sabato 15 marzo 2008

Wales is Grand Slam

Wales 29 - 12 France
First half
Sono le fiamme del Millennium ad accogliere le due formazioni sul campo. Alla Francia la missione impossibile di battere con uno scarto maggiore di venti punti i padroni di casa per il terzo 6 Nations di fila. Al Galles la missione meno impossibile di rendere realtà quello che alla vigilia del torneo era qualcosa di davvero impossibile o per lo meno impensabile. Tutto esaurito, a Cardiff c’è il pubblico delle grandi occasioni. Arbitra Marius Jonker.
La Francia indica subito che non è venuta per niente, ma per vendere cara la pelle. Qui ad ottobre eliminò gli All Blacks dalla Coppa del Mondo. E il Galles risponde ai primi attacchi con la rapidità nei passaggi della palla, arrivando nei 22 avversari e conquistando un calcio di punizione dopo sette minuti di gioco. Va James Hook, 3-0.
La cosa strabiliante di questi primi istanti è però il drop di Skrela alla ripresa del gioco. Calcia in rimessa ciabattando del tutto l’ovale che invece di andare avanti, va indietro. Una bottiglia di champagne nata male. Si legge subito la volontà dei gallesi di mettere punti per non rischiare, mentre qualcosa andrebbe aggiustato in rimessa. Altro calcio per il Galles, da posizione molto defilata, per un ingresso laterale in ruck francese. Ancora Hook, dai 23 metri, ma stavolta va di poco a lato. Sempre 3-0 dopo il primo quarto d’ora.
Gli avanti di casa riescono ad intrappolare bene Skrela al momento di calciare per allontanare la pressione. Altro attacco gallese, altro calcio di punizione guadagnato da posizione più agevole. Stavolta Hook non sbaglia, prende bene la mira mentre la sua ragazza chiude gli occhi in tribuna. Diciotto minuti, 6-0 ed una costante: ogni volta che il Galles attacca porta a casa punti o almeno i francesi gli hanno concesso tre punizioni su tra attacchi. Forse è il caso di fare il contrario, pensano i galletti che piazzano i primi tre punti con Elissalde. Forse però è il caso di non smettere di fare regali, pensano nell’azione immediatamente successiva e arriva un altro calcio per il Galles sempre per un ingresso irregolare in ruck. Punizione facile per Hook, 9-3 al 22’.
Il mediano d’apertura poi prova ad allontanare sotto pressione e si fa intercettare il pallone per il primo vero attacco francese che però muore su un in avanti sul più bello. La Francia inizia a carburare, le bollicine dello champagne ora si sentono e si vedono ad esempio nella percussione Szarzewskyi in mezzo al campo. Il Galles però ha il merito di leggere bene la tattica francese che prevede una serie di raggruppamenti guidati dagli avanti prima di allargare non appena lo spazio permette un gioco più aperto. A quel punto la difesa sale bene e costringe i francesi ad una azione di 18 fasi che si consuma in un up and under e l’ovale perso in avanti. Strategia che comunque appaga, perché les bleus tornano nei 22 avversari. Tiene comunque la retroguardia gallese, recupera con Martyn Williams il possesso e poi spazza con il piede di Hook. E’ una vera battaglia sul campo del Millennium nella quale si alternano cavalleria leggera ed esploratori grandi e grossi. A conti fatti, è comunque la Francia a fare la partita dopo che il Galles sembra aver raggiunto l’obiettivo del primo tempo: segnare subito, andare in vantaggio e poi gestire gli attacchi avversari per esplodere, magari, nel secondo tempo. Copione già visto, insomma.
Di nuovo la Francia infiammata, guadagna metri e metri con il gioco alla mano che quando le riesce è difficile controllare, arriva nei 22 ed Henson perde la pazienza e la testa, con un placcaggio alto che gli costa il giallo quando ormai il tempo è scaduto. Tutto facile per Elissalde e si va negli spogliatoi sul 9-6.
Second half
Si comincia dove si era iniziato nel primo tempo. Calcio di punizione per il Galles nella prima vera azione della seconda metà. Ancora da posizione defilata, Hook non azzecca la mira. Entra Servat al posto di tallonatore per la Francia. Francia che non cambia: ancora a dettare il ritmo della partita con veloci ricicli che la portano ad esplorare la metà campo avversaria. Grande dispendio di energie, ma la meta non arriva ancora. I tre punti del pareggio sì, però, sempre con Elissalde. Torna in campo Henson, l’inferiorità numerica finisce per il Galles. E’ la coppia Martyn – Shane Williams a dettare il primo attacco prolungato del Galles. Jenkins lascia il posto a Duncan Jones che va a fare compagnia al fratello Adam in prima linea. Belle prestazioni di Martyn Williams, Tom Shanklin e Lee Byrne da una parte, di Elissalde e Floch e delle seconde linee dall’altra. Arriva il cambio all’apertura per il Galles con l’ingresso di Stephen Jones, mentre il pubblico di casa incita i suoi con Bread of Heaven. A Dublino portò bene.
Manco farlo apposta: sguscia la palla e scivola in mezzo al campo, comincia a correre come un furetto dannato Shane Williams, la calcia quel tanto che basta per appoggiarla in area di meta e poi schiaccia l’ovale per la prima meta dell’incontro, sotto i pali. Jones trasforma: 16-9. Guarda caso, è il 60’ del secondo tempo. Due minuti dopo, punizione trasformata da Stephen Jones, 19-9.
La Francia ci rimane. Al 65’ viene data mischia ai galletti ai cinque metri in attacco. La vincono i dragoni. Arrivano però i tre punti da un calcio di punizione che riporta i bleus ad una meta di distanza: 19-12 al 71’.
Un giro di lancette dei secondi, punizione per il Galles. Dalla lunga distanza, Stephen Jones calcia teso e centrale, 22-12. C’è di nuovo aria di Grand Slam a Cardiff. La seconda meta sfuma ad un palmo dalla linea dopo una gran corsa di Mark Jones. Sfuma, ma riappare e la segna Martyn Williams, che corona una grande 6 Nations e porta con sé il Grand Slam: 29-12. A settembre pareva roba impossibile.

Inghilterra 33 - 10 Irlanda
Una rapida nota sull'altra partita dell'ultima giornata, l'unica che in palio non aveva nulla e quindi "tutto" per un rugbista (la vittoria): tra la sfida del Flaminio e quella del Millennium, le due deluse Inghilterra e Irlanda si incrociavano a Twickenham.
Inizia alla grande l'Irlanda, 10 -0, poi se smozenoli lumi e bonanotte, rimane solo Inghilterra. Una sola cosa da segnalare, a parte questo oimè oramai classico dissolvi di una squadra pur priva di "buchi" e anzi ricolma di eccellenti professionisti che evidentemente giocano a cottimo, il XV del Trifoglio.
Ci riferiamo al ragazzo: un ventenne, autore di 18 dei 33 punti dei suoi, che può permettersi di incoraggiare uno per uno tutti i compagni all'uscita per la fine del primo tempo, ha decisamente i numeri e la personalità per farsi valere. Danny Cipriani sarà la sfida al futuro in nazionale del top scorer di tutti i tempi Jonny Wilkinson.

1 commento:

Abr ha detto...

Onore alla RugbyNation finalmente rilanciata da un sergentone cattivo che impedisce ai suoi campioni di rimirarsi troppo allo specchio, altrimenti li caccia in panca.
Il Trofeo era giaà assegnato dalla scorsa giornata salvo apocalissi, rimaneva sicuramente in palio il Grande Slam.
E qui il Galles ha dimostrato due cose: mentalità vincente e quali fossero i limiti della Francia e i pregi suoi.

Tutto sommato la partita (e il trofeo) non è mai sembrata sfuggire dal controllo gallese, ma è rimasto apertissimo per tre quarti del tempo (il match non il trofeo).

Alla fine i fattori ciritic del successo gallese sono a mio avviso stati:
a) la difesa rush più aggressiva vista sinora fuori d'Italia, che ha annichilito i mei favoriti Clerc-Floch-Malzeiu più Traille e Jauzion;
b) l'incapacità dei cervelli di Elissalde e Skrela di identificare la via giusta (la velocità e la aggressività fisica davanti) per mettere in crisi i gallesi.
Invece hanno aspettato prima il rientro di Henson, poi l'inevitabile apertura di una qalche falla a favore di folletto Shaun.

Forse, pensando alla subita aggressività in ruck, i francesi hanno perso questa partita in terza linea.
per me il migliore in campo non per caso è un tal Martyn Williams, quello che non doveva più giocare, l'unico che Gatland abbia implorato di rimanere.

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