domenica 10 febbraio 2008

Bianchi al Flaminio, ma di paura

Italia 19-23 Inghilterra
Dunque, mettiamo i fatti del Flaminio nel loro giusto conteso: nelle quattro precedenti discese a Roma l'Inghilterra ha segnato 185 punti lasciandocene fare 46; nella intera storia del nostro rugby e dopo 13 incontri, sono l'unica squadra europea sinora mai battuta.
Avrete già capito che qui si tende a vedere il bicchiere mezzo pieno per questa sconfitta di misura subita dagli inglesi, per questo secondo punto virtuale strappato ai favoriti sulla carta.
No non fraintendetemi, non ho la mentalità di certi militaristi italici fissati sulla "sconfitta si ma con l'onore delle armi" (concetto che ai guerrieri veri anglosassoni è sempre suonato incomprensibile e barocco); come ha dichiarato Parisse, RBS best player ufficiale della partita: sconfitta è sconfitta, onorevole o meno poco cambia. L'amaro in bocca quindi rimane, ma crediamo che ogni partita vada valutata nella giusta prospettiva senza che il tifo faccia dimenticare che:
a) se si commettono errori è sovente perchè li induce la pressione avversaria, e
b) gli inglesi, pur ancora insufficienti nel fiato e nei rincalzi, hanno meritato la vittoria.

La cronaca in sintesi: pronti via e c'è da registrare al largo una meta di Sackey al terzo minuto, lanciato con un bell'offload di Wilkinson, molto criticato in patria per la partita col Galles ma oggi al suo millesimo punto in test match; va detto che la situazione è innescata con mestiere dagli inglesi, che sporcheranno le nostre rimesse laterali e molte ruck per tutta la partita.
Al dodicesimo siamo su 7-6 grazie a un paio di calci di Bortolussi (un ottimo 4 su 4 alla fine) ma poco dopo arriva la seconda meta inglese: un calcio di alleggerimento di Bortolussi viene stoppato, appoggio a Wilko che fa da pivot e apre per l'acrobatico Flood. Ancora un paio di punizioni di Wilko e il primo tempo si chiude sul 20-6.
Nel secondo tempo si assiste fin dall'inizio a una bella e costante pressione italiana sul punto d'incontro, sia su palla nostra che avversaria; è il fatto tecnico che sta diventando il trademark dell'Italia di Mallett, assieme alla tenuta nel tempo e alla mischia chiusa rincalzi compresi, oggi laureatasi la migliore d'Europa al cospetto dei Maestri del gioco d'impatto.
Il tempo che passa ci favorisce e iniziamo a realizzare break in attacco, soprattutto al centro ma anche al largo (finalmente!), coi Bergamasco ma anche con Sgarbi esordiente, con Caino Robertson (fermato al 70' da una disperata francesina di Noon), Parisse, Dellapè, Masi e veramente tutti; nessuno si estranea dalla lotta, ma la novità è che questo ora vale anche in fase d'attacco.
Prima gli rosicchiamo tre punti (due calci di Bortolussi contro uno di Wilko; ancora un partita disciplinata dei nostri), poi abbiamo la possibilità di marcare come con gli irlandesi: calcio lungo di Bortolussi in touch ai cinque metri, ma vuoi che avevamo appena cambiato tallonatore (Festuccia al posto dell'ottimo Ghiraldini), vuoi il solito mestieraccio dirty albionico, ci rubano la rimessa!
Comunque siamo protagonisti in campo, sia come terriorio che possesso, gli inglesi dal fiato corto visitano la nostra metà campo solo in seguito ad affannosi calci di alleggerimento.
I nostri attaccano in 15 con molta efficacia, ma alla fine o la precipitazione ci fa dar via il possesso col solito up and under del c@zz... (cfr. irlandesi ieri), o il mestierone dei navigati inglesi coglie a volte l'arbitro disattento in ruck e nelle rimesse laterali.
Infine però la pressione del nostro pack, una certa lucidità apportata dal mediano di mischia Picone (cui in seguito si aggiungerà Marcato all'apertura) e la nostra immutata aggressività sul pitch si fa sentire e anche gli inglesi commettono finalmente un fatal error. E' Cipriani subentrato a Wilkinson a subire il replay dell'intercetto su Bortolussi del primo tempo, e mi manda Picone in meta!
Gli inglesi distano solo quattro punti ma ci restano solo quattro minuti e le ali dell'entusiasmo ci concedono opportunità ma non lucidità; vista dall'altra parte, gli inglesi sono allenati a "far quadrato" sin dal 1815.
Di fatto al 78' palla in mano nella metacampo avversa, calciamo il possesso a un incredulo Balshaw che chiama il mark; ci rende la palla non lontano ma Festuccia lancia male la rimessa e la partita viene terminata da "buonsenso-Marcato" nei nostri ventidue.

Guardiamo le cose in prospettiva: stiamo crescendo, stiamo costruendo qualcosa di solido se traguardato su quattro anni, ci stiamo guadagnando il rispetto di tutti quelli che incontriamo, che vincono ma godono al fischio finale dell'arbitro, sospirando di sollievo per la fine della pressione e delle nostre bòtte (regolamentari).
Pretendere di più in un Sei Nazioni giocato 3 volte su cinque fuori casa e con visitatori come l'Inghilterra ci sembrerebbe presuntuoso. Non è neppure questione di fortuna o di smetterla di fare errori: l'Italia deve andar oltre la vittoria episodica (una due o cento di fila non importa), deve divenire prima di tutto un avversario consistente e temuto. Per me siamo sulla buona strada, considerati anche i limiti numerici e storici del nostro movimento.
Per adesso vinciamo tutti i secondi tempi (13-3 stavolta), presto inizieremo a giocare dal primo minuto anziche' dopo venti o trenta e allora vinceremo le partite.

LA VERSIONE DI RINGO
Lo ammetto: sabato scorso ho sbagliato di grosso. L'Italia di Nick Mallet è quanto di meglio ci si potesse aspettare. E la partita andata in scena al Flaminio oggi pomeriggio ne è la dimostrazione. Gli azzurri hanno perso contro una Inghilterra rimaneggiata, ma ancora una volta hanno mostrato la determinazione del match contro l'Irlanda. Così il XV di Brian Ashton torna da Roma bianca per lo spavento di ripetere il capitombolo di una settimana fa contro il Galles.
Andiamo con ordine. Brutta partenza per i nostri, infilati da solito asse Wilko-Sackey con il primo che supera la nostra difesa con un calcetto dei suoi calibrato per l'ala che si invola in meta. 7-0, doccia fredda.
Ma non troppo. Bortolussi pianta in mezzo ai pali i calci che deve piazzare in mezzo ai pali. I nostri rispondono con la mischia che oggi ha peccato solo in rimessa. Il che non è poco, ma per il resto ha lottato come le veniva richiesto. Purtroppo l'estremo combina un pasticcio, cercando di liberare un ovale a ridosso dei nostri ventidue e concede la ripartenza dei trequarti inglesi che concludono con Tobey Flood il lavoro. Poi Wilkinson fa il resto con i suoi calci e il binario imbeccato dalla partita sembra morto per l'Italia.
Il secondo tempo è altra storia. Gli inglesi rimangono a secco, gli azzurri ci credono, pasticciano, si ripigliano e tornano all'arembaggio. Pian piano, dal 20-6, si arriva al 20-12, poi l'apertura di Sua Maestà allunga ancora di tre punti. Cambi: Picone e Marcato al posto di Travagli e Masi, Cipriani sostituisce Wilkinson. Gli inglesi calciano e ricalciano, facendo arrabbiare non poco i commentatori di BBC (sì, mi sono salvato da Cecinelli), poi ci restituiscono il regalo del primo tempo. Cipriani prova il sombrero ai danni di Picone che si becca l'ovale sul muso e corre in meta. 23-19 a pochi minuti dalla fine. Troppo pochi per poter sperare nel miracolo finale.
Ora su la testa, che tra due settimane si vola in Galles contro i dragoni che promettono bene. Ma l'Italia di Mallet ha quel-non-so-che di sudafricano che li porta a crederci sempre. Parisse, capitano al cinquantesimo cap con la maglia della nazionale, mvp. Detto tutto.

11 commenti:

Abr ha detto...

BBC sul bouquet Sky? E daccele anche a noi 'ste dritte Ringo ....

ringo ha detto...

Ma che pensi, Danny? Ero a casa del mio amico Welsh-Italian che sì Sky, ma quello british. ;)

nullo ha detto...

beh, ottime notizie mi sembra no?

basta guardare gli occhi di parisse intervistato come best player. non erano per niente contenti; ottimo segno!

come dice abr, se alla fine di una partita cosi' loro godono e noi rosichiamo, allora we are coming, finally.

non son neanche sicuro, invece, che gli inglesi l'abbiano meritata. si muovono meglio, e non avremmo fatto meta su azione nostra neanche se la partita fosse durata un anno, pero' tutti i loro punti, mi sembra, son venuti su ingenuita' italiane.

una domanda per voi tecnici: era proprio necessario sostituire hooker nel momento decisivo?

Anonimo ha detto...

Anch'io ho una domanda. Ma perché, a tempo scaduto, hanno calciato fuori?? OK che eravamo nella nostra area di meta ma, persa per persa, non si poteva comunque tentare di uscire palla alla mano? Probabilmente però ha ragione nullo: mi sa che su azione non li avremmo superati mai! :(
Ma sbaglio o questo 6N è il più equilibrato visto negli ultimi anni?

Abr ha detto...

Concordo pienamente nullo: di Parisse in piu' m'e' piaciuta la lezione all'alzata "scarica sull'arbitro" del giornalista.

Gl'inglesi ci hanno dominato nel primo tempo nullo, secondo la legge fisica per cui ad ogni azione corrisponde una reazione (cioe' gli errori nostri sono "provocati" con mestiere e abilita'). Nel secondo, quando noi li abbiamo messi sotto, sono stati abili a far quadrato e a resistere fino al 76'.

Anche Ghiraldini aveva fatto qualche lancio farlocco (vedi prima meta) ma aveva preso un bel ritmo, effettivamente la sua sostituzione la giudico involontaria ma perlomeno intempestiva ... Certo pero' che mestiere 'sti albioni, sempre li' in mezzo al corridoio a sporcare le rimesse.

Abr ha detto...

Beh for those, "buonsenso Marcato" ha deciso che ci avevamo provato a sufficienza ..

Non li avremmo mai superati su azione? Beh se avessimo evitato un paio di up&under e avessimo continuato con energia ma lucidita' a cercare break coi trequarti, passando ai pick&go con gli avanti una volta entro i 22 e maul avanzanti su rimessa, ce la potevamo anche fare stavolta.

Per i trequarti infatti gli stranieri non dicono piu' che non siamo capaci di metterli in gioco (lo dicono degli scozzesi), dicono che non abbiamo "la pazienza" per completare le offensive.
Degli avanti invece hanno tutti il massimo rispetto.
Le maul le facciamo benissimo, se imparassimo a controllare meglio le furbate in rimessa ...

Concordo con te infine sull'equilibrio: anno pazzo post mondiale.

ringo ha detto...

Gl'inglesi! Questo Danny d'annata che mi ruba il lirismo ;)

Abr ha detto...

E' in effetti una citazione: da "Il grande Blek", fumetto d'epoca (la mia) in cui i patrioti americani combattevano contro, appunto, "gl'inglesi" (da pronunciarsi con sfumatura di disprezzo, lasciando pendere un angolo della bocca verso il basso).

By the way, pur essendo una strip per adolescenti tipo capitan Miki o Zagor, reperibile cioe' all'edicola parrocchiale, quando gl'inglesi venivano presi di sorpresa dal grande Blek se ne uscivano regolarmente con un "Goddam!" che tradotto letteralmente si rivelava, nel nostro piu' grande sconcerto, un bestemmione atroce ...

Anonimo ha detto...

Per mille puzzole, gl'inglesi non sono più quelli di una volta, se scappano persino davanti ai mangiaspaghetti!

Anonimo ha detto...

Caro Blek Macigno, i soldatini della Regina si sono rammolliti, perché tu li hai legnati per benino sotto i Grandi Laghi, e io ho fatto lo stesso di sopra, coi miei Lupi dell'Ontario.

Abr ha detto...

Ah ma allora siamo della stessa generazione!

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