Vecchia storia
Westpac Stadium Wellington: New Zealand 19 - 8 South Africa
Ricapitoliamo giusto per non perderci troppo nel marasma che circola nelle rules del rugby. Il Sud Africa è campione del mondo, ha cambiato allenatore e sta provando nuovi inserimenti in squadra. La Nuova Zelanda non è campione del mondo, non ha cambiato allenatore, ha nuovi giocatori da mettere alla prova. Entrambe le Unions risentono dei richiami dal Vecchio Continente che attraggono i fuori classe dell'emisfero sud. E diventa difficile gestire certe situazioni. Punti in comune, altri che non hanno niente a che vedere.
Detto questo - e scusate se è noiosa la cosa, ma un ripassino non fa mai male - ecco che sabato si le due si sono date appuntamento per la prima giornata del Tri Nations. Hanno vinto quelli vestiti tutto di nero, sotto il cielo nero di una notte buia, ma soprattutto tempestosa. Vento, freddo, come nelle migliori tradizioni inglesi, quando il campionato non si concede le festività natalizie, tanto per interderci.
E' finita 19-8 a Wellington e il risultato è quello giusto. Perché gli All Blacks hanno meritato. Gli Springboks non vincono più in Nuova Zelanda, nemmeno da campioni del mondo. E Graham Henry riporta i suoi al primo posto nel ranking mondiale. Importanti i punti dal piede di Dan Carter che mette quattro piazzati, uno solo per Butch James. In mischia si sono fatti notare So'oialo, Kaino e Thompson, vincendo la sfida ravvicinata con Van Niekerk, Juan Smith e Schalk Burger, uno che pesta sui piedi come sempre e che ha preso alla lettera la nuova regola che permette di far crollare le maul avanzanti, ma va ricordato che in campo non c'era McCaw, la controprova insomma.
Il commento tecnico lo lasciamo al socio, simpatizzante senza troppo nasconderlo del Sud Africa. Qui ci limitiamo a dire che le ricostruzioni portano sempre con sé molti alti e bassi, ma forse le scelte di De Villiers lasciano un po' perplessi. Tipo Francois Steyn in panchina. Dall'altra parte l'ex professore di ginnastica l'ha fatto capire che il Mondiale è acqua passata e che l'emisfero australe deve essere tinto di nero.
In attesa di vedere all'opera quell'Australia che ha battuto la Francia 40-10 e che ha molte carte da giocare. Tra un mix di giovani ed esperti, i Wallabies attendono solo il turno per passare dalla teoria alla pratica.
LA VERSIONE DI DANNY
Ottimo il titolo del Socio: vecchia storia, All Blacks vincenti non fa notizia. Almeno negli anni non-mondiali. Gia' perche' la storia vecchia nella realta' e' che, finito un mondiale i Kiwis sono regolarmente i primi ad adeguare mentalita' tattiche e preparazione al nuovo che avanza, trasformando tutti gli avversari in follower.
Ma quattro anni in fuga sono lunghi da passare; difatti una volta l'Australia, un'altra l'Inghilterra, due volte il Sudafrica han compiuto l'oltraggioso sorpasso in zona Cesarini, lasciando i Tutti Neri regolarmente favoriti a secco di titoli mondiali dopo il primo dell'era del professionismo.
Nel caso di specie piuttosto, trovo che la giornata sia da segnare negli annali.
Da una parte del Mare di Tasman infatti si e' giocato l'ultimo test match della storia con le "regole vecchie" prima dell'avvento ufficiale universale delle ELV del primo di agosto; contemporaneamente dall'altra parte dello stesso mare forse abbiamo assistito alla prima vera partita dell'era ELV.
L'addio a un modo di vedere il rugby e' stato celebrato in modo direi non molto degno da Australia-Francia (40-10), dall'esito scritto prima dell'incontro.
Una Francia A (nel rugby significa uno scalino sotto la nazionale) logorata e con la testa alle ferie opposta a una squadra tirata, con un coach brillante e in preparazione per il Tri-Nations ...
Certi spettacoli, certi deprimenti mismatch - un Giteau, un Elsom, un Mortlock contrapposti a onesti operatori del rugby da Albi o Brive - fanno veramente pensare che a tramontare non siano solo le regole vecchie ma anche concezioni d'altre epoche (dilettantistiche) sul valore assoluto "certificato Irb" di certi test match nella realta' privi di motivazioni.
Dall'altra parte dello stesso Mare invece i campioni del mondo nella loro miglior selezione attuale ma con poche idee innovative, sono stati battuti dagli All Blacks "scientificamente" e spietatamente preparati alle ELV.
Si tratta by the way delle ELV selezionate dalla SANZAR per questo Tri-Nations, che non sono ne' quelle del Super14 ne' quelle in vigore universale dal 1 agosto - persino i super esperti di Sky faranno confusione nel corso della telecronaca, il che la dice lunga sullo stato ... sperimentale del rugby nell'anno di grazia 2008.
A mio personale avviso coach DeVilliers e il suo staff han messo in campo quella che, sulla base dei dati raccolti nei test match, sembrava la formazione migliore. Non lo e' stata col senno di poi - probabile che le pedatone di Steyn e ancor piu' la precisione di Montgomery sarebbero state utili fin dall'inizio.
Pero' la pecca evidente del Sudafrica e' l'assenza di una interpretazione tattica convincente e proattiva della partita. Banalmente, se decidi che tutti gli avanti piu' Habana Jantjes e Ndungane debbano aspettare sulla difensiva e si va solo per sfondamento centrale, non puoi affidarti al solo DeVilliers (il centro) come ball carrier: diventi prevedibile.
Sta di fatto che i Boks reggono un tempo e chiudono 8-9 a meta' gara grazie alla superba difesa e a un guizzo di Habana, ma il pallino e' sempre nelle mani Nere.
Nella ripresa gli All Blacks salgono in cattedra usando la difesa attenta che gioca "a memoria" come perno; anche la mischia chiusa "regge" e solo in rimessa mostra qualche affanno contro l'antiaerea Bakkies Botha- Matfield.
Sul perno difensivo s'innestano due atout: il primo e' il piede di Dan Carter, giunto a un livello si sagacia tattica e di controllo dei suoi ritmi mente-corpo da Illuminato; il secondo sono le ripartenze: parafrasando il telecronista calcistico, la velocita' con cui sanno trasformare l'azione da difensiva a offensiva.
Non appena la squadra avversaria si sbilancia in un attacco plurifase, i Neri scatenano le mute a caccia della palla; appena se ne impadroniscono ripartono al piede, via pedalare en masse e non c'e' modo di fermarli.
Il motivatissimo Kaino nr.8 segna una meta e sfiora la seconda, lui in campo solo "grazie" all'assenza di McCaw; ma poteva essere qualsiasi altro vestito di nero, perche' tutti gli avanti sono in grado di finalizzare azioni corali come fossero trequarti. Migliore in campo, spaziale Carter a parte, per me Conrad Smith al centro.
Poco male per i Boks comunque, a parte il primo posto in classifica Irb restituito alla Nuova Zelanda: la squadra c'e', dopotutto e' finita una meta pari in casa dei Tutti Neri; ora devono (solo) darsi un gioco. I sudafricani sono riusciti a tener botta guarda caso fin che capitan John Smit ha retto. C'e' tutto il tempo per recuperare, anche forse in questo Tri-Nations, a partire da sabato prossimo in cui si replica.
LA VERSIONE DI DANNY
Ottimo il titolo del Socio: vecchia storia, All Blacks vincenti non fa notizia. Almeno negli anni non-mondiali. Gia' perche' la storia vecchia nella realta' e' che, finito un mondiale i Kiwis sono regolarmente i primi ad adeguare mentalita' tattiche e preparazione al nuovo che avanza, trasformando tutti gli avversari in follower.
Ma quattro anni in fuga sono lunghi da passare; difatti una volta l'Australia, un'altra l'Inghilterra, due volte il Sudafrica han compiuto l'oltraggioso sorpasso in zona Cesarini, lasciando i Tutti Neri regolarmente favoriti a secco di titoli mondiali dopo il primo dell'era del professionismo.
Nel caso di specie piuttosto, trovo che la giornata sia da segnare negli annali.
Da una parte del Mare di Tasman infatti si e' giocato l'ultimo test match della storia con le "regole vecchie" prima dell'avvento ufficiale universale delle ELV del primo di agosto; contemporaneamente dall'altra parte dello stesso mare forse abbiamo assistito alla prima vera partita dell'era ELV.
L'addio a un modo di vedere il rugby e' stato celebrato in modo direi non molto degno da Australia-Francia (40-10), dall'esito scritto prima dell'incontro.
Una Francia A (nel rugby significa uno scalino sotto la nazionale) logorata e con la testa alle ferie opposta a una squadra tirata, con un coach brillante e in preparazione per il Tri-Nations ...
Certi spettacoli, certi deprimenti mismatch - un Giteau, un Elsom, un Mortlock contrapposti a onesti operatori del rugby da Albi o Brive - fanno veramente pensare che a tramontare non siano solo le regole vecchie ma anche concezioni d'altre epoche (dilettantistiche) sul valore assoluto "certificato Irb" di certi test match nella realta' privi di motivazioni.
Dall'altra parte dello stesso Mare invece i campioni del mondo nella loro miglior selezione attuale ma con poche idee innovative, sono stati battuti dagli All Blacks "scientificamente" e spietatamente preparati alle ELV.
Si tratta by the way delle ELV selezionate dalla SANZAR per questo Tri-Nations, che non sono ne' quelle del Super14 ne' quelle in vigore universale dal 1 agosto - persino i super esperti di Sky faranno confusione nel corso della telecronaca, il che la dice lunga sullo stato ... sperimentale del rugby nell'anno di grazia 2008.
A mio personale avviso coach DeVilliers e il suo staff han messo in campo quella che, sulla base dei dati raccolti nei test match, sembrava la formazione migliore. Non lo e' stata col senno di poi - probabile che le pedatone di Steyn e ancor piu' la precisione di Montgomery sarebbero state utili fin dall'inizio.
Pero' la pecca evidente del Sudafrica e' l'assenza di una interpretazione tattica convincente e proattiva della partita. Banalmente, se decidi che tutti gli avanti piu' Habana Jantjes e Ndungane debbano aspettare sulla difensiva e si va solo per sfondamento centrale, non puoi affidarti al solo DeVilliers (il centro) come ball carrier: diventi prevedibile.
Sta di fatto che i Boks reggono un tempo e chiudono 8-9 a meta' gara grazie alla superba difesa e a un guizzo di Habana, ma il pallino e' sempre nelle mani Nere.
Nella ripresa gli All Blacks salgono in cattedra usando la difesa attenta che gioca "a memoria" come perno; anche la mischia chiusa "regge" e solo in rimessa mostra qualche affanno contro l'antiaerea Bakkies Botha- Matfield.
Sul perno difensivo s'innestano due atout: il primo e' il piede di Dan Carter, giunto a un livello si sagacia tattica e di controllo dei suoi ritmi mente-corpo da Illuminato; il secondo sono le ripartenze: parafrasando il telecronista calcistico, la velocita' con cui sanno trasformare l'azione da difensiva a offensiva.
Non appena la squadra avversaria si sbilancia in un attacco plurifase, i Neri scatenano le mute a caccia della palla; appena se ne impadroniscono ripartono al piede, via pedalare en masse e non c'e' modo di fermarli.
Il motivatissimo Kaino nr.8 segna una meta e sfiora la seconda, lui in campo solo "grazie" all'assenza di McCaw; ma poteva essere qualsiasi altro vestito di nero, perche' tutti gli avanti sono in grado di finalizzare azioni corali come fossero trequarti. Migliore in campo, spaziale Carter a parte, per me Conrad Smith al centro.
Poco male per i Boks comunque, a parte il primo posto in classifica Irb restituito alla Nuova Zelanda: la squadra c'e', dopotutto e' finita una meta pari in casa dei Tutti Neri; ora devono (solo) darsi un gioco. I sudafricani sono riusciti a tener botta guarda caso fin che capitan John Smit ha retto. C'e' tutto il tempo per recuperare, anche forse in questo Tri-Nations, a partire da sabato prossimo in cui si replica.
3 commenti:
VERY OT:
a proposito di NZ, vi segnalo questo
http://tv.repubblica.it/mondo/al-posto-della-partita-va-il-porno/21935?video
per l'angolo delle spigolautre :)
A me ha fatto ridere ma a quanto pare lì giù nonl'hanno presa benissimo!
for those ... il link manda alla diretta della manifestazione di DiPIetro, che fara' indubbiamente ridere non ho dubbi, ma con noi .... ;)
chiedo venia! dato anche il nome nel link (da cui peraltro penso si intuisca l'accaduto) credevo fosse permanente.
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