Appuntamento a novembre
Le Home Unions sono tornate in patria, in un mix di stati d'animo. C'è chi è andato oltre le aspettative e il dovere, come la Scozia che si riprende da un 6 Nations durante il quale è riuscita a dare il peggio di sé dopo un Mondiale finito per la prima volta nella storia con la fase a gironi.
Oppure c'è Brian O'Driscoll: il centro irlandese potrebbe aver disputato la sua ultima partita contro gli All Blacks ritrovandosi a secco di punti contro i sessanta degli avversari ad una settimana dal quasi pareggio di Christchurch: il peggior risultato della storia irlandese down under.
Poi arrivano il Galles e l'Inghilterra che sabato ha davvero pareggiato con il Sud Africa: delle tre serie giocate su tre scontri diretti, la truppa di Stuart Lancaster (foto) è quella che ha raccolto di più in termini di risultati sul campo, mentre i gallesi sarebbero quelli che sommando i punti fatti contro quelli subiti sono andati meglio di tutte, per due volte di fila si sono ritrovati in vantaggio negli ultimi dieci minuti contro i Wallabies, ma hanno finito per perdere, ed è il risultato finale quello che resta sugli annali; con buona pace di chi (noi, non certo loro) è stato educato a credere che esistano davvero strani animali chiamati "onorevoli sconfitte" o rese "con l'onore delle armi".
Altro conto è, aver dato tutto quel che restava in questa fine stagione per le Boreali. "Sono immensamente orgoglioso di questo gruppo di giocatori", ha affermato Rob Howley, l'assistente di Warren Gatland che ha preso il posto del coach neozelandese costretto a regimi ridotti da una doppia frattura al tallone. Lo stesso Howley nei prossimi mesi potrebbe facilmente vedersi confermato nel ruolo di caretaker, visto che Gatland è in pole position per il guidare i Lions nel tour Down Under l'anno prossimo e nelle intenzioni dei britannici c'è la voglia più volte espressa di aver un head coach libero da qualsiasi altro pensiero. "Ci sono stati momenti della partita (di sabato scorso, ndr) che avremmo potuto gestire meglio, ma torneranno con i Test autunnali e nel prossimo 6 Nations e, se tutto va bene, avremo imparato a farlo".
Howley ha ricordato come molti degli atleti volati in Australia siano stati impegnati per la prima volta in una serie estiva e si è detto soddisfatto del lavoro svolto per migliorare di settimana in settimana. "Il rispetto che abbiamo ricevuto è stato grande, ma questa nazionale gallese è migliore (dei risultati che ha raccolto). Vogliamo vincere partite internazionali e una cosa di cui hai bisogno quando vuoi guadagnare rispetto è venire a giocare in posti come l'Australia e vincere".
Lancaster non è da meno nel guardare avanti: "Potete vedere che c'è stato un cambio della guardia, una nuova generazione che si sta facendo largo", ha dichiarato dopo il pareggio con gli Springboks a Port Elizabeth. "Ora i giocatori sanno che nessuno ha un diritto divino ad indossare la maglia della nazionale", ha quindi aggiunto. Selezione: è il monito lanciato da Lancaster ai suoi. Nel frattempo Mike Catt ha avuto la sua opportunità, da provvisorio esattamente come l'aveva avuta Lancaster stesso, ma l'esito non è stato lo stesso: il rapporto si è chiuso al termine del tour sudafricano e sul mercato c'è ovviamente Andy Farrell, che Lancaster vuole decisamente al suo fianco nel box riservato allo staff ad occuparsi dei trequarti assieme al mastino Graham Rowntree per gli avanti. Il manager inglese ci gira attorno, dice che preferisce operare con una équipe ristretta, "ma non ho mai detto di no ad un allenatore in più prima e non lo farò adesso".
Quanto risalta in questi giorni è la compattezza del gruppo dopo i burrascosi momenti che hanno preceduto, accompagnato e seguito il viaggio di Martin Johnson alla RWC, tra una Rugby Football Union indebolita dalla guerra interna per riassettarne i vertici e giocatori che facevano notizia per i pasticci lontani dalle partite, una prestazione sul campo al ribasso e un manager presto scaricato dall'intero ambiente dopo le sconfitta con la Francia ai quarti di finale mondiali. A novembre gli Springboks risalgono l'Emisfero Sud e saranno a Twickenham, senza il cappotto (inteso come esito della serie). Un mese senz'altro con i baffi: Movember.
Nel frattempo come avevamo anticipato, l'Inghilterra risale al quarto posto del ranking Irb, preziosissima posizione che garantisce la testa di serie ai Mondiali se mantenuta alla fine del prossimo novembre. Non c'è solo orgoglio ma anche un pizzico di calcolo, dietro alle tornate di test del 2012.
Dietro i Roses incalza la Francia, risalita a pochi centesimi di punto dai rivali storici con la vittoria a Tucuman e il Galles che si mantiene a tiro. Più staccata si trova l'Irlanda che pure recupera una posizione in classifica dopo la peggior sconfitta down under da decenni, per via della discesa di due posti dell'Argentina (le sconfitte in casa costano care). La Scozia come detto salta tutte le Pacifiche e risale al nono posto (le vittorie fuori pagano bene), chiude la scala l'Italia che si ritrova undicesima come quand'era partita, avendo scavalcato Tonga e non ancora Samoa, ma essendo oimè superata dagli scozzesi.
Oppure c'è Brian O'Driscoll: il centro irlandese potrebbe aver disputato la sua ultima partita contro gli All Blacks ritrovandosi a secco di punti contro i sessanta degli avversari ad una settimana dal quasi pareggio di Christchurch: il peggior risultato della storia irlandese down under.
Poi arrivano il Galles e l'Inghilterra che sabato ha davvero pareggiato con il Sud Africa: delle tre serie giocate su tre scontri diretti, la truppa di Stuart Lancaster (foto) è quella che ha raccolto di più in termini di risultati sul campo, mentre i gallesi sarebbero quelli che sommando i punti fatti contro quelli subiti sono andati meglio di tutte, per due volte di fila si sono ritrovati in vantaggio negli ultimi dieci minuti contro i Wallabies, ma hanno finito per perdere, ed è il risultato finale quello che resta sugli annali; con buona pace di chi (noi, non certo loro) è stato educato a credere che esistano davvero strani animali chiamati "onorevoli sconfitte" o rese "con l'onore delle armi".
Altro conto è, aver dato tutto quel che restava in questa fine stagione per le Boreali. "Sono immensamente orgoglioso di questo gruppo di giocatori", ha affermato Rob Howley, l'assistente di Warren Gatland che ha preso il posto del coach neozelandese costretto a regimi ridotti da una doppia frattura al tallone. Lo stesso Howley nei prossimi mesi potrebbe facilmente vedersi confermato nel ruolo di caretaker, visto che Gatland è in pole position per il guidare i Lions nel tour Down Under l'anno prossimo e nelle intenzioni dei britannici c'è la voglia più volte espressa di aver un head coach libero da qualsiasi altro pensiero. "Ci sono stati momenti della partita (di sabato scorso, ndr) che avremmo potuto gestire meglio, ma torneranno con i Test autunnali e nel prossimo 6 Nations e, se tutto va bene, avremo imparato a farlo".
Howley ha ricordato come molti degli atleti volati in Australia siano stati impegnati per la prima volta in una serie estiva e si è detto soddisfatto del lavoro svolto per migliorare di settimana in settimana. "Il rispetto che abbiamo ricevuto è stato grande, ma questa nazionale gallese è migliore (dei risultati che ha raccolto). Vogliamo vincere partite internazionali e una cosa di cui hai bisogno quando vuoi guadagnare rispetto è venire a giocare in posti come l'Australia e vincere".
Lancaster non è da meno nel guardare avanti: "Potete vedere che c'è stato un cambio della guardia, una nuova generazione che si sta facendo largo", ha dichiarato dopo il pareggio con gli Springboks a Port Elizabeth. "Ora i giocatori sanno che nessuno ha un diritto divino ad indossare la maglia della nazionale", ha quindi aggiunto. Selezione: è il monito lanciato da Lancaster ai suoi. Nel frattempo Mike Catt ha avuto la sua opportunità, da provvisorio esattamente come l'aveva avuta Lancaster stesso, ma l'esito non è stato lo stesso: il rapporto si è chiuso al termine del tour sudafricano e sul mercato c'è ovviamente Andy Farrell, che Lancaster vuole decisamente al suo fianco nel box riservato allo staff ad occuparsi dei trequarti assieme al mastino Graham Rowntree per gli avanti. Il manager inglese ci gira attorno, dice che preferisce operare con una équipe ristretta, "ma non ho mai detto di no ad un allenatore in più prima e non lo farò adesso".
Quanto risalta in questi giorni è la compattezza del gruppo dopo i burrascosi momenti che hanno preceduto, accompagnato e seguito il viaggio di Martin Johnson alla RWC, tra una Rugby Football Union indebolita dalla guerra interna per riassettarne i vertici e giocatori che facevano notizia per i pasticci lontani dalle partite, una prestazione sul campo al ribasso e un manager presto scaricato dall'intero ambiente dopo le sconfitta con la Francia ai quarti di finale mondiali. A novembre gli Springboks risalgono l'Emisfero Sud e saranno a Twickenham, senza il cappotto (inteso come esito della serie). Un mese senz'altro con i baffi: Movember.
Nel frattempo come avevamo anticipato, l'Inghilterra risale al quarto posto del ranking Irb, preziosissima posizione che garantisce la testa di serie ai Mondiali se mantenuta alla fine del prossimo novembre. Non c'è solo orgoglio ma anche un pizzico di calcolo, dietro alle tornate di test del 2012.
Dietro i Roses incalza la Francia, risalita a pochi centesimi di punto dai rivali storici con la vittoria a Tucuman e il Galles che si mantiene a tiro. Più staccata si trova l'Irlanda che pure recupera una posizione in classifica dopo la peggior sconfitta down under da decenni, per via della discesa di due posti dell'Argentina (le sconfitte in casa costano care). La Scozia come detto salta tutte le Pacifiche e risale al nono posto (le vittorie fuori pagano bene), chiude la scala l'Italia che si ritrova undicesima come quand'era partita, avendo scavalcato Tonga e non ancora Samoa, ma essendo oimè superata dagli scozzesi.
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