domenica 16 settembre 2007

Bellezze dei Mari del Sud

Canada - Fiji
Confronto tra due tipi opposti di old skool nella prima partita nella domenica dei Pacific Islanders.
L'abrasivo "gioco all'inglese" troppo scolastico dei "dilettanti" canadesi, contro il solido romanticismo alla mano dei figiani; il finale è appassionante e quasi beffardo.
Gli isolani dal gioco più "elegante" (rispetto a tongani e samoani) demandano ogni fase pensante al petrarchino Nicky Little, che gioca di fatto due ruoli e mezzo - apertura, estremo e ogni tanto anche mediano di mischia - mentre gli altri si esaltano in serpentine e ricicli.
I canadesi sono meno disciplinati, perdono i loro possessi palla e non riescono a toglierlo ai figiani; ai primi basta trovare una quadra appena decente nelle rimesse laterali per alimentare i loro bellissimi attacchi battenti alla mano: risultato, 3 mete in 55 minuti.
La partita si riapre dal 60' quando le Giubbe Rosse, per dirla alla Raimondi finalmente si ricongiungono con le basi del loro gioco, fatto di maul avanzanti e pick&go degli avanti; solo purtroppo per loro perdono troppe opportunità importanti per fallosità e imprecisione.
Sia come sia il Canada arriva nel finale sotto break palla in mano a 5m dalla linea di meta avversaria; fanno diligentemente le loro mittetrecentiventisette fasi con gli avanti, sono lì a un metro dall'obiettivo, ma all'81' la palla schizza fuori dalla ruck. L'estremo figiano non ci pensa proprio a calciar fuori per vincere e basta; cavalca invece per tutto il campo e chiude gioco, set, partita e punto di bonus per Fiji; finale 29-16.
Samoa-Tonga
Una Francia con meno "universali", più gente di ruolo e creatività - la coppia tolosana Elissalde e Michalak in mediana, Pointrenaud estremo con Heymans spostato all'ala, Chabal in campo ancorchè seconda linea non terza - liquida la Namibia in serata per 87-10, agevolata da un "aiutino" dell'arbitro che al 20' del primo tempo sul 12-3 espelle definitivamente un namibiano "diffidato". Visto dalla Francia: "Tout bon pour le Bleus"
Le danze di guerra polinesiane iniziali per il derby tra Tonga e Samoa promettono scontro fisico senza compromessi. Invece la più tecnica ed organizzata Samoa forse già ha la testa su come "farsi" i barcollanti inglesi: controlla la partita senza grosso impegno, capitalizzando sulle indiscipline della volonterosa ma sbrindellata Tonga.
Il game plan samoano funziona fino al 60', quando gli avanti tongani guidati da Finau Maka "il martello del dritto per dritto", premiano la forza di volontà della squadra e vanno in meta di forza, per condurre la partita.
La squadra di Gavin Williams e Tuilagi alza il ritmo nei dodici minuti finali, ma è la sagra dell'imprecisione samoana contro l'indisciplina tongana; il primo rosso dei mondiali (pugno in mischia di Tole) e un successivo giallo non demoralizzano i tongani, che pur in 13 chiudono in trincea una storica vittoria 19 a 15.
Finale in gloria, bello e romantico come i Mari del Sud: tutti in cerchio inginocchiati a render grazie al Signore.

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