domenica 15 giugno 2008

A tutto Test Match

Il secondo weekend di test match "gira" lievemente meglio per i logori europei. I risultati:

Sabato 14 giugno 2008
South AfricaWales37-21
AustraliaIreland18-12
New-ZealandEngland37-20
ArgentinaScotland14-26

Nuova Zelanda - Inghilterra
Dopo le resistenze dell'Irlanda la scorsa settimana, gli All Blacks liquidano anche l'Inghilterra. Il punteggio e' piu' o meno allineato con quello che s'e' visto succedere in campo. La sfida potrebbe essere sintetizzata con una mia personale lettura del pensiero di Richie McCaw & Company al primo minuto:" Ah fanno sul serio? Meglio cosi' vah!".
I bianchi della Rosa (privi sino a luglio del nuvo coach Martin Johnson) infatti partono immediatamente aggressivi col rinnovato pack (Sheridan, Mears, Stevens; Palmer, Borthwick; Haskell, Rees, Narraway), imponendo il primo possesso con una controruck da paura che li porta a guadagnarsi un penalty nei ventidue avversari poi fallito da Barkley, seguita altre iniziative sempre di pack.
E uno dice, ah finalmente gli All Blacks dovranno lottare coi denti su ogni possesso; pero' il pack inglese non viene supportato dai backs con l'eccezione di un solido Strettle (attento in difesa ma poco attivato in attacco) e di un razzente Topsy Ojo al suo esordio (viceversa due mete ma non certo un "fattore" in difesa).
Invece i kiwis spingono avanti all'unisono senza distinguo di ruolo, alla ricerca del punto debole avversario: dopo 22 minuti un bell'angolo di Conrad Smith lo identifica tra apertura e primo centro inglese (Hodgson-Barkley), ri-esplorato con successo dieci minuti dopo anche da Carter.
Sul finire del primo tempo i continui attacchi All Blacks danno l'opportunita' all'esordiente inglese-nigeriano Ojo degli Irish di mettersi in luce: intercetta e s'invola per ottanta metri intonso in meta alla Habana. Tra questo e il successivo blitz individuale finale di Ojo sempre lui lanciato al piede ci stanno le mete di Muliaina e Sivivatu.
Per gli inglesi convincente prova del pack, trequarti inconsistenti e poco attivati, mediana chi l'ha vista e da cambiare. Solita macchina tritatutto "intra-mondiali" per i neozelandesi, quasi tutti oramai universali da breakdown e riciclo, indistinguibili nei ruoli.
L'ennesima nota (sul registro) va all'ineffabile arbitraggio del "solito" Nigel Owen, gia' macellaio di un quarto e della finale di Heineken Cup nel solo 2008.
Il suo voler essere l'unico sotto i riflettori lo chiarisce subito il suo ditino alzato a Richie McCaw, il quale furbamente abbassa lo sguardo, ritornando peraltro al suo solito lavoro in miniera, e a Sheridan buttato fuori senza preavviso. Altamente disinteressato a cosa succeda per davvero nei breakdown, Owen prende al riguardo decisioni a casaccio - "not releasing the ball" piuttosto che "hands in ruck" - in modo erratico e stravagante. Deleterio e irritante: altro che Elv, al rugby servirebbe un bel turnover d'arbitri.

Le altre partite: migliora l'autostima del Galles che se ripija dopo la batosta della settimana prima mantenendosi incollato per tutta la partita all'arrangiata e sorniona Sudafrica (due mete a testa, 17-15 a meta' gara; 20-21 al sessantesimo), ma alla fine il punteggio rimane pesante.
Non bastano Shane Williams in gran spolvero e la novita' Hook schierato a invisibile estremo assieme all'apertura Stephen Jones: dopo aver rintuzzato con apparente sufficienza i recuperi rossi, al 65' i sudafricani come fecero nella semifinale con Fiji decidono che e' tempo di cambiare marcia, chiudendo la partita con due mete del solito Jean De Villiers e del subentrato Bismark DuPlessis.
Coach Peter De Villiers si dimostra wise, innesta pochi individui senza distruggere i solidi equilibri edificati da Jake White attorno a John Smit, Bakkies Botha e Matfield, Jean Smith e Buck James: tra gli avanti nuovo solo il pilone the beast Mtawarira, nella mediana Januarie era gia' vice mediano di mischia di DuPreez, molto interessante l'estremo Jantjes e inutile ma veloce l'ala aperta Chavhanga al posto di JP Petersen; Habana all'ala chiusa pare aver perduto la brillantezza del 2007 ma ha aumentato solidita' e affidabilita'.
Piace la attenta gestione del turnover, del nuovo coaching team, in particolare e' produttivo l'esperimento Percy Montgomery ala "di rilievo" (risultato: una meta nella prima partita e una quasi nella seconda, firmata poi da DeVilliers).

L'Irlanda e' la solita solida squadra che perde bene facendo patire gli avversari, ma perde anche contro l'Australia. I due nuovi allenatori non hanno evidentemente ancora "affondato" la mano nelle due squadre.
L'Australia dalle numerose rivelazioni nel Super14 schiera i soliti "senatori", ma come si fa a dargli torto? Schierano Burgess e Giteau in mediana, Berrick Barnes e Mortlock centri, triangolo allargato con Tuqiri, Hynes e Shepherd e una seconda-terza linea da paura che puo' permettersi di tenere in panca tale Phil Vaugh: Horwill esordiente che andra' in meta e Sharpe, dietro gli "immortali" Rocky Elsom, George Smith e Wyclif Palu.
Anche l'Irlanda e' la solita, con O'Gara e addirittura Stringer in mediana, O'Driscoll con Wallace al centro, O'Callaghan e O'Connell in seconda linea. Buone notizie vengono dal triangolo allargato: Bowe ala chiusa ha fisico e birra, Kearney estremo e' il migliore in campo, Horgan e' un po' adattato ma offre molta solidita'.

Sorpresa infine in Argentina, dove la Scozia vendica la sconfitta nel primo incontro non solo grazie ai penalty di Paterson (4 nel primo tempo), ma con due mete del tallonatore Ford e del centro Morrisson. Il conto delle mete - non quello dei penalty - e' pareggiato dagli argentini con Martin Fernandez Llobbe e Horacio Agulla.

Il prossimo weekend tocca a noi in Sudafrica e al secondo test match tra All Blacks e inglesi.

1 commento:

ringo ha detto...

Arrivo anche io a commentare, mate. Dammi qualche istante, don't worry.

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