Fir: Zatta si candida e le Eccellenti venete lo sostengono
Il nome c'è: Amerino Zatta si candida alla presidenza della Federazione italiana rugby per il prossimo quadriennio. L'ufficializzazione è arrivata questa mattina attraverso un comunicato della Benetton Rugby: prima una premessa, quindi la candidatura al vertice federale, sfidando nella corsa il candidato federale Alfredo Gavazzi. Notare il passaggio messo in risalto per cui la Benetton Rugby, in caso di elezione di Zatta, "rimetterà la gestione della franchigia, partecipante al RaboDirectPRO12, a disposizione del rugby italiano". Ecco il testo:
Premessa
Il rugby internazionale sta subendo negli ultimi anni un processo di cambiamento costante, che prospetta scenari e sviluppi sempre nuovi. Il rugby è sempre stato portatore di valori unici per i quali è facile associare un’immagine positiva, sia agli occhi del praticante che dello spettatore occasionale, sia delle aziende partner che decidono di investire sul rugby proprio grazie al messaggio che sa dare.
Il movimento italiano pertanto, non può restare ancorato ad un pericoloso immobilismo, ma deve sviluppare un nuovo senso di gestione, sia dal punto di vista tecnico, che per quanto riguarda gli altri aspetti ad esso correlati.
L’immagine attuale che emerge è quella di poca chiarezza sull’individuazione ed il perseguimento dei traguardi comuni a tutto il movimento. Confidiamo su una Federazione che rappresenti il confronto fra i vari componenti del movimento rugbistico, convinti come siamo che sia questo l’unico vero sistema di crescita. Il rugby internazionale ha avuto, negli ultimi venti anni, una crescita esponenziale dovuta all’apertura al professionismo.
Il rugby italiano ha dovuto adattarsi alla nuova situazione, dovendo affrontare – con la sua entrata nel Sei Nazioni – implicazioni di novità e di inesperienza. Ma ha anche usufruito di indubbi vantaggi economici derivanti dalle varie competizioni internazionali della Nazionale e dei Club.
Appare indispensabile ripensare il nostro sport, soprattutto a livello di promozione e di formazione, mantenendo vivi i valori di cui è portatore e cercando un’eccellenza che sia realmente sostenibile da tutto il movimento. Non dobbiamo avere paura del cambiamento, ancorché consapevoli della difficoltà della strada da percorrere, poiché esso rappresenta un requisito inderogabile per poter crescere ed acquisire esperienza e credibilità, guardando realisticamente l’attuale situazione senza fuorvianti alibi di facciata.
Candidatura
Con queste convinzioni e con la serenità (esperienza) che mi viene da tanti anni trascorsi nel mondo del rugby italiano, come Presidente di Società, ho preso la decisione di presentare a Voi la mia candidatura – per il prossimo quadriennio olimpico - alla Presidenza della Federazione Italiana Rugby.
E’ opportuno qui chiarire, in maniera inequivoca e ferma, che in caso di mia elezione Benetton Rugby – sin d’ora a ciò impegnandosi – rimetterà la gestione della franchigia, partecipante al RaboDirect PRO12, a disposizione del rugby italiano.
Da parte mia, ovviamente, presenterò immediatamente le dimissioni dalla carica di Presidente del club e da qualsiasi altra posizione che risulti comunque correlata alla franchigia oggi da me presieduta. Non deve, infatti, sussistere dubbio alcuno di interferenze o di incompatibilità di cariche che possano coinvolgere la mia persona e/o Benetton Rugby.
La Famiglia Benetton, che ho preventivamente informato della mia intenzione, mi incarica di far sapere che nulla ha da chiedere e si aspetta da questa mia candidatura e da un’eventuale mia carica, in continuità con l’impegno profuso nel rugby con passione e lealtà, ininterrottamente a partire dal 1978.
Update - Zatta incassa intanto i primi sostegni: sono quelli che giungono dai quattro club di Eccellenza del Veneto: Mogliano, Petrarca, Rovigo e San Donà. I rispettivi presidenti hanno "preso atto della disponibilità di Amerino Zatta a presentare la propria candidatura" decidendo di sostenerla.
Il dado è tratto - by Abr
L'establishment dondiano ha suonato le sue trombe dopo il dirompente comunicato Benetton del 15 giugno: Dondi si fa da parte, Gavazzi si fionda e incassa il sostegno del potere, sulla base di un programma (quale?) basato sulla "continuità". Suona stranissimo, quasi offensivo parlar di continuità a chi giudichi da appassionato ma tant'è, evidentemente il concetto è rilevante per certe orecchie importanti.
Ora il fronte dei dissidenti ha suonato le sue campane. Mostrando che il comunicato non era un "ballon d'essai": ci mette la faccia il presidente della Benetton Rugby, uno che non aveva certo bisogno di visibilità o di cariche.
Ci son due tipi veneti standard: quello sanguigno e quello "felpato". Zatta appartiene alla seconda categoria, coinvolge nelle decisioni ed è capace di trattare anche col Turco, ma ciò non significa deresponsabilizzazione né relativismo morale o tatticismo. Quel che più conta, non è un prodottino del chiuso provinciale che si improvvisa per l'export, stile "kno aut" per dire know how: da tempi immemori Zatta vanta regolari frequentazioni con l'Irlanda (Leinster in specie) giusto per dire.
Probabilmente una candidatura di altissimo profilo era la condizione necessaria per incassare un inedito consenso di tutti club veneti: il documento sopra riportato - con tanto di cognome prima del nome - è storico, vale più di una vittoria elettorale per chi conosce l'ambiente. Un buon inizio per una aggregazione da far crescere e che potrebbe certamente contare anche su parte della Lombardia (Viadana) ma anche forse di altri club - regioni. Conoscendo come e quanto abbiano manovrato i Comitati Regionali, in particolare quello veneto, il loro scavalcamento e le risposte in diretta dai club non è cosa da poco. Almeno per adesso, poi si vedrà: i dondiani e tutti i beneficiari di un sistema di potere stratificato da 16 anni, non daranno strada tanto facilmente.
L'altro elemento dirompente è l'affrontare anticipatamente il problema del conflitto di interessi potenziale, dichiarando la volontà di restituire la licenza celtica. Tanto glie la ridanno subito, dice il cinico. In effetti concorrenza ce n'è pochina, ma secondo noi la mossa potrebbe essere significativa sul piano strategico.
Iniziamo a dire che forse a questo punto i tifosi trevigiani potrebbero augurarsi che Zatta perda la sfida, affinché la Benetton non lasci la Celtic. Nella realtà ogni scenario "exit strategy" in caso di sconfitta, pressocché certa se si dà retta a Dondi, non dovrebbe confortare i tifosi del club della Marca, senza per questo dar fede alla ridicola fola che sia tutta una "scusa" dei Benetton per abbandonare il rugby: se lo volessero fare lo direbbero, come han fatto col basket e col volley.
Una lettura più "politica" della restituzione della licenza celtica andrebbe accoppiata all'enfasi su "un’eccellenza che sia realmente sostenibile da tutto il movimento". Che sia la volontà di disincaglio di Treviso in sè e per sè dalle brughiere celtiche, al fine di partecipare al rilancio vero di un campionato nazionale? E in Celtic chi ci va, fin che ci sarà? Non qualcun altro, ma finalmente l'espressione di tutto il movimento per parti territoriali, aperto a flussi da e per l'Eccellenza nazionale, verrebbe da pensare.
Ora, mentre i portatori di bandieròn personalizzeranno e le verginelle si focalizzeranno sul "programma" (Dondi userà l'alzata per sostenere che il suo esiste da tempo, confondendo programma con obiettivi ma non importa), quel che conta di più sarà l'attività sottotraccia degli sherpa tra i grandi elettori, quindi club e i "sindacati" cioè tecnici e giocatori.
Sarà una bella sfida, ma non è detto che sarà una sfida pulita. In più in caso di vittoria di una delle parti, quella favorita dai numeri secondo Dondi, si può esser certi che non faranno progionieri.
Premessa
Il rugby internazionale sta subendo negli ultimi anni un processo di cambiamento costante, che prospetta scenari e sviluppi sempre nuovi. Il rugby è sempre stato portatore di valori unici per i quali è facile associare un’immagine positiva, sia agli occhi del praticante che dello spettatore occasionale, sia delle aziende partner che decidono di investire sul rugby proprio grazie al messaggio che sa dare.
Il movimento italiano pertanto, non può restare ancorato ad un pericoloso immobilismo, ma deve sviluppare un nuovo senso di gestione, sia dal punto di vista tecnico, che per quanto riguarda gli altri aspetti ad esso correlati.
L’immagine attuale che emerge è quella di poca chiarezza sull’individuazione ed il perseguimento dei traguardi comuni a tutto il movimento. Confidiamo su una Federazione che rappresenti il confronto fra i vari componenti del movimento rugbistico, convinti come siamo che sia questo l’unico vero sistema di crescita. Il rugby internazionale ha avuto, negli ultimi venti anni, una crescita esponenziale dovuta all’apertura al professionismo.
Il rugby italiano ha dovuto adattarsi alla nuova situazione, dovendo affrontare – con la sua entrata nel Sei Nazioni – implicazioni di novità e di inesperienza. Ma ha anche usufruito di indubbi vantaggi economici derivanti dalle varie competizioni internazionali della Nazionale e dei Club.
Appare indispensabile ripensare il nostro sport, soprattutto a livello di promozione e di formazione, mantenendo vivi i valori di cui è portatore e cercando un’eccellenza che sia realmente sostenibile da tutto il movimento. Non dobbiamo avere paura del cambiamento, ancorché consapevoli della difficoltà della strada da percorrere, poiché esso rappresenta un requisito inderogabile per poter crescere ed acquisire esperienza e credibilità, guardando realisticamente l’attuale situazione senza fuorvianti alibi di facciata.
Candidatura
Con queste convinzioni e con la serenità (esperienza) che mi viene da tanti anni trascorsi nel mondo del rugby italiano, come Presidente di Società, ho preso la decisione di presentare a Voi la mia candidatura – per il prossimo quadriennio olimpico - alla Presidenza della Federazione Italiana Rugby.
E’ opportuno qui chiarire, in maniera inequivoca e ferma, che in caso di mia elezione Benetton Rugby – sin d’ora a ciò impegnandosi – rimetterà la gestione della franchigia, partecipante al RaboDirect PRO12, a disposizione del rugby italiano.
Da parte mia, ovviamente, presenterò immediatamente le dimissioni dalla carica di Presidente del club e da qualsiasi altra posizione che risulti comunque correlata alla franchigia oggi da me presieduta. Non deve, infatti, sussistere dubbio alcuno di interferenze o di incompatibilità di cariche che possano coinvolgere la mia persona e/o Benetton Rugby.
La Famiglia Benetton, che ho preventivamente informato della mia intenzione, mi incarica di far sapere che nulla ha da chiedere e si aspetta da questa mia candidatura e da un’eventuale mia carica, in continuità con l’impegno profuso nel rugby con passione e lealtà, ininterrottamente a partire dal 1978.
Update - Zatta incassa intanto i primi sostegni: sono quelli che giungono dai quattro club di Eccellenza del Veneto: Mogliano, Petrarca, Rovigo e San Donà. I rispettivi presidenti hanno "preso atto della disponibilità di Amerino Zatta a presentare la propria candidatura" decidendo di sostenerla.
Il dado è tratto - by Abr
L'establishment dondiano ha suonato le sue trombe dopo il dirompente comunicato Benetton del 15 giugno: Dondi si fa da parte, Gavazzi si fionda e incassa il sostegno del potere, sulla base di un programma (quale?) basato sulla "continuità". Suona stranissimo, quasi offensivo parlar di continuità a chi giudichi da appassionato ma tant'è, evidentemente il concetto è rilevante per certe orecchie importanti.
Ora il fronte dei dissidenti ha suonato le sue campane. Mostrando che il comunicato non era un "ballon d'essai": ci mette la faccia il presidente della Benetton Rugby, uno che non aveva certo bisogno di visibilità o di cariche.
Ci son due tipi veneti standard: quello sanguigno e quello "felpato". Zatta appartiene alla seconda categoria, coinvolge nelle decisioni ed è capace di trattare anche col Turco, ma ciò non significa deresponsabilizzazione né relativismo morale o tatticismo. Quel che più conta, non è un prodottino del chiuso provinciale che si improvvisa per l'export, stile "kno aut" per dire know how: da tempi immemori Zatta vanta regolari frequentazioni con l'Irlanda (Leinster in specie) giusto per dire.
Probabilmente una candidatura di altissimo profilo era la condizione necessaria per incassare un inedito consenso di tutti club veneti: il documento sopra riportato - con tanto di cognome prima del nome - è storico, vale più di una vittoria elettorale per chi conosce l'ambiente. Un buon inizio per una aggregazione da far crescere e che potrebbe certamente contare anche su parte della Lombardia (Viadana) ma anche forse di altri club - regioni. Conoscendo come e quanto abbiano manovrato i Comitati Regionali, in particolare quello veneto, il loro scavalcamento e le risposte in diretta dai club non è cosa da poco. Almeno per adesso, poi si vedrà: i dondiani e tutti i beneficiari di un sistema di potere stratificato da 16 anni, non daranno strada tanto facilmente.
L'altro elemento dirompente è l'affrontare anticipatamente il problema del conflitto di interessi potenziale, dichiarando la volontà di restituire la licenza celtica. Tanto glie la ridanno subito, dice il cinico. In effetti concorrenza ce n'è pochina, ma secondo noi la mossa potrebbe essere significativa sul piano strategico.
Iniziamo a dire che forse a questo punto i tifosi trevigiani potrebbero augurarsi che Zatta perda la sfida, affinché la Benetton non lasci la Celtic. Nella realtà ogni scenario "exit strategy" in caso di sconfitta, pressocché certa se si dà retta a Dondi, non dovrebbe confortare i tifosi del club della Marca, senza per questo dar fede alla ridicola fola che sia tutta una "scusa" dei Benetton per abbandonare il rugby: se lo volessero fare lo direbbero, come han fatto col basket e col volley.
Una lettura più "politica" della restituzione della licenza celtica andrebbe accoppiata all'enfasi su "un’eccellenza che sia realmente sostenibile da tutto il movimento". Che sia la volontà di disincaglio di Treviso in sè e per sè dalle brughiere celtiche, al fine di partecipare al rilancio vero di un campionato nazionale? E in Celtic chi ci va, fin che ci sarà? Non qualcun altro, ma finalmente l'espressione di tutto il movimento per parti territoriali, aperto a flussi da e per l'Eccellenza nazionale, verrebbe da pensare.
Ora, mentre i portatori di bandieròn personalizzeranno e le verginelle si focalizzeranno sul "programma" (Dondi userà l'alzata per sostenere che il suo esiste da tempo, confondendo programma con obiettivi ma non importa), quel che conta di più sarà l'attività sottotraccia degli sherpa tra i grandi elettori, quindi club e i "sindacati" cioè tecnici e giocatori.
Sarà una bella sfida, ma non è detto che sarà una sfida pulita. In più in caso di vittoria di una delle parti, quella favorita dai numeri secondo Dondi, si può esser certi che non faranno progionieri.
10 commenti:
Candidatura forte e di rilievo con segnali anche fori nello specificare come in caso di vittoria lascera' la residenza Benetton e la stessa Benetton rimettera' la icenza per il Pro12 al fine di fugare ogni dubbio riguardo il conflitto d'interessi in cui Zatta in caso si troverebbe.
Aspettiamo di vedere il programma vero e proprio di Zatta per capire di piu'.
Naoto
Sempre a proposito di conflitto di interessi (in potenza, prima che in atto).
Abr, leggo ora il tuo "editoriale" a fine notizia...quoto tutto tranne una cosa che pero' posso aver frainteso lo dico subito.
'e le verginelle si focalizzeranno sul "programma"'
Non mi reputo una verginella ma allo stesso tempo il programma per me e' fondamentale, Amore ne ha presentato uno, a mio avviso con alcune idee buone ed altre un po'..."cosi'" diciamo (la haka italiana) ma pur sempre un programma...isnomma i compiti per casa li ha fatti ed un progetto di quello che vuole fare come presidente federale c'e'. Io spero che Zatta presenti al piu' presto il suo programma (ed ha gia' risposto come Amore in altro blog ad alcune domande...cosa che Gavazzi si e' ben guardato dal fare).
Giustamente secondo me settimane fa tu dicevi che la campagna non si sarebbe dovuta arenare su un "buoni" contro "cattivi" (la metto giu' semplice)...verissimo la campagna a questo punto con 3 candidati si dovrebbe decidere in base al programma, alle idee che i candidati propongono per il movimento...come Zatta mi e' piaciuto per come ha subito gestito la questione conflitto d'interesse mi era piaciuto altrettanto Amore che aveva prontamente presentato il suo programma.
Naoto
Sorry per la sintesi cinica naoto, anche per me il programma è fondamentale.
Solo, volevo sottolineare il fatto che non si può fingere di fare i duri e puri, la politica come tutto non è solo una battaglia ideale, le idee non bastano: ci vuole sudore, sangue e mmm ....
A' la guerre comme à la guerre.
Beh si...sara' una battaglia bella dura...come scrivevo la settimana scorsa la Fir e Dondi son subito partiti chiedendo aiuto alla fanteria con articoli, spazi radio ecc...
Naoto
Il network, i km, le telefonate, le cene, le promesse, le prebende ... quello conta, molto più degli articoli e interviste. Mica votano gli appassionati, le masse!
Mah diciamo che gli articoli servono a lanciare comunque dei segnali e screditare qualcuno anche davanti agli occhi dei votanti e soprattutto l'essere in grado di usare Repubblica o Radioa Rai mostra un certo potere.
Le promesse ed i regali saranno importanti, da capire come reagira' il duo Dondi-Gavazzi per il evento, opzione A cercheranno di rompere il fronte unito promettendo a destra e manca qualcosa se non vota no Zatta dall'altro un fronte veneto cosi' unito non si e' mai visto e Dondi-Gavazzi potrebbero anche darlo per perso ma fare "propaganda" sul resto d'Italia parlando di che vuole impadronirsi di tutto e centralizzare su stesso tutto.
Naoto
la haka italiana c è già è la tarantella ... : )
ironduke
Programma pubblicato dal Grillotalpa, sperem, a me piace ma non ho voto... Posso rompere le scatole in società ma non decido io...
L'ho letto ieri sera e mi piace molto, ben articolato, senza strafare, concreto, alla veneta in senso molto buono!!!
Ciao e buongiorno
Duepunte
Ciao duepunte, concordiamo ma tu rompi le scatole in società: è molto semplice, ora o mai più.
Due palloni e un paio di trasferte pagate non valgono la libertà! (Braveheart)
Posta un commento