Adattamenti All Blacks
I commenti tecnici post sconfitta degli All Blacks al Subiaco Oval di Perth - questo blog incluso - si sono focalizzati sull'approccio tattico alla gara degli stessi, oltre alla stoica resistenza difensiva degli Australiani (sottolineata dal loro coach) e dalla cinica capacita' di approfittare delle opportunita'.
Abbiamo definito il gioco mostrato dai Kiwis quasi "sudafricano", tutto incentrato sul possesso quasi temessero le capacita' Aussie di sfruttare i turnover (vedi prima meta, propiziata da Tuqiri che "ritorna" uno dei rari calci) e zero sul guadagno territoriale mediante gioco tattico, nonostante la disponibilita' di piedi benedetti come quelli di Carter.
Gioco risultato troppo "monodimensionale" quello neozelandese, prevedibile: ai calci tattici delle due aperture Giteau e Barnes, agli up&under di Tuqiri e Ashley Cooper, invariabilmente Muliaina e Sivivatu, Ma'a Nonu e tutti gli avanti Neri rispondevano con i "giu' il gettone" (copyright Raimondi) e via di uno-contro-uno di ruck e tentativi di offload.
Verosimilmente lo scopo era quello di sfiancare progressivamente un centrocampo Aussie considerato fisicamente vulnerabile, al caro prezzo di rischiar di perdere una caterva di palle come di fatto e' accaduto (mantenere il possesso al placcaggio non e' piu' cosi' scontato per chi attacca, grazie all'interpretazione rigida delle - vecchie - regole sul breakdown) .
Oltretutto Barnes e Giteau hanno retto la sfida "fisica", per giunta senza perdere lucidita', supportati dai sacrifici dell'altro centro Cross e di tutti gli avanti mediano Burgess incluso, ispirati dall'esempio di un fantastico Rocky Elsom.
La tesi espressa da questo blog e' che tale game plan fosse tutto sommato valido: gli All Blacks han conservato l'iniziativa per larghi tratti della gara, impiegando purtuttavia 45' per recuperare dieci punti di svantaggio (diventati 17 strada facendo) connessi all'espulsione presa da Thorn al 5'. Poi sono crollati, non tanto per lo sforzo quanto nel morale, soprattutto per via di un sostituto fuori fase in un posto chiave (Lauaki) e di un episodio dubbio (la meta negata a Sivivatu).
Secondo coach Graham Henry c'e' dell'altro: lui chiama in causa la maggior familiarita' con le Elv degli Aussie, o meglio del loro coach Robbie "Dingo" Deans, piu' pratico di lui grazie a una stagione di Super14 giocata - e vinta alla grande - alla guida dei Crusaders.
"What we (the coaches) can bring to the table is going to get better with more experience under these laws" dichiara Henry, "Hopefully we've learnt quite a bit from that so we'll be more competitive this week."
Guarda caso schierera' McDonald estremo dietro a Carter, un secondo "piedi buoni", spostando Muliaina all'ala: lesson learnt su come si fa gioco tattico in era Elv: due fullback calciatori, a tener ben sospesa in aria la palla mentre gli si corre sotto ...
[Update: Leon non ce la fara' per infortunio; Muliaina torna estremo e all'ala aperta va inopinatamente il centro di ruolo - e poco calciatore - Kahui].
Ma il vero recupero (miracoloso per i tempi) sara' quello di capitan Richie McCaw, altro esperto di Elv ante litteram (e non solo). Il suo rientro stabilizzera' la terza linea, rimandando So'oialo al piu' adatto ruolo di nr.8, con Kaino schierato guardia nel lato chiuso della mischia.
Nonostante gli "stimoli" della critica - il rugby in Nuova Zelanda suscita passioni scatenate come il Toro tra i suoi tifosi - Graham Henry non arriva a fare il "follower" del suo sostituto in-pectore alla guida degli All Blacks: continua a preferire un ball carrier come Ma'a Nonu nel ruolo di primo centro, senza cercare una kicking option com'era McAlister fino all'anno scorso o Mauger prima di lui, a copiare il duo Giteau - Barnes.
Il rientro di Conrad Smith titolare a fronteggiare il recuperato Mortlock completa la squadra Tutta Nera.
In mediana, l'indiscusso super Carter a reggere la baracca, mentre il rapido Ellis non potra' ciclare senza posa palle su palle, dando come l'avversario Burgess il suo contributo "fisico" in fase difensiva. L'infortunio del titolare apre strada a Cowan, sempre che il suo ginocchio recuperi; in alternativa tornera' Weepu, mediano old skool piu' estroso ma anche a volte piu' "meditativo".
Il tutto mentre sull'altro fronte coach Deans "minaccia" ulteriori improvements dei Wallabies per la partita. L'impressione e' che Henry abbia ragione: c'e' qualcuno (il suo avversario) che ha capito prima degli altri come adattarsi al nuovo che avanza.
Il rischio per gli All Blacks e' che, a cambiar rotta una settimana per l'altra, vada ancora peggio di sabato scorso; sia come sia, Henry ha almeno l'onesta' di ammettere che non tutto gli e' ancora chiaro nemmeno a lui con 'ste nuove regole (figuriamoci quassu'); tanto, sostiene, il punto d'arrivo saranno i Mondiali 2011 ...
Ma una "striscia" di tre sconfitte in fila non capita ai Tutti Neri da almeno dieci anni. No, non crediamo che perdere stavolta sia un'opzione per Henry.
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