Tutti con gli azzurri
Italia e Scozia sono due mondi diversi tra loro che domani si affronteranno per sapere, finalmente, chi accompagnerà gli All Blacks (altra galassia proprio questi) ai quarti dalla pool C. Danny l’ha definita la Madre di tutte le Battaglie. Io mi metto a ruota e concordo appieno. Per noi e per gli scozzesi è la prova del nove, è come se Berbizier accompagnasse i suoi ragazzi all’esame di maturità prima di abbandonare la cattedra. Sabato 29 settembre equivale al 5 febbraio 2000: quel giorno l’Italia vinse, guarda caso, contro la Scozia 34-20 nel suo debutto al 6 Nations. In campo c’erano: Pini; Denis Dallan, Manuel Dallan, Martin, Stoica; Dominguez, Troncon; Visser; Mauro Bergamasco, Giovanelli; Gritti, Checchinato, Paletti, Moscardi, Massimo Cuttitta. Segnammo una sola meta, con De Carli. Al resto ci pensò il piede fatato di Dominguez.
Contro la Scozia abbiamo vinto anche questo inverno a Edimburgo: la nostra prima vittoria esterna nel torneo. Guarda caso. E così domani, andando alla ricerca della prima qualificazione alla fase finale – finalissima della Coppa del Mondo, ci ritroviamo ancora contro le truppe di St. Andrew.
Entrambe le formazioni non hanno impressionato fino ad ora. E’ quindi lecito che entrambe abbiano avuto la testa rivolta alla Madre di tutte le Battaglie, incorrendo in qualche ostacolo di troppo. Prendiamo la Scozia: domenica contro la Nuova Zelanda ha schierato le riserve, sfiorando solo in un paio di occasioni non la metà, ma la linea dei 22 avversari. Sono usciti dal Murrayfield a secco.
Domani non ci sarà il capitano Bortolami, ma a guidarci sul campo ci penserà Troncon, l’uomo con la faccia giusta per fare saltare i nervi nei soldati racchiusi nella trincea avversaria. Si respira già aria di polvere da sparo, cannoni e mortai marciano assieme ai colori della patria. Manca solo che qualcuno si prenda il compito di accendere la miccia. E poi serriamo i ranghi e andiamo avanti assieme. Tutti con gli azzurri.
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