giovedì 6 marzo 2008

Respect!

Interessante considerazione di coach Mallett: ha dichiarato di aver spronato gli Azzurri a non deprimersi per le 13 settimane di squalifica a Mauro Bergamasco, inflitte per deliberate dita sul volto di un avversario ("sentenza giusta, certe perdite di controllo non sono ammissibili, gli poteva costare anche due anni") e di focalizzarsi sul vincere contro i francesi.
Sin qui tutto corretto ma nulla di memorabile da parte dell'assertivo sudafricano.

La parte a nostro avviso interessante arriva dopo: ribadito che non e' tollerabile perdere la testa cosi' a questi livelli, Mallett sottolinea che in tv si vede chiaramente come i gallesi avessero ripetutamente bersagliato il flanker azzurro con almeno un paio di placcaggi alti e gomitate pericolose prima della sua scomposta reazione, senza venire tutelato per niente da parte dell'arbitro.
L'obiettivo di Mallett non e' la sterile polemica auto-giustificativa di stampo calciottardo sui complotti arbitrali, e' piuttosto l'opportunita' di sottolineare l'evoluzione al right level del rugby nazionale, che va riconosciuta e rispettata.
"Nella partita con l'Inghilterra ci sono stati fischiati otto falli contro, solo sei contro l'Irlanda, mentre la media per partite internazionali "corrette" e' di 14 falli per squadra", ha dichiarato il nostro coach, "quindi se ne deduce che l'Italia oggi sta praticando un gioco pulito".
Conclusione: "Percio' e' ora di venir trattati - e tutelati - esattamente come tutti gli altri".

Se il coach riuscira' a mantenere questo basso livello di fallosita' per tutto il torneo, non credendo ai "complottismi" avremo il rispetto della classe arbitrale for granted, e il nostro rugby avra' raggiunto un obiettivo che da solo vale un primo anno di successo da parte di Mallett.
Il rugby non e' uno sport semplice da gestire a livello psicologico: come in guerra o nel pugilato, non e' da tutti mantenere il controllo mentre prendi e dai via le botte; ecco perche' il "pregiudizio" arbitrale nei confronti dei newcomers non solo e' piu' che giustificato ( come ogni persona di buon senso sa, il pregiudizio anche etimologicamente e' il fondamento del giudizio; solo che non lo si puo' dire per political correctness) ma e' anche educativo: la disciplina diviene parte di noi solo col tempo, mediante la "tempra" delle situazioni avverse, arbitraggio incluso.
Il messaggio di Mallett al mondo del rugby e': ora l'Italia c'e', iniziate a rispettarla.

5 commenti:

ringo ha detto...

Cooooncordo in tutto!

Anonimo ha detto...

Concordo anch'io, specie per quanto riguarda le tue considerazioni conclusive.
E' assurdo pensare che un arbitro possa essere trattato come una specie di macchina giudicante, e questo vale per qualunque "magistratura" in senso lato. I regolamenti sportivi possono prendere di petto la realtà con minuziosi codicilli a tutela di una metafisica "imparzialità", oppure possono assencondare la natura umana.
La seconda soluzione è quella percorsa dal rugby, mentre la prima, invece, è tipica degli sport mainstream come il pallone. I cui osservatori hanno del buontempo a scannarsi sulla moviola in campo - che col calcio c'entra come il cotechino a colazione - neanche fosse la miracolosa panacea regolamentare di turno. Mah!

Abr ha detto...

Tnxs Ringo, giallosapevo! :)

Bientrovado tra i rugbisti Ismael!
La "macchina giudicante" non esiste e sarebbe per definizione "disumana", tant'e' che persino in una magistratura non common Law come la nostra vige l'escamotage de "il libero convincimento del giudice".
Che altro non e' che la codifica del "pregiudizio" inteso in senso positivo, come tento di spiegare nel post.
Solo che tre generazioni di diseducazione valoriale e riduzionismo (la disciplina intesa come disvalore militaresco) hanno portato alla totale incomprensione del tema da parte delle masse.

Ne consegue il rifugio nella tecnologia deresponsabilizzante (soluzione calcistica) o certe uscite inqualificabili dei giornalai che commentano questa uscita di Mallett con un "okkio eh eh eh, state diventando come il calcio".

Abr ha detto...

Scordavo: per dare maggior forza al link "disciplina" - "(pre-)giudizio" che tento di stabilire, considerate l'update (in blu) sul post precendente.

Un professionista ventenne ecluso dalla nazionale inglese per 15 minuti di ritardo.
Fatto totalmente incomprensibile e abnorme per un mondo smidollato e femminilizzato come il quello in cui viviamo, dove la disciplina(=ripetto delle regole) e' scambiata per arbitrio, e l'isteria uterina viene confusa per aver le palle, alla Cassano per intenderci.
Figuriamoci allora cosa si pensa del "pregiudizio" a sfondo educativo! Non esiste: arbitro ce l'hai con me perche' sei un venduto, mi fido solo delle macchine e fine della discussione.

ringo ha detto...

Riiiiconcordo in pieno. You know, Danny, we're different ;)

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