domenica 3 febbraio 2013

Breaking News: l'Italia si pappa i galletti

Six Nations - Stadio Olimpico, Roma
Italy 23 - 18 France

Finisce 23-18 per l'Italia all'Olimpico contro la Francia la prima partita degli Azzurri nel 6 Nations 2013: due anni dopo il successo del Flaminio, arriva la replica con una grande prestazione degli uomini di Jacques Brunel che passano in vantaggio con Sergio Parisse dopo pochi minuti dall'inizio ala fine di una serie di fasi e controfasi, attacchi e contrattacchi senza respiro; gli Azzurri successivamente son capaci d i allungare fino al 13 a 5 ma vengono recuperati brutalmente e chiudono il primo tempo in svantaggio (13-15), alla cui fine restano invero poche speranze. Ma questo vale solo per i tracotanti e un po' sprovveduti ospiti: gli italiani sono in grado di ribaltare il risultato nuovamente nella ripresa.
Due mete per parte: oltre a quella del capitano azzurro, per l'Italia marca anche Martin Castrogiovanni, (i due uomini - spogliatoio: sarà un caso?), di Louis Picamoles e Benjamin Fall quelle francesi. Possesso, solidità mentale, aggressività nella difesa: the Italian job rovina i piani di Philippe Saint-André e regala una domenica pomeriggio di grandissime emozioni. Luciano Orquera meritato Man of the match, suoi gli assist, quasi le invenzioni di entrambe le mete e una prestazione immacolata al piede, condita da un drop bissato nel finale da Kris Burton.


La cronaca. C'è drop di avvio di Frederic Michalak che esce diretto: un inizio partita indicativo di una prova distratta e poco incisiva del francese.  C'è la difesa francese che morde le caviglie agli italiani aggredendoli molto velocemente; gli Azzurri mantengono il possesso e provano subito a far male con un off load di Francesco Minto che cade nelle mani avversari, quindi Michalak calcia nella profondità dove fa la guardia Luke McLean che accorcia nel mezzo, recupera l'ovale e rilancia il contrattacco in situazione di uno contro due. Un tempo gli italiani a questo punto eran già in penuria di ossigeno e cercavano la touch, ora non più:  forse i Bleus ci credono ancora così, danno spazio a Orquera che come unj tolpolino esplora rapido il varco nella metà campo tra i giganti francesi,  la trasmissione al largo trova il soprannumero Azzurro e Parisse dopo quattro minuti schiaccia in meta. Una delle più belle mete della storia del rugby italiano, un inizio eclatante della sfida dell'Olimpico, un fulmineo 7-0 con il quale gli Azzurri si portano avanti e che difendono, rubando la prima rimessa ai transalpini che all'8' mettono piede nei nostri 22 per la prima volta. Cominciano a bussare alla porta e si ammassano sotto la pedata alta di Michalak puntata sul piccolo Orquera che in fase difensiva si posiziona ala-cornerback , si appoggiano alla mischia e ad una serie di raccogli e vai, Yoann Huget viene steso all'ultimo, ribaltano il fronte e trovano Picamoles che fa a sportellate a all'11' marca a lato: non entra la trasformazione, è 7-5.
  
E' una partita ad alta intensità, botta e risposta come il drop di Orquera al 14' (10-5): l'apertura si presenta alla piazzola tre minuti dopo per il fuorigioco di Maxime Mermoz fischiato dal gallese Nigel Owens e infila di nuovo i pali per il 13-5. Autoritario break azzurro e ospiti che a quel punto cominciano a macinare più gioco di quanto fossero riusciti a fare in precedenza, usando come in occasione della meta la loro arma preferita, la potenza degli avanti e del reparto arretrato.  Mettono pressione anche in rimessa, rubando loro stavolta una penaltouche nei propri 22 conquistata dall'ingaggio in mischia; era un rischio noto, ci mancano tutti gli specialisti della seconda linea. Hanno fretta di rispondere per colmare il divario, Owens si affida al TMO dopo che Mermoz è trascinato in area di meta servito dal compagno di reparto al centro Florian Fritz dopo una maul guidata da Dimitri Szarzewski: fortunatamente per noi non si vede il touchdown, i numerosi francesi all'Olimpico rumoreggiano ma tant'è, tutto da rifare, la Francia deve accontentarsi dei tre punti dal piede di Michalak per l'ennesimo fuorigioco di Minto. 

E' nell'ultima parte della prima frazione che les Bleus danno il meglio del repertorio, affidandosi alle abilità e alla potenza dei singoli, ad esempio di Huget che sul placcaggio di Leonardo Ghiraldini libera Fall che corre via come una scheggia ai tentativi di afferrarlo di Andrea Masi e Giovanbattista Venditti e al 34' illude i suoi di scacciare un incubo già vissuto, con il momentaneo 15-13. Le maglie azzurre (bianche per l'occasione) lasciano sfuggire Wesley Fofana che parte dai propri 22, ma l'assist per il flanker Fulgence Ouedraogo che davanti a sé ha un corridoio sguarnito, si perde fuori per la pressione della difesa italiana. Siamo però chiaramente in affanno, la fine del primo tempo è una liberazione. Soffriamo la sottrazione di possesso derivante dai patemi in rimessa, lasciar troppo l'ovale ai cavalloni guidati più da Picamoles e Fritz che Michalak, significa soffrire se non morire. 

Secondo tempo. La ripresa vede gli Azzurri entrare con rinnovato animo, questa forse è la sorpresa migliore. Replicano la difesa avanzante della Francia della prima parte senza mai concedere spazi, tanto che il possesso cambia di mano, finché Masi non resta isolato dopo una infinita fase a centrocampo. Picamoles allora parte dal lato chiuso della mischia ordinata, fortunatamente il riciclo per il compagno che lo assiste è in avanti. I francesi fanno gli attendisti, considerando i due punti di vantaggio come assolutamente provvisori; sanno - o credono - che il tempo sta dalla parte della loro potenza e della loro panchina decisamente più lunga delle nostra.  I francesi aspettano, Parisse & Co. restano ordinati. Cominciano ad entrare forze fresche per gli ospiti in prima linea (Benjamin Kayser e Vincent Debaty, intanto Andrea Lo Cicero non si lega nell'ingaggio e Michalak trova la porta dalla distanza per il 18-13 al 49'.  Ha l'occasione di pungere di nuovo, da centrocampo, per un tagliafuori di Ghiraldini ai suoi danni, ma arriva corto.  L'ingresso delle forze fresche porta alla improvvisa accelerazione della pratica da parte dei franchi, ma i nostri non si scompongono. 

Brunel risponde ai primi cambi  Bleus "marcandoli a uomo": manda in campo Alberto De Marchi, Davide Giazzon ma anche Ugo Gori, in mediana, a rimpiazzare un impeccabile ed efficacissimo Tobias Botes., forse a scanso di un calo nei ritmi nel finale. Il segreto di questa Italia è infatti non dar tregua difensiva, e ripartire di passaggi in estrema velocità non appena ripreso il possesso, cosa che  ai galletti dà alquanto fastidio. Tentano una fiammata con Machenaud lungo l'out di destra da una touch, entra a razzo nei 22, viene placcato e non controlla il possesso. Come da game plan, riparte speditamente il contrattacco ancora con il vero estremo Azzurro, il più che positivo McLean (Masi gioca tutta la partita da terzo centro, in linea, al posto dell'apertura che come detto scala in fondo all'ala); questi sfrutta i sostegni di Venditti e Parisse, gli italiani guadagnano campo, si ammassano nell'angolo, Orquera ai inserisce nel breakdown e nel mentre lo placcano, serve magnificamente Castrogiovanni,  che si tuffa in meta per il controsorpasso al 56': è 20-18 con la trasformazione, è la seconda ripartenza perfetta dell'Italia. Killer istinct, ci avreste mai creduto?  Dentro Paul Derbyshire per Simone Favaro dei soliti eroismi sottotraccia, Lorenzo Cittadini per Castrogiovanni e Kris Burton per Orquera; il nuovo mediano al 68' chiude con un drop un'altra azione a più fasi prolungate, tra ball carrier all'opera e sostegno puntuale, portando i francesi a cinque punti e quindi con la necessità di marcar meta per vincere. Ma di tempo ne han tanto ...

Gli ultimi dieci minuti di gara chiamano l'Italia a reggere la linea del Piave, stavolta senza poter contare su un arbitraggio alla Bryce Lawrence come due anni prima, anzi: il sino a quel momento perfetto arbitro Nigel Owens si perde tutta una serie di cadute e mancati rotolamenti francesi nelle difesa dei loro possessi avanzanti. Anche la mischia perde, la Francia può risalire il campo con un penalty, si dà appuntamento nella nostra trequarti, prova a sfondare con le PanzerDivisionen inserite fresche: Mathieu Bastareaud, Luc Ducalon, Damien Chouly . Avanzano per linee dritte, pochi passaggi, in cerca di sostanza, mettendo piede nei pressi dei 5 metri. Finché non ci si chiama a raccolta per l'ultimo ingaggio del pomeriggio, con gli Azzurri in inferiorità numerica per il giallo un filino eccessivo ma che ci sta a Giazzon.subentraot a Ghirlaldini. Che deve rientrare per far la mischia, chiamata al posto della punizione sotto i pali.  Quella franca avanza ma si torna indietro e si rifà, stavolya gli italiani reggono, gli avversari sono costretti a far uscire l'ovale: è già mezza vittoria.  Ouedraogo prova a partire dal lato chiuso, la palla esplora la sinistra, insistono ma la diga regge, Parra apre male a Michalak, che inserisce l'automatismo "attacco contro inferiorità numerica" e salta tutti aprendo all'estrema destra verso Fall. Niente, Venditti e Masi  vigilano uno contro uno e il sostegno porta fuori tutti. Il tempo è diventato rosso, Owens fischia, è la fine. Il Trofeo Garibaldi ritorna all'Italia, i francesi vedono allontanarsi già il resto del torneo.
Ma francamente chissene dei trofei e degli altri, di fronte alla considerazione che questa partita ha tutte le caratteristiche per rappresentare un vero e proprio inflection point nella storia Azzurra, il punto dove la curva della crescita cambia direzione e soprattutto pendenza.  

17 commenti:

massimo coppa zenari ha detto...

dire che sono felice è dire poco! sono stordito dalla contentezza!

Anonimo ha detto...

Svengo

franky ha detto...

che bello ragazzi, non saprei neanche dare un giudizio però tra le varie cose (grandi prestazioni individuali, grande touche senza specialisti, attacco più che buono) io sottolineo una cosa che è da grande squadra : l'apporto della panchina e delle riserve... c'è molto da migliorare, il primo tempo ad un certo punto sbagliavamo placcaggi e perdevamo molti palloni ma abbiamo reagito alla grande, segno di forte mentalità

DaveTN ha detto...

Grandissima vittoria! Quando ho visto entrare Parra e Bastareaud ho pensato al peggio, ma ce l'abbiamo fatta!

Abr ha detto...

Ricordate questo giorno e registrate la partita: se ne parlerà per molto tempo. Il mio titolo: "La tempesta perfetta".

Anonimo ha detto...

siamo riuciti a mantenere la partita ad un ritmo a noi congeniale, impedendo con il possesso ai francesi di aumentarlo ..
qualche leziosità di troppo con i ricicli ma è sintomo di sicurezza ....
i galletti erano da prendere a schiaffi ,svogliati ,ignavi non hanno mai acceso il motore
vittoria strameritata
michalak era da cambiare alla fine del primo tempo ,thinduc e basterdaud e parra dovevano entrare prima ,forse pensavano di vincerla cmq la partita .....tapini ;D ironduke

Anonimo ha detto...

Mamma mia, è troppo bello! Sono felice e commosso!

Orquera, in particolare, è stato quasi fenomenale! Mi ha impressionato la sua sicurezza quando ha segnato il drop: non ha neanche guardato se la palla entrava, si è girato ed è tornato a centrocampo!

Ora, rimaniamo con i piedi per terra; però, una vittoria del genere dovrebbe dare un po' di convinzione in più per il proseguio del torneo! :-)

PS: da notare anche la splendida vittoria delle ragazze della nazionale femminile, di cui si parla troppo poco...

Abr ha detto...

Di Orquera m'ha impressionato, nuovamente, la capacità di passaggio in linea con l'attacco. E' un vero apertura, peccato per il fisico per cui in fase difensiva lo si manda estremo. E trasformarlo direttamente in estremo?
Va ben, lo faremo quando avremo un altro in grado di giocare in linea (Burton gioca come Wilko, 15 metri indietro). Anche se così Orquera regge di solito due partite.

Impressionato anche da tutti, soprattutto i trequarti, finalmente han trovato la "forchetta" con cui "pungere" la palla (chi seguiva ai tempi le telecronache NBA di Dan Peterson mi capisce: come dire, la palla finalmente non gli cade più).

La vitoria delle ragazze l'abbiamo data quasi in diretta ieri (update II del post di presentazione della partita: i ns. post vanno RILETTI oltre che letti, perché li aggiorniamo!!!), oltre alla bella ma ancora sfortunata prova degli Azzurri Emergenti (che perdono 13-6).

Abr ha detto...

Si ma ora il nostro ritmo non è più due all'ora, adesso ripartiamo a razzo e per ottanta minuti!

Coi ricicli i ragazzi stavano esagerando, ma era sintomo che avevano capito che la chiave d'attacco era la velocità di passaggio, a testate contro a questi colossi ci si faceva male. I francesi volevano e credevano di vederci far lenti pick and go, fregandoci con la loro difesa montante.
E non avevano preparato alcun piano B. Peggio per loro.

Michalak non aveva voglia. Parra non ha fatto meglio di Machenaud a mio avviso.
La partita l'han persa per mancanza di piani alternativi: volevano sfondarci e invece abbiam tenuto ben botta difensiva, volevano tarparci le lente ali e invece li abbiamo infilati in velocità e coi sostegni pronti.
Gran aprtita di Botes e Orquera, registi perfetti; e finalmente i trequarti non perdevan palle in avanti!
Credo sia la prima partita Azzurra che vedo, in cui noi si introducono più ovali in mischia degli avversari!

ringo ha detto...

E' bello vedere giocare a rugby.

Abr ha detto...

Si, perchè sai che quando vinci, magari due volte in fila (in casa), ah beh allora non è un "exploit" come dicono i francesi, o un colpo di ... calcistico.
Può veramente darsi che nulla sia più come prima, e i giornalai possono inserire nella scatola cranica lo schedone precotto del "ciclo".

Anonimo ha detto...

Torno qui dopo un po' per farvi i complimenti: lo avevate detto anni fa che ci voleva un allenatore francese. Che solo un "latino" poteva capirci.
YEAH!

Abr ha detto...

Ehhh sai, abbiamo imparato dagli economisti: ne diciamo tante, una sarà anche giusta :)

Scherzi a parte, Brunel ha invertito la sfiducia cosmica di Mallett nella nostra capacità cromosomica stessa di giocare a rugby. Era il suo torto esiziale, traspariva da tutti i pori e i giocatori lo percepivano. Bel lavoro psicologico!
Tutto il resto di Mallett, dalla difesa alla Celtic al Flaminio, è quello che ci ha portati qui. Never forget.

Abr ha detto...

bentornato :)

Abr ha detto...

Che poi a tornarci sopra, non è tanto allenatore francese piuttosto che sudafricano: il tema è AVERE UNA IDENTITA', oltre che capacità di comprendere i giocatori sul piano psicologico.
I nostri non hanno antenati che si facevano largo nel Veld contro Zulu e inglesi, gli serve qualcuno un po' più "chioccia".

Ed è da un po' che sosteniamo, vox clamans in deserto, che il rugby sia originariamente "latino" o meglio GOTiCO (VISI- e OSTRO-) molto più che germanico (quindi franco, anglo, sassone o anche normanno).

Anonimo ha detto...

Assolutamente d'accordo. La mia non voleva essere un denigrare Mallett. Però, obiettivamente, il suo pensiero era un po': "dunque, voi a rugby non ci sapete giocare e mai ci saprete giocare perché oltretutto siete pure dei nani da giardino. Vediamo un po' cosa riusciamo a fare magari rastrellando degli scarti di gente che invece ci sa e sempre ci saprà giocare".
Come dici tu, dai e dai, a uno gli passa pure la voglia! :)

Anonimo ha detto...

so che è difficile da ammettere ma siete ancora alleati coi leghisti. L'idea che i "latini" siano in qalche modo superiori ai germanici che son parenti dei celti non può passare! :D

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