A proposito di Inni
L'ultimo post di Ringo si chiude con l'affermazione:" Tornano a suonare gli inni. Torna il grande rugby". Vittorio Munari lo dice apertamente su Ski: il rugby non è solamente uno sport è un combattimento ritualizzato, giocoforza che lo spirito nazionale e i relativi inni che li "incarnino" giochino un ruolo non secondario; ne avevamo parlato già qui.
Tutti sanno che gli All Blacks Neozelandesi, pur avendo un bell'inno nazionale - God Defend New Zealand - si identificano in qualcosa di tutto loro, la Haka. Nelle sue due versioni, Ka Mate e Kapa o Pango, la prima pescata dalla tradizione Maori, la seconda scritta ad hoc. Trovate i filmati delle due versioni nei video della sidebar qui a fianco.
Vero è che la Haka più che un inno è una performance, ma dell'inno riassume con efficacia il senso e lo scopo: caricarsi, far gruppo, generare rispetto. Tutti i Paesi dell'Oceania presenti (Tonga, Samoa, Fiji) eseguono la "loro" Haka.
Il Sudafrica da meno di un ventennio s'è "rivoluzionato" ed ha adottato nuova bandiera e inno; la particolarità di questo inno senza nome - South African National Anthem - è che in realtà è la giustapposizione di due melodie distinte: Nkosi Sikelel' iAfrika e Die Stem van Suid Afrika, prima strofa in Xhosa e Zulu, seconda in Sesotho, terza in Afrikaans e quarta in Inglese.
Molto politicamente forte e significativo, simbolo di un rinnovato patto tra le etnie, esso viene cantato con grande immedesimazione dai giocatori, ma questa non è una peculiarità - i rugbisti si "sentono" dei combattenti per la loro maglia; "sentono" il proprio nella stessa misura i rugbisti di tutti gli altri Paesi: i francesi con la loro Marsigliese, gli Argentini, Italiani etc. etc.
Si distinguono Australia e Inghilterra, seguendo in un certo senso la via Neozelandese, non coi giocatori ma col pubblico. Queste due squadre fanno eseguire infatti i loro inni nazionali, celebrati e rispettati - God Save the Queeen e Advance Australia Fair - ma i loro tifosi da qualche tempo per motivi (a me) ignoti si esaltano al suono di due particolari canzonette "identitarie", rispettivamente: Swing low Sweet Chariot per gli inglesi (un vecchio blues religioso della tradizione afroamericana), Waltzin' Mathilda per gli Ozzies.
Ma tutti proprio tutti belli e brutti, vengono spazzati via dal più bello, struggente, particolare "inno-non-inno" dello straordinario mondo del rugby. Ci riferiamo a "Flower of Scotland", canzone scritta negli anni '60 da un gruppo folk locale e letteralmente "imposto" come inno nazionale dal pubblico dello stadio di Murrayfield, candandolo a squarciagola sopra sia all'odiato inno inglese che al misconosciuto inno (semi-)ufficiale scozzese; sino a quel fatidico giorno in cui Anna, sorella della Regina, diede il suo endorsement alzandosi col suo kilt e cantandolo anche lei.
E' l'unica cosa che possiamo legittimamente invidiare alla nazionale scozzese, nostra avversaria per un posto ai quarti di finale (assieme alla bazzeccola di cent'anni di tradizione, ma non diciamolo troppo forte vah).
A risentirci dopo la prima partita di stasera.
8 commenti:
Hey Danny, you forgot Mae hen wlad fy nhadau
Hey Danny, you forgot Mae hen wlad fy nhadau
http://en.wikipedia.org/wiki/Swing_Low,_Sweet_Chariot
There's the reason of why is SweetChariot the unofficial anthem of England...by the way,a couple of months ago I went to Twickenham for the match between Eng and Fra and I have to admit that this song is extremly powerful!!!
Tnxs nikimazzu for you contribution & welcome on board.
Ringo, checciàvrebbe poi de così speciale ? ;)
E poi su qusto fronte i gallesi, da quest'ultima volta che hanno scientemente impedito l'esecuzione della Haka al Millennium, me stanno un po' lì...
Come disse un gallese, tra loro e gli inglesi (e me) è tutto un discorso di fiducia e comprensione: gli inglesi non si fidano e i gallesi non li comprendono :D
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Nickmazzu is, beyond any shadow of a doubt, a good guy! I still love you ;)
Danny: c'è di speciale che quando lo senti cantato al Millenium il tempo pare fermarsi in quegli istanti. Ps: con la Nuova Zelanda il clima si era reso teso sin dai primi giorni, quando un giornalaio kiwi ebbe la brillante idea di definire i rugbisty gallesi "village idiots". Io ero là e ti giuro che non l'hanno presa bene.
Graham Henry stesso dice che la Nuova Zelanda è il Paese più "addicted" al rugby del Mondo ... a parte il Galles!
Per il resto, è sicuramente tutta e sola colpa dei giornalai, canaille!
;)
Nick you very welcome here, we'll exchange the favor and visit often your "VISIONary" blog, I'd bet on it.
Ps.: "mind-boggling blog"?! :)
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