domenica 7 ottobre 2007

Brivido caldo a Marsiglia

Sudafrica 37- Figi 20
Cj Van der Linde non ce l'ha fatta, al suo posto di pilone con il monumento Os DuRandt, unico superstite dei campioni del mondo del '95, Jannie DuPlessis, fresco arrivato dall'Africa, ulteriore rampollo di una delle dinastie rugbistiche degli altipiani.
Il primo tempo è contratto, con molti errori da parte Boks e senza "voli" figiani. Questi ultimi chiaramente mirano a svangare il primo tempo senza troppi danni per poi giocarsela nel secondo; i Boks iniziano il gioco con gli avanti, ma dopo una maul abbozzata o una sola ruck il mediano di mischia Fourie DuPreez regolarmente allarga il gioco, facendo e provocando molti errori di handling e di piede sulla pressione isolana.
Sbaglia soprattutto Steyn, ma anche Percy Montgomery si mangia tutti e tre calci nel primo tempo - due trasformazioni e una punizione facile. Distratti o troppo tesi? Il ventenne Steyn comunque marca i primi tre punti su punizione al 7'.
I figiani tengono bene tutte le loro rimesse mentre i sudafricani se ne incasinano un paio da soli; gli isolani inoltre si risolvono le loro mischie chiuse grazie all'esperienza del petrarchino terza centro Sisa, che s'alza fuori veloce palla in mano per sfuggire alla superiore pressione dei Boks.
Meta di Jack Fourie al 13', poi di John Smith direttamente su maul da rimessa laterale al 34'. Nonostante i tanti errori la gara sembra tranquilamente gestita dai Boks; un calcio di Bai tra le due mete sudafricane fissa il punteggio del primo tempo sul 13-3, pericolosamente simile a quello neozelandese coi francesi.
Il secondo tempo inizia con una punizione per gli isolani, 13-6 e i sudafricani non smettono di commettere errori. Il problema coi figiani, oltre a essere pressocchè inarrestabili palla in mano, è che irretiscono i trequarti avversari, gli fanno venir voglia di giocare come loro, a corse attraverso il campo. I Gallesi hanno perso la partita così.
Cascano in pieno nella malìa soprattutto Steyn e Habana, mentre Mongomery non si raccapezza come posizionamento là dietro, e un insufficiente DuPreez non riesce a chiarire il possesso palla in mani sudafricane.
L'inflection point del secondo tempo è al 50' la meta di un buon JP Petersen lanciato dal grande Matfield: porta il Sudafrica su un apparentemente tranquillo 20-6, con contemporanea espulsione di Rabeni per placcaggio alto (e non sarà l'unico). Sembra fatta, tutto in discesa per i Boks, e invece no! I figiani giocano meglio in 14 - per loro dev'essere come avere in campio due squadre di rugby a sette - vanno in meta al 56' con Delavau e al 58' con Bobo, portandosi sul 20 pari.
Iniziano dieci minuti apertissimi di gioco rotto tra il 60' e il 70': ma mentre i figiani navigano felici e inarrestabili per il campo sfiorando due volte la meta, il Sudafrica prende il totale controllo di rimesse e mischie. I sudafricani hanno il merito di tener duro e di non perdere la testa; nel giro di tre minuti mettono nuovamente il capino avanti 23-20 grazie a una punizione di Percy Montgomery che risolve un bel po' di indiscipline figiane; il tutto mentre il buon arbitro irlandese Lewis seda qualche abbozzo di giustizie sommarie da parte di Bakkies Botha positivo come sempre e di un troppo frettoloso Schalk Burger.
La grande differenza tra le due squadre (e coi neozelandesi di di ieri) ha un nome e cognome: Butch James l'apertura che non perde la testa, prende in mano la partita e fa le cose giuste. Non apre più, spegnendo i due generatori odierni di ca**ate Steyn e Habana, ma calcia in rimessa per consegnare la palla al suo pacchetto di mischia che ha preso il totale controllo degli approvvigionamenti.
Calcio, rimessa, maul, fallo figiano, mischia avanzante sudafricana indipendentemente dall'introduzione, questo è il nome del gioco visto negli ultimi dieci minuti di gara. La tattica "fa-la-cosa-giusta" frutta controllo totale e due mete, al 69' di Juan Smith e al 79' del migliore in campo Butch James. Una apertura moderna, solido nel placcaggio e nelle penetrazioni, piede potente per i calci tattici e soprattutto mente fredda quando serve.
Per una volta nei quarti finisce come da pronostici, anche se col brivido nonostante il caldo Provenzale. Belli tosti i punti di domanda aperti nella Nazionale Springboks dai talentuosi isolani: mediano di mischia, centri, aderenza al game plan ...
D'altronde c'è anche il bicchiere mezzo pieno: sono in semifinale, Figi è una gran brutta gatta esoterica da pelare per tutti (chiedere ai Gallesi), ad altre Nazionali "favorite" è andata molto peggio; infine la squadra della tribù bianca Afrikaner ha mostrato di avere sotto pressione oltre alla risaputa solidità, almeno un mediano dotato di materia grigia in campo. Il che, dopo quanto visto ieri, non è poco.

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