Irlanda - Sudafrica, lezioni australi parte seconda
Nov 10, 2012, Lansdowne Road - Aviva Stadium Dublin
Ringo ha raccontato l'andamento sorprendente per molti (ma non per tutti) di Galles - Argentina: dopo aver visto la partita in registrata - differita per altri impegni. la sintetizzerei come lezione australe alle big boreali numero uno. In estrema sintesi la lezione è stata la applicazione di un paio di principi difensivi strettamente connessi: una fisicalità esasperata e l'impiego del minor numero di uomini possibili in fase di arresto (uno, massimo due) in modo da mantenere il presidio della linea sia stretto che al largo, e al contempo di coprire con efficacia il fondo campo. Han determinato una superiorità argentina imbarazzante sui punti di contatto, molti recuperi di possesso e pallino in mano, sin quando l'ovale ce l'aveva il Galles.
Difatti Galles - Argentina è stata una partita di rara violenza, (quasi tutta nei limiti del regolamento comunque), con scontri che han fatto vittime eccellenti, ad esempio uno non certo mingherlino come Jamie Roberts. Già il primissimo barellato della partita Felipe Contepomi aveva fatto presagire l'andazzo: una "risorsa pregiata" come lui si infortuna nel tentativo di grillotalpare un avversario, cosa che nelle tattiche boreali e non solo ha esecutori ben identificati, non certo il piazzatore.
L'Argentina ha fermato sulla linea le incursioni di un Galles colpevole di non aver mai cercato di scavalcare la trincea col gioco tattico (peraltro il campo profondo era coperto alla perfezione dai Pumas), impegnando come detto il minimo numero di uomini possibili, al fine di tenere la linea "densa" e "lunga".
La fase d'attacco poi arriva da sé, se quelli davanti sanno fare il loro mestiere - Imhoff e Camacho lo sanno e umiliano nel confronto i più quotati e possenti ma poco serviti Cutberth e North: le mete le han marcate le due ali, ma i recuperi e la pressione che lì li han portati nascono dalla partita perfetta sia nelle fasi statiche che dinamiche di un pack guidato da Fernandez Lobbe, meritatissimo Man of the Match.
Non dite ora "arieccolo al saputello" se affermo che tutto questo era ampiamente prevedibile: chiaramente i Pumas progrediscono grazie alle sei partite del Championship con Sudafrica, Australia e Nuova Zelanda, anche se imparare perdendo non è scontato; ma la vera novità è stata la resistenza dei Pumas per ottanta minuti: prevedibile anche quella a pensarci bene, dato che le nazionali Boreali sono un po' più lentine e meno intense delle sopra menzionate prime del ranking.
Tutto 'sto premessone per dire che dopo la lesson number one argentina è arrivata la lesson number two sulla stessa falsariga anche se su forze relative affatto diverse, dal Sudafrica con l'Irlanda.
[Inciso: la Nuova Zelanda sulla Scozia (51-22) invece fa storia a sé: quelli so' decisamente un'altra Lega, tanto che ancora una volta per stimolarsi han concesso l'handicap facendosi marcar meta iniziale, per recuperarla con gli interessi nel giro di un tempo].
Le forze in campo sono affatto diverse che non nella lesson number one: l'unica cosa inguardabile dell'Irlanda sono quelle orride magliette nere con insertino verde sulla coppa, pare la coperta di un cavallo da corsa. Il resto è la solita squadra equilibrata e ben assortita anche se con meno carisma del passato: Heaslip è potente ma non è O'Connell, Earls è bravo ma non è O'Driscoll, Sexton è pure meglio di O'Gara ma non è lui. La novità è l'ottimo esordio di Warren Zebo schierato estremo, mentre Tommy Bowe che con Ulster in tale posizione sta provando ad allungare la carriera, torna all'ala in coppia con l'impalpabile Trimble. Earls e D'Arcy in mezzo, Conor Murray in mediana, con Heaslip la terza linea vede Henry e O'Mahony, McCarthy col maturatissimo Donncha O'Ryan in seconda, il neoirlandese Strauss a tallonare con Healy e Ross piloni.
Davanti ci sono i Boks di Meyer per come iniziamo a conoscerli, con l'esperimento Pat Lambie all'apertura: esito rivedibile direi, dà garanzie difensive ma è ancora "bloccato", tanto la regìa è del mediano. Ciò implica la permanenza di Kirchner in fondo, mentre JP Pietersen rientra e si schiera con Hougaard al largo per l'assenza di Habana. In mezzo DeVilliers (e sarà forse la sua miglior partita da capitano) con il giovane Taute (gran partita gran workload anche il suo), Pienaar confermato mediano e poi il pack che sta accumulando miglia ed esperienza: Vermeulen in fondo con Alberts e Louw larghi, l'immenso Etzebeth con lo scaltro Juandre Kruger in seconda, CJ van der Linde richiamato al posto di Mtawarira con Strauss Adriaan a fronteggiare Richardt e Jean DuPlessis al solito posto tight.
L'Irlanda parte alla grande e controlla praticamente tutto il primo tempo, grazie a un gioco ricco di iniziativa e molto verticale, giocato sui tagli di tutti, in cui si distingue Zebo. Guadagnano 5 punizioni piazzabili, delle quali 4 centrate da Sexton nella prima mezz'ora. E' significativo però che non arrivano praticamente mai entro l'area dei 22 metri: quella dei Boks è la difesa impenetrabile, e siamo alla lesson number two.
Anche all'Aviva Stadium c'è l'approccio iper fisico solito dei Boks, sia difensivo che offensivo (uno dei primi a farne le spese è Sexton travolto da JP Pietersen), anche qui si vede una difesa con pochi raddoppi sul placcato, in modo da mantenere la densità attorno al punto di contatto e fuori.
Gli irlandesi sono più scaltri e usano più armi dei gallesi, ma il risultato netto è che anche qui non si passa, e prima o poi perdono regolarmente il possesso, una volta che i Boks prendono le misure dell'arbitraggio di Barnes.
Il 12-3 del primo tempo è illusorio, anche se dice occhio all'Irlanda in ottica Sei Nazioni: alcune delle loro combinazioni d'attacco sono veramente pregevoli e solo la difesa perfetta dei Boks li ferma.
Il secondo tempo vede ancora gli irlandesi schiantarsi addosso alla difesa, mentre i sudafricani iniziano a sfurttare le armi clasiche delle rimesse rubate e delle maul per farsi strada. Gli irlandesi si difendono ma alla fine cedono a un guizzo di Pienaar al 44', il sorpasso lo attua Lambie al 51' dopo qualche errore da distanze lunghe. A dieci minuti dalla fine, altro piazzato dell'apertura Boks che garantisce il risultato.
Gli irlandesi non segnano un punto dopo la mezz'ora, annichiliti dalla difesa fisica, quasi uno-contro-uno e molto attenta sul piano disciplinare (dopo la mezz'ora). Anche qui, l'attacco consegue alla difesa: forse è questo ancora il divide tra Emisferi, qui a Nord si crede ancora nella "separazione delle carriere" tra pack e avanti.
All'Aviva Stadium s'è visto il miglior DeVilliers da quand'è capitano in fase sia di placcaggi (mirabile l'occhio che lo parta al posto giusto ogni volta) che penetrazione e il suo compagno Taute che mette in mostra un workload spaziale, da terza linea.
Quando i Boks decidono di "chiudersi", esce Alberts e si affianca a Louw un altro grillotalpa della miseria, Marcell Coetzee e non ce n'è più per nessun tentativo di sfondamento della linea. Una gran bella lezione a noi Boreali. Presuppone che nessuno sfugga al placcatore , cioè comporta dei fondamentali grossi così da parte di tutti, attenzione ...
Ireland 12 - 16 South Africa
(Primo tempo: 12 - 3)Ringo ha raccontato l'andamento sorprendente per molti (ma non per tutti) di Galles - Argentina: dopo aver visto la partita in registrata - differita per altri impegni. la sintetizzerei come lezione australe alle big boreali numero uno. In estrema sintesi la lezione è stata la applicazione di un paio di principi difensivi strettamente connessi: una fisicalità esasperata e l'impiego del minor numero di uomini possibili in fase di arresto (uno, massimo due) in modo da mantenere il presidio della linea sia stretto che al largo, e al contempo di coprire con efficacia il fondo campo. Han determinato una superiorità argentina imbarazzante sui punti di contatto, molti recuperi di possesso e pallino in mano, sin quando l'ovale ce l'aveva il Galles.
Difatti Galles - Argentina è stata una partita di rara violenza, (quasi tutta nei limiti del regolamento comunque), con scontri che han fatto vittime eccellenti, ad esempio uno non certo mingherlino come Jamie Roberts. Già il primissimo barellato della partita Felipe Contepomi aveva fatto presagire l'andazzo: una "risorsa pregiata" come lui si infortuna nel tentativo di grillotalpare un avversario, cosa che nelle tattiche boreali e non solo ha esecutori ben identificati, non certo il piazzatore.
L'Argentina ha fermato sulla linea le incursioni di un Galles colpevole di non aver mai cercato di scavalcare la trincea col gioco tattico (peraltro il campo profondo era coperto alla perfezione dai Pumas), impegnando come detto il minimo numero di uomini possibili, al fine di tenere la linea "densa" e "lunga".
La fase d'attacco poi arriva da sé, se quelli davanti sanno fare il loro mestiere - Imhoff e Camacho lo sanno e umiliano nel confronto i più quotati e possenti ma poco serviti Cutberth e North: le mete le han marcate le due ali, ma i recuperi e la pressione che lì li han portati nascono dalla partita perfetta sia nelle fasi statiche che dinamiche di un pack guidato da Fernandez Lobbe, meritatissimo Man of the Match.
Non dite ora "arieccolo al saputello" se affermo che tutto questo era ampiamente prevedibile: chiaramente i Pumas progrediscono grazie alle sei partite del Championship con Sudafrica, Australia e Nuova Zelanda, anche se imparare perdendo non è scontato; ma la vera novità è stata la resistenza dei Pumas per ottanta minuti: prevedibile anche quella a pensarci bene, dato che le nazionali Boreali sono un po' più lentine e meno intense delle sopra menzionate prime del ranking.
Tutto 'sto premessone per dire che dopo la lesson number one argentina è arrivata la lesson number two sulla stessa falsariga anche se su forze relative affatto diverse, dal Sudafrica con l'Irlanda.
[Inciso: la Nuova Zelanda sulla Scozia (51-22) invece fa storia a sé: quelli so' decisamente un'altra Lega, tanto che ancora una volta per stimolarsi han concesso l'handicap facendosi marcar meta iniziale, per recuperarla con gli interessi nel giro di un tempo].
Le forze in campo sono affatto diverse che non nella lesson number one: l'unica cosa inguardabile dell'Irlanda sono quelle orride magliette nere con insertino verde sulla coppa, pare la coperta di un cavallo da corsa. Il resto è la solita squadra equilibrata e ben assortita anche se con meno carisma del passato: Heaslip è potente ma non è O'Connell, Earls è bravo ma non è O'Driscoll, Sexton è pure meglio di O'Gara ma non è lui. La novità è l'ottimo esordio di Warren Zebo schierato estremo, mentre Tommy Bowe che con Ulster in tale posizione sta provando ad allungare la carriera, torna all'ala in coppia con l'impalpabile Trimble. Earls e D'Arcy in mezzo, Conor Murray in mediana, con Heaslip la terza linea vede Henry e O'Mahony, McCarthy col maturatissimo Donncha O'Ryan in seconda, il neoirlandese Strauss a tallonare con Healy e Ross piloni.
Davanti ci sono i Boks di Meyer per come iniziamo a conoscerli, con l'esperimento Pat Lambie all'apertura: esito rivedibile direi, dà garanzie difensive ma è ancora "bloccato", tanto la regìa è del mediano. Ciò implica la permanenza di Kirchner in fondo, mentre JP Pietersen rientra e si schiera con Hougaard al largo per l'assenza di Habana. In mezzo DeVilliers (e sarà forse la sua miglior partita da capitano) con il giovane Taute (gran partita gran workload anche il suo), Pienaar confermato mediano e poi il pack che sta accumulando miglia ed esperienza: Vermeulen in fondo con Alberts e Louw larghi, l'immenso Etzebeth con lo scaltro Juandre Kruger in seconda, CJ van der Linde richiamato al posto di Mtawarira con Strauss Adriaan a fronteggiare Richardt e Jean DuPlessis al solito posto tight.
L'Irlanda parte alla grande e controlla praticamente tutto il primo tempo, grazie a un gioco ricco di iniziativa e molto verticale, giocato sui tagli di tutti, in cui si distingue Zebo. Guadagnano 5 punizioni piazzabili, delle quali 4 centrate da Sexton nella prima mezz'ora. E' significativo però che non arrivano praticamente mai entro l'area dei 22 metri: quella dei Boks è la difesa impenetrabile, e siamo alla lesson number two.
Anche all'Aviva Stadium c'è l'approccio iper fisico solito dei Boks, sia difensivo che offensivo (uno dei primi a farne le spese è Sexton travolto da JP Pietersen), anche qui si vede una difesa con pochi raddoppi sul placcato, in modo da mantenere la densità attorno al punto di contatto e fuori.
Gli irlandesi sono più scaltri e usano più armi dei gallesi, ma il risultato netto è che anche qui non si passa, e prima o poi perdono regolarmente il possesso, una volta che i Boks prendono le misure dell'arbitraggio di Barnes.
Il 12-3 del primo tempo è illusorio, anche se dice occhio all'Irlanda in ottica Sei Nazioni: alcune delle loro combinazioni d'attacco sono veramente pregevoli e solo la difesa perfetta dei Boks li ferma.
Il secondo tempo vede ancora gli irlandesi schiantarsi addosso alla difesa, mentre i sudafricani iniziano a sfurttare le armi clasiche delle rimesse rubate e delle maul per farsi strada. Gli irlandesi si difendono ma alla fine cedono a un guizzo di Pienaar al 44', il sorpasso lo attua Lambie al 51' dopo qualche errore da distanze lunghe. A dieci minuti dalla fine, altro piazzato dell'apertura Boks che garantisce il risultato.
Gli irlandesi non segnano un punto dopo la mezz'ora, annichiliti dalla difesa fisica, quasi uno-contro-uno e molto attenta sul piano disciplinare (dopo la mezz'ora). Anche qui, l'attacco consegue alla difesa: forse è questo ancora il divide tra Emisferi, qui a Nord si crede ancora nella "separazione delle carriere" tra pack e avanti.
All'Aviva Stadium s'è visto il miglior DeVilliers da quand'è capitano in fase sia di placcaggi (mirabile l'occhio che lo parta al posto giusto ogni volta) che penetrazione e il suo compagno Taute che mette in mostra un workload spaziale, da terza linea.
Quando i Boks decidono di "chiudersi", esce Alberts e si affianca a Louw un altro grillotalpa della miseria, Marcell Coetzee e non ce n'è più per nessun tentativo di sfondamento della linea. Una gran bella lezione a noi Boreali. Presuppone che nessuno sfugga al placcatore , cioè comporta dei fondamentali grossi così da parte di tutti, attenzione ...
20 commenti:
ciao ragazzi
scusate ma se l'argentina impara da 6 match nel championship, perche l'italia non impara da 10 o piu anni di 6nations? mi sa che la partecipazione al championship è la ciliegina sulla torta di un sistema che è stato progettato molto bene...
Però che tipetto quell'Adriaan Strauss. Sembrava lui il boss della squadra.
Perché la qualita' del legno e' diversa,umanamente e culturalmente.Guarda chi sono gli uomini di punta dell'Italia ,Castro e Parisse,nonostante siano in calo evidente.
"imparare perdendo non è scontato": sorrry per l'autocitazione ma avevo anticipato la tua obiezione/domanda ... ;)
In breve, nella gara s'impara sempre (anche contro le scarse s'impara qualcosa) ma si riesce a mettere in pratica subito quel che si vede da quelli bravi, solo quando il divario non è abissale.
S'impara se un The Championshio è un punto d'arrivo di un processo ben pianificato (4 anni ci han messo!), non il punto di partenza di progressive sorti come il 6nazioni nel nostro caso. Quello bravo non è contagioso, bisogna saperlo imitare. Altrimenti ci si fa male, come a mettersi a 50 anni a fare i trick con lo snowboard.
Penso che tu abbia ragione,perché 13 anni di 6 nazioni avrebbero dovuto produrre una organizzazione generale diversa da quella federale attuale,e con Gavazzi non faremo che peggiorare.
Adriaan è il vice capitano, responsabile del pack. Com'era Matfield, ricordi? Il suo poi è un caso particolare: sempre stato bravo ma chiusissimo da Smit prima e da Bismark poi. Adesso è il suo momento.
Anonimo, non ne farei tanto un problema di qualità del legno o di razza, quanto di mentalità. Certo che poi puoi avere un pack che fa tutto perfetto, ma se non hai Imhoff o Camacho che finalizzino, o Hernandez che calci tattico al momento e nella piastrella giusta, o sanchez che prova 4 drop e ne centra due ...
OT: Perché a me Adriaan mi piace più di Bismark? Non che sia meglio nel gioco dinamico (è al più pari) ma è inesauribile dal primo all'ottantesimo e non perde mai la testa, come ogni tanto l'alto.
In più ha carisma sui compagni, cosa che l'impavido DuPlessis ha meno.
Vero Francesoc, ma occorre distinguere: i 13 anni del 6 nazioni come sono andati sono a mio avviso UN EFFETTO, non una CAUSA di (a) le condizioni iniziali con cui ci si è arrivati e poi(b) di tante piccole e grandi decisioni, riassumibili col termine "politiche federali".
Dalle prime grandi "tratte degli argentini" per mettere in piedi l'ossatura della squadra che ancora adesso c'è, all'ingresso in Celtic, alle decisioni ridicole sulle aperture in Eccellenza (e alla Zebre) etc.etc.
Forse coeme suggerisci, risultati psortivi diversi, più vincenti nel 6 nazioni, potrebbero aver influenzato uan differente organizzazione complessiva del movimento. Ma lo ritengo pocvo probabile: priam di tutto perchè le CONSEGUENZE derivano dalle PREMESSE e non viceversa (so' aristotelico stasera); secondariamente perchè la Fir avrebeb detto, avete visto che ilmio modello top-down a trazione Azzurra funziona?
Io al contrario credo che sia il modello top-down o centralistico ad essere problematico, non questo o quell'allenatore, questo o quel convocato.
Mannaggia ragazzi da quando seguo questo sito ho spesso l'impressione di diventare sempre più filo-bokke :D ma non divaghiamo, ho seguito la partita più che potevo a causa dello streaming saltellante. Mi associo anch io ai vostri complimenti al sudafrica vincente, però devo ammettere che nel primo tempo l'ho vista dura per gli springboks, soprattutto se sexton avesse messo dentro almeno un penalty in più sarebbe stata un altra partita nel secondo tempo. il finale ma se il SAF ha tenuto botta non dubito che abbiano fatto il loro dovere. Ultima parentesi mi associo anch io ai complimenti verso eztebeth/bruno e marcel cotzee (che tanti punti mi fruttarono al fantarugby. Possoni invece diventare un problema i piloni, che con the beast a casa per problemi di cuore (speriamo sia una cosa passeggera)e Janni "faccio falli" Du Plessis e gli altri due di cui non mi ricordo il nome, la coperta comincia ad essere un pò corta. Vedremo contro la scozia come prosegue il tour.
Tifare Bokke è un'indicatore che si apprezza un certo tipo di rugby, non "uno qualsiasi": non credo sia una scelta, è come quando t'innamori :)
E non è un tifo, nel senso che resti lucido, riconosci quando giocano male.
Ciò detto, con un po' di senno di poi devo dire che gli Irish potevano farcela sola se fossero riusciti a sfruttare un qualche buco difensivo. ,a 'sti primi otto che stanno accumulando miglia, più gli altri sette (e senza Morné è ancora meglio in difesa, devo ammettere) stan crescendo mica male.
Anche se Sexton avesse centrato l'unico penalty che ha mancato nel primo tempo.
In prima linea non mi preoccupo: Cilliers è già affidabile, CJ (facile da ricordare) o altri in giro ci stanno.
L'Irlanda piuttosto: ribadisco che a livello 6nazioni la vedo bene. Purché cambino maglietta.
Ineccepibile l'osservazione sull'innamoramento per il rugby dei Bokke (sono le conseguenze dell'amore... per continuare la tua metafora; oltre che aristotelico sei pure platonico!). Strauss immenso, Etzebeth fantastico. Su De Villiers: anche se mi piace da morire, perché incarna per me il modello dell'eroe senza macchia e senza paura, rimango dell'idea che non sia tagliato per il ruolo di capitano come lo era Smit (e Strauss per me è pure meglio di Matfield nel ruolo di leader: in certi momenti sembrava che fosse lui il capitano; incredibile quel faccione da bambino!!!). Comunque, è stato un piacere immenso vedere i Bokke riprendere gli irlandesi e batterli.
Platonico :)
Il problema di DeVilliers è che non gioca nel pack, dove si gioca coordinati o ci si fa male e il capitano serve per davvero. Ai trequarti serve meno, tanto non capiscono l'italiano tantomeno l'inglese ;)
Battute a parte, lo standing che ha JdV con l'arbitro però, non ce l'ha nessuno.
uè ragazzi in mezzo a voi ,alle vostre elugubrazioni mai scontate mi sento come uno della Fir ad una riunione dell IRB ;)
a me i Pumas piacciono da sempre ,vedere quelle facce patibolari rigarsi di lacrime quando ascoltano l'inno beh da i brividi .Gli argentini pur non essendo tipi facili ,Borges diceva che sono siciliani che si credono inglesi ,hanno tesorizzato tutto quello che potevano e sono arrivati all Olimpo ,leggi Championship ,gli Ab ti dedicano una KA pango, il bacio accademico che mancava ,hanno maramaldeggiato con il Galles esprimendo delle skills fino all anno scorso impensabili adesso vediamoli alla controprova a Lille dove ci sarà "sangue e stridore di denti " ironduke
tra mille parentesi McCaw e carter non giocano con l'italia ...della serie semo venuti a roma pe magna a carbonara e pe vede er Papa....ahò
ironduke
Una riunione di Bokke? Nessuno mi aveva avvisato ;)
"sentirsi come uno della Fir in una riunione della Irb"; si ma qua mica se magna e se beve :D (se non spiritualmente)
Anche a me i Pumas piacciono molto: intravedo nel loro gioco più che in quello contrabbandato per franco da chi di rugby ne parla ma ne vede poco (il "rugy champagne"), un prodromo di rugby latino. Fondato sulla solidità difensiva, sulla spinta, sulla "garra" e, finally, su dei trequarti che quelle tre o quattro palle che toccano in partita, le sappiano far fruttare con la massima libertà e creatività, in metri e destabilizzazione avversaria o possibilmente di più.
Non aggiungo poi la mia tesi esoterica, secondo la quale il rugby sarebbe attitudinalmente molto più "latino" (cioè "gotico, visi- o ostro- poco importa) che anglosassone-franco.
Visto che siamo su un piano culturale alto tra Aristotele Platone e Borges, la definizione autentica degli argentini è: "italiani che parlano spagnolo e si credono inglesi".
A Lille sarà battaille: Marchons, marchons, qu'un sang impur abreuve nos silons!
Cui risponde: coronados de gloria vivamos; o juremos con gloria morir!
Si Anonimo, McCaw e Carte non giocano, e allora?
Ci sentiamo sminuiti per questo?
O è un problema da cacciatori di autografi? Magari è più facile, mi sa che saranno in tribuna ...
Sinceramente non comprendo il problema: non abbiamo mai vinto con loro e pretendiamo non solo rispetto ma anche considerazione estrema (McCaw non giocherà il SuperRugby, è parte di un programma di conservazione con tanto di periodo sabbatico)? Ce la si guadagni sul campo, this is rugby!
Anzi, dovremmo essere felici di venir presi sottogamba sul serio e di trovarli distratti.
Ma ti rassicuro, purtroppo: gli All Blacks 2012, mollata finalmente la scimmia del mondiale son talmente superiori a tutti che, come ho scritto, han preso l'abitudine di concedere l'handicap agli avversari: una o due mete iniziali, poi si divertono. E a li castelli, tranqui, ci van solo dopo aver vinto, dopo il bagnetto sul ghiaccio, la palestra e al sezione di analisi. Occhio piuttosto a chi scenderà in campo col "contratto a cottimo" e la necessità di mettersi in mostra.
Ripeto, non capisco questo sentirsi sminuiti. Trovo faccia coppia col "e allora?" se non peggio, che domina l'informazione riguardo la vittoria con Tonga.
Che non è stata "sudata", né contro un super team, ma è stata finalmente una vittoria "CINICA", "UGLY" !!!! Il perfetto sintomo (sintomo e basta per adesso, tutto da verificare) di inizio di un processo di maturità.
Per parafrasare una famosa battuta inglese sul rugby, mi sa che da questa impasse generale nell'analisi di progressi e regressi azzurri ne verremmo fuori, solo dopo che una bomba piazzata sotto la sala stampa dell'Olimpico durante un Italia-Scozia del Sei Nazioni, togliesse di mezzo due/tre generazioni di commentatori ed esperti locali ;)
Per Ringo: tranquillo, il mio secondo amore è il "tuo" Galles (e ancora mi pento di aver ossessionato mio figlio con il mito di JPR Williams: in tribuna a Roma due anni fa tifava Galles, mentre io mi disperavo per i calci sbagliato da Mirco).
Non posso che sottoscrivere la parafrasi di ABR della frase di Toynbee da lui citata; ora siamo anche arrivati alle pagelle del pubblico dopo ogni partita dell'Italia...
Abr per la prima volta permettimi di dissentire con te ...
quando ho detto che non ci saranno McCaw e Carter volevo solo puntualizzare che per richie sarà l'unica partita che salta e x daniel mi sarebbe piaciuto vederlo dal vivo i miei amici neozelandesi sono i primi a dispiacersi che non giochino con noi ma non mi sento sminuito x questo.su Borges volevo solo vedere se stavi attento ahahahahahah !!! un abbracio da ironduke
Vai tranqui Ironduke. Anch'io volevo puntualizzare sfruttando il tuo intervento, il mio vero bersaglio erano e sono "i cronisti".
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