lunedì 17 marzo 2008

Aperture all'apertura

Breaking news: il Socio mi informa in via riservata della dichiarazione di Nick Mallett, che alla domanda se Andrea Marcato potra' essere in futuro l'apertura della nazionale, risponde: "Il problema di Marcato e' che pesa solo 82 chili. Deve raggiungere i novanta chili di peso forma mediante lavoro in palestra".
Hai capito the Boks mentality? Alla faccia del tanto propalato "credo" della Irb: "Il rugby deve rimanere uno sport per tutte le taglie umane, anche ai massimi livelli".
Anyway forza Andrea, la tua e' una missione per conto del dio del rugby italico: pump up the (body) volume! Rimarrebbe solo il problema di allenarsi nei calci piazzati "sotto pressione" (cioe' in partita, chiuso com'e' nel suo club da Goosen), anche se il ragazzo parrebbe dotato.

Non c'e' pero' purtroppo da far molto affidamento su questa "apertura" di Mallett. Ad altro giornalista (straniero) ha ribadito la sua cieca fede nell'altro Andrea, Masi:
"Over the five games, Masi has alternated good things with less good things; in this last game, he didn't satisfy me but it isn't easy to turn yourself into a flyhalf. I believe very strongly that Masi is player who is improving as well and that over time we'll be able to provide the variety I'm looking for. (..) It is important to give Masi games (in this position)". Anche se: "It is a shame he doesn't play number 10 for his club."

Possiamo schierarci e dividerci sulle scelte all'apertura, e magari l'anno prossimo la cosa verra' risolta naturalizzando un nuovo Dominguez; dobbiamo pero' essere tutti consapevoli che sarebbe un palliativo: il vero problema che il rugby italico deve affrontare e risolvere e' la sua carenza di ricambi.
Sotto questo profilo trovo sia giunto il tempo per un atto di coraggio e di rottura da parte della Federazione: che esercitasse alfine il suo ruolo statalista e dirigista, per il bene comune trovasse la maniera di far crescere sul serio quella quarantina di giocatori di base che serve per creare una nazionale ambiziosa.
Qui le idee di Nick Mallett sono condivisibili ma dirompenti per l'establishment rugbistico. Pure troppo. Sentite qua:
"«Il problema [della crescita nei risultati, ndr] è ampio e riguarda tutta l'organizzazione del rugby italiano. Se continueremo così, potremo sperare di vincere una partita ogni tanto all'ultimo minuto, niente di più. Abbiamo 50 milioni di abitanti, dobbiamo allargare la base».
A parte che i milioni di abitanti sono quasi sessanta, ecco la ricetta molto Boks del Nick:
«[Se non formeremo delle selezioni, ndr] non svilupperemo mai le enormi potenzialità di questo popolo nel rugby. A che serve mandare i club, imbottiti di stranieri trentenni ineleggibili per la nazionale, a rimediare sconfitte in Europa?" Che coltellata dritta nella piaga!
"Ci vogliono due o tre selezioni ben allenate", insiste Nick "con tre o quattro buoni stranieri non di piu', magari eleggibili per l'azzurro dopo tre anni, che partecipino a tornei competitivi in grado di migliorare i giocatori italiani". Alla faccia del "modello Benetton".
Ma mica finisce qui! L'affondo finale, quello che avete sempre desiderato dire ma non avete mai avuto il coraggio: "Il Super10 non è un campionato in grado di migliorare i giocatori, basta guardare le partite. Ci sono al massimo due o tre fasi, poi l'arbitro fischia e interrompe il gioco. Così non cresce nessuno» (qui la fonte, cosi' il Socio e' professionalmente traquillo).

Siamo arrivati diritti al punto: a parte la Francia e l'Inghilterra, nessuno degli altri Paesi ha piu' di due (Scozia) - quattro (Galles, Irlanda) team "internazionali".
Allora, ricostruire una "Serie A" nazionale vera come una volta per i club, e al contempo formare tre super selezioni - ipotizzo: una veneta, una padana e una "mediterranea" - che prelevino certi giocatori rispondenti ai criteri sopra detti dai club, da iscrivere quindi ... al campionato francese? O a una rinnovata ed estesa "Celtic League"?
A me parrebbe l'unica strada; tutto sta vedere se sono solo parole di sen sfuggite, se ci credono veramente e se avranno mai la forza per imporlo qui, nella patria dei campanili.
Il fatto e' che non c'e' alternativa: altrimenti, anche avessimo Gatland, Jake White e l'allenatore dei Crusaders tutti assieme, l'Italia non si schiodera' che dopo decenni da dove e' faticosamente arrivata.

8 commenti:

ringo ha detto...

Via confidenziale è via confidenziale, ma per correttezza nei confronti dei nostri lettori, la dichiarazione l'ha lasciata ai microfoni di Sky. :(

Abr ha detto...

eh dai ... un po' di ironica enfasi sulla news non guastava.
Era quello che volevamo sentirci dire: Mallett non s'e' impiccato alle sue scelte, il driver era come sapevamo il fisico per difendere e fare i break,e ora si apre una speranza (sempre che la fidanzata di Andrea Marcato sia d'accordo).

ringo ha detto...

Danny, noi non siamo il mainstream. Ergo, le fonti le citiamo sempre. Tu lo sai come fanno nel giornalismo serio, no?
Ps: sì, devo ancora apprendere qualche trucco del mestiere ;)

Abr ha detto...

Si si, ma io non sapevo le tue fonti.
Rileggendomi (quando ho cambiato radicalmente l'impostazione e i contenuti di questo post), capisco l'incipit potesse instillare l'equivoco di una dichiarazione a te in esclusiva, quindi il tuo chiarimento e' ok (dal punto di vista professionale).

Anonimo ha detto...

Beh mallet ha ribadito cose che aveva già ventilato. Per la "sua apertura":Quintali di muscoli per giocare ed attaccare la linea anche da soli.Creazione di selezioni per alzare il livello... L idea è stata propoata anche dal settimanale la meta e la condivido. Due selezioni una nord con sede delle partite a venezia per attrativa anche turistica e quindi ricca di appeal ed una selezione centro-sud che gioca a Roma (scelta come per venezia legata al business potenziale).Pochi stranieri e di grande valore ed eleggibili e poi campionati di contorno e di base con buona pace di campanili e velleità di scudetti infimi.Ci riusciremo..?!beh oggi lo vedo utopistico ma è anche vero che studiando...la giusta soluzione.. il business dei club anche più blasonati infatti, non è tale da arrecare veri ed insormontabili veti..

Abr ha detto...

Concordo Eraclix, solo che di selezioni ne aggiungerei una per i "padani" (Parma, Piacenza, bassa bresciana e mantovana) con Milano perche' no come sede.

Sulla "centralita'" (in termini fisici) dell'apertura secondo Mallett (ma non solo, anche del mediano di mischia), vedere i commenti di Zamax e mio al predendente post.

Anonimo ha detto...

Io sta storia di Mallet e dei 90 kg di Marcato..Ma ditemi se Wilko ha mai raggiunto questo peso o O Gara o Cipriani o Patterson..o Hernandez...mah..E qui si parla di attacco della difesa e di placcaggio..Aveta mai visto Wlkinson fugire pur non essendo il mito del nostro ct Skalk BURGER?

Abr ha detto...

Ehh cosi' siamo messi ora nella patria (si fa per dire) di Dominguez. Cio' detto, meglio Masi di DeMarigny ..

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