England - Tonga, primo playoff
Prepartita
La prima sfida "the winner takes it all" del lungo week end rugbistico mondiale è questo venerdì sera tra Jonny Wilkinson, l'alfa e l'omega dell'Inghilterra da un lustro a questa parte e Pierre Hola, mediano tongano attualmente quinto realizzatore assoluto del mondiale.
Tonga va annoverata come la sorpresa del torneo (Argentina a parte); oltre al piede di Hola possiede tonnellate di entusiasmo e soprattutto tanti ticci belli grossi e tosti alla Finau Maka, tanto da far dire al loro immaginifico allenatore: "agli inglesi tireremo addosso il lavello da cucina". Probabilmente voleva solo dire che dopo l'impresa della sconfitta di misura col Sudafrica hanno finito le munizioni, ma la frase ben ne illustra l'approccio "fisico".
Se ai Pacifici in teoria basterebbe un pareggio per qualificarsi, con Wilko in campo onestamente le loro speranze si azzerano. D'altro canto in uno sport così fisico i singoli sono sempre a rischio: se il famoso lavello da cucina polinesiano - di quelli belli pesi in ceramica di una volta - atterrasse casualmente proprio addosso al mediano biondo? Speriamo sia un bel match e nessuno si faccia male sul serio.
La partita: England - Tonga 36-20
La calma è la virtù dei forti e infatti i più forti inglesi alla fine vincono, ma fino alla meta di Tait al 57' qualche momento di dubbio se non di quasi smarrimento lo devono aver passato.
Gli inglesi fanno i tosti sin dalla danza tongana, a significare che non hanno paura dello scontro fisico; ci crede soprattutto il motivatissimo Moody al rientro in squadra, che si va a cercare con grande successo cartellate pesantissime fin dal primo minuto e per tutta la partita. Forse i tongani hanno scambiato il biondo nr.7 per Wilko, fatto sta che il lavello di cui sopra è ripetutamente atterrato su di lui.
Gli inglesi esplorano sin dall'inizio la retroguardia ben piazzata dei tongani invece di cercare rimesse laterali dove dominano e sono i tongani ad andare in meta al 17', sfruttando i punti deboli inglesi: la lentezza delle terze linee (carne-da-macello-Moody a parte) ma ancor di più la fragilità dei centri inglesi.
San Wilkinson ci mette subito una pezza con un drop una punizione e un trick da gran marpione che manda in meta Sackey; alla lunga il lento lavoro ai fianchi degli avanti inglesi sfalda la mischia rossa e dal 60' in poi c'è solo la squadra inglese.
Di fatto finisce con un punteggio degno di partita di un Sei Nazioni o Tri-Nations, a comprovare il significativo passo avanti in questa coppa del mondo delle cosiddette squadre di seconda fascia ("minnows"). O che sia piuttosto l'arretramento delle nazionali boreali? Tutto è relativo ...
Considerazioni postpartita
Adesso sarà Australia-Inghilterra nei quarti, come preventivato.
Pensando all'Inghilterra in prospettiva quarti, concordiamo con John Kirwan che ha commentato: "questa è stata l'ultima partita di Olly Barkley al centro". Farrell è più solido, Olly tornerà a fare il vice-Wilko, quello che nessun suddito di Sua Maestà sia augura entri mai. Del resto lui e Tait (un po' meglio) che hanno sofferto le penetrazioni di tali Sukanaivalu Hufanga e Epeli Taione, li vogliamo vedere contro Mortlock e Giteau?
Se si vanno ad analizzare i mismatch con gli australiani reparto per reparto, coach Ashton dovrà fare grosse riflessioni anche sulle sue terze linee: Rocky Elsom e George Smith già pregustano. Magari però sono superiori nella mischia chiusa ...
A confrontare reparti o peggio individualità si corre però il rischio di perdere the big picture: questo mondiale sta facendo emergere problemi comuni a tutte squadre boreali. Mentre Australia e Nuova Zelanda (ognuna a modo suo) giocano ad allargare le difese per imporre uno contro uno devastanti (*), quassù invece siamo ancora tutti a stringere il gioco sul punto d'incontro, secondo il comandamento dei militari pre-radio da campo, convergere dove c'è fragor di mischia.
Ne riparleremo in fase di bilanci tecnici; da questo punto di vista l'unica squadra boreale ad avere una alternativa, un "Piano B", e quindi la più temuta dagli australi assieme all'esoterico Sudafrica, è proprio l'Inghilterra.
Questo jolly, l'asso (biondo) nella manica delle casacche con la Rosa, stasera ha superato i mille punti in match internazionali e si avvicina sempre più al record di punti in Coppa del Mondo detenuto dallo scozzese Gavin Hastings.
(*) sotto questo profilo sono sempre più convinto che la debacle italiana contro al Nuova Zelanda sia stata causata non tanto da un cedimento caratteriale latino, quanto abbia rappresentato una specie di Guernica, l'inerme paesino basco sul quale le forze dell'Asse testarono per la prima volta in corpore viri il bombardamento aereo a tappeto.
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