Currie Cup, volano gli Sharks e i Kings - anche nel Super Rugby
Seconda giornata di Currie Cup "vera", davanti con due vittorie solo gli Sharks, indietro con due sconfitte solo i Griquas.
La squadra del KwaZulu-Natal ha battuto in casa i campioni in carica Golden Lions con un netto ma senza bonus 30-14, tre mete a due e 15 punti di Meyer Bosman schierato primo centro Sharks (sempre Rijan Vijoen con Charl McLeod in mediana). Il primo tempo s'era chiuso sul 6-7 dopo una meta di penalità incassata dagli ospiti, dal 50' in 15 minuti i padroni di casa chiudono la pratica con le mete delle ali Sihole (21 anni) e Ndungane (Odwa, nella foto) e del nr.7 già Boks Jean Deysel.
Western Force recupera la sconfitta casalinga subita con gli Sharks andando a battere a Kimberley i Griquas per 20-25, tre mete per parte. Sotto fino al 15-7 del 50', riagganciano con la meta del centro 20enne cresciuto in Australia JP DuPlessis, già una presenza nei Rebels e un paio di decine di minuti giocati con gli Stormers nel SuperRugby. L'aggancio e il sorpasso sono opera di Demetri Catrakilis, l'apertura e della meta del pilone Kitschoff. Il grave per i Griquas è che il campionato è corto ed è difficile recuperare, e quest'anno se non saranno playoff, sarà playout salvezza.
nell'anticipo di venerdì, i Cheetahs in casa sconfiggevano facilmente i Blue Bulls per 32-18, due mete per parte con doppietta del nr.8 ospite Chris Stander, 22enne che a fine campionato s'imbarcherà direzione Munster. La differenza la fa il numero di piazzati messi a segno dall'estremo schierato ala Riaan Smit (19 punti), cui i Cheetahs si affidano nonostante Sarel Pretorius e Sias Ebersohn in mediana.
Nella inferiore First Division continua la corsa solitaria di Eastern Province: rifan tornare giù i Kavaliers reduci da tre vittorie, rifilandogli un sudafricano 57-19 fatto di otto mete contro tre, con doppietta per Luke Watson. Tengono il passo ma da lontano solo i Pumas (5 vittorie e un pari contro sette e un pari dei Kings), che sconfiggono in casa i Leopards per 38-27, in una sfida che appunto determina chi debba essere la seconda forza, importante per potersi giocare la promozione alla fine. Continua il precipitare dei Griffons, inizialmente in testa, sconfitti in casa 36-39 anche dai Valke. Anche i Bulldogs perdono ancora in casa, contro gli Eagles per 27-33.
Nel frattempo ai piani alti della Fedrazione sudafricana Saru si tenta di uscire dal cul de sac in cui si sono cacciati da soli, dopo aver promesso alla nuova franchigia del South Eastern Cape denominata Southern Kings, un posto nel Super Rugby. La volontà federale era di inserire una sesta squadra sudafricana nel torneo a fianco delle 5 neozelandesi e australiane ma non si può, almeno fin che non spireranno i diritti televisivi già venduti fino al 2015. Altro discorso è il senso sportivo di aver sei squadre dal Sudafrica nel SuperRugby, visto che tre vanno ai playoff ma due già ora arrancano in bassa classifica: ricorda un po' le menate sulle tre celtiche italiane insomma, solo politica per bocche buone.
Tant'è, Oregan Hoskins presidente Saru ha annunciato in settimana che nel 2013 i Southern Kings prenderanno il posto nel SuperXV dei Lions. Flebili le proteste dei Lions per bocca del presidente Kevin de Klerk, alle prese con una profonda crisi sportiva - sono arrivati ultimi per il secondo anno consecutivo - ma non solo, essa parte come spesso accade dalla cassa.
Proteste flebili anche perché parrebbe un esilio di un solo anno, utile per leccarsi le ferite: tale è la durata del contratto concesso ai Southern Kings invece dei tre di cui s'era parlato. Agli inizi del 2014 ci sarà un qualche playoff sotto certe condizioni (pare tra Lions e chi arrivi ultimo delle sudafricane), dopodiché tutti sperano nel fatidico allargamento del SuperRugby. Ovviamente il management dei Kings, a partire da Cheeky Watson papà di Luke e presidente dei Kings, bolla la decisione come "ludicrous":"It doesn't make sense in rugby, not in business, not in the church". Immaginarsi infatti quanti campioni accetteranno contratti annuali con la nuova franchigia. Ma si deve giocare con la mano che si riceve, chiosa il presidente. Forse ha mangiato la molto italica foglia: della serie, intanto prendi posto a tavola e setta il precedente, e poi chi vivrà vedrà.
Tirano un gran sospiro di sollievo i Cheetahs: molto avevan temuto il concreto rischio di una nuova "fusione fredda" coi Lions a ricostituire i Cats. La cosa pareva inevitabile fino a poche settimane fa, poi invece dalla Sanzar è arrivato un segnale favorevole all'allagamento del Super Rugby dal 2015 e in Saru s'è deciso di tirare a campà, dopotutto mancano solo un paio di stagioni.
La squadra del KwaZulu-Natal ha battuto in casa i campioni in carica Golden Lions con un netto ma senza bonus 30-14, tre mete a due e 15 punti di Meyer Bosman schierato primo centro Sharks (sempre Rijan Vijoen con Charl McLeod in mediana). Il primo tempo s'era chiuso sul 6-7 dopo una meta di penalità incassata dagli ospiti, dal 50' in 15 minuti i padroni di casa chiudono la pratica con le mete delle ali Sihole (21 anni) e Ndungane (Odwa, nella foto) e del nr.7 già Boks Jean Deysel.
Western Force recupera la sconfitta casalinga subita con gli Sharks andando a battere a Kimberley i Griquas per 20-25, tre mete per parte. Sotto fino al 15-7 del 50', riagganciano con la meta del centro 20enne cresciuto in Australia JP DuPlessis, già una presenza nei Rebels e un paio di decine di minuti giocati con gli Stormers nel SuperRugby. L'aggancio e il sorpasso sono opera di Demetri Catrakilis, l'apertura e della meta del pilone Kitschoff. Il grave per i Griquas è che il campionato è corto ed è difficile recuperare, e quest'anno se non saranno playoff, sarà playout salvezza.
nell'anticipo di venerdì, i Cheetahs in casa sconfiggevano facilmente i Blue Bulls per 32-18, due mete per parte con doppietta del nr.8 ospite Chris Stander, 22enne che a fine campionato s'imbarcherà direzione Munster. La differenza la fa il numero di piazzati messi a segno dall'estremo schierato ala Riaan Smit (19 punti), cui i Cheetahs si affidano nonostante Sarel Pretorius e Sias Ebersohn in mediana.
Nella inferiore First Division continua la corsa solitaria di Eastern Province: rifan tornare giù i Kavaliers reduci da tre vittorie, rifilandogli un sudafricano 57-19 fatto di otto mete contro tre, con doppietta per Luke Watson. Tengono il passo ma da lontano solo i Pumas (5 vittorie e un pari contro sette e un pari dei Kings), che sconfiggono in casa i Leopards per 38-27, in una sfida che appunto determina chi debba essere la seconda forza, importante per potersi giocare la promozione alla fine. Continua il precipitare dei Griffons, inizialmente in testa, sconfitti in casa 36-39 anche dai Valke. Anche i Bulldogs perdono ancora in casa, contro gli Eagles per 27-33.
Nel frattempo ai piani alti della Fedrazione sudafricana Saru si tenta di uscire dal cul de sac in cui si sono cacciati da soli, dopo aver promesso alla nuova franchigia del South Eastern Cape denominata Southern Kings, un posto nel Super Rugby. La volontà federale era di inserire una sesta squadra sudafricana nel torneo a fianco delle 5 neozelandesi e australiane ma non si può, almeno fin che non spireranno i diritti televisivi già venduti fino al 2015. Altro discorso è il senso sportivo di aver sei squadre dal Sudafrica nel SuperRugby, visto che tre vanno ai playoff ma due già ora arrancano in bassa classifica: ricorda un po' le menate sulle tre celtiche italiane insomma, solo politica per bocche buone.
Tant'è, Oregan Hoskins presidente Saru ha annunciato in settimana che nel 2013 i Southern Kings prenderanno il posto nel SuperXV dei Lions. Flebili le proteste dei Lions per bocca del presidente Kevin de Klerk, alle prese con una profonda crisi sportiva - sono arrivati ultimi per il secondo anno consecutivo - ma non solo, essa parte come spesso accade dalla cassa.
Proteste flebili anche perché parrebbe un esilio di un solo anno, utile per leccarsi le ferite: tale è la durata del contratto concesso ai Southern Kings invece dei tre di cui s'era parlato. Agli inizi del 2014 ci sarà un qualche playoff sotto certe condizioni (pare tra Lions e chi arrivi ultimo delle sudafricane), dopodiché tutti sperano nel fatidico allargamento del SuperRugby. Ovviamente il management dei Kings, a partire da Cheeky Watson papà di Luke e presidente dei Kings, bolla la decisione come "ludicrous":"It doesn't make sense in rugby, not in business, not in the church". Immaginarsi infatti quanti campioni accetteranno contratti annuali con la nuova franchigia. Ma si deve giocare con la mano che si riceve, chiosa il presidente. Forse ha mangiato la molto italica foglia: della serie, intanto prendi posto a tavola e setta il precedente, e poi chi vivrà vedrà.
Tirano un gran sospiro di sollievo i Cheetahs: molto avevan temuto il concreto rischio di una nuova "fusione fredda" coi Lions a ricostituire i Cats. La cosa pareva inevitabile fino a poche settimane fa, poi invece dalla Sanzar è arrivato un segnale favorevole all'allagamento del Super Rugby dal 2015 e in Saru s'è deciso di tirare a campà, dopotutto mancano solo un paio di stagioni.
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