Diamo i numeri - Rugby Revolutions
40 partite dopo i numeri Realoaded, la fine della prima fase della Coppa del Mondo ha creato una discreta base statistica da analizzare per gli appassionati (di rugby e di numeri).
I Protagonisti
Tutti siamo affascinati dalle corse in meta di chi è dotato di mani buone, ma i top scorer, quelli che portano a casa il macinato sono (da) sempre quelli dai piedi buoni.
- Il biondo sudafricano Percy Montgomery è il top scorer della prima fase con 67 punti (inclusivi di due mete), seguito dai 53 di Felipe Contepomi (1 meta), poi c'è Nick Evans (Nzl, il vice di Carter) Pierre Hola (Tonga, a casa) e Nicky Little (Fiji, out per infortunio).
- Interessanti i 40 punti di Jonny Wilkinson fatti in due partite, glie ne mancano solo 5 per raggiungere lo scozzese Gavin Hastings al top della classifica dei punti fatti al mondiali di tutti i tempi (227); è in pefetta media, Hastings giocò 13 partite mondiali, Wilko ne somma 12 sinora.
Jonny già comanda la classifica di tutti i tempi per calci di punizione segnati (45) e drop (12), di cui 4 in questo mondiale.
- A proposito di drop, mondiale l'impresa di Hernandez contro l'Irlanda: 3 drop in una partita sono la seconda prestazione di sempre nella Coppa dopo i 5 segnati da Jannie deBeer nei quarti del '99 contro l'Inghilterra e pari ai 3 piazzati alla Francia dal solito Wilko nella semifinale del 2003 (anche Fiji nel '91 segnò 3 drop alla Romania ma con due giocatori).
- Infine l'esperienza del "piccolo grande vecchio" Gregan, 19 partite mondiali giocate, avvicina le 22 giocate dal leader di sempre, l'inglese Jason Leonard.
- Venendo ai metamen, la rivelazione è il giovane australiano Drew Mitchell autore di 7 mete sinora, seguito da Bryan Habana e Doug Howlett con 6; quest'ultimo punta alla classifica di tutti i tempi: con 13 mete totali ai mondiali insidia il primato dell'indimenticabile Jonah Lomu (15); Chris Latham e Joe Rokocoko (5 mete ciascuno sinora nella presente edizione) incalzano a 11.
I Collettivi
Nuova Zelanda rules: guida per punti fatti (309, quasi 100 più della seconda, l'Australia), mete (46), calci di conversione (35, cioè il 76%). L'avere mandato in meta per 3 volte o più ben otto giocatori, la dice lunghissima non solo sullo strapotere ma anche sul sistema di gioco degli All Blacks.
Han segnato più punizioni Argentina, Francia e Samoa (12), seguiti da Sudafrica e interestingly enough Italia (11), mentre gli All Blacks ne hanno infilate solo la miseria di 3 - forse è un effetto collaterale dell'allenamento pro visione periferica di Dan Carter, cfr. foto.
Leader nei drop è l'Inghilterra (4, tutti da quando c'è Wilkinson in campo).
L'Italia si distingue purtroppo per l'indisciplina: terza per numero di cartellini gialli - 3 in 4 partite - preceduta solo da Tonga (3 + 1 rosso) e Usa (4 gialli); i due numeri uniti alle punizioni prese dicono che abbiamo giocato falloso, provocando però anche molti falli agli avversari, ma un'analisi della prestazione italiana meriterà un post dedicato.
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