewell Shane: Williams lascia da campione, il modo migliore per salutare e ringraziare: dopo l'addio al Galles, si è dedicato esclusivamente alla franchigia, invitando i giovani talenti a non abbandonare la patria. Un lavoro iniziato dallo staff degli Ospreys come di tutte le altre franchigie gallesi, che fa di necessità virtù: hanno avviato un ringiovanimento della rosa che dovrà continuare nelle prossime stagioni, dato che la fuoriuscita degli antesignani Mike Phillips e James Hook sarà quest'anno seguita da quelle di Huw Bennet, Paul James, Nikki Walker, Tommy Bowe e diversi altri; non solo, di cash per portar campioni a Swansea non ce n'è. Per lunghi tratti della partita difatti, tra i Gweilch sembrava prevalere la rassegnazione, un clima da smobilitazione appunto, non fosse stato per il pack e le redini dell'esempio, saldamente in mano al Folletto e al giovane Biggar. Il prossimo futuro dirà se questa vittoria sia il commiato di una generazione di campioni al quarto titolo celtico dal 2005, o se potrà essere il viatico perfetto per le nuove generazioni in cantiere - i Tipuric, i Beck, i Dirksen, lo stesso Biggar - come sostiene coach Steve Tandy.
Quanto ai campioni d'Europa, sulle facce è incredulo sconcerto, "WTF" come si dice in Rete più che dolore per la inopinata sconfitta, quand'era solo da far festa davanti al proprio pubblico; la stagione resta per i Dubliners ampiamente vincente ma è storia simile a uno schitto di piccione sul vestito buono all'uscita della Messa, come dice un mio amico. Prendiamo a simbolo un "mercenario", lo spilungone Thorn: per una volta non si ritrova con la medaglia da vittorioso, alla collezione (Webb-Ellis Cup, Super XV, HCup solo per restare sul versante Union) manca un campionato europeo. Anche lui è umano, come il resto del Leinster, riportato sulla Terra dalla resilience gallese.
4 commenti:
Un po' godo.
:)
A dispetto del risultato elettrizzante una partita davvero brutta, mal giocata se confrontata con Leinster-Ulster di Heineken Cup, una gara meravigliosa.
Si è vero, concordo, bruttina, solo suspence a tratti, qualche bel taglio di Bod e le due mete di Shane. Ma era una finale dopotutto, di belle non ne ricordo.
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